Forse il più grande scandalo della pubblica amministrazione in Italia è anche uno dei più nascosti: la Corte Costituzionale. Per ovvie ragioni, pochi hanno il coraggio di parlarne. Ma i bilanci parlano da soli: sentiamo cosa dicono
Forse il più grande scandalo della pubblica amministrazione in Italia è anche uno dei più nascosti: la Corte Costituzionale. Per ovvie ragioni, pochi hanno il coraggio di parlarne (1). Ma i bilanci parlano da soli: sentiamo cosa dicono (premessa: per motivi ignoti, la Corte Costituzionale pubblica su Internet solo i bilanci di previsione, anche per gli anni passati).
I GIUDICI ITALIANI GUADAGNANO IL TRIPLO DEI COLLEGHI STATUNITENSI….
Cominciamo dalle retribuzioni (Tabella 1). La retribuzione lorda del presidente della Corte è di 549.407 euro annui, quella dei giudici di 457.839 euro (2). La retribuzione media lorda dei 12 giudici britannici è di 217.000 euro, meno della metà. Il Canada è simile: 234.000 euro per il presidente, 217.000 per i giudici. Negli USA siamo a circa un terzo della retribuzione italiana: 173.000 euro per il presidente e 166.000 per i giudici.
Tabella 1: Un confronto internazionale delle retribuzioni dei giudici
* Media dei 12 giudici. Fonti: vd. nota (3).
….. E HANNO IL TELEFONO DOMESTICO PAGATO DALLO STATO
Ma la differenza fra la remunerazione dei giudici italiani e i colleghi stranieri è fortemente sottostimata. Il dato italiano non include svariati benefits in natura. Le auto blu, in primis, su cui vedi sotto. Inoltre i costi dei singoli viaggi ferroviari, aerei o su taxi effettuati per ragioni inerenti alla carica sono a carico della corte; ogni auto abbinata ad ogni giudice ha una tessera viacard e il telepass; i giudici dispongono di un cellulare e di un pc portatile e i costi dell’utenza telefonica domestica sono a carico della Corte (salvo rinuncia del singolo giudice); i giudici dispongono inoltre di una foresteria, composta di uno o due locali con annessi servizio igienico e angolo cottura, nel Palazzo della Consulta o nell’immobile di via della Cordonata. (4)
LA NOSTRA CORTE COSTA IL TRIPLO DI QUELLA BRITANNICA
Ma vediamo un confronto più completo sui costi totali della Corte Costituzionale in Italia e in Gran Bretagna, riferite al 2012.
Tabella 2: Spesa totale escluse pensioni, 2012
*Include oneri, non include pensioni. Dati in migliaia di Euro.
Fonte: vd. nota (5)
Escludendo le pensioni, su cui non ho i dati per la Gran Bretagna, la corte italiana (15 giudici) costa oltre tre volte quella inglese (12 giudici).
PENSIONE MEDIA DI GIUDICI E SUPERSTITI: 200.000 EURO
Ma quanto costano le pensioni alla Corte Costituzionale italiana?
Tabella 3: Le pensioni alla Corte Costituzionale, 2013
Fonti: vd. nota (6)
Per il 2013 la Corte Costituzionale prevede di pagare a ex giudici della CC e loro superstiti 5,8 milioni di pensioni. Al momento vi sono 20 ex giudici percettori di pensione e 9 superstiti. La pensione media è dunque esattamente di 200.000 euro all’ anno. C’è da sorprendersi che la Consulta abbia bloccato il seppur minimo taglio alle pensioni d’ oro proposto dal governo Monti?
La spesa totale per pensioni di ex dipendenti e superstiti sarà di 13,5 milioni. Vi sono 120 ex dipendenti e 78 superstiti percettori di pensioni; la pensione media del personale in quiescenza è dunque di 68.200 Euro.
OGNI GIORNO, OGNI GIUDICE COSTA 750 EURO DI SOLE AUTO BLU
Esattamente: per ogni giudice, ogni giorno lavorativo si spendono in media 750 euro per le sole auto blu. Vediamo come si arriva a questa cifra. I giudici in carica hanno diritto a un’ auto blu e due autisti; i giudici in pensione ad un’ auto blu per il primo anno di pensione (fino al settembre 2011 era per tutta la vita). La spesa totale per “Noleggio, assicurazione e parcheggio autovetture” + “Carburante per autovetture” + “Manutenzione, riparazione e accessori per autovetture” nel 2013 sarà di 758.000 euro. Ma questo senza calcolare la spesa per gli autisti. Assumendo prudenzialmente un costo per lo Stato di 50.000 Euro per autista, e (come confermatomi dalla Corte) due autisti per giudice, arriviamo a un totale di circa 2,25 milioni, esattamente 150.000 Euro all’ anno per giudice. Calcolando 200 giorni lavorativi all’ anno per giudice, questo significa 750 euro al giorno per giudice di sola spesa per autovetture. Probabilmente, costerebbe meno far viaggiare i giudici in elicottero, magari chiedendo loro la gentilezza di fare un po’ di helicopter-pooling.
Leggi la puntata precedente “La spesa della Camera continua ad aumentare” o vai allo Speciale con tutte le altre puntate
(1) Tra le eccezioni: Primo de Nicola: “Alla corte dei privilegi“, L’ Espresso, 30 Aprile 2008
(2) Comunicazione email della segreteria della Corte Costituzionale all’ autore.
(3) Dati convertiti in euro usando i tassi di cambio a parità di potere d’ acquisto per il 2012. Fonti:
Italia: comunicazione personale dall’ Ufficio Stampa della Corte Costituzionale, e Bilancio della Corte Costituzionale del 2012 (per il valore medio);
GB: Supreme Court Annual Report and Account, 2012-13 (pp. 90 e 91, note 6.A e 6.C);
Canada: Judges Act;
USA: Federal Judicial Center
(4) Comunicazione email dell’ Ufficio Stampa della Corte all’ autore. Per i giudici britannici abbiamo una stima delle spese di trasporto totali: 31.122 euro, cioè 2.677 a testa all’ anno. Più 4.443 euro (370 a giudice) per altre spese. Questo dato si riferisce al 2010, ultimo anno disponibile. Si veda qui.
(5) Fonti:
Italia: Bilancio della Corte Costituzionale del 2012
GB: Supreme Court Annual Report and Account, 2012-13 (pp. 90 e 91, note 6.A , 7, 8 e 10);
(6) Fonte: Bilancio della Corte Costituzionale del 2013
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Alberto Lusiani
Grazie per il tempo dedicato a documentare.
Michele
ottimo articolo.
brtcrl
Qualunque commento rischia di venir etichettato come demagogico, populista, istigatore di violenza, per cui di fronte a questo scempio è necessario tacere. L’unica cosa che mi piacerebbe sapere è se quel genio di Amato devolverà in beneficenza anche questi emolumenti.
Ps: Caro professore si aspetti la reprimenda. Spero per Lei che non arrivi direttamente dal Colle. Da parte mia un sentito ringraziamento.
riccardo
Prof. Perotti la seguo da diversi anni.
Le persone come Lei mi fanno sentire orgoglioso di essere italiano.
Complienti.
Riccardo Bugini
ago.manni
Mi associo anch’io.
Gianni Belletti
Mi associo anch’io
Albe
Il Re Sole costava di meno
Franco Ragusa
Premessi gli ovvi e fondati rilievi circa gli alti stipendi in generale elargiti per i ruoli istituzionali, appaiono quanto mai curiose le conclusioni implicite derivanti dal confronto con l’Inghilterra, un paese senza Costituzione scritta e con una Corte Suprema di recente istituzione.
Partendo infatti dalla doverosa premessa che due cose sono comparabili se analoghe, le domande da porsi, prioritariamente, dovrebbero riguardare le competenze: Quali le competenze della Consulta italiana? E quali quelle della Corte suprema inglese?
L’articolo non dice nulla e, quindi, è come se desse per scontato che le due corti svolgono ruoli e livelli di lavoro analoghi.
Ma è proprio così?
Con quale logica, pertanto, confrontare i costi per il personale (che mole di lavoro c’è da svolgere?), senza peraltro avere chiaro quante sono le persone impiegate?
Ad esempio, 15 giudici italiani costano, complessivamente, circa il doppio di 12 giudici inglesi, dal che se ne deduce che sì, prendono di più, ma non propriamente il doppio tenuto conto che la spesa totale è da dividere per 15 anziché 12.
15 sono troppi? Ne basterebbero 12? Ma per fare cosa? Le due Corti messe a confronto si occupano delle stesse cose o una ha più competenze di un’altra?
Si rimane pertanto in attesa dei doverosi approfondimenti prima di prendere in considerazione i toni forti del titolo.
HansSuter
“… le domande da porsi, prioritariamente, dovrebbero riguardare le competenze…” Lei riesce immaginarsi competenze che corrispondono a queste retribuzioni? O forse è possibile dire che a prescindere dalle competenze queste retribuzioni e i benefit sono in assoluto troppo alti?
Franco Ragusa
Se rilegge bene, ho prima premesso che gli stipendi per i ruoli istituzionali sono esagerati.
Fatta però questa premessa, il grosso della spesa è costituito dal personale.
Riguardo a questo, però, l’articolo non fornisce dati. Così come non fornisce dati circa il lavoro che le due Corti sono istituzionalmente chiamate a smaltire.
ezio
Competenze? Ma lei sa che cosa si acquista con questo “malloppo”? E del conflitto di interessi che mi dice? Le competenze pro domo sua..
federico
Lei ha perfettamente ragione, ma potrebbe anche venir fuori che lavorano di meno, non di più. Sono pronto a scommettere.
