Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Silvio Berlusconi: i suoi governi hanno abbassato la pressione fiscale?
Sabato 13 agosto, Silvio Berlusconi ha dichiarato in un’intervista al Giornale:
“Siamo stati i soli a non aumentare le tasse ed anzi ad abbassare la pressione fiscale sotto il 40% (mentre oggi è al 43,6%).”
In quell’intervista, l’ex Presidente del Consiglio sostiene di aver conseguito una serie di risultati: riduzione della tassazione in primis, ma nel resto dell’intervista cita anche bassa disoccupazione, investimenti nel Meridione e una drastica riduzione degli “sbarchi dei clandestini”. Abbiamo verificato con i dati la prima affermazione.
La pressione fiscale durante i governi Berlusconi
Istat fornisce dati sulla pressione fiscale a cadenza annuale (dal 1995 in poi) e trimestrale (dal 1999). L’analisi si servirà dei dati trimestrali, che con la loro maggiore granularità permettono di cogliere meglio le variazioni introdotte da un governo appena entrato in carica (le tipiche misure di bandiera attuate nei primi mesi). Un accorgimento: siccome la pressione fiscale ha un tipico andamento stagionale, useremo una media mobile a quattro trimestri (figura 1a). I dati Istat non consentono purtroppo di verificare l’andamento durante il primo governo Berlusconi (maggio 1994-gennaio 1995).
Nel primo trimestre 2001, l’ultimo del governo Amato II, la media mobile a quattro trimestri della pressione fiscale si attestava al 38,8 per cento del Pil. Durante i governi Berlusconi II e III, si mantenne generalmente al di sopra di tale livello, terminando al 39,5 per cento del Pil nel secondo trimestre 2006. Il successivo governo Prodi II fu fautore di un deciso aumento della pressione fiscale, la cui media mobile a quattro trimestri raggiunse, al passaggio di consegne con il Berlusconi IV nel secondo trimestre 2008, il 41,1 per cento. Infine, durante l’ultimo governo di Silvio Berlusconi la pressione fiscale rispetto al Pil subì variazioni contenute, attestandosi alla caduta dell’esecutivo nuovamente al 41,1 per cento. Sulla base di questi dati, è quindi scorretto dire che i governi Berlusconi abbiano abbassato la pressione fiscale.
Berlusconi ha anche sostenuto che i governi del centrodestra sarebbero stati gli unici “a non aumentare le tasse”. Tuttavia, sempre guardando la media mobile a quattro trimestri, risulta che i governi Letta, Renzi e Gentiloni abbiano ridotto la pressione fiscale, in modo particolarmente significativo nel caso del governo Renzi. Infine, il dato sulla pressione fiscale citato nell’intervista per il presente (43,6 per cento) è ragionevolmente vicino a quello riportato da Istat per il 2021 (43,5 per cento), per cui quest’ultima affermazione può essere considerata veritiera.
I dati trimestrali, come notato, sembrerebbero i più adatti a svolgere questo tipo di analisi. Guardando però i dati Istat annuali, combinati con quelli Ocse per il periodo pre-1995, emerge un’immagine meno chiara, a seconda degli anni scelti come termine iniziale e finale del paragone (figura 1b). Confrontando, per esempio, la pressione fiscale nel 2000 (l’anno precedente l’entrata in carica del governo Berlusconi II) e nel 2005 (l’ultimo anno intero del governo Berlusconi III), risulterebbe un calo al di sotto del 40 per cento. Il confronto è fino a un certo punto arbitrario: paragonando, invece, 2001 e 2006 (l’ultimo anno, parziale, del governo Berlusconi III), risulterebbe un aumento. Resta certo, comunque, che altri governi hanno abbassato la pressione fiscale. In particolare, il governo Amato II la abbassò gradualmente, finché nel 2000 raggiunse esattamente il 40 per cento e nel 2001 (con legge finanziaria ancora risalente al governo Amato) il 39,9 per cento.
Il verdetto
I dati più accurati a nostra disposizione indicano che i governi Berlusconi non hanno abbassato la pressione fiscale, ma c’è una certa ambiguità. Sicuramente, tuttavia, altri esecutivi l’hanno ridotta, a differenza di quanto affermato dal leader di Forza Italia. Le affermazioni di Berlusconi sono quindi TENDENZIALMENTE FALSE.
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