La parità di genere è un obiettivo trasversale del Pnrr. Lo sforzo è apprezzabile, ma qualche perplessità resta. Per raggiungere i traguardi previsti serve comunque un costante controllo sulla effettiva applicazione dei criteri stabiliti dalle leggi.
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L’Italia ha un tasso di abbandono scolastico più alto della media Ue. Tra i motivi, percorsi scolastici e professionali che, anche se terminati, garantiscono minori vantaggi sul lavoro rispetto al resto d’Europa.
Il Movimento 5 stelle cerca di proporre ai giovani un futuro più stabile, con misure per occupazione e welfare. Azione-Italia viva riconosce la categoria come una delle più svantaggiate. Individuano problemi reali, ma spesso non offrono soluzioni concrete.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Carlo Calenda: davvero legge un ragazzo su due?
I giovani sotto i 35 anni sono il 21 per cento dell’elettorato. E sono a forte rischio astensione. Per loro, la proposta cardine del Pd è la “Dote ai diciottenni”. Il Centrodestra risponde con la ricetta “più pensionamenti, più giovani al lavoro”.
Il disagio economico e sociale è alla radice dell’astensionismo nelle elezioni politiche. La sua crescita, soprattutto tra i giovani, indebolisce la partecipazione politica e corrode alla base i fondamenti democratici della società civile.
Il Partito Democratico ha proposto un bonus di duemila euro annui per i giovani in affitto. Si tratta di una misura che potrebbe aiutare in maniera efficace ad abbandonare la casa dei genitori e che, se ben regolata, non avrebbe un costo eccessivamente elevato.
Luigi Di Maio ha annunciato che Impegno Civico, il suo nuovo partito, si batterà per allargare l’accesso dei giovani ai mutui per l’acquisto della prima casa. Ma è una scelta che non tiene conto delle loro reali necessità.
Parlamentari e membri del governo non sono mai stati particolarmente giovani. Ora, però, tra le generazioni più giovani sembra essersi affievolita anche la partecipazione politica diretta. È un distacco che va ricomposto, ascoltando i loro interessi.
È vero che i giovani italiani partecipano al voto meno del resto della popolazione, ma una parte consistente mostra comunque interesse per la politica. Per aumentare l’affluenza tra gli under-25, occorrerebbe considerare le loro esigenze specifiche, come il voto per i fuorisede.