Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Carlo Calenda: quanto è stato accurato durante nell’intervento a Porta a Porta?

Il 22 settembre il programma condotto da Bruno Vespa e in onda su Rai 1, Porta a Porta, ha ospitato i leader politici dei principali partiti che corrono per le elezioni 2022: Letta, Meloni, Salvini, Berlusconi, Conte, Calenda, Di Maio. I sette si sono seduti uno dopo l’altro di fronte al conduttore, senza avere confronti tra loro, e le interviste sono state poi successivamente mandate in onda. In un questo articolo ci soffermiamo su alcune dichiarazioni di Carlo Calenda, leader del partito Azione, alleato con Italia viva nel cosiddetto “Terzo polo”.

Il costo dei programmi elettorali

“Noi siamo il partito che ha promesso di meno, circa 60 miliardi di cui molti del Pnrr. Il centrodestra anche 160” ha dichiarato Calenda a proposito del costo del programma elettorale presentato dall’alleanza Azione-Italia viva: ha ragione? Un fact-checking accurato su questa dichiarazione è piuttosto difficile da realizzare. Come più volte indicato su questo sito nell’analizzare i programmi elettorali dei partiti, spesso le proposte politiche annunciate nei programmi sono vaghe, non vengono sempre indicate le cifre delle misure che i partiti vorrebbero introdurre, né che costi avrebbe per lo Stato metterle in campo. Prendendo come esempio in questo caso il programma del Terzo polo, effettivamente si nota come vengano indicati i valori di alcuni degli interventi proposti (per citare la sezione del programma sulle politiche per la famiglia, Azione e Italia viva indicano di voler introdurre incentivi per le mamme lavoratrici che tornano sul posto di lavoro dopo la maternità, e danno numeri precisi, pensati diversamente a seconda dei nuclei familiari a cui sono indirizzati). Allo stesso tempo però, il Terzo polo tace sulle spese necessarie per concretizzare altri interventi economici. Per fare un esempio piuttosto rilevante, parlando dell’introduzione del salario minimo, Azione e Italia viva indicano la contrattazione come via da intraprendere, senza stabilire preventivamente a quanto dovrebbe ammontare il salario minimo – rendendo impossibile calcolare i costi dell’introduzione della misura.

Sanità, quanto spendono gli italiani in visite private?

Il leader di Azione ha poi definito “disastrosa” la situazione della sanità nel nostro Paese, dichiarando che “gli italiani spendono 40 miliardi l’anno per visite private” e che “il PNRR mette 14 miliardi sulla sanità, che non bastano”. È corretto?

L’ultimo Rapporto sulla sanità pubblica, privata e intermediata del Censis, pubblicato nel giugno 2020 (che riporta dati Istat pre Covid, dell’anno 2018), afferma che sono stati 19,6 milioni gli italiani che, nel corso dell’anno, hanno provato a prenotare una visita nel servizio sanitario nazionale e si sono scontrati con tempi di attesa tanto lunghi da rivolgersi a sanità a pagamento, privata o intramoenia. La spesa sanitaria privata, si legge, già prima della pandemia era “lievitata a 37,3 miliardi di euro”, un aumento del 7,2 per cento della spesa rispetto al 2014, arrivando a raggiungere un costo medio per famiglia di 1.437 euro annui. L’affermazione di Calenda è quindi imprecisa, ma tendenzialmente vera: il leader di Azione “arrotonda” per eccesso la cifra di 2,7 miliardi di euro.

Per quanto riguarda invece “il PNRR mette 14 miliardi sulla sanità”, si può constatare che anche questa affermazione è un po’ imprecisa. Il Pnrr dedica alla Missione-Salute un totale di 15,63 miliardi di euro (l’8,16 per cento dei fondi complessivi), con cui mira a modernizzare le strutture sanitarie nazionali, a garantire una maggiore equità di accesso alle cure, rafforzando la prevenzione, la ricerca e i servizi sul territorio.   

Le due affermazioni esaminate che Calenda ha pronunciato a Porta a Porta sono quindi solo TENDENZIALMENTE VERE.

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