Con l’autonomia differenziata non diminuiranno le risorse per il Sud. Preoccupa invece la mancanza di criteri per l’attribuzione delle materie. E il fatto che in futuro a decidere sui finanziamenti sia una commissione paritetica tra governo e singola regione.
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I parlamenti eletti con sistema proporzionale favoriscono il moltiplicarsi di partiti. Invece, in Francia l’uninominale a doppio turno ha permesso di evitare una maggioranza Rassemblement National. Ma ora far nascere un governo non sarà semplice.
Non è facile capire se la legge sull’autonomia differenziata sia utile o dannosa. Un esempio di come possa funzionare si può ricavare dalla gestione e dal monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni nella tutela del lavoro nelle singole regioni.
Un patto alla francese avrebbe funzionato alle ultime elezioni politiche in Italia? La nostra legge elettorale è molto diversa, quindi le condizioni dell’accordo sono più difficili da realizzare. Ma qualcosa avrebbe potuto cambiare, soprattutto al Senato.
Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.
L’autonomia differenziata creerebbe eccessive sperequazioni nella sfera di attribuzioni di materie alle diverse regioni, già dall’avvio dei negoziati. È ciò che legittima le regioni svantaggiate a impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale.
Dopo il secondo turno delle amministrative alcuni esponenti della maggioranza, ufficialmente preoccupati della scarsa partecipazione al voto, hanno proposto di cambiare le regole per l’elezione del sindaco. È un attentato alla democrazia o una proposta su cui ragionare?
In un mondo più instabile torna di moda la leva obbligatoria. Alcune ricerche fanno pensare che gli effetti dei mesi di servizio militare non siano irrilevanti per le prospettive personali e collettive. E un esercito moderno ha bisogno di professionisti.
Alle elezioni europee si è registrata la crescita della partecipazione nei paesi del Nord-Ovest e dell’Est e il crollo in quelli mediterranei. L’estensione del voto a 16 anni può essere, anche per l’Italia, un antidoto al crescente disinteresse.