È l’argomento dell’estate 2017: dietro l’aumento degli incendi di boschi in tutta Italia c’è l’abolizione del Corpo forestale? No, secondo il sottosegretario Angelo Rughetti, ma un fact-checking de Lavoce.info (seguito dalla scheda illustrativa) solleva molti dubbi in proposito
AGGIORNAMENTO (11/08/2017)
Come promesso nel fact-checking, giovedì 3 agosto abbiamo inviato la richiesta di accesso civico (in inglese, FOIA) al Ministero dell’Interno per ottenere le informazioni sulle quali gli uffici stampa non avevano fornito risposte. Nella giornata di oggi – dopo soli 8 giorni – abbiamo ricevuto il responso, che conferma le informazioni dell’articolo. Tre le domande: 1) quanti operatori D.O.S. sono oggi operativi nel Corpo dei Vigili del fuoco? 2) quanti mezzi aerei trasferiti dall’ex Corpo forestale al Corpo dei Vigili del fuoco sono oggi funzionanti? 3) quali regioni hanno firmato accordi di programma con i Vigili del fuoco per l’utilizzo dei loro mezzi e personale?
Ecco le risposte:
- “Attualmente il numero di personale con qualifica di Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.) operativo […] è di circa 750 unità”;
- “I mezzi aerei transitati dall’Ex Corpo Forestale dello Stato al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sono n. 16 elicotteri di cui n. 8, al momento, sono in assetto operativo, fermo restando i fermi tecnici, brevi, derivanti dai cicli ordinari di manutenzione previsti. I restanti mezzi (n. 8) risultano interessati da manutenzione calendariali ed al momento non sono disponibili per l’operatività”;
- “In funzione dello svolgimento delle attività operative in materia AIB, sono state stipulate specifiche convenzioni con 15 regioni […]”.
In particolare i punti 1 e 3 rafforzano le tesi riportate nel fact-checking, riguardo alla diminuzione rispetto al 2016 del personale D.O.S. operativo (1.056 vs circa 750) ed al colpevole ritardo delle regioni nella firma delle convenzione con i Vigili del fuoco. Le date di sottoscrizione, assieme all’importo previsto, sono infatti consultabili nell’allegato in basso inviatoci dal Ministero dell’Interno; da tenere a mente la data di inizio della campagna nazionale anti-incendi: 15 giugno 2017. Alcune date differiscono di pochi giorni da quelle riportate da Legambiente e citate nel fact-checking (in particolare per Puglia e Sardegna); ci scusiamo con i lettori per l’imprecisione.
Estate, la stagione degli incendi
Ogni estate non c’è questione più “scottante” di quella degli incendi boschivi che imperversano nella nostra Penisola. Tema che quest’anno è risultato inesorabilmente legato alla recente riforma delle forze di polizia e, in particolare, allo smembramento del Corpo forestale dello stato (CFs). Nelle ultime settimane diverse testate giornalistiche hanno riportato numerose critiche alla riforma, spesso citando fonti sindacali. Certo, voci ben informate e competenti sulle questioni più tecniche, ma non sempre imparziali e attendibili. Ecco dunque la necessità del fact-checking, a partire dalla dichiarazione su Twitter del sottosegretario al ministero della Semplificazione e Pubblica amministrazione Angelo Rughetti:
INCENDI CURCIO DPC “DA 10 A 17/7 325 RICHIESTE INTERVENTO 50% SEMESTRE PRECEDENTE” ACCORPAMENTO #FORESTALE NON C’ENTRA NULLA STOP POLEMICHE
— Angelo Rughetti (@AngeloRughetti) 19 luglio 2017
Rughetti riporta alcuni dati del capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, sulle richieste di intervento aereo ricevute dalle regioni per incendi boschivi.
Secondo il sottosegretario parrebbe dunque che l’aumento degli incendi boschivi, spiegato nella scheda illustrativa, non sia in alcun modo legato allo smembramento del Corpo forestale: ogni nesso di causalità andrebbe escluso. La dichiarazione è rilevante poiché il ministero della Pubblica amministrazione è competente per la riforma voluta dal governo Renzi e concretizzatasi con il decreto legislativo 177/2016. Parole che richiedono perciò una verifica, a partire da documenti e dati ufficiali.
Il personale Dos
Il punto di partenza è intuitivo: quanti uomini erano a disposizione per le attività anti-incendio boschivo nel 2016 e quanti nel 2017? Si tratta di un calcolo complicato, poiché non vi è trasparenza su quanti dei quasi 8mila forestali statali fossero effettivamente impiegati nelle attività anti-incendio.