Roberto
Signor Ragusa,
pur stimando molto l’arguzia e lo spirito che muovono il Prof. Perotti, mi sento di condividere le sue osservazioni. Nel mondo del privato, ho fatto dell’aumento di efficienza una buona parte della mia professione e riconosco che i confronti sui costi di strutture analoghe non possono prescindere da una preventiva comparazione della tipologia e della qualità del servizio offerto. Confesso dunque che anche a me piacerebbe avere un’idea più precisa a supporto delle conclusioni.
Risulta poi molto difficile, pur una volta inquadrato perfettamente il valore dell’attività svolta, definire una “retribuzione congrua”. E’ un paragone con figure analoghe di altri paesi? Deve considerare un “aggiustamento” per l’importanza della funzione pubblica assolta? O al contrario il civil servant viene retribuito anche dal valore del beneficio offerto al suo paese? Di certo in questo caso il libero mercato non ci viene in aiuto.
D’altro canto, però, ogni volontà di svolgere un’analisi razionale viene soffocata in partenza dal disgusto per gli sprechi che il Prof. Perotti evidenzia in molti dei suoi lavori. Un’auto blu e spese infinite per carburante, manutenzione e pedaggi? Due autisti? Tutto questo non solo è un furto in qualsiasi momento storico, ma in questo momento di difficoltà per tutti è una violenza pura. Vile, per di più, in quanto perpetrata dietro le quinte, al riparo di una macchina burocratica che rende più agevoli i misfatti della classe dirigente pubblica. O forse i 15 imperscrutabili non se ne sono accorti perché sempre chini sulle carte?
Coltivo nel mio piccolo il sogno di poter, un giorno, contribuire alla ricostruzione di un paese florido e basato sulla meritocrazia. Nel mio sogno continuo a valorizzare la mia professionalità e quindi non accetto uno stipendio da 20mila euro l’annuo, piuttosto ne condiziono l’ammontare al raggiungimento dei risultati.
Ma soprattutto, nel mio sogno vado a lavorare con i mezzi pubblici.
santer
ben detto, mi pare.. c’è un attacco frontale concentrico contro le istituzioni che, al di là della fondatezza degli argomenti portati (spesso contumelie se si pensa quanto guadagna un calciatore o una signorina tv), è davvero preoccupante per la stessa democrazia…
Luigi Oliveri
C’è un meccanismo perverso sulle retribuzioni dei giudici: il riferimemto alla retribuzione del primo presidente della Cassazione, base per il computo degli stipendi degli altissimi dirigenti pubblici, ma, soprattutto, dei senatori. Quello stipendio-base è poco meno di 300 mila euro l’anno e aumenta automaticamente sempre. Senza che nessuno intervenga, perchè altrimenti si fermerebbe la corsa al rialzo al Senato. Ora: vogliamo (domanda retorica) che il presidente della Corte costituzionale guadagni meno del primo presidente della Cassazione?
Se non si elimina il perverso riferimento al mitico stipendio della Cassazione non si risolverà mai il problema.
gmn
che l’indipendenza si misuri con la retribuzione è anticostituzionale
otto morselli
Prof. Perotti, grazie per il lavoro di informazione.
Non si fermi.
Otto
Valerio Costenaro
Speriamo che la moltitudine delle “formiche” unite riesca a debellare il mostro della malaburocrazia che ci sta soffocando, strozzando, uccidendo
Francesco Romani
Mi permetto di aggiungere un particolare: inizialmente a presiedere la Corte costituzionale era votato il giudice che veniva ritenuto più rappresentativo grazie al proprio passato di giurista; col passare degli anni è subentrata la prassi che, all’andata in pensione del presidente, al suo posto viene eletto il più prossimo al pensionamento. In questo modo tutti, a turno, diventano presidenti, usufruendo così di un trattamento economico migliore.
gmn
E questo la dice lunga sulla selezione per merito e capacità se è “costituzionale” la cordata e l’accordo spartitorio (io voto te e chi viene dopo voterà me, cossicché a sua volta verrà votato) allora siamo spacciati la repubblica è fondata sul lavoro non sull’anzianità di servizio…
Ka
Prof. Perotti, mi auguro che i suoi contributi possano servire veramente ad evitarci un tracollo in stile greco. Ci vorrebbero più persone come Lei nella classe dirigente di questo Paese soffocato dalla politica e dai suoi dirigenti improvvisati ministri.
Simone Piras
Premesso che stipendi e pensioni di questo ammontare, in una situazione di crisi come quella odierna, sono immorali chiunque li percepisca (inclusi calciatori, manager di aziende pubbliche e private, cantanti, docenti, ecc), non credo che sia una buona idea coinvolgere la Corte costituzionale nella diatriba politica sui costi. La Corte ha una responsabilità immensa, superiore a quella di qualsiasi altro organo o carica politica (la Corte non è un organo politico): è il guardiano della democrazia. Per questo i giudici devono essere ben pagati e si deve pretendere da loro un lavoro impeccabile, un’imparzialità assoluta. Un’analisi basata solamente sui bilanci è indice di aridità e pochezza culturale, di incapacità (tipica di molti economisti) di avere una visione d’insieme delle innumerevoli variabili che impattano la vita socio-politica del Paese. Suggerirei all’autore di fare un articolo di analisi dei costi dei manager delle aziende pubbliche e private, degli ospedali, ecc. Marchionne – solo per citare il più noto – quanto guadagna? Eppure un giudice della Corte ha responsabilità immensamente più grandi di lui, deve custodire un bene di tutti, mentre Marchionne custodisce i beni di un’unica famiglia. Ma che lo dico a fare: l’ideologia (di cui è intriso questo articolo) secondo cui le istituzioni vanno giudicate solo secondo il loro bilancio ci è entrata nella testa al punto che la consideriamo quasi una legge naturale. Ma la domanda più pressante che vorrei rivolgere all’autore è: sulla base di quali criteri ha scelto il campione per il confronto? Perché Canada, UK e USA sono Paesi di common law, dove la Corte ha funzioni molto diverse: non credo che i giuristi approverebbero la sua scelta, mi sembra un campione molto biased.
Roberto Perotti
“Un’analisi basata solamente sui bilanci è indice di aridità e pochezza culturale, di incapacità (tipica di molti economisti) di avere una visione d’insieme delle innumerevoli variabili che impattano la vita socio-politica del Paese.” Mi perdoni, ma e’ a furia di ripetere frasi come questa, che vogliono dire tutto e niente, che il Paese si e’ ritrovato come e’ ora. Quanto alla sua domanda più pressante, come ho scritto in un altro commento, in un paese di common law la Corte Costituzionale puo’ avere un impatto immenso, molto superiore a quello del nostro paese. Si pensi al ruolo della Corte Costituzionale americana durante la battaglia per i diritti civili.
ago.manni
Perfettamente d’accordo con lei prof. Perotti: i cittadini pagano in base a bilancio, ogni altra elucubrazione è soltanto fuffa inconsistente e, molto francamente, piuttosto puerile.
Vincenzo Fazio
Pur digiuno di studi giuridici,mi sento di valutare l’operato della giustizia che da codesti ben pagati signori dipende. Non esiste vertenza che in tempo accettabile venga risolta, resta ben memorizzato il caso Pacciani: condannato, poi assolto, infine condannato e ancora discussa la certezza della condanna che finalmente è intervenuta la morte del soggetto a porre fine alle decisioni e ai ripensamenti.Veder condannare un cittadino per il furto di un lecca lecca, e vedere prescritti furti di rilevanti somme di soldi per eccessivi tempi decisivi, fa riflettere che qualsiasi somma spesa, pur minima per il funzionamento della giustizia, è spesa male. Si figuri la considerazione su queste enormi cifre retributive.
rufus
La Corte Costituzionale è incostituzionale,come la nostra carta costituzionale, mai approvata dal popolo italiano.la costituzione nostra è vecchia articoli assurdi e scritta da una costituente comunista,andrebbe abolita e riscritta dai cittadini italiani.
come in Islanda, no alla magistratura indipendente. Hanno i giudici italiani commesso errori per oltre un miliardo di euro
da risarcire agli imputati condannati per macroscopici errori, sono indipendenti? e allora perchè paga il governo? l’indipendenza deve valere per tutto errori compresi,non dimentichiamo che sono degli impiegati dello stato mica degli DEI
Nazario
Non ho mai capito perché i giudici della nostra Corte Costituzionale debbono essere 15. Cosa passava per la testa ai nostri padri costituenti? Forse, pensavano che con 15 teste ci sarebbe stata maggiore spartizione e condivisione di potere fra politici, magistrati e PdR? Gli Usa ne hanno solo 9 per una popolazione 5 volte superiore. Più giudici significa più personale, più costi, più spazio per uffici, più manutenzione. Altra cosa che non ho mai capito è il perché della predominanza di giudici costituzionalisti da Roma in giù, e il perché del susseguirsi frenetico di presidenti a cadenza di ogni 9 mesi. Presidenti nominati alla vigilia della pensione, che moltiplicano esponenzialmente i costi. Una prassi peraltro contraria alla Costituzione stessa che prevede invece, per questi, la nomina ogni 3 anni (art 135). La Corte Costituzionale dovrebbe incarnare la saggezza e le migliori menti del diritto. La nomina di Amato mi ha lasciato basito per queste ragioni: 1) come mente grigia e braccio destro di Craxi. che 2) come politico che insieme a Prodi e Ciampi ci fecero entrare nell’Euro firmando accordi capestro e truccando con derivati i conti. Derivati che ci sono costati decine di miliardi dal 2000 al 2012, fino a quando Monti decise di liquidarli 3) Come consigliere della Deutchbank per l’Italia durante i giorni del 2011 in cui la banca tedesca speculò sui titoli italiani BTP, con vendite sino all’88%.
