Formare un governo in tempi brevi al giorno d’oggi in Italia è impossibile? In realtà, guardando al resto d’Europa e a quanto accaduto durante la Prima Repubblica, le differenze non sono sostanziali.

Spesso in Italia ci si lamenta dell’eccessiva attesa prima di creare un governo dopo l’esito delle elezioni. Nel 2018, per esempio, le elezioni si tennero il 4 marzo e il governo Conte 1 si insediò solo il primo giungo, quasi tre mesi dopo. Eppure, la necessità di dare un governo al paese in tempi brevi era esigenza spesso richiamata già ben prima della tornata elettorale – durante la negoziazione della nuova legge elettorale, ad esempio. Ma davvero l’attesa rappresenta un caso eccezionale?

Una prima risposta alla domanda possiamo desumerla dall’osservazione dei dati relativi alla storia politica italiana. Scopriamo così che, dal 1946 al 2016 (ovvero dal secondo governo De Gasperi fino al governo Renzi), sono stati necessari in media 32 giorni per portare all’insediamento di un esecutivo (facendo partire il contatore dalla data in cui il precedente governo è terminato), senza differenze sostanziali fra la tanto vituperata Prima e l’altrettanto criticata Seconda Repubblica. Se poi consideriamo i tempi necessari alla formazione dei soli esecutivi nati dopo le elezioni – escludendo quindi quelli infra-elettorali – il dato sale a 67 giorni, anche in questo caso senza differenze significative tra prima e dopo il 1994.
 

Figura 1 – Durata della contrattazione in Italia (1946-2016 e situazione aggiornata al 26 aprile 2018)

Nota: La durata della contrattazione è misurata come il numero di giorni che intercorrono tra la fine del governo uscente e l’insediamento del successivo.

E all’estero? Anche in questa prospettiva, il nostro paese mostra un andamento non così atipico: la media registrata nei 29 paesi europei considerati nella Fgura 2, dalla prima elezione democratica del dopoguerra al 2016, è infatti di 26 giorni di contrattazione per la formazione di ciascun esecutivo. Si collocano sopra questo dato, oltre all’Italia, paesi con caratteristiche istituzionali e sistemi elettorali tra loro molto diversi, come Austria, Repubblica Ceca, Belgio, Bulgaria, Portogallo, Slovenia, Spagna e Olanda (dove in media sono richiesti più di 80 giorni per la formazione di un esecutivo). Insomma, il mito secondo cui nelle “democrazie che (loro sì che) funzionano” sia sempre possibile sapere già all’indomani delle elezioni chi governerà, con compagine di governo annessa, è per lo meno in alcuni casi da riconsiderare.
Se è vero, poi, che nell’Italia del dopoguerra si sono “persi” nella formazione dei diversi esecutivi complessivamente oltre 2.200 giorni – ovvero più di una intera legislatura – il dato va letto come il risultato non tanto della durata delle singole contrattazioni, quanto come il prodotto della scarsa tenuta degli esecutivi. È infatti la limitata durata dei governi, e dunque la frequenza delle fasi di negoziazione, la vera specificità della storia politica italiana. Peraltro, anche da questo punto di vista l’Italia non rappresenta un caso così unico, essendo noi in compagnia, con dati non drammaticamente diversi, di Olanda, Belgio, Austria e Finlandia.

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Figura 2 – Durata media della contrattazione in Europa (1945-2016)

Nota: La linea verticale indica la media europea.

*Articolo pubblicato originariamente il 27 aprile 2018.

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