La causa principale delle disparità di genere nel mercato del lavoro è avere figli. Il primo passo per superare i condizionamenti culturali è una riforma ispirata alla genitorialità condivisa. Che però ha bisogno di una diversa organizzazione del lavoro.
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Il bonus asilo nido, insieme all’Assegno unico, garantisce un sostegno alle famiglie sulle rette pagate per i servizi alla prima infanzia. La misura andrebbe potenziata, aumentando gli importi riconosciuti e i posti disponibili, soprattutto in alcune aree.
Attraverso progetti che si concentrano su attività educative e ludiche e sulla socializzazione con altre famiglie, i genitori acquisiscono una maggiore consapevolezza del loro ruolo. I risultati di un’esperienza di contrasto alla povertà educativa.
Negli ultimi anni le condizioni economiche per usufruire del congedo parentale sono molto migliorate. Se un maggior numero di madri ha fatto ricorso alla misura nel primo anno di vita del bambino, la risposta dei padri è per il momento più incerta.
Se la cura dei figli è prerogativa delle madri, anche i “costi” della genitorialità sono tutti a loro carico. Con la maternità le lavoratrici italiane subiscono una penalizzazione retributiva e hanno più probabilità di uscire dal mercato del lavoro.
L’Italia è indietro negli obiettivi sui servizi alla prima infanzia. Mancano le strutture, ma incide anche l’idea che il nido non sia una tappa fondamentale per la crescita. Un’indagine su caratteristiche e motivi dei genitori che tengono a casa i figli.
Per assegnare ai comuni le risorse Pnrr destinate agli asili nido, il ministero ora individua direttamente quelli che hanno più necessità di potenziare il servizio. Diverse amministrazioni incluse nell’elenco hanno comunque rinunciato ai fondi.
Nella gestione del denaro essere pazienti significa saper rinunciare a una somma oggi per averne una più alta domani. È un atteggiamento che i genitori possono trasmettere ai figli? L’esempio si conferma il miglior mezzo educativo, con qualche cautela.
Durante la pandemia le famiglie hanno accumulato ingenti risparmi, poi in parte erosi dalla fiammata inflazionistica. Ma l’effetto non è stato uguale per tutti. Chi ha bassa ricchezza e alto reddito ha beneficiato del calo del valore reale dei debiti.
La pandemia ha ridotto i consumi delle famiglie, favorendo il risparmio, soprattutto nei nuclei più abbienti. Oggi è questa fascia che sostiene la spesa, spesso con consumi legati al tempo libero. Finito a giugno il contributo delle altre famiglie.