Piero Filotico
Se tanto mi da’ tanto, quanto costerà un usciere della Corte?
Romano Badiali
Secondo Stella e Rizzo, questi signori avrebbero preteso il rimborso delle spese sostenute per il rabbocco dell’acqua distillata nella batteria dell’auto blu, per la sostituzione delle lampadine bruciate e per la pelle di daino impiegata per asciugare la carrozzeria dopo il lavaggio!
Paolo Pavia
Vergognoso! Non ci sono altre parole. O, meglio, ce ne sarebbero, ma il rischio di querele sarebbe altissimo.
Paolo
I dati citati sono in sè scandalosi, niente da dire, parlano da soli. Andrebbe la pena però di inserirli in un contesto più ampio che includesse anche 1) informazioni sugli ‘altri’ giudici nel sistema legale (in un certo senso, un paragone + appropriato per i giudici della cs americana, così come inglese, sarebbe con i nostri giudici di cassazione) 2) la bizzarria degli USA è che i giudici della cs non sembrano guadagnare molto di più dei giudici federali, district (primo grado) o d’appello (secondo grado) (oltretutto lì determinare il concreto livello retributivo diventa dura, considerando che prendono tutti uguale, per ogni stato/distretto, ma il costo della vita è forse ancora più variabile che in Italia; 3) il paragone più appropriato, forse, per i nostri giudici costituzionali, viste le peculiarità della nostra corte e del nostro sistema giuridico, sarebbe con i giudici della corte costituzionale tedesca e austriaca (in un certo senso, ricordare le differenze tra USA e Italia quanto a generale ruolo dei giudici non intacca -anzi irrobustisce – la sensazione di indignazione e scandalo: con tutto il rispetto, l’importanza di uno come, che so, Earl Warren o Thurgood Marshall (per rimanere ai miei personal favorites) nella storia politica americana contemporanea è chiaramente incomparabile rispetto a quella di un Paolo Grossi o G. Amato); 4) e i giudici europei (CEDU e Corte di Giustizia), quanto prendono invece?
Roberto Perotti
Sulla Corte di Cassazione ci sto lavorando, ma non è facile ottenere i dati. D’ accordo con lei sull’ importanza relativa della Corte Costituzionale americana e italiana. In un paese di common law, la Corte Costituzionale può veramente cambiare la direzione di un paese, come è successo negli anni cinquanta e sessanta durante la battaglia per i diritti civili in Usa.
Paolo
Ah, aggiungo: occhio che che se si cercasse di arrivare alla produttività dei giudici a partire dal numero di decisioni l’anno, è possibile che i giudici della corte costituzionale italiana potrebbero risultare addirittura superiori ai giudici americani. Ancora, non vorrebbe dire assolutamente niente (e la scandalo rimarrebbe): la differenza di numero di decisioni non coglie (ovviamente) l’importanza singola delle stesse (palesemente maggiore nel caso americano).
paolo
Ottimo articolo. Basterebbe tagliare del 50% tutti i privilegi di chi governa ed è dentro le istituzioni come “dirigente”, insieme ai fondi a giornali, partiti, ecc. e i soldi ci sono per pagare qualsiasi cosa, soprattutto, le bollette insolute di ogni tipo di istituzione sopratutto quelle che il patto di stabilità ha bloccato presso i comuni.
damiano
Oggi il problema principale è: come fare per aggiustare queste ed altre simili mostruosità. Ma, soprattutto, vedete qualcuno voi all’orizzonte che vorrebbe farlo?
CESARINO Ranzuglia
Prof. Perotti, grazie per il lavoro di informazione.
Non si fermi.
Giampiero Lucignoli
E nessuno continua a dire niente. Forse le “ovvie ragioni” sono veramente la inconfessabile architrave su cui poggia tutto il sistema Italia.
Gattopardescamente in questo Paese si è perpetuato l’ancien régime.
Resistono come sistema i privilegi, i favori, le raccomandazioni, il nepotismo, la corruzione e dopo la Rivoluzione americana e quella francese stiamo ancora aspettando i valori di competenza, merito, mercato e uguaglianza di fronte alla legge che una illuminata borghesia avrebbe dovuto introdurre e salvaguardare.
Se la Riforma della Chiesa Cattolica attende da quasi 600 anni vuol dire che “adda passà ‘a nuttata”.
Giovanni Tondi
Grazie Prof.r Perotti , vada avanti ,trovo giusto che gli italiani conoscano queste cose
Libero pensiero
Galileo Galilei contro affabulatori…..Chi vince, secondo Voi?
Grazie, Caro Professore
gianni pinelli
E’ molto strano che un economista con tali titoli si dedichi allo stesso sfoggio di demagogia che da anni leggiamo su tutti i giornali. Forse la crisi epocale che stiamo vivendo (crisi della democrazia, prima che crisi economica) meriterebbe un approccio più serio. Mi rendo conto che la gente vuole sentirsi dare queste facili ricette: tagliamo le spese delle istituzioni e l’economia ripartirà, ma un economista serio sa bene che questa è una presa in giro. D’altronde, viste le consulenze del professore, è comprensibile che preferisca puntare il dito sul grave scandalo della foresteria dei giudici della corte, piuttosto che sulle devastanti politiche di austerità che il FMI e la Commissione europea hanno imposto ai paesi europei, riducendoli come sappiamo.
gmn
Il discorso è che se non facciamo mai i conti ci troviamo con un debito esplosivo e poi ci mettiamo nelle mani dei prestatori di denaro che ci impongono politiche di eccessiva austerità
l’indipendenza la si conquista con la sobrietà
non con la liberalità paludata.
Marco
A parte le competenze e i ruoli nell’impianto costituzionale non proprio coincidenti (come è già stato notato), visto che siamo a ragionare di aride cifre, perché non citare il numero di decisioni rese ogni anno da ogni Corte? Se le Corti anglosassoni ne rendono mediamente 50-80 all’anno e la nostra 300-400, secondo un ipotetico (e ridicolo) indicatore “spesa per decisione” la situazione andrebbe vista da un’altra prospettiva…
Benedetto Ponti
Una lettura della C.C. come puro “costo” (da comparare in termini assoluti con presunti “omologhi”) mi pare operazione, sia detto con tutto il rispetto, di un qualunquismo deprimente.
Il vero costo di istituzioni come la C.C. sta nell’impatto (singolo, e sistemico) delle decisioni che assume, della giurisprudenza che lascia consolidare, etc. etc. Stupisce che chi da anni parla di espressioni come “money for value” non colga questo aspetto essenziale.
Il che non significa affatto che anche il trattamento economico ed i cosiddetti “privilegi” o “prerogative” non svolgano un ruolo, in questo senso. Se, ad esempio, si riesce a dimostrare (o quantomeno, ad argomentare) che detti elementi costituiscono un sistema di incentivi tale da distorcere il processo di selezione/designazione dei giudici, con ricadute anche sulla funzionalità dell’organo. Un discorso del genere dovrebbe, però, tenere conto anche del fatto che la retribuzione (ed in generale, lo status) incide direttamente sulla garanzia di indipendenza ed imparzialità dei giudici della C.C. – un prerequisito indispensabile proprio per il buon funzionamento dell’istituzione.
Si scoprirebbe, così, che meriterebbe considerazione ben più articolata (insieme alla retribuzione) la modalità di designazione, il potere di nomina, la perimetrazione dei soggetti legittimati ad accedere alla carica, la sua durata, etc. etc.
Insomma, occorrerebbe trattare la C.C. come un attore istituzionale fondamentale, e non come un costo.
E, di converso, si dovrebbe cominciare a ragionare del fatto che i veri costi sociali di questa istituzione (come di altre) sono le decisioni sbagliate assunte.
Un solo esempio: prendiamo il fiscal compact, o – ancora prima – i parametri di maastricht. Sono costituzionalmente legittimi/compatibili? Non violano i controlimiti che la stessa corte si è data come parametro per il sindacato delle “cessioni” di sovranità ex. art. 11? E si potrebbe continuare a lungo.
Un servizio (alla democrazia ed alla tenuta dello stato costituzionale di diritto) come quello richiesto alla C.C. non si misura in assoluto, ma in relazione a quanto “prodotto” come attore di sistema. Una cosa un po’ più complessa rispetto alla contabilizzazione dei costi finanziari “bruti”, ed alla comparazione strampalata con presunti “omologhi” (C’è una notevole differenza tra common law e civil law, per esempio. E’ molto diversa la procedura per diventare giudice della Corte suprema in USA, e quell’esperienza non è comparabile con il ruolo di un giudice della C.C.)
ago.manni
Io di strampalato ci vedo solo le retribuzioni triple rispetto al resto del mondo. E presto verrà la resa dei conti, anche per il pregresso. Tutto a norma di legge. Chi ha depredato le risorse pubbliche ben oltre il comune senso del pudore ne risponderà, ovviamente in euro, ai cittadini contribuenti. Il ’92 ne è l’esempio storico e ripetibile. La tragica straordinarietà del momento storico che stiamo attraversando non guarderà in faccia a nessuno, men che meno a quelli che “hanno fatto sistema” nell’autoconcedersi retribuzioni scandalose nell’ultimo ventennio. Ne vedremo delle brutte.
Roberto Perotti
Quindi secondo lei i giudici della Corte Suprema americana si vendono al miglior offerente?
sara
No, credo che il commentatore intenda che la carica di giudice della USSC è during good behaviour mentre quella dei nostri giudici è a termine
Amedeo
Mi perdoni, ma la sua analisi è sconcertante: secondo lei in Italia per essere indipendenti bisogna guadagnare 50 mila euro al mese, altrimenti non si e’ super partes?
