I musulmani sembrano avere idee più tradizionali verso le diseguaglianze di genere rispetto ai non-musulmani. È dunque possibile che la discriminazione che si registra nel mercato del lavoro verso i lavoratori di quella religione dipenda, almeno in parte dalla volontà dei datori di lavoro di non mettere in difficoltà le loro dipendenti-donne? Studi empirici condotti in Francia ci dicono che non è così: confermano che i modelli di genere dei musulmani sono diversi da quelli dei cristiani, ma i datori di lavori non sembrano esserne consapevoli.

I risultati dei sondaggi condotti in vari paesi indicano che i musulmani esprimono oggi idee più tradizionali verso le diseguaglianze di genere rispetto ai non-musulmani. Allo stesso tempo, molte ricerche svolte attraverso la somministrazione di test a distanza (correspondence test) mostrano che i cittadini di origine musulmana devono affrontare una sistematica discriminazione nei mercati del lavoro europei.

TEST ED ESPERIMENTI

La discriminazione verso i cittadini che provengono da aree di religione musulmana si può allora spiegare, almeno in parte, con la riluttanza dei datori di lavoro ad assumere individui i cui modelli rispetto al genere potrebbero mettere in difficoltà le dipendenti-donne e di conseguenza minare lo spirito di gruppo dell’impresa?
Per rispondere a questa domanda è necessario in primo luogo isolare le fonti di discriminazione su base religiosa al momento dell’assunzione da fattori confondenti come la razza o la nazionalità. In secondo luogo, abbiamo bisogno di evidenza comportamentale, e non di dati attitudinali riferiti a campioni, che confermi che i modelli di genere dei musulmani sono diversi da quelli dei cristiani. Resta poi da dimostrare che la discriminazione anti-musulmana è correlata ai modelli di genere dei musulmani.
Abbiamo affrontato la prima questione attraverso un test a distanza condotto nel 2009, mantenendo costante il paese di origine dei due candidati a un posto di lavoro: cittadini francesi di origine senegalese. I nostri risultati confermano un significativo pregiudizio anti-musulmano: il candidato musulmano ha una probabilità due volte e mezzo inferiore rispetto al candidato cristiano di ricevere un’offerta in risposta alla sua domanda di lavoro. (1)
Abbiamo in seguito associato la strategia di identificazione (unique identification strategy) del nostro test a distanza con un esperimento di laboratorio, un “gioco del dittatore”(2), condotto in Francia nel 2009, nel corso del quale abbiamo confrontato le donazioni verso uomini e donne di 18 senegalesi musulmani e di 11 senegalesi cristiani. Nella nostra versione del gioco, ai dittatori era stato mostrato lo stesso gruppo di sei riceventi su un grande schermo nel quale appariva soltanto la loro faccia e il loro supposto nome (vedi figura 1)
Ai dittatori era chiesto di assegnare a ogni ricevente da 0 a 5 euro. Tra i sei riceventi, tre avevano all’apparenza solide radici francesi (sembravano cioè soggetti nati in Francia da genitori nati in Francia e con nonni nati in Francia) e presumibilmente erano cristiani, uno sembrava essere un musulmano del Nord Africa, mentre gli altri due apparivano come africani neri. Nel corso delle sessioni del gioco, abbiamo cambiato i nomi dei riceventi in modo che i dittatori vedessero le stesse facce, ma avessero segnali diversi rispetto all’identità religiosa dei riceventi, attraverso i loro nomi. Questo protocollo ci ha permesso di condurre un’analisi econometrica (difference-in-difference analysis), mantenendo costante il volto del ricevente e perciò isolando eventuali comportamenti differenti verso donne e uomini dei dittatori senegalesi musulmani rispetto ai dittatori senegalesi cristiani.

 Figura 1: I sei riceventi nel gioco del dittatore

I MUSULMANI SONO MENO FAVOREVOLI ALLE DONNE DEI CRISTIANI?

I nostri risultati confermano che esistono differenze nei modelli di genere intra-gruppo tra i nostri giocatori senegalesi musulmani e senegalesi cristiani. (3) In primo luogo, i senegalesi cristiani maschi favoriscono le donne con solide radici francesi rispetto ai francesi uomini, mentre i giocatori senegalesi musulmani non fanno altrettanto. E poiché anche i dittatori maschi francesi favoriscono le donne francesi, i nostri dati sperimentali confermano che i modelli di genere dei senegalesi cristiani coincidono con quelli dei francesi, mentre ciò non accade per i modelli di genere dei senegalesi musulmani. In secondo luogo, i senegalesi cristiani maschi tendono a favorire le donne che hanno la loro stessa religione rispetto agli uomini di stessa religione, mentre i senegalesi musulmani discriminano le donne correligionarie a favore degli uomini di stessa religione. In terzo luogo, i modelli di genere non sono un’esclusiva maschile: anche le senegalesi musulmane donne discriminano le donne loro correligionarie rispetto ai correligionari uomini e hanno così un ruolo attivo nel mantenere modelli interni al gruppo che favoriscono gli uomini rispetto alle donne di stessa religione.

MODELLI DI GENERE E DICRIMINAZIONI

Esiste un legame causale tra modelli di genere dei musulmani e discriminazione nel mercato del lavoro francese?
Abbiamo affrontato la questione con un insieme di esperimenti condotti nel 2010: abbiamo riunito 50 giocatori di solide radici francesi e abbiamo chiesto loro di indovinare le donazioni verso i sei riceventi della figura 1 effettuate dai nostri dittatori senegalesi musulmani e cristiani del 2009. I risultati ci dicono che i francesi non attribuiscono ai nostri giocatori senegalesi musulmani modelli di genere diversi da quelli dei senegalesi cristiani, gettando così forti dubbi sul fatto che i datori di lavoro francesi percepiscano in modo corretto questi modelli.
Il nostro studio rivela che il comportamento dei musulmani in Francia è coerente con i modelli di genere riportati nella letteratura. Tuttavia, i nostri risultati alimentano dubbi sul fatto che esista un legame tra quei modelli e la discriminazione verso i musulmani che si evidenzia nel mercato del lavoro francese.

(1) Per maggiori dettagli vedi Adida Claire L., David D. Laitin and Marie-Anne Valfort. 2010. Identifying barriers to Muslim integration in France. Proceedings of the National Academy of Sciences 197(52): 384-390.
(2) Il gioco del dittatore è uno dei giochi di economia sperimentale: al primo giocatore vengono regalati dei soldi, di cui può decidere l’allocazione, suddividendoli tra sé ed il secondo giocatore; il ruolo del secondo giocatore è totalmente passivo. Si può prevedere che le persone più individualiste tratterranno tutto per sé.
(3) Per maggiori dettagli vedi Adida Claire L., David D. Laitin and Marie-Anne Valfort. 2012. “Gender, economic development and Islam: a perspective from France”. IZA Discussion Paper N°6421. This paper is available at the following address: http://ftp.iza.org/dp6421.pdf

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