Nuovo governo, nuovo tetto all’uso del contante? Matteo Salvini ha dichiarato la sua decisa preferenza per i pagamenti cash. Che però – oltre a frenare lo sviluppo della moneta di plastica – comportano il rischio di assecondare evasione e riciclaggio.
Parlare davanti ai commercianti ha sollecitato propositi da cacciatori di voti in entrambi i vice primi ministri, in veste di capi partito. Avendo già Luigi Di Maio, alla Confcommercio, promesso l’abolizione dello spesometro e del redditometro e l’inversione dell’onere della prova in caso di evasione, per segnare un proprio punto rispetto alla proposta leghista della flat tax, Matteo Salvini, la settimana dopo alla Confesercenti, ha esternato la “personale” proposta di abolizione del limite ai pagamenti in contanti.
Quando anche Padoan cambia idea
Sul piano della comunicazione c’è una certa continuità tra le motivazioni a sostegno di questa proposta portate da Salvini – la libertà su come spendere i soldi prelevati dal proprio conto corrente – e quelle con cui Matteo Renzi nell’ottobre 2015 annunciò in televisione l’intenzione di inserire nella legge di stabilità l’elevazione del limite all’uso del contante da 1000 a 3000 euro (per una valutazione critica delle motivazioni che la relazione tecnica del Mef, guidato da Pier Carlo Padoan, al provvedimento con cui questa intenzione venne attuata ha pur dovuto successivamente trovare si veda qui). Sorprende dunque la critica che così si incentiverebbe l’evasione da parte dell’ex-ministro Padoan , che dopo l’annuncio di Renzi dichiarò di aver cambiato idea su quanto pur aveva sostenuto in Parlamento l’anno precedente e cioè che “La limitazione all’uso del contante se parallelamente viene incentivata la moneta elettronica produce prevedibili effetti positivi sui consumi”.
Un indizio concreto dei rischi posti dalle banconote di taglio elevato la decisione della Bce di cessare la produzione di banconote da 500 euro a partire dal 2018.
Gli effetti dell’aumento del tetto da mille a 3 mila euro
Nel merito, l’esperienza dell’aumento del limite a 3 mila euro dei pagamenti in contanti dal 2016, come prevedibile, ha prodotto nei due anni successivi un aumento della circolazione effettiva di contanti in Italia (vedi figura), invertendo l’andamento che si era determinato a seguito della riduzione a mille euro decisa dal governo Monti. E questo senza che peraltro vi sia alcun indizio di una maggiore spesa nei beni di lusso, contrariamente alle attese di turisti extracomunitari con fasci di banconote.
La modernizzazione dei sistemi di pagamento al dettaglio, con l’uso di strumenti diversi dal contante per le spese sui consumi, è in effetti un fenomeno strutturale in Italia come come altrove, anche se avviene più lentamente rispetto ad altri paesi. Il dato più significativo al riguardo proviene dall’Indagine sui bilanci delle famiglie per il 2016 della Banca d’Italia (tav. 25). 759 euro in contanti sono usati in media per la spesa mensile per i consumi non durevoli. La proporzione rispetto alla spesa mensile, 38,9 per cento, è inferiore di quasi sei punti rispetto al 2014 (44,6 per cento); i contanti erano 895 euro nel 2010. L’entrata in vigore nel 2018 della direttiva europea Psd2 sui pagamenti digitali fornirà ulteriori stimoli verso l’uso di strumenti diversi dal contante per la spesa per consumi. A questo fine, l’azione del governo e delle autorità di vigilanza potrebbero essere di grande ausilio, sia promuovendo la concorrenza tra i fornitori di servizi di pagamento al dettaglio – banche e operatori non bancari – riducendo così i costi per i consumatori, sia potenziando gli interventi di educazione finanziaria per rendere consapevoli dei costi che l’economia sopporta per l’uso legittimo, ovvero non per motivi di evasione e riciclaggio, del contante (dai servizi di custodia a quelli del trasporto, fino alla lotta alla contraffazione).
Messaggio subliminale?
La proposta/opinione dell’abolizione del limite all’uso dei contanti è in controtendenza sia rispetto al concreto diffondersi della digitalizzazione dell’economia anche nel comparto dei sistemi di pagamento al dettaglio, in linea con quanto accade nei paesi più avanzati, sia all’effettiva esperienza delle famiglie consumatrici in Italia. Il sospetto legittimo, in assenza di motivazioni convincenti, è che altre ne siano le finalità recondite, a partire dal lanciare messaggi subliminali circa la strumentazione effettiva che si vuole o meno mettere in campo per la lotta all’evasione e al riciclaggio.
Figura 1
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Mario F.parini
Sono un sostenitore dei pagamenti per via elettronica,l’unico mezzo per ridurre l’evasione,allargare la base imponibile e,soprattutto, ridurre le tasse.Anzi io abolirei tutte le detrazioni sia per lavoratori</pensionati e persone a carico sostituendole , in funzione del reddito, con ,la possibilità di detrarre qualunque spesa tracciata
Basta la tessera sanitaria,un codice specifico per certe spese detraibili,..non so spese alimentari codice e50 e via., come per i farmaci. Nessun politico,ma solo docenti universitari,evidenziano i vantaggi;eliminazione dei costi di gestione del contante delle banche,eliminazione dei trasporti speciali,delle scorte,eliminazione della lotta alla contraffazione,eliminazione dei molti reati,riduzione dell'impegno sia delle forze dell'ordine sia dei magistrati per rapine,scippi,assalti ai bancomat,ecc. e,soprattutto,molti affari della malavita in crisi con relative conseguenze.Opporsi significa essere dalla parte dei malavitosi. .