Possiamo tuttavia recuperare informazioni sui direttori delle operazioni di spegnimento (Dos), vale a dire l’importante figura che negli incendi boschivi particolarmente complessi coordina le operazioni e in particolare dirige i mezzi aerei presenti. Tale personale, appositamente formato, fino al 2016 era a disposizione degli enti locali e dell’ex Cfs (secondo la legge quadro sugli incendi boschivi 353/2000); dopo il 31 dicembre – ultimo giorno di operatività dei forestali – la competenza dei Dos è passata al corpo dei Vigili del fuoco, che la esercitano in collaborazione con le regioni. Secondo i decreti del Corpo Forestale dello Stato di attuazione del decreto legislativo 177/2016, tra i forestali erano 1.056 gli operatori forniti di competenza Dos. Se aggiungiamo – come scrive l’ufficio stampa del ministero dell’Interno, sollecitato direttamente – che “le unità di personale [nel corpo dei Vigili del fuoco, ndr] addette alla funzione di Direttore delle operazioni di spegnimento sono ad oggi 800” capiamo bene come, oltre a disperdere competenze acquisite negli anni, ci sia stato un ammanco di alcune centinaia di uomini e donne con esperienza e formazione nel coordinamento dello spegnimento degli incendi. Per di più i Dos dei VVf sono stati formati unicamente per la gestione dell’intervento aereo, mentre mancano della formazione necessaria alla gestione globale dell’incendio, oltre a non conoscere il territorio forestale rurale come invece l’ex personale del Corpo Forestale dello Stato.
Il mistero del decreto mancante
I problemi non terminano qui: secondo l’articolo 13 del decreto legislativo 177/2016 il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) avrebbe dovuto, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore (cioè entro il 12 novembre 2016), individuare “le risorse finanziarie, i beni immobili in uso ascritti al demanio o al patrimonio indisponibile dello Stato, gli strumenti, i mezzi, gli animali, gli apparati, le infrastrutture e ogni altra pertinenza del Corpo forestale dello Stato che sono trasferiti all’Arma dei carabinieri, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, alla Polizia di Stato e al Corpo della guardia di finanza”. Il decreto manca ancora all’appello, per voce dello stesso generale Antonio Ricciardi, a capo del corpo forestale dei Carabinieri ove sono confluiti più di 6mila ex forestali: in audizione in Senato ha infatti affermato che si tratta di un “decreto interministeriale ancora non definitivo ma di fatto già attuato”. Non abbiamo notizie su come un decreto non ancora emanato possa essere attuato, peraltro né l’ufficio stampa del Mipaaf, né quelli del ministero dell’Interno o del ministero della Pubblica amministrazione hanno voluto rilasciare commenti in merito.
Dov’è la flotta aerea
Molti degli articoli di giornale pubblicati nelle scorse settimane si sono concentrati sulla flotta aerea a disposizione dell’ex Cfs: 32 elicotteri, tra cui molti anti-incendi, spartiti a metà tra Carabinieri e VVf. Secondo le numerose denunce riportate, però, gli elicotteri sarebbero in gran parte fermi negli hangar. Mancanza di fondi, lavori di manutenzione straordinaria, complicazioni burocratiche: le ragioni sarebbero tante. Si tratta di una questione talmente tecnica e mutevole che siamo stati costretti a non addentrarci nei dettagli, per evitare facili imprecisioni. Per capirne la complessità basta l’esempio delle affermazioni del governatore della Sicilia Rosario Crocetta: durante un’audizione al Senato qualche giorno fa ha dichiarato che gli elicotteri appartenenti all’ex Corpo Forestale in funzione nella sua regione nel 2016 non possono ancora essere utilizzati dalla direzione siciliana dei VVf per problemi legati al passaggio dal vecchio al nuovo corpo. Le dichiarazioni di Crocetta sono contraddistinte da alcune imprecisioni e per di più smentite in precedenza, per il contesto nazionale, da un comunicato del Ministero dell’interno. Tuttavia la direzione regionale siciliana dei Vigili del fuoco, che fa capo al Dipartimento nazionale e quindi allo stesso ministero dell’Interno, ha confermato in modo esplicito le parole del governatore spiegando che è stato impossibile firmare la convenzione tra VVf e regione Sicilia per l’utilizzo dei mezzi aerei anti-incendio dei VVF proprio per via di tale ritardo. Come accaduto in Sicilia, immaginiamo che ritardi per l’utilizzo dei mezzi aerei anti-incendi dovuti allo smembramento del CFs possano essere avvenuti anche in altre regioni italiane.
