Per far fronte ai complessi problemi posti dall’IA, le iniziative regolatorie devono essere accompagnate da un rafforzamento delle competenze, per i professionisti che svilupperanno o adotteranno questi sistemi, per il pubblico e per le imprese.
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Il Pnrr destina 2,1 miliardi alla gestione dei rifiuti. Ma serve un intervento chiarificatore che indichi i fabbisogni territoriali a partire dalle indicazioni delle regioni. Vanno sostenute solo le iniziative che hanno una reale prospettiva industriale.
Con oltre 41 miliardi destinati a progetti strategici, i comuni si trovano al centro dell’azione nell’attuazione del Pnrr. Ma non tutti hanno la stessa capacità di spesa, con le aree interne in particolare in difficoltà. Il ruolo delle unioni di comuni.
Lo stato di avanzamento degli interventi dei programmi finanziati con i fondi nazionali per la coesione è insoddisfacente. Pesa l’assenza di regole credibili e l’eccessiva polverizzazione dei progetti. Le prospettive per il nuovo ciclo di programmazione.
All’intelligenza artificiale si affidano scelte sempre più rilevanti e si afferma l’idea di considerare i robot come dotati di personalità non umana. Ma concedere loro diritti legali solleva questioni complesse. Nel mercato richiede più regolamentazione.
Il 2 febbraio i rappresentanti dei 27 paesi Ue hanno approvato la normativa, la prima al mondo, per regolare l’AI nei rapporti di lavoro. Sono previste alcune garanzie solo per le applicazioni classificate “ad alto rischio”.
Per i lavoratori delle piattaforme è impossibile riconoscere un tradizionale datore di lavoro. È però possibile individuare chi trae valore dal loro utilizzo e determinare gli obblighi sociali che ne derivano, senza scaricare i costi sulla collettività.
L’esclusione dal Pnrr di investimenti degli enti locali è dovuta anche ai target stringenti fissati dalla Commissione europea. Che sembra invece disponibile a prevedere obiettivi più facili da raggiungere per le misure che prevedono sussidi alle imprese.
Nel Pnrr sono rientrati progetti relativi a interventi già in attuazione e finanziati prima della redazione del Piano. Ora sono in buona parte tra quelli definanziati dalle modifiche accettate dalla Ue. Il confronto con operazioni simili sui fondi europei.
La modifica del Pnrr ha ridotto il numero di nuovi posti negli asili nido da realizzare, ma il governo ha confermato gli obiettivi di copertura per il 2026 e il 2030. Nel perseguirli, andrebbe tenuto conto delle lezioni del Pnrr e dei divari territoriali.