Gerardo Gaita
Il crimine non ha bisogno del contante per sussistere. Il crimine si adatta per il semplice fatto che precede l’esistenza della moneta. Truffe, truffatori e rapine non spariscono di certo assieme al contante.( Mai sentito parlare, ad esempio, di reati informatici?).
Ma la cosa principale è che il denaro contante rappresenta una restrizione al potere politico che non dipende dalla buona volontà o dall’intelligenza dell’operatore politico di turno e per questo ne andrebbe difesa l’esistenza indipendentemente da quanto utilizzo ciascuno di noi ne faccia. A meno che uno pensi che la politica sia infallibile, il che vuol dire però sostenere uno Stato etico e non uno Stato di diritto.
Umbe
Senza ombra di dubbio 3000 euro servono esclusivamente a chi DEVE nascondere qualcosa.
Sfido chiunque a dimostrare il contrario
beppe
Non è proprio così. La realtà è sempre più complicata di quel che si crede… basta dare un’occhiata qui http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/44912/in-primo-piano/contante-senza-limite-nel-settore-ce-chi-fa-il-tifo
Gerardo Gaita
Ammesso che l’abolizione del contante riesca ad eliminare o ridurre di molto l’evasione fiscale l’evasione del fisco non passa certamente solo per il contante) non c’è comunque alcuna correlazione tra evasione fiscale e allocazione efficiente delle risorse.
In tal senso, possiamo infatti benissimo vivere in paese in cui l’evasione fiscale è zero ma le condizioni economiche generali sono ampiamente disagiate.
RIcordiamoci sempre poi che se il denaro a corso legale non ha più alcuna possibilità di uscita dal circuito bancario (le banche avrebbero in cassa la totalità dei risparmi liquidi privati a corso legale senza via alternativa di scelta), di fatto la proprietà del denaro, o meglio di questo tipo di denaro, passa sostanzialmente da chi lo ha guadagnato a chi lo custodisce, ossia il circuito bancario e chi ha il compito di regolare tale circuito, cioè gli apparati statali.
Di conseguenza, non si può certo considerare una presa di posizione lungimirante dare tutto in mano a un grande lupo con la speranza che sia sempre buono come un agnellino e ci protegga per paura che piccoli lupi ci aggrediscano.
In tal senso, il secolo scorso avrebbe molto da insegnare.
gerardo coppola
guardi professore che a prescindere da Salvini e la sua preferenza per il cash siamo ultimi al mondo per pagamenti cashless. Si interroghi su questo e faccia qualche proposta. Personalmente ci ho provato per 10 anni lavorando tra bi e bce e il risultato e’ stato pari a zero. Ho perso tempo mi creda. Se desidera mi contatti sulla mia mai privatamente e ne parliamo. cordiali saluto
Gerardo Gaita
Al di là che, stando ai dati dell’Osservatorio Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, è assolutamente falso che siamo ultimi al mondo per pagamenti cashless, anche se non siamo tra i primi posti, “il punto è che esiste una cosa in uno Stato di diritto che si chiama libertà di scelta”.
Per il resto io prenderei atto di questo: http://www.criticaustriaca.it/oh-tutta-colpa-del-contante/
Gerardo Gaita
P. S. Da più parti (compreso l’Osservatorio Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti) si vuol far passare l’equivalenza:
cashless society = stiamo o staremo tutti meglio.
Avviso ai naviganti, questa equivalenza in economia non esiste.
Cashless society infatti significa solo: cashless society.
Per questo è da sostenere la libertà di scelta sia di chi vuol pagare senza usare il cash, sia di chi però il cash vuole continuare ad usarlo.
Michele
Per il commercio moderno i contanti costano di più che la moneta elettronica (conta, trasporto, sicurezza, tempi morti etc). Chi sostiene i pagamenti in contanti privilegia gli scambi anonimi rispetto a quelli tracciabili. Dietro l’anonimato ci sta tutto: anche del buono, ma certo molto cattivo
Gerardo Gaita
A volte c’è lo dimentichiamo, eppure i padri fondatori di quella che generalmente consideriamo essere la più importante democrazia del mondo (USA) individuarono nel diritto alla privacy uno dei diritti fondamentali dell’individuo. Ciò significava e significa che il principio-dovere del pagamento delle tasse doveva e deve essere portato avanti senza però annichilire il principio del diritto alla privacy.
Per quanto riguarda i costi, ad ogni singola azienda di questo mondo corrispondono naturalmente problematiche diverse, pertanto bisognerebbe fare un’analisi caso per caso, e teniamo conto anche che, in realtà, non esiste la possibilità di realizzare rigorosamente alcuna comparazione interpersonale dell’utilità.
I prezzi, infatti, sono chiaramente strumenti utili in quanto orientano l’uomo agente nella sua scelta tra diverse opzioni alternative, ma poi le scelte dipendono da tutta una serie di personali valutazioni psichiche che non possono essere oggettivamente misurabili.