Le responsabilità delle regioni
Ciò tuttavia non significa certo che – come sostengono alcuni – il considerevole aumento del numero di incendi e del territorio bruciato sia dovuto al solo smembramento del Corpo forestale. Le regioni appaiono avere un gran fetta di responsabilità, per via del loro ruolo cruciale, come spieghiamo nella scheda. Dovrebbero adottare e successivamente aggiornare annualmente un piano regionale per la programmazione delle attività anti-incendio. Inoltre per loro è possibile stipulare convenzioni annuali a pagamento con il corpo dei Vigili del fuoco (in passato anche con l’ex Cfs) per l’impiego del personale e dei mezzi terrestri e aerei a disposizione. Secondo il dossier Legambiente, che appare una valida fonte, questa è la situazione delle sei regioni più colpite dagli incendi boschivi:
REGIONE | DATA DI APPROVAZIONE DEL PIANO REGIONALE | DATA DI FIRMA DELLA CONVENZIONE CON I VVF | ETTARI BRUCIATI (percentuale sul territorio regionale coperto da foreste e boschi) |
Sicilia | 10 maggio | 1 agosto (prevista) | 7,41% |
Campania | 21 luglio | 15 luglio | 2,92% |
Sardegna | 23 maggio | / | 0,28% |
Puglia | 24 febbraio | 30 maggio | 1,7% |
Lazio | 17 luglio | Giugno | 0,8% |
Calabria | 12 giugno | 4 luglio | 3,14% |
Fonte: “Dossier Incendi 2017” di Legambiente ed elaborazione dati del progetto Copernicus della Commissione europea, aggiornati al 27 luglio 2017.
In rosso sono segnate le date in cui alcune regioni che hanno approvato piani e convenzioni: come si vede sono in estrema prossimità o addirittura in ritardo rispetto all’inizio della campagna nazionale anti-incendio, inaugurata il 15 giugno.
Il verdetto
Recuperare le informazioni per questo fact–checking, tra gli uffici stampa dei ministeri e del Dipartimento nazionale dei VVf, muti per settimane, non è stato semplice. Per ottenere alcune interessanti informazioni che ancora mancano all’appello tenteremo la via della richiesta di accesso agli atti (in inglese, FOIA): uno strumento peraltro fortemente voluto dallo stesso ministero della Pubblica amministrazione, che però sull’argomento incendi resta da giorni silente di fronte alle numerose richieste di informazioni.
Ad ogni modo non è certo possibile, né nostra intenzione, dimostrare una causalità diretta tra i ritardi e disguidi e il fenomeno degli incendi boschivi delle ultime settimane: le variabili in campo sono troppe. Allo stesso tempo, non appare possibile escludere categoricamente ogni problema, come ha fatto il sottosegretario Rughetti. Alla luce dei fatti, la sua dichiarazione è quindi FALSA. A problemi complessi non si possono fornire risposte semplicistiche, per di più se affidate al cinguettio dei 140 caratteri.
Angelo Rughetti su Twitter in risposta al fact-checking (assieme alla nostra replica). Il Sottosegretario ha ribattuto in modo più approfondito sul suo profilo Facebook:
Grazie della risposta! Ecco la nostra replica, per punti. Qui trova il nostro codice di condotta sul fact-checking: https://t.co/HkfxNQ0OXZ pic.twitter.com/SW0XCKQv4M
— lavoce.info (@lavoceinfo) 14 agosto 2017
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Savino
La prima opera di rivisitazione della spesa pubblica da fare è unire tutte le forze dell’ordine in un solo corpo.
Siamo la barzelletta del mondo per questa scomposizione in materia di pubblica sicurezza.
Evidentemente, c’è chi si è voluto vendicare nei confronti dello Stato per il fatto di aver posto fine alla pacchia di molti forestali, soprattutto di quelli delle caserme più periferiche. Finora, il comparto sicurezza aveva dato sicurezza soprattutto al loro portafogli e al loro tenore di vita, alle spalle di tutti gli italiani.
Francesco
Avendo avvistato un principio d’incendio, chiamato il numero dedicato 1515 mi risponde un carabiniere che dopo aver ascoltato tutte le indicazioni mi dice di chiamare i vigili del fuoco per di loro competenza. No comment
antonio
Segnalo che la suddivisione del personale ex-CFS tra carabinieri e vigili del fuoco (e altre pp.aa.) è stata fatta in base a valutazioni formali dei titoli posseduti e/o sedi di impiego.
Un esempio: nei VVF è transitato personale con qualifica DOS che però non ha mai operato sul campo, e che quindi ora i VVF hanno difficoltà ad impiegare.
Quindi il dato di circa 750 DOS è un dato formale e non sostanziale.
Invece personale che effettivamente ha operato e sapeva farlo nelle operazioni di spegnimento è transitato nei carabinieri per le funzioni investigative-repressive perché era incardinato nei reparti territoriali di controllo del territorio.
Umberto Speranza
Il Corpo Forestale assicurava una buona vigilanza e la tempestività negli interventi – Dai vostri dati appare evidente che la Sardegna, nonostante abbia un numero elevato di incendi ha una ridotta superfice bruciata; questo perché la Sardegna ha il suo Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale di 1300 unità.