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Politiche per i giovani: le proposte di Centrodestra e Centrosinistra

I giovani sotto i 35 anni sono il 21 per cento dell’elettorato. E sono a forte rischio astensione. Per loro, la proposta cardine del Pd è la “Dote ai diciottenni”. Il Centrodestra risponde con la ricetta “più pensionamenti, più giovani al lavoro”.

Giovani elettori verso l’astensione

Gli under 35 chiamati al voto il 25 settembre sono poco più di 9,6 milioni, circa il 21 per cento dell’elettorato italiano. Le ultime rilevazioni elettorali indicano che il 42,7 per cento di loro si asterrà (un dato superiore a quello generale) e la metà dei giovani si dichiara disinteressata alla politica. Non solo, dunque, il peso delle nuove generazioni risulta marginale nella politica italiana per ragioni demografiche, ma molti non si sentono né rappresentati né attratti dalla politica. Per arginare questa tendenza negativa, erano state avanzate alcune proposte per aumentare la partecipazione elettorale, ma non sono state prese in considerazione dal Parlamento.

In questo articolo, sintetizziamo le proposte delle due maggiori coalizioni politiche, Centrodestra e Centrosinistra, rivolte ad affrontare i problemi di questa parte di elettorato che sembra non riconoscersi nella politica. Tratteremo le proposte degli altri schieramenti in un secondo intervento.

Le proposte del Centrosinistra

Il Centrosinistra non ha presentato un programma comune per le prossime elezioni politiche. Di seguito presentiamo alcuni dei punti della principale lista che compone la coalizione: il Partito democratico.

Il partito guidato da Enrico Letta dedica un capitolo comune del proprio programma al tema dei giovani e delle donne. La proposta più “innovativa” è l’introduzione della cosiddetta “Dote giovani”, che consiste nello stanziamento di una dotazione di 10 mila euro al compimento dei 18 anni, sulla base dell’Isee familiare. La dote dovrebbe essere destinata a spese relative alla casa, all’istruzione o all’avvio di un’attività lavorativa. La misura sarà finanziata tramite una riforma dell’imposta sulle successioni. Come già discusso qui, difficilmente la misura potrà essere totalmente coperta dall’aumento delle imposte sulle successioni superiori ai 5 milioni.

Sul tema della transizione scuola-lavoro, il Pd propone l’abolizione dei tirocini extra-curriculari, salvo quelli attivati nei primi 12 mesi successivi alla conclusione degli studi, e l’incoraggiamento all’utilizzo dell’apprendistato. Ciò dovrebbe permettere una transizione più equa nel mondo del lavoro senza incorrere in utilizzi impropri dello stage. Le altre misure strettamente correlate al tema dell’istruzione sono già analizzate da Andrea Gavosto in questo articolo. Si concentrano sul miglioramento delle condizioni stipendiali dei docenti e, come evidenziato nello stesso articolo, vi è una certa indifferenza del Pd nei confronti di una riforma più ampia dell’istruzione terziaria e della formazione professionale che, tenuto conto dei drammatici dati relativi al mercato del lavoro giovanile, sarebbe più che necessaria.

Sul costo del lavoro, il Pd propone una decontribuzione totale per le assunzioni a tempo indeterminato, favorendo in questo modo l’assunzione dei giovani. Non è chiaro se la decontribuzione valga solo per le nuove assunzioni o per tutti coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato e se questa valga fino al compimento del 35esimo anno di età. Senza ulteriori specifiche, è difficile valutare la portata e il costo. Uno strumento simile è già presente nel nostro ordinamento, ma si riferisce esclusivamente alla prima assunzione e ha una durata di 36 mesi (con soglia massima di decontribuzione pari a 6 mila euro annuali). Con la legge di bilancio 2021, furono stanziati 620 milioni per il 2022 e 775 milioni per il 2023. Se la proposta puntasse a una decontribuzione totale e permanente, i costi lieviterebbero a svariati miliardi. E va sottolineato l’effetto negativo che si verificherebbe al compimento del 35esimo anno di età: quel giorno verrebbe re-introdotta la contribuzione Inps ordinaria, aumentando il costo del lavoro per il titolare dell’impresa e diminuendo il netto in busta paga per il lavoratore (se non verranno previsti “scivoli” contributivi). La misura, inoltre, produrrebbe anche iniquità ingiustificate tra i lavoratori con carriere simili ai limiti della soglia anagrafica, nel momento in cui si dovesse scegliere quali contratti trasformare in indeterminati, visto che l’under-35 verrebbe favorito per il più conveniente costo del lavoro.

