Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Silvio Berlusconi: quanto è stato accurato nell’intervento a Porta a Porta?

Durante l’intervento a Porta a porta che sostituisce il dibattito elettorale sulla televisione pubblica, Silvio Berlusconi ha fatto due dichiarazioni degne di verifica. Procediamo ad esaminarle una per volta.

“Con la flat tax negli Usa le entrate con Reagan raddoppiarono, non vediamo perché qui questa tassa non possa funzionare. […] È possibile fare subito la flat tax perché aumenterebbero le entrate e diminuirebbe il sommerso. […] Con la flat tax faremo in modo che l’evasione e l’elusione fiscale a poco a poco spariscano”.

Berlusconi fa riferimento al famoso effetto di Laffer, che, secondo i sostenitori dei tagli fiscali, prevede che lo stimolo fiscale dovuto alla riduzione delle tasse porterebbe a una crescita economica talmente elevata da garantire la stabilità o addirittura l’aumento delle entrate fiscali. Non è però quello che è avvenuto durante l’amministrazione Reagan.

Berlusconi ha ragione: le entrate fiscali sono aumentate nel corso degli anni Ottanta, ma solo in termini nominali e, tra l’altro, non abbastanza da raddoppiare. Nel 1981, anno di insediamento di Ronald Reagan, le entrate dall’imposta sul reddito federale erano pari a 291 miliardi di dollari, mentre nel 1989, alla fine del secondo mandato, erano pari a 451 miliardi: un aumento del 55 per cento. Nel frattempo, però, il Pil nominale degli Stati Uniti era cresciuto da 3207 a 5641 miliardi, ossia del 76 per cento. Berlusconi approfitta della forte inflazione degli anni Ottanta per sostenere che le entrate fiscali siano cresciute di molto grazie ai tagli del Presidente Reagan, ma, guardando ai valori reali, la crescita è molto inferiore, seppur positiva.

Ma l’indicatore da tenere maggiormente in considerazione non è quello delle entrate in termini reali, bensì il peso sul Pil dei ricavi dalla tassazione. La Figura 1 mostra come la quota sul Pil delle entrate dall’imposta federale sui redditi personali sia calata di circa un punto percentuale tra il 1981 e il 1989, mentre le entrate dalla tassazione sulle imprese in percentuale al Pil sono tornate ai livelli del 1981 nel 1989, dopo un valore inferiore per quasi tutta la durata della presidenza.

D’altronde, considerando anche la strategia di Reagan di “affamare la Bestia” riducendo la spesa pubblica, se le entrate fiscali fossero aumentate nel corso della sua presidenza, non si spiegherebbe la crescita del debito pubblico nel corso degli anni Ottanta, come mostrato in Figura 2.

Basterebbe dire che le idee di Berlusconi sulla politica fiscale di Reagan sono errate per dimostrare che l’assunzione che una flat tax italiana ridurrebbe il sommerso e aumenterebbe il gettito è sbagliata. Ma si può anche fare l’esempio della flat tax per le partite Iva introdotta dal governo gialloverde nel 2019. Non si tratta in realtà di una vera e propria flat tax, ma semplicemente di un regime forfettario per le partite Iva che dichiarano fino a 65 mila euro l’anno di ricavi, cui viene applicata un’aliquota del 15 per cento (5 in alcuni casi). Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio al momento dell’introduzione della misura, il costo sarebbe stato di 1,8 miliardi nel 2020 e 1,4 nel 2021. Non ci sono elementi per sostenere che con la flat tax generalizzata l’esito sui conti pubblici sarebbe diverso.

Su questo punto, dunque, le affermazioni di Silvio Berlusconi sono FALSE.

Le coperture per le pensioni a mille euro

“Ci possiamo permettere le pensioni a 1000 euro, anche grazie alle maggiori entrate date dalla flat tax”.

Berlusconi torna sulla proposta dell’aumento delle pensioni minime a mille euro. Come già raccontato in un precedente contributo, questo aumento costerebbe a regime 31-33 miliardi di euro l’anno. Anche considerando l’abolizione del Reddito di cittadinanza inizialmente prevista come copertura da Forza Italia, che poi, però, nelle ultime fasi di campagna ha cambiato molto idea sull’argomento, sarebbe necessario recuperare almeno 22 miliardi l’anno dall’evasione, una cifra che va ben al di là delle più rosee previsioni. Se poi consideriamo il fatto che la flat tax sarà molto probabilmente più un costo, stimato in un articolo su questo sito pari a 58 miliardi, piuttosto che una fonte di nuove entrate, trovare le coperture per l’aumento delle pensioni minime senza ricorrere al debito non sembra possibile.

Anche in questo caso, quindi, le parole di Silvio Berlusconi risultano FALSE.

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