I Lep hanno reso uniformi i servizi pubblici per l’impiego, ma ne hanno anche eroso l’utilità. Perché la standardizzazione ha limitato la discrezionalità indispensabile nel processo di inserimento lavorativo. Vanno rimesse al centro le persone.
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Seguendo la Corte di giustizia, il “Collegato lavoro” ha stabilito che le missioni di lavoratori interinali presso un’impresa terza non possono durare più di 24 mesi. Una circolare del ministero del Lavoro rischia però di generare confusione e contenziosi.
Un’efficace politica di gestione dell’età dei lavoratori può migliorare la produttività, ridurre l’assenteismo e favorire il benessere dei dipendenti. È un approccio necessario dato l’invecchiamento dei lavoratori. Così la Pa l’ha inserito nel nuovo Ccnl.
Il monitoraggio sul Piano di potenziamento dei centri per l’impiego permette di tracciare un nuovo identikit della figura dell’operatore Cpi. Emerge la necessità di percorsi di formazione adeguati e di una definizione del ruolo all’interno del Ccnl.
Il senso comune suggerisce una larga diffusione del fenomeno, ma sui tirocini non retribuiti attivi in Italia non disponiamo di numeri precisi. Utilizzando i dati Istat possiamo però adottare una metodologia che permette di coglierne l’ordine di grandezza.
Nel 2024 la pressione fiscale è salita. Secondo il governo perché è aumentata l’occupazione. Vero. Ma accade perché i salari sono tassati molto di più degli altri redditi e sottoposti alla progressività. In più, entra in gioco il drenaggio fiscale.
Come evitare che le donne abbandonino il lavoro dopo la maternità? I risultati migliori si possono ottenere con politiche integrate per l’occupazione femminile e per il sostegno alla famiglia. Lo dimostra un programma realizzato in Piemonte.
Il divario retributivo si manifesta in vari aspetti della vita sociale ed economica, dai ruoli di leadership alle opportunità professionali. Ma una delle sue espressioni più evidenti è la persistente disuguaglianza nelle retribuzioni di uomini e donne.
La Corte di giustizia ha stabilito che anche i datori di lavoro domestico devono avere un sistema di rilevazione dell’orario svolto dal lavoratore, per tutelarne i diritti. Come evitare che si trasformi in un peso burocratico aggiuntivo sulle famiglie.