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Per combattere il fenomeno delle carriere contributive discontinue dei giovani, il Pd propone di introdurre una pensione di garanzia orientata a garantire un montante contributivo per chi ha carriere precarie. Lo Stato avrebbe l’onere di versare contributi figurativi minimi per una platea di persone non ben specificata. Anche in questo caso diventa impossibile calcolare a quanto ammonterebbe il costo della misura.

Infine, vengono proposte due misure per favorire l’uscita dalla casa familiare dei giovani. Si ipotizza di rafforzare il Fondo di garanzia mutui per la prima casa e introdurre un contributo affitti di 2 mila euro per studenti e lavoratori under 35 in base al reddito. Per valutare il costo di quest’ultima proposta dovrebbe essere specificata la soglia Isee dei beneficiari e se si intende aumentare gli importi delle borse di studio già presenti per i fuori sede, o, se invece, si intende ampliare la coorte di beneficiari. In un articolo su questo sito, si sono fatte alcune stime di costo in base alle varie soglie.

Le proposte dei Centrodestra

Il Centrodestra ha deciso di presentarsi con un programma comune, con una coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e una serie di partiti minori. Tra i progetti per migliorare le condizioni di lavoro dei giovani, troviamo il rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione, in particolare nelle aree svantaggiate come il Sud Italia. Secondo i dati contenuti nel XXI Rapporto annuale Inps, si tratta di una misura estremamente costosa, che nel 2021 ha impegnato risorse per 3 miliardi di euro senza portare a risultati particolarmente efficaci, come analizzato da Massimo Taddei. L’agevolazione ha infatti riguardato 2 milioni e 700 mila rapporti di lavoro, ma solo il 44 per cento consisteva in nuove attivazioni, mentre la maggior parte dei rapporti (circa il 56 per cento) erano già stati attivati prima dell’introduzione della misura.

Il Centrodestra punta anche a un supposto ricambio generazionale attraverso la cosiddetta Quota 41. Tuttavia, su questo sito si è già dimostrato, usando dati Inps, che queste misure hanno un effetto negativo sull’occupazione e una sostituzione limitata dei pensionati con nuovi lavoratori. Inoltre, le risorse che si utilizzerebbero per Quota 41 sono moltissime: circa 75 miliardi in dieci anni.

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La coalizione di centrodestra ha presentato diversi punti per l’istruzione e la ricerca, sottolineando la volontà di rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico, puntando anche al rinnovo dell’edilizia scolastica. Secondo i calcoli dell’Agenzia per la coesione territoriale, nel 2020 la realizzazione di un nuovo edificio scolastico in classe energetica C di media dimensione richiede 1069 €/m2 nella provincia di Napoli, e si tratta di uno dei costi più bassi tra le province analizzate. Il costo, quindi, non sarebbe per niente limitato. La coalizione, però, non dà indicazioni su come intende trovare le risorse necessarie.

Infine, il programma si propone di “riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie”. Per quanto riguarda questa proposta, rimandiamo al commento su questo sito di Andrea Gavosto.

Un approccio diverso ai giovani, ma poche proposte soddisfacenti

Nelle loro proposte politiche per i giovani, le due coalizioni puntano su temi diversi. Il Centrodestra si focalizza soprattutto sulle pensioni per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e sulla riforma dell’istruzione in senso meritocratico. Il Centrosinistra, invece, propone misure di decontribuzione per abbattere il costo del lavoro e l’introduzione di una dote finanziaria per i diciottenni.

Le proposte del Pd sembrano più consapevoli dei problemi degli under-35 e delle possibili soluzioni, ma sono spesso vaghe e non sempre puntuali (sull’efficacia di una dote da 10 mila euro ai giovani rispetto ad altre misure a parità di risorse, per esempio, ci sono numerosi dubbi). Inoltre, le riforme del sistema scolastico e universitario sono indirizzate in particolare alla carriera docenti, mentre non vi è traccia di una decisa riforma tesa alla riduzione dei divari dell’apprendimento tra Nord e Sud e al miglioramento dell’istruzione terziaria e professionale.

La strategia del Centrodestra punta su misure agevolative per il pensionamento anticipato, cercando di creare così benefici indiretti anche per le nuove generazioni. Tuttavia, in più di un’occasione l’utilità di questi meccanismi è stata smentita, ed è stato verificato come in realtà si sia trattato spesso di misure non tanto efficaci quanto costose. Per quanto riguarda l’istruzione, invece, le proposte avanzate dal Centrodestra contengono non poche opacità e, soprattutto, sembrano ignorare la necessità di fornire indicazioni riguardo alla copertura dei costi.

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Un’analisi del programma di Azione-Italia Viva sull’istruzione

  1. Savino

    Gli italiani con il loro voto vogliono abolire i giovani. Agli italiani interessano solo la pensione e qualche misero appartamento. Chi ha 60-70 anni la vita la vuole per sè e chi si è visto si è visto.

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