La famiglia è un tema importante nei programmi di tutti i partiti per elezioni 2022. Nonostante, almeno a parole, Movimento 5 stelle e Azione-Italia viva concordino sull’importanza della cura e dell’armonizzazione dei tempi vita-lavoro, presentano un elenco di proposte piuttosto indefinito.
Sostegno alla natalità
Il Movimento 5 Stelle e l’alleanza Azione-Italia viva, come gli altri attori politici che corrono per le elezioni, inseriscono il tema della natalità nei loro programmi elettorali. Entrambi i partiti, seppur con visioni piuttosto diverse, assumono un approccio nel complesso simile: una descrizione generica del problema della bassa natalità italiana, ipotesi su quali siano le cause del fenomeno, senza però presentare una visione d’insieme sull’argomento.
Il programma del Movimento 5 Stelle propone un’estensione del congedo di paternità obbligatorio – fruibile entro i primi anni di vita del bambino o della bambina – aumentandone la durata per renderlo pari a quello materno. Anche il Terzo polo affronta l’argomento dei congedi e, come anche per il M5S, afferma la necessità di una riforma dei congedi di paternità, in cui venga aumentato da 10 giorni ad un mese per “minimizzare l’impatto della maternità sul progresso della carriera delle donne”. L’alleanza Calenda-Renzi aggiunge poi di voler introdurre una modalità flessibile della gestione dei congedi parentali, con forme di premialità nel caso in cui i congedi stessi siano “equamente distribuiti fra entrambi i genitori”. Il programma del Terzo polo continua poi inserendo un incentivo post-maternità, entro il primo anno di età del bambino, che equivalga al 30 per cento della retribuzione mensile al primo figlio (aumenta con secondi, terzi, quarti figli), con un tetto massimo a 5.000 euro, per le lavoratrici che rientrano al lavoro o iniziano un nuovo impiego dopo aver usufruito del congedo di maternità.
Il partito guidato da Conte, sempre nell’ottica di contrastare la bassa natalità italiana, ritiene poi necessaria una semplificazione dei processi per l’adozione, sia nazionale che internazionale, e l’estensione della possibilità di adottare alle persone single e alle coppie dello stesso sesso. I pentastellati riservano poi un’attenzione particolare al tema del sostegno alla fecondazione, facendo riferimento ad una “preoccupazione” per l’aumentare dell’età in cui le donne scelgono di diventare madri: un particolare, il Movimento insiste sulla necessità di rendere le donne consapevoli della possibilità di crioconservare gli ovociti, attraverso una campagna informativa. Inoltre, il movimento propone l’apertura dell’accesso alla fecondazione medicalmente assistita a tutte le donne, indipendentemente dal loro stato civile e auspica un’implementazione della rete territoriale dei consultori, “in modo che possano sostenere donne e ragazze verso una maternità consapevole”.
Potenziare le strutture per l’infanzia
Con riferimento agli asili nido, il progetto dei pentastellati prevede di rafforzare i servizi di sostegno alla genitorialità, senza indicare alcuna modalità di attuazione concreta, ma prendendo come riferimento, sul modello tedesco della Tagesmutter – cosa che avviene anche nel programma di Fratelli d’Italia, nidi aziendali e condominiali. Azione e Italia viva invece non si concentrano sul potenziamento della rete dei servizi sul territorio, visto che considerano sufficiente una “attuazione del piano asili nido del PNRR”, ma sostengono di voler potenziare il bonus asilo nido. Una misura pensata per rendere il servizio gratuito per i nuclei famigliari con ISEE inferiore a 25.000 euro, garantendo invece un sussidio decrescente alle famiglie con ISEE tra i 25.000 e i 40.000 euro. Il Terzo polo scrive poi di voler introdurre un assegno di rimborso per i costi di cura dei figli piccoli – ad esempio per le baby-sitter – senza però specificare l’entità di questo assegno, il costo della misura, o le coperture necessarie a realizzarlo.
Il Movimento 5 stelle si dice anche pronto ad impegnarsi nel raggiungimento in tutte le regioni del target europeo del 33 per cento, che prevede che ad almeno un terzo dei bambini sia garantito un posto disponibile in un asilo nido, e nella perequazione delle rette degli asili comunali. La scarsità di asili nido sul territorio in effetti implica non solo una carenza di capitale umano dei bambini (con effetti sui risultati scolastici di lungo periodo), ma anche un importante divario di genere: un’area di criticità urgente, quella degli asili nido che, come già sottolineato in un precedente articolo, rappresentano un problema serio nel nostro paese.
In conclusione, mentre il Movimento 5 stelle propone a più riprese interventi strutturali, ad esempio il raggiungimento del target europeo del 33 per cento per i nido, senza però indicare cifre o coperture per realizzarli, l’alleanza Azione-Italia Viva presenta una serie di interventi più definiti – i bonus per gli asili nido con cifre precise, alternati alla presentazione di misure vaghe e preferendo richiamare le politiche da attuare del PNRR, senza raccontare la propria visione sul tema delle politiche della famiglia.
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