Oggi è l’abolizione dell’Imu, ma nel 2006 Berlusconi aveva già lanciato un’altra “proposta shock”, la cancellazione dell’Ici. Servì ad aumentare il consenso per Forza Italia? L’analisi dell’andamento delle intenzioni di voto sembra mostrare un effetto più limitato di quanto comunemente si pensi.
PRIMA DELL’IMU, L’ICI
Domenica 3 febbraio Silvio Berlusconi ha annunciato di voler abolire l’Imposta municipale unica e restituire l’importo che i cittadini italiani hanno corrisposto allo Stato nel corso nel 2012 per il pagamento dell’Imu sulla prima casa. Annunci pre-elettorali di questo tipo hanno come obiettivo quello di incrementare il consenso della forza politica che li ha formulati, ma qual è il loro reale effetto?
Per cercare di gettare luce sulla questione, abbiamo valutato l’impatto di un’analoga “proposta shock” formulata dall’ex-premier durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006, quando, il 3 aprile, al termine di un acceso dibattito televisivo con Romano Prodi, Berlusconi propose di abolire l’Imposta comunale sugli immobili (Ici).
Abbiamo utilizzato i dati raccolti nel 2006 nell’ambito delle indagini Italian National Election Studies (Itanes) dell’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna. (1)
In particolar modo, abbiamo analizzato i dati di un’indagine telefonica condotta quotidianamente dal 28 febbraio all’8 aprile 2006 su un campione di 200 individui (per un totale di 8.044 intervistati).
Rispetto alla maggioranza dei numeri dei sondaggi politici elettorali condotti in questi giorni, i dati Itanes offrono indubbi vantaggi: permettono di fotografare cambiamenti giornalieri nelle intenzioni di voto, sono basati su un piano di campionamento rigoroso, sono condotti con una modalità di raccolta che non varia fra le rilevazioni, possono essere pesati per tener conto di eventuali imperfezioni del disegno campionario e, non ultimo, permettono di riportare gli intervalli di confidenza.
Il grafico qui sopra riporta le intenzioni di voto per Forza Italia, con i relativi intervalli di confidenza al 95 per cento per l’arco di tempo sotto osservazione. I dati sono stati pesati per tener conto di eventuali distorsioni. (2) Le linee verticali in rosso corrispondono alle date in cui hanno avuto luogo i due dibattiti televisivi, incluso quello in cui Berlusconi ha formulato la proposta di abolire l’Ici.
Dal grafico si evince che le stime delle intenzioni di voto per Forza Italia sono rimaste sostanzialmente stabili nel tempo. In particolare, le stime delle intenzioni di voto raccolte nei giorni successivi al dibattito politico non risultano statisticamente differenti rispetto a quelle raccolte nei giorni che l’hanno preceduto. Ciò suggerisce che, nel caso delle elezioni del 2006, l’impatto dell’annuncio di Berlusconi sembrerebbe più limitato di quanto comunemente si è soliti pensare. Ovviamente, la cautela nelle conclusioni è d’obbligo: la nostra analisi si basa infatti su un campione poco numeroso che, necessariamente, dà luogo ad ampi intervalli di confidenza.
Quanto il caso del 2006 possa far luce sull’impatto delle recenti proposte formulate dall’ex-premier dipende da una molteplicità di fattori, non ultimi il tempo intercorso tra gli annunci e il voto e la copertura mediatica di cui quegli annunci sono stati fatti oggetto. Tuttavia, la nostra analisi suggerisce che le intenzioni di voto siano meno volatili di quanti alcuni possono pensare.
(1) Per maggior informazioni sulle indagini Itanes, si veda http://www.itanes.org/.
(2) A questo proposito, si veda il nostro articolo del 29 aprile 2008 su questo sito.
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Nicola Canziani
Analisi interessante, effettivamente il campione osservato ( 200 potenziali elettori) sembra poco significativo.