Il divario Nord-Sud resta profondo e potrebbe diventarlo ancora di più. Alcune misure previste nella legge di bilancio non sono strutturali. Il Ponte sullo Stretto rischia di drenare risorse da altre iniziative. Su tutto aleggia l’autonomia differenziata.
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Il disegno di legge di bilancio 2025 modifica gli ambiti su cui si concentrano le agevolazioni a favore del Mezzogiorno. Fa presagire un cambio di rotta sugli incentivi agli investimenti nella Zes unica. I tasselli che mancano per un riordino efficace.
L’accesso all’aborto, un diritto sancito dalla legge 194, non è uguale in tutto il paese. Le differenze tra Nord e Sud sono profonde. Nelle zone dove l’obiezione di coscienza è più alta, le donne sono costrette a spostarsi in altre regioni o province.
I centri antiviolenza sono cruciali per permettere alle donne di uscire da situazioni di violenza. Il loro numero è basso in tutta Italia e con profonde differenze territoriali. Mancano nelle aree dove le norme di genere tradizionali sono più persistenti.
Introdotta per arginare le difficoltà nel trovare candidati alla carica, la norma sul terzo mandato del sindaco nei piccoli comuni ha conseguenze inaspettate: limita l’ascesa delle donne in politica. Proprio quando si candidano sempre di più.
Cresce la quota di lavoratori che usufruisce dei permessi retribuiti garantiti dalla legge 104. Li richiedono in prevalenza le donne. Mentre le differenze territoriali non seguono il tradizionale divario Nord-Sud. Per l’assistenza servono più strumenti.
Una quota rilevante delle risorse dei fondi europei per la coesione inizialmente destinati agli investimenti pubblici viene dirottata verso agevolazioni alle imprese. Necessario un cambio di regole e governance per migliorare l’efficacia degli interventi.
Il Piano strutturale di bilancio prevede per gli asili nido un tasso di copertura regionale di almeno il 15 per cento dei bambini sotto i tre anni, anche attraverso strutture private. Si accetta così che i territori in ritardo non adeguino le infrastrutture.
La proroga concessa dalla Commissione europea alla decontribuzione nelle regioni del Sud è l’ultima: dal 1° gennaio del 2025 l’agevolazione non sarà più compatibile con il regime europeo sugli aiuti di Stato. Che fare delle risorse stanziate sino al 2030?
Non è facile capire se la legge sull’autonomia differenziata sia utile o dannosa. Un esempio di come possa funzionare si può ricavare dalla gestione e dal monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni nella tutela del lavoro nelle singole regioni.