Benedetto Ponti
Non italia, dovunque. Si veda un po’ di letteratura e scoprirà che ovunque la tutela dell’indipendenza soggettiva è realizzata anche tramite una retribuzione fissa e di buon livello. E’ una banalità, mi perdoni.
Poi, si può discutere del livello oltre il quale la retribuzione diventa un incentivo perverso, ma anche questo punto dipende molto dai meccanismi di selezione (quali attori intervengono, quali strategie adottano, insomma, il background politico istituzionale)
Sardinius
Gentile Sig. Ponti, lei ha avuto modo di constatare l’apporto, l’impegno e la partecipazione della c.c. italiana ai vari convegni e conferenze internazionali in giro per il mondo? Lei ha avuto modo di constatare anche la reputazione che la nostra c..c raccoglie in giro per il mondo spesso non rispondendo nemmeno a richieste di informazioni (in ambito accademico o di ricerca) che le giungono a volte anche da omologhi di paesi stranieri? Lei e’ al corrente dei criteri che determinano l’elezione del presidente della c.c.? A parte qualche evento organizzato vicino casa dalla commissione di venezia (Council of Europe) non e’ che siano particolarmente inclini a rapportarsi con l’esterno. A differenza di tutte le c.c. di questo mondo…
giampiero lucignoli
La sua affermazione che la lettura della C:C: al puro “costo” sarebbe qualunquistica, mi fa pensare che ce ne voglia propinare una “mitologica”.
Libero pensiero
Quella che Lei definisce ‘operazione di un qualunquismo deprimente’ è una mera operazione di ‘benchmarking’. Quella che consente di stabilire, ad esempio, che la politica Italiana costa 15 miliardi di euro all’anno in piu’, rispetto alla Francia, oppure che L’Italia spenda, relativamente rispetto alla Germania, 40 miliardi di euro all’anno in piu’ (2.5 % di Pil: fonte classificazione delle funzioni di spesa ‘cofog’ by OECD).
Oppure ancora, lo stesso motivo che, con un 30% mediamente di base salary in piu’, spinge I professionisti a cercare lavori meglio remunerati all’estero.
Esercizio molto utile.
PS
Mi sfugge, poi, francamente in cosa differisca qualitativamente lo sforzo intellettuale di un Giudice della Corte Costituzionale…. Ben più difficile, semmai, operare in un sistema di Common Law, tendenzialmente più fluido, anche se vi sono notevoli punti di contatto tra i due sistemi.
Meglio un kg di sentenze della Corte Costituzionale, o uno della Corte Suprema US? Un kg di Milton (paradise lost: citazione indotta da pulsioni ed aneliti freudiane…) oppure uno di Leopardi…?
Non so. Mi affiderei a Galileo Galilei, piu’ che al conte Mascetti
lahire
Interventi come il suo spiegano come mai l’Italia stia declinando senza speranza.
I nostri giudici produrrebbero sforzi intellettuali superiori a quelli dei giudici di altre nazioni? Lei sta scherzando,o che altro?
ago.manni
Grazie a il Fatto per aver pubblicato questi dati e grazie a Perotti: qui è tutto uno scandalo con retribuzioni doppie o triple rispetto al resto del mondo. E’ proprio qui che bisogna cominciare: pubblicare A ripetizione questi scandali. Quando faremo la legge che dimezza tutte le retribuzioni dei funzionari pubblici la Corte Costituzionale non potrà pronunciarsi in merito per evidente conflitto di interessi, in quanto toccherà anche le loro retribuzioni. Quelli sono tutti dei truffatori a scapito del Paese e ne subiranno le conseguenze, anche molto pesanti, da lacrime e sangue come si usa dire per i comuni cittadini. Bravo Perotti, avevo già letto sue iniziative sul Sole 24 Ore, che poi evidentemente essendo pappa e ciccia con Equitalia, non le ha consentito di portarle avanti. Sappia Prof Perotti che molti cittadini la sostengono, me compreso.
lavoceinfo
La ringraziamo per i commenti. CI teniamo solo a precisare che l’articolo è stato pubblicato da lavoce.info che è, dalla nascita, copyleft. Il Fatto Quotidiano ha ripreso il nostro intervento.
Mauro Mussin
Non è questione di costo puro: è questione di costi standard. Del tipo, se posso risparmiare ed avere una giustizia equa quanto quella delle altre democrazie, perchè non dovrei farlo?
E poi, diciamolo: la sentenza sulle pensioni d’oro è stata uno scandalo e spero che non si ripeta (Perotti maligna un po’, ma ci sta tutta la malignità…)
Sardinius
Gentile Roberto,
Disquisivo poc’anzi con un amico sul concetto di civilta’ di un popolo o di una societa’ ed esprimevo il concetto banale che esso altro non dovrebbe essere che la risultante data dall’aggregato del livello di civilta’ dei singoli individui che la compongono.
Io sono giunto alla simplicistica determinazione che noi italiani (collettivamente intesi) ci meritiamo piu’ o meno tutto cio’ che succede eccetto terremoti o grandinate improvvise. Per il semplice fatto che, leggendo i commenti a seguito del tuo articolo mi sono imbattuto addirittura in diversi commentatori indignati nell’interpretare il tuo come un deliberato atto discriminatorio o denigratorio della reputazione di quegli individui che compongno la corte costituzionale (minuscola eccetto che nella remunerazione). E questo accade in Italia negli ambiti piu’ disparati. C’e’ anche chi trova normale che i terremotati in Emilia che vivono nei container ricevano la bolletta dell’energia elettrica. C’e’ chi difende il ministro della giustizia (sempre minuscola visto che siamo in finale coppa dei campioni nel ”campionato europeo” di infrazioni negli ambiti piu’ disparati che vanno dai diritti umani, diritti carcerari, abuso di posizioni dominanti, ”red tape” e via piagnucolando.
La massa critica in Italia formata dall’aggregato di interessi particolari individuali (determinata secondo me dalla sussistenza di un comparto pubblico indifendibile e non sostenibile) fa si che quasi chiunque, almeno indirettamente benefici in qualche modo dalle ruberie e financo dall’incompetenza del sistema pubblico. In pratica in Italia, secondo me ci sono piu’ responsabili della carneficina che vittime. So che la mia e’ una riflessione un po’ sconclusionata ma mi mancano gli strumenti cognitivi e accademici appropriati per delineare una percezione sicuramente opportuna.
ago.manni
Invece lei si è spiegato benissimo, anche troppo: per questo condivido tutto il suo post. Non si preoccupi degli accademici: quando non si fanno capire vuol dire che stanno dalla parte sbagliata. Eccetto, ovviamente, il prof. Perotti cui va tutta la nostra stima.
marno
esatto: infatti se il settore pubblico intermedia in un modo o nell’altro il 52% del PIL lei vede che – come esattamente da lei detto – “quasi chiunque almeno indirettamente beneficia in qualche modo […] del sistema pubblico”.
snellire l’area di intervento consentirebbe il formarsi di maggioranza politiche più indipendenti dalle elargizione di stato.
Emidio
Si rimane veramente basiti nel sapere di queste cifre “assurde”, non disconoscendo ruolo e funzioni ma l’apprendere di questi stipendi e relativi benefit si ha come un senso di rabbia e rancore nei confronti di queste persone che paragonate poi a omologhi di altre nazioni certamente più sane e meno disastrate di noi percepiscono più del doppio di emolumenti.
Arrivare a settanta anni, come la loro età media e ancora non sazi della loro avidità è disgustoso, se mancava la chicca finale ora arriverà con la nomina del reverendissimo Amato.
Con gente al potere come Scaroni, Moretti, Mastropasqua, (mister 25 poltrone) Di Gennaro, ecc, ecc, ci si chiede ancora perché ai giovani fa schifo la politica e i loro rappresentanti.
Ma!! e dire che ci sono persone che per senso “dello stato” difende ancora questi bunker di potere.
DDPP
I veri Padroni dell’Italia sono i Burocrati della PA. Non ci
si deve illudere che qualsiasi Governo possa prendere in “vera”
considerazione qualsiasi ipotesi che ne possa ridurre il numero o il potere o
il drenaggio di risorse economiche che operante a favore della PA.
Ridurranno diritti e risorse economiche a noi Sudditi.
Le enormi risorse drenate ai cittadini costituiscono i presupposti
per accelerare sempre di più la spesa della casta burocratica. Lo Stato è
diventato il monarca assoluto di noi sudditi.
Una macchina politico-burocratica che possa mantenere la
presa di “potere” sulla società civile ha necessità di una struttura di controllo
e la Corte Costituzionale rappresenta perfettamente questa struttura.
In questa rappresentazione, i politici non sono né peggio né
meglio della Nomenclatura, ne sono
i simulacri messi a loro copertura.
Senza la copertura della finta democrazia che rappresentano
questi politici, vedremmo chiaramente i sepolcri che sono i Pubblici Burocrati.
marno
Esatto. L’unica casta, se poi ce ne è una, sono i funzionari pubblici con carica dirigenziale. E’ lì che si arena ogni riforma. Il ministro propone, loro dispongono e non si arriva mai a nulla. Caso emblematico: il ministero della giustizia dove sono tutti magistrati.
Nazario
Diciamo subito che la Corte Costituzionale. si auto decide la propria retribuzione per garanzia indipendenza. Sul perché, poi i giudici debbono essere 15, è mistero. Cosa pensavano i nostri padri costituenti? Che con 15 teste ci sarebbe stata maggiore spartizione, condivisione, e controllo di potere fra politici, magistrati e PdR? Gli Usa ne hanno solo 9 per una popolazione 5 volte superiore. Più giudici significa più personale, più costi, più spazio per uffici, più manutenzione. Altra cosa che non ho mai capito è il perché della predominanza di giudici costituzionalisti da Roma in giù, e il perché del susseguirsi frenetico di presidenti a cadenza di ogni 9 mesi. Presidenti nominati alla vigilia della pensione, che moltiplicano esponenzialmente i costi. Una prassi peraltro contraria alla Costituzione stessa che prevede invece, per questi, la nomina ogni 3 anni (art 135). Per finire una annotazione. Nel 1966 la Corte Costituzionale pronunciò una sentenza che scardinò l’ex art 81, facendo aumentare il nostro debito pubblico. Quella sentenza, in breve, dichiarò: È consentita la possibilità di ricorrere alla previsione di maggiori entrate future per la copertura delle spese di oggi.
Franco
Condivido al 100%! Nel confronto con gli Usa, si noti che i 9 giudici sono nominati dal presidente e restano in carica finché vivono e non come da noi dove vengono eletti, vi restano per un po’ di tempo e, alla fine, (guarda che strano?!) vanno quasi tutti in pensione come Presidente Emerito. Tombola!
Franco
StormBringer
Ė scandaloso…niente da dire, trasformerei la CC italiana ad immagine e costi come quella statunitense.
Prof. Perotti potrei farle una domanda? Quanti sono i vitalizi in Italia, importo medio, cifra complessiva? E negli altri paesi?
Grazie!
ago.manni
Mi associo anch’io alla domanda. Per un motivo semplice: se chiedete a ciascuno di questi funzionari-burocrati-parlamentari di dimezzare i compensi vi diranno che non è con questo che si risolve la situazione e vi diranno di una incidenza sul totale da prefisso telefonico. Se chiedete alle stesse persone perché hanno tolto i finanziamenti ai malati di Sla, vi diranno che tutti devono contribuire ai sacrifici. Questa è la loro morale pubblica; ancora per poco.
StormBringer
Ma scusate, non sarà anche per questi ladrocini legalizzati che abbiamo un debito pubblico stratosferico?
Paolo
Al di là di tutte le considerazioni su quale possa essere il “giusto emolumento” per i vari ruoli, pubblici e privati, comprendendovi anche tutte i vari benefits e rimborsi, che a volte moltiplicano gli introiti, ritengo che in questo momento storico applicare un criterio di sobrietà sarebbe il minimo: io prendo 1.700€ al mese di stipendio, raggiungo il posto di lavoro a mie spese (auto + treno) e posso usufruire di rimborsi soltanto se in orario di lavoro vado in trasferta, regolarmente autorizzata. Se per la trasferta utilizzo più ore di quelle previste, non mi vengono riconosciute. Questi sono i criteri prevalenti nei posti di lavoro, Perciò, fatte salve le esigenze di sicurezza collegate a certi ruoli, qualche tetto andrebbe messo, e bisognerebbe evitare gli effetti di trascinamento tra cariche diverse.
Nel caso di ruoli pubblici, inoltre, occorre togliere l’idea che siano finalizzati ad arricchirsi, invece che a remunerare, in modo ragionevole, un’attività di altissimo livello professionale.
gianni pinelli
Ho inviato ieri un commento critico verso il prof. Perotti, ma vedo che non è stato pubblicato. Forse il vostro sito preferisce dare spazio solo ai commenti entusiastici, che si allineano al pensiero demagogico dominante che addebita le cause della crisi economica ai costi della politica e della ‘casta’. Vi segnalo peraltro che televisioni e giornali, da alcuni mesi, ripetono questi concetti tutti i giorni, aizzando l’opinione pubblica contro le istituzioni e, in ultima analisi, contro la democrazia. Il tutto per non mettere in discussione le politiche neo liberiste imposte da Merkel e UE, che hanno colpito a morte la nostra economia, facendo peraltro ulteriormente innalzare il livellod el debito pubblico. Capisco che sia più comodo denunciare lo scandalo della foresteria dei giudici della corte costituzionale, o parlare per la millesima volta dei barbieri della Camera.
lavoceinfo
Il suo commento è stato regolarmente pubblicato. Ci lasci il tempo di leggerli e moderarli.
DDPP
Non ho mai capito in cosa consistano le “politiche neo liberiste”. Adesso lo “Stato” pretende anche di insegnarci ad alimentarci e con quali cibi. Se lei fosse così gentile da istruirmi in merito alle politiche liberiste gliene sarei grato.
Enrico
Non lo trovo assolutamente un articolo populista.
Gli articoli in questione documentano e pongono questioni reali basate su *dati*, al limite si possono contestare i dati se si ha l’evidenza di errori.
La vera questione di fondo è che (come detto nell’articolo introduttivo) non possono portare avanti politiche di risanamento se prima non si dà l’esempio e non si procede ad un taglio reale dei costi della politica.
Mi spiace ma sono completamente in disaccordo con il suo commento: toccare i provilegi (perchè questi stipendi e benefit sono privilegi) non significa “aizzare” l’opinione contro la democrazia. Ci sarebbe meno democrazia se la C.C. avesse stipendi in linea con Paesi come UK o USA?
Le istituzioni devono dare segnali forti, anzi fortissimi, che faranno la loro parte, altrimenti non avranno alcun titolo per chiedere ai cittadini ulteriori sacrifici.
lorenzo fassina
il costo della Corte costituzionale è semmai un costo riguardante la “giurisdizione”, non un costo della politica. A meno di non considerare la Corte costituzionale come un organo di “contropotere”, o addirittura – come dice Berlusconi – un covo di comunisti (quindi prettamente politico).
gmn
In un mondo ordinato i giudici costituzionali avrebbero già fatto una spending review da tempo di guerra o da catastrofe naturale
allineandosi alle migliori pratiche continentali
con questo viatico, sempre nel mondo ordinato, gli attacchi alla costituzione, alle istituzioni e alla democrazia sarebbero state carta straccia
e le riforme (non liberiste, non socialiste, non populiste) della responsabilità dei decisori e della verificabilità delle azioni avrebbero potuto (forse) partire invece, poiché nessuno vuole apparire fesso rinunciando a piccole o grandi rendite, il processo non si innesca a grandi responsabilità grandi onori
ma che le responsabilità siano effettive non solo onorarie.
Piero
La Merkel non impone politiche neo liberiste, impone solo politiche scorrette che favoriscono lo stato tedesco, ricordo a tutti che non vi può essere uno stato senza moneta oppure una moneta senza stato, sbaglio, lo stato dell’euro e la Germania, sono gli altri paesi che non hanno una moneta, la politica neoliberale permette anche la gestione della moneta, in Europa ciò non è permesso, una politica neoliberaleagli stati e’ permesso di investire, in Europa visto l’importo del debito a certi stati ciò non è permesso. La Merkel fa solo gli interessi della Germania, ma ciò in questo articolo non c’entra niente, ciò che è stato denunciato da Perotti e largamente condiviso sono i privilegi ingiustificati goduti dagli organi dello stato, non mi meraviglio, in Italia si deve intervenire subito sui costi della politica dal basso fino ad arrivare in alto, Letta qui ha fatto un grande flop, aveva promesso che se il parlamento non avesse fatto una legge sul ginanziamento dei partiti per ottobre vi avrebbe provveduto lui con decreto legge, nulla e stato fatto e nulla sarà fatto, sta giocando con il nome dell’imu ecc
lorenzo fassina
Condivido
causidico
Mi sfugge il signifato delle ultime tre righe, come entrano nell’argomento retributivo?
mauro
@ causidico, “…come entrano nell’argomento retributivo?” Io come Confucio cerco di provocare (stimolando dell’intelligenza sopita) per mettere in rilievo una situazione estrema che va dalla negazione di diritti basilari (essenziali), vitali *al tenere in vita* privilegi assurdi: resi insopportabili dalla contingente situazione, (in)tese a provocare situazioni di tensioni sociali estreme?
Enrico Motta
Vorrei aggiungere un’altra considerazione ai dati, di per sé già importanti, forniti dal Prof. Perotti. Si diventa giudici della CC al termine di lunghe carriere, da magistrato, avvocato, docente etc., in cui si maturano pensioni mediamente elevate, senza contare le liquidazioni e i risparmi accumulati durante gli anni. Non c’è quindi bisogno di garantire l’indipendenza ai giudici della CC mediante un trattamento di particolare favore. È un privilegio e basta. Ovviamente da sopprimere.
angelo
il punto centrale è quello che un kg di democrazia in Italia debba costare quanto costa in Europa. e’ chiaro che togliendo i benefits vari, pensioni d’oro, trattamenti economici esorbitanti, a cui occorre aggiungere anche il Presidente della Repubblica e il governatore della Banca d’Italia, non si rislva il problema della ripresa e/o del debito pubblico, ma non c’è dubbio che possano contribuire ad incrementare la credibilità delle istituzioni e ridare fiducia ai cittadini. Oggi questa fiducia non c’è nei partiti, nelle istituzioni e genera una fuga verso i “populismi”. Non dobbiamo aver timore a criticare costruttivamente anche le istituzioni che difendiamo con orgoglio, ma che non possono essere escluse a prscindere per timore che la critica produca effetti collaterali peggiori del male.
Marco
E’ bene precisare che chi di sotto sembra aver “difeso” l’istituzione, ha più che altro attaccato l’analisi dell’articolo e lo ha fatto giustificatamente: da una parte va fatto un plauso al Professore, che ha fatto stime sui costi spesso trascurati e sottolineato la generosità degli stipendi, dall’altra l’analisi sembra un po’ affrettata per attaccare la nostra Corte dai più ampi poteri e parlare del “più grande scandalo della pubblica amministrazione”.
Innanzitutto: che i giudici dispongano di un cellulare e di un computer, di tessera viacard e telepass, di rimborsi spese per le trasferte può apparire generoso ma è sostanzialmente giustificato dalla loro funzione (alcuni di questi benefici sono comuni a migliaia di dirgenti pubblici) . Eccessivo (ma nei costi irrisorio) il telefono di casa. Scandalosa, invece, la spesa per le auto blu, su questo si dovrebbe ulteriormente approfondire, visto che la stima è spaventosa.
Poi: la comparazione con le Corti Supreme anglosassoni ha poco senso visto il controllo di costituzionalità diffuso nei paesi di Common Law, vista la maggior necessità di specificazione del nostro testo costituzionale (più ampio e che non si ferma ad enuncianzioni di principi) e soprattutto considerato il ruolo di garanzia e controllo sui poteri e organi supremi dello Stato a cui è deputata. Sono innumerevoli i conflitti di attribuzione sollevati ogni anno, la Corte Italiana decide e ha deciso sull’ampiezza dei poteri di Parlamento, Governo e Presidente. Non dimentichiamoci, fra l’altro, anche la funzione di controllo sui referendum. Senza entrare nel merito delle decisioni, giuste o sbagliate che siano, la nostra Corte ha un lavoro più ampio delle corti citate. Proprio per i ruoli delicati di cui è investita è astrattamente giusta una lauta retribuzione: tra gli organi costituzionalmente necessari è quello che svolge la funzione di maggiore difficoltà tecnica e il cui accesso è maggiormento legato al merito (tutto questo in un’ottica relativa, considerato che gli altri organi supremi sono esclusivamente di nomina politica).
In sintesi, astrattamente parlando: ben vengano stipendi alti per figure che si trovano a svolgere una funzione che richiede grande competenza, responsabilità, indipendenza e che è di vertice dello Stato. Per qualcuno, questi poteri sono troppo ampi, ma questo è tutt’altro discorso.
Ora, in concreto: stipendi di media 500mila€ e pensioni per 200mila€ sono giustificabili? No, assolutamente. Come già visto e fatto notare da migliaia di articoli gli stipendi/indennità e le pensioni legate agli organi costituzionalmente necessari sono sempre troppo generosi, troppo per essere giustificati sulla base dell’indipendenza (notare bene: centinaia di migliaia di euro arrivano ogni anno a parlamentari di discutibilissima competenza e rappresentatività). Questo vale in buona parte anche per gli stipendi di tutti i giudici. In questo contesto, parlare di scandalo nascosto è un po’ eccessivo: come tutti già rimarcano da anni, in tutti i settori sopra citati le spese andrebbero riviste al ribasso. Ma, nello studiare i problemi e le soluzioni migliori, vanno sempre rimarcate tutte le osservazioni che ho cercato di esporre brevemente, per scongiurare il rischio di far crollare le nostre garanzie per una questione di denaro. La Corte Costituzionale per come è disegnata è inevitabilmente uno degli organi più costosi del nostro paese. Per citare scandali più grandi basta dare uno sguardo ai buchi di bilancio per centinaia di milioni di euro che interessano persino gli ospedali.
ago.manni
Non è lo stipendio più alto che rende onesti, per l’avidità non ci sono limiti. Le retribuzioni si computano dividendo il compenso per le ore lavorate. A meno che noi non vogliamo affermare la nostra specificità per giustificare compensi del triplo rispetto al presidente americano. Come dire: poiché io sono più bravo voglio paghe più elevate, che è una evidente sciocchezza, nonché un insulto ai cittadini contribuenti. Che i nostri burocrati siano molto peggio del resto del mondo è cosa ampiamente assodata e riconosciuta, per questo dovrebbero essere retribuiti neanche per la metà. Cosa ci fa Amato alla Corte costituzionale: l’ex cassiere di Craxi e il predatore dei c/c degli italiani? E’ stato opportuno cooptarlo in un organo così importante? Per questi motivi, e non per altre futili ipocrisie, le istituzioni perdono il loro prestigio, e i colpevoli sono proprio gli attuali rappresentanti delle istituzioni medesime.
Marco
Ho scritto che la retribuzione in sè non è giustificata e non mi sono pronunciato sulle persone che ricoprono la carica perché non credo sia il luogo, anche se non metto in dubbio che alcuni (se non molti) nomi che si sono visti siano piuttosto discutibili. Non dimentichiamo però che a basse retribuzioni solo chi è già di per sé ricco potrebbe diventare giudice costituzionale (o parlamentare o altro), con risultati non così migliori da giustificare il rischio. Poi, cambiando discorso, penso personalmente che non ci sia niente di male che l’istituzione alla quale dovrebbero partecipare i più insigni giuristi abbia alti compensi. Le menti migliori per avere il guadagno migliore dovrebbero per forza lavorare nel settore privato?
lorenzo fassina
condivido in pieno
EzioP1
I suoi commenti sono riconducibili al detto “mal comune mezzo gaudio”, nel senso che riconosce essere disonesti i compensi attribuiti ai giudici, ma siccome ci sono anche altri in condizioni di pari disonestà il tutto è giustificabile. E’ la logica del benessere per chi può e gli altri si arrangino; peccato che i compensi e i benefit che percepiscono siano quattrini dello stato che noi paghiamo con le nostre tasse. Per questo motivo è una situazione scorretta, disonesta e al limite della legalità se per questa si intende il corretto comportamento, non la banale e assurda applicazione dei regolamenti.
Marco
Credo di aver affermato qualcosa di diverso, se permette, visto che, come ho scritto nelle conclusioni, 500mila euro non sono “assolutamente” giustificabili e “andrebbero rivisti al ribasso” (se decidessi io, per inciso, li dimezzerei).
Poco sotto ho scritto soltanto che considerata la generosità con la quale si prevedono indennità e stipendi sia negli organi costituzionali che in quelli giudiziari (e la Corte Costituzionale è organo costituzionale che fa riferimento per i propri compensi alla Cassazione), non c’è da stupirsi che i giudici ricevano tanto e non credo si sia davanti al più grande scandalo della P.A. Purtroppo, ce n’è di ben più importanti.
Mi premeva sottolineare, anzi, che un attacco forte che tende a svilire una nostra istituzione di garanzia costituzionale come quello del Professore (che dice che “forse è il più grande scandalo” di cui “pochi hanno il coraggio di parlare”), non è a mio avviso giustificato visto il contesto dell’intero sistema e le disomogenee comparazioni presentate. Lo è ancora meno se si considera che tra tutti gli organi costituzionali è forse il più titolato a ricevere alte retribuzioni, per l’importanza e la delicatezza della funzione, per la competenza richiesta, per la necessità di indipendenza e chi più ne ha più ne metta. Tutti aspetti che in analisi del genere si perdono dietro alla fretta di gridare allo scandalo.
Enrico
Il più titolato a ricevere alte ritribuzioni…..scusi, ma piu alte del presidente degli StatiUniti? Hanno la stessa influenza ?(nel senso che la politica del presidente USA impatta una buona parte del globo, la loro anche?)
Non voglio fare polemica, malgrado la comunicazione scritta si presti ad essere interpretata “nel tono”, sono domande reali.
Marco
Non si preoccupi, vedo che il mio intervento è stato in parte frainteso. Ho scritto comunque che 500mila sono assolutamente ingiustificati e che li dimezzerei, questo poteva chiarire i suoi dubbi. Poi, quando dicevo “il più titolato tra gli organi costituzionali” (Corte Costituzionale, Parlamento, Governo) intendevo che forse i membri della corte sono i più titolati perché svolgono la funzione più complessa dal punto di vista tecnico e non sono nominati soltanto politicamente. E’ un concetto discutibile, ma comunque da intendersi relativamente al contesto italiano.
Giovanni
Al di là del caso specifico, vorrei contestare l’affermazione che sia necessario attribuire a chi ricopre certe posizioni stipendi e privilegi eccezionali per garantirne l’imparzialità. Se accettiamo che certe persone siano imparziali solo se pagate a questo fine allora c’è qualcosa di malato nella nostra concezione della responsabilità personale. Ricordo anche il caso di un ministro che aveva affermato di stare tranquilli, lui non avrebbe rubato perché già ricco di suo, e che poi venne travolto dagli scandali.
costanzacattaneo
Quali strumenti può darsi il popolo? Tutto ciò mi ricorda la reggia del re sole
Saro
Il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, il Prof. Gaetano Silvestri, ha dichiarato di essere felice per aver raggiunto questa alta carica. Egli andrà in pensione il prossimo mese di maggio o giugno e così lascerà presto l’alta carica ad un altro suo collega che felicemente potrà anche lui godere dei benefici della carica.
Cristiano
Possiamo per una volta parlare chiaro? I cittadini hanno perso ogni potere di indirizzo su come viene amministrata la cosa pubblica. E il livello di moralità dei vertici delle nostre Istituzioni è oramai inaccettabilmente sceso.
Il costo degli Organi Costituzionali è emblematico. In uno scenario di crisi devastante, la peggiore degli ultimi 70 anni, in cui decine di migliaia di aziende falliscono ogni anno, milioni di persone perdono il posto di lavoro, intere generazioni non riescono ad accedere al lavoro neanche sottopagato, e la vera povertà è sempre più diffusa, i rappresentanti delle nostre Istituzioni non sentono il dovere morale di rinunciare neanche ad una frazione dei loro assurdi privilegi pagati da (meglio: estorti a) cittadini e imprese ormai stremate. E questi signori si difendono come serpenti calpestati, sfoggiando arroganza ed aggressività, e lanciando solo generiche accuse di populismo. Oramai hanno perso il contatto con la realtà, sono organismi autoreferenziali!
In questo contesto, l’unica via di uscita penso sia una presa di posizione chiara e diretta delle categorie che pagano le tasse, ben coordinate tra loro. I passi dovrebbero essere i seguenti:
– le categorie sociali (sindacati di lavoratori, industriali, commercianti, artigiani, professionisti, ecc.) elaborano una piattaforma di moralizzazione radicale dei compensi diretti e indiretti degli Organi Costituzionali e del Costo della politica a tutti i livelli, incluso la revisione di vitalizi e pensioni con criteri contributivi; la piattaforma deve essere corredata di indicatori-obiettivo aggregati basati su confronti internazionali di spesa complessiva e pro-capite.
– i medesimi soggetti presentano la loro piattaforma al Governo e al Parlamento, definendo un periodo di tempo ragionevole (diciamo 6 mesi?) perché il tutto venga convertito in leggi e decreti attuativi;
– nel caso di inerzia legislativa degli organi preposti (analoga al caso del Porcellum, per intenderci), i medesimi soggetti si rifiutano in massa di versare tasse, ritenute e quant’altro, giusto per ricordare a chi devono rendere conto i rappresentanti delle Istituzioni (ovvero: ai Cittadini).
Una volta ottenuto questo primo risultato, servono modifiche costituzionali per eliminare ogni traccia di conflitto di interesse, come la Corte Costituzionale che decide sulle proprie pensioni, o i Parlamentari sui propri compensi. Occorre che il potere decisionale sui compensi diretti e indiretti di questi soggetti sia spostato su collegi di cittadini estratti a sorte, previa Istruttorie elaborate da esperti internazionali indipendenti.
Si accettano ovviamente di idee migliori, purché altrettanto efficaci della minaccia di sciopero fiscale.
Francesco Forti
Va anche detto che nella CC vige da oltre 20 anni un meccanismo per cui ogni anno (spesso anche meno) si elegge un presidente, cosi’ tutti a turno prendono il mezzo milione di stipendio, con tutti i benefici, anche pensionistici, del caso. Questo è l’elenco dei presidenti e potete vedere cosa comincia a succedere dopo il 1990: http://it.wikipedia.org/wiki/Presidenti_della_Corte_costituzionale_della_Repubblica_Italiana
Prima avevano la decenza di stare in carica anche due o tre anni (il record fu cinque) ma ora abbiamo presidenti anche per pochi mesi. Malgrado la Costituzione (Art. 135) affermi che il Presidente rimane in carica 36 mesi. Andare in pensione con la carica di “Presidente Emerito” comporta un ottimo trattamento pensionistico ma come si fa ad aggirare la
Costituzione che parla di 36 mesi? Per prima cosa va detto che la carica va a chi ha la piu’ lunga anzianità di servizio (come giudice) e quindi costui potrà suggellare la propria carriera concludendola con la carica di Presidente della Consulta. A questo punto il colpo di grazia. Si
danno le dimissioni da giudice (perché l’Art 135 recita “fermi in ogni caso i termini di scadenza dall’ufficio di giudice”) e quindi il Presidente decade e un altro lo sostituisce.
paolo mario citarella
E’ uno scaldalo, ma non ne deriva indignazione popolare anche perché abbiamo un sistema di informazione a sua volta scandaloso.
lorenzo fassina
Il più grande scandalo della Pubblica Amministrazione? Ma non scherziamo: c’è molto di peggio nella P.A.. A parte le considerazioni dell’Autore (giuridicamente senza fondamento) sulla giurisprudenza della Corte relativamente alle pensioni d’oro (si trattava di applicare l’art. 3 della Cost., ossia il principio di uguaglianza), ricordiamoci che la Corte costituzionale è rimasta una delle pochissime istituzioni che godono ancora di una certa credibilità. Affossiamo la politica, affossiamo la democrazia rappresentativa, ora affossiamo anche la Corte costituzionale…
huels
Ognuno ha la sua idea della credibilità della Corte Costituzionale. Se continuano a prendere troppi soldi pubblici al mese rispetto al cittadino comune, credo che quest’ultimo possa pensare male di questa istituzione. Quindi probabilmente dal punto di vista della reputazione forse un calo di stipendi sarebbe auspicabile.
carlo
Continua ad essere tragicamente illuso chi si attenda anche un minimo sussulto riformatorio (nell’accezione nobile del termine) in Italia. Luhmann sociologo tedesco contemporeaneo nella sua teoria sostiene un fatto che viviamo sulle nostre spalle quotidianamente, proposto in mille (sempre e comunque arroganti: questo è il trait d’union..) versioni: il sistema non rinnoverà mai se stesso. Il prof. Michele Ainis invocava – se non vado errato – una “rivoluzione dolce”; personalmente ritengo ci voglia ben di più, purtroppo! Con profondo triste ricordo di quanti per la democrazia nel nostro Paese hanno (forse inutilmente!) immolato la loro vita, diventa impossibile fare finta che l’Italia meriti la democrazia anche se essa è il regime che va per la maggiore in ambiti civili!
Luc Maurenzio
Avrei fatto la stessa obiezione di Marco (più sotto) riguardo alle riserve sui
confronti internazionali, proprio per la diversità dei rigimi di common
law e di civil law e le conseguenti differenze tra “sindacato (di legittimità delle leggi) diffuso” dei primi e
“sindacato accentrato” dei secondi, ma in pari tempo va detto che la specialità delle funzioni, con la creazione di organismi di controllo ad hoc, è una tipica degenerazione del nostro ordinamento e dei nostri assetti istituzionali, che produce una pletoricità di organi e un’alta burocrazia tecnogiuridica, spesso autoreferenziale. Mi spiego: negli Stati Uniti, come riportano tutti i testi di diritto costituzionale, dai tempi del Chief Justice Marshall e della controversia Madison vs. Marbury (cioè dal 1803), la Corte Suprema è titolare tanto di una “original jurisdiction”, tanto di una “appellate jurisdiction”, quanto di una “Judicial Review” sulle leggi e quindi assomma le funzioni svolte nel nostro ordinamento sia dalla Suprema Corte di Cassazione, sia dalla Corte Costituzionale. Ed è questo tipo di articolazione frammentata dei poteri che rende in generale la nostra amministrazione inefficiente ed estremamente costosa. Arduo sosotenere se i nostri giudici costituzionali siano gravati più dei loro omologhi di altri paesi avanzati in tema di responsabilità e delicatezza delle scelte da operare e, quindi, tali da rendere gistificabili compensi e retribuzioni in danaro e in natura delle entità segnalate nell’articolo del Prof. Perotti. Semmai, questo dimostra che abbiamo creato un sistema sin troppo complicato riguardo al meccanismo dei checks and balances, che dovrebbe assicurare il controllo democratico tra i poteri dello stato e che forse è il momento di apportare sostanziosi correttivi. E proprio riguardo all’autoreferenzialità di certi organi, vorrei ricordare la sentenza del 2012, a mio avviso scandalosa, con la quale la Consulta ha dichiarato illegittimi gli artt. del D.L. n.78/2010, con i quali veniva imposto un contributo di solidarietà del 5% sulle retribuzione dei dipendenti pubblici superiori a 90mila euro lordi, aumentato al 10% per retribuzioni lorde superiori a 150mila euro e che di fatto colpivano in prima battutta gli appartenenti all’ordinamento giudiziario (il ricorso, da cui proveniva l’ordinanza di rimessione alla Corte, era stato appunto proposto da un magistrato). Non intendo dilungarmi e tediare sulle motivazioni, di stampo tipicamente orwelliano (Animal’s Farm), visto che motivazioni e dispositivo della sentenza sono facilmente rinvenibili sul web tramite motori di ricerca. Ognuno, può trarre dalla lettura, se vuole, le dovute conseguenze su come si possano interpretare disinvoltamente i principi di uguaglianza formale e sostanziale dell’art. 3 Cost. Basti sapere che secondo alcune stime autorevoli, la decisione della Corte avrebbe determinato un aggravio per la finanza pubblica di circa 3,8 miliardi di euro (per verificare, chi ne ha voglia, può elaborare i dati della Ragioneria Generale dello Stato relativi al Conto del Pubblico Impiego)…forse oggi vivremmo con qualche angoscia in meno sul pagamento della seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale…
mauro
Molto prima del prof. Perotti (encomio solenne), Giordano Bruno Guerri,
(conduttore di “Italia mia benché”) già 15 anni fa (se non di più) mise sotto
torchio l’ex pres. Casavola facendolo arrossire in volto (rubicondo, segnato
dal lungo e duro “lavoro”:come lui ebbe a sottolineare nel voler giustificare
lo scandaloso stipendio di 30mln di £), in ginocchio gli chiedeva del perché
di tanti soldi… e per metterlo in difficoltà gli elencò tutte quelle spese
minute (che ci segnala Badiali) a carico dello stato cui ben ricordo – con
disgusto – il telefono di casa, l’olio per l’auto con l’autista anche dopo il
congedo e persino la pelle di daino che mi portò a spegnere il tel.
Da mesi sopravvivo col pc in modalità provvisoria – nel paese in cui la
provvisorietà (la precarietà) diventa “stabilità”…per decreto, per legge
o per patto! – e non potendo accedere ai doc.-Open office vado a braccio per
dire che, per effetto delle nomine imposte dall’età, c’è stato il caso di una
presidenza durata 4 mesi che ha scatenato una sequela di polemiche, per cui
il figlio di costui (“Carneade”?) risentito replicò con la solita “difesa
d’ufficio”. Ora che fare se i dorati con oltre 100mila euro di pensione si
rifiutano di lasciare un obolo…e quando lo si trattiene la Consulta glielo
restituisce!? La stessa Corte che con la sentenza n° 417, del 1996, tra
l’altro, precisava: “…salvo diritti e decorrenza acquisiti…Anche quando
sia iniziata l’erogazione previdenziale, il legislatore, nell’esercizio del
suo potere discrezionale, può, a salvaguardia dell’ equilibrio di bilancio
(pare che ci siamo, e resisteremo!), modificare la disciplina pensionistica
, fino al punto di ridurre il quantum del trattamento previsto”. Il lavoro?
“Scegli un lavoro che ti piace e nella vita non lavorerai neanche un giorno”
(Confucio). Ora nemmeno per quello che per caso si trovava, che capitava!
Ugo Pellegri
C’è anche la prassi secondo la quale la quasi totalità dei Presidenti sono nominati tra i giudici in scadenza di mandato. In questo modo “molto democratico” quasi tutti i giudici possono godere del titolo di Presidente e, ben s’intende, godere dei relativi privilegi.
Guido Sanfilippo
Ma vuol sostenere che se i giudici della Corte rinunziassero a qualche prebenda ne avrebbe grave nocumento la credibilità del consesso?
Franco Tegoni
Questo lavoro di pubblicizzazione comparata dei privilegi esistenti nelle istituzioni è di grande utilità, ma occorre completarlo indicando le fonti normative (quindi le responsabilità politiche) di tali privilegi per capire da dove iniziare ad esercitare pressioni per riportare nella decenza situazioni offensive, specialmente quando sappiamo con certezza che ci sono sempre più famiglie che incrementano il numero dei poveri. Questo al di là dell’esigenza di risanare la finanza pubblica la cui dimensione ci avvia alla catastrofe ed il cui risanamento comporta inevitabilmente sacrifici da applicare a chi ha la possibilità di reddito, mentre agli evasori occorre applicare pene carcerarie reali ed esproprio del mal guadagnato. Non contiamo però sull’autoriforma né tantomeno sull’inganno secondo cui con il web si può fare tutto.
Suggerisco al prof. Perotti di dedicare uno studio approfondito ad una istituzione costituzionale della cui utilità non si hanno prove: il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – CNEL una specie di camera delle corporazioni che fin qui ha prodotto il nulla. Attenzione però che si vanno a toccare interessi di grandi organizzazioni: Industriali, Commercianti, Agricoltori, Sindacati confederali, ecc.
ago.manni
Concordo perfettamente con tutto quanto da lei esposto. Mi sembra un’ottima piattaforma. Aggiungerei anche un bel numero di manifestazioni pubbliche dei cittadini, tanto per ricordare a questi signori che siamo in democrazia e le pressioni democratiche vanno ascoltate, molto seriamente.
Sandro
Che dire? La dicotomia tra la dura vita reale (quella dei cittadini) e la bella vita dei privilegiati di Stato è profonda ed insanabile ne si vede, all’orizzonte, volontà o possibilità di cambiamento. Per tornare ad un minimo di giustizia il futuro che ci aspetta sarà forche e bastoni?
michele ghio
Andando oltre il commento sullo specifico, cosa si dovrebbe fare è stabilire un compenso massimo per i dipendenti pubblici. Basterebbe guardare all’America, dove il dipendente pubblico più pagato, è il presidente Obama che percepisce € 220.000 anno. Da questo dato equipararsi. Ci sarebbe da modificare la costituzione? Referendum popolare e, si cambia. Difficile? Non direi proprio.
Toni45
La mia osservazione è forse più pedestre; ma provo a farla ugualmente. Potrebbe ‘star bene’ che a certe categorie (Giudici costituzionali, top manager, dirigenti, ecc.) si riconoscano stipendi elevati durante la loro carriera lavorativa. Specialmente se svolgono funzioni di assoluta importanza, prestigio e utilità per gli organismi e le aziende in cui esercitano/operano/lavorano. Ma se nel corso della loro vita lavorativa hanno percepito compensi notevoli (accumulando quindi disponibilità finanziarie consistenti) non si capisce perché debbano poi ricevere pensioni che, in proporzione, vanno al di là dei compensi percepiti durante la vita lavorativa (che per loro, spesso, termina oltre i 70 anni).
Quindi non sarebbe fuori luogo – credo – che le loro pensioni risultassero ridotte di almeno il 40-50% rispetto al loro ultimo stipendio. Che corrisponderebbe pur sempre ad importi di tutto rispetto; sicuramente di molto superiori a quelle di molti lavoratori “comuni” (operai e impiegati). Senza contare poi che con i compensi percepiti nel corso della vita lavorativa, molti dei privilegiati di cui si parla, hanno avuto la possibilità di stipulare polizze assicurativo/previdenziali private che permette loro di ottenere interessanti vitalizi integrativi.
Enrico
100% d’accordo
GAETANO TARSIA
L’articolo mi ha fatto venire in mente una poesia di Giosué Carducci “Meminisse horret”. Fatte le debite distinzioni politiche e storiche, la patria è ormai diventata una femmina indecorosa: “Su ‘l gran Campidoglio si scigne le gonne/ E nuda su l’urna di Scipio si dà”
carlo
Bravo professore! Mi chiedo solo come facciamo a tirare avanti…
luca
Alcuni post sembrano, almeno in parte, giustificare la differenza tra le retribuzioni dei giudici col riferimento ai diversi sistemi legislativi. A questi signori dico che è l’intero sistema che governa la nostra democrazia che costa enormemente di quello che la stessa democrazia costa ai cittadini degli altri paesi. Questo è inconcepibile, a meno che, e non mi sembra questo il caso, noi viviamo nel paradiso delle democrazie e non c’è ne siamo accorti. C’è una grande mucca o, come scritto su un post, una femmina indecorosa, dalla quale tutti attingono per i propri bisogni. Tutti hanno una leggitima giustificazione ed il loro capolavoro è stato proprio questo: creare un sistema autoreferenziale che giustifica se stesso. Vale per la pubblica amministrazione ma anche per tutte le caste che sono riuscite a ritagliarsi una casellina più o meno influente. Provate a parlare con un notaio e vi produrrà una bellissima rettorica su tutti i motivi per i quali la loro proffessione è, non solo indispensabile, ma necessariamente costosa. Alle vostre obiezioni sul perchè, in tanti paesi ciò che fanno loro è fatto anche da altri professionisti a costi inferiori, vi risponderanno che quello è un altro sistema, un altro codice.Questo sistema va avanti cosi da 60 anni ma ora il paese non è più in grado di sostenerlo. Difficilmente chi in posizione favorevole in questa stratificazione sociale accetterà riforme che possano metterne in discussione i privilegi acquisiti.
EzioP1
La prego voler notare che l’affermazione “Tutti aspetti che in
analisi del genere si perdono dietro alla fretta di gridare allo
scandalo” è una ‘interpretazione’. Il dato di fatto è l’eccesso
ingiustificato di compensi che questi signori ricevono e che l’altra
affermazione “…… se si considera che tra tutti gli organi
costituzionali è forse il più titolato a ricevere alte
retribuzioni, per l’importanza e la delicatezza della funzione, per
la competenza richiesta, per la necessità di indipendenza e chi più
ne ha più ne metta.” tende a giustificare parzialmente. Il fatto
poi che questi signori in piena e totale autonomia si definiscano i
loro compensi è semplicemente assurdo; ogni sistema che si rispetti
applica il modello del ”check and balance” che qui assolutamente
manca. E lo si potrebbe facilmente applicare confrontando i compensi
dei giudici italiani con quelli stranieri dove i ruoli e le
competenze, senza azzeccare garbugli inutili o peggio ancora difese
insostenibili, sono confrontabili.
Marco
Per il piacere della discussione, signor Ezio, le rispondo ancora.
1) ammetterà che il Professore non ha posto alcuna cura a possibili motivi che potrebbero giustificare compensi relativamente più alti degli altri [l’unico modo in cui sono stati relativizzati i dati è inserendo presunti omologhi stranieri, è sufficiente?], mentre ha avuto tanta fretta di gridare allo scandalo che nelle prime 100 parole il vocabolo “scandalo” è utilizzato tre volte, a partire dal titolo.
2) la prego di voler notare che “tende a giustificare parzialmente” è un’interpretazione. Tra l’altro forzatamente contraria a quanto espresso quando ho detto “in concreto 500mila euro non sono assolutamente giustificabili” nel mio primo post (cosa che ho ripetuto più volte nei commenti). Nel dubbio, quello poteva chiarire.
3) sulla rispettabilità di un impianto costituzionale di uno stato non so se la presenza o meno di “check and balance” sia un criterio sufficiente. comunque rivedere radicalmente l’assetto dei poteri provoca rottura della Costituzione e conseguente necessità di nuova Costituente; insomma, qualcosa di cui ora e con questi politici è difficile discutere
4) per farle notare la differenza che intercorre fra l’organo italiano e quello americano le porto un dato: non modificando il resto dell’ordinamento, se uguagliassimo le funzioni della nostra Corte a quella americana si troverebbe a pubblicare 25-30mila provvedimenti l’anno contro i 70-80/annui di quella americana. non sono esattamente omologhi
…
In conclusione credo che in molti abbiano l’impressione che io azzecchi garbugli solo perché, appunto, non grido allo scandalo. Onestamente, penso che sia ingiusto attaccare una fondamentale istituzione della nostra democrazia senza neanche cercare una eventuale (e forse insiufficiente) giustificazione: l’attacco deve considerare approfonditamente le caratteristiche dell’organo, le garanzie che rappresenta e paragoni adeguati alle altre corti. Solo in fondo ad una lunga disamina di questi particolari (e forse altri) mi permetterei di parlare di scandalo.
EzioP1
Ammetto che il piacere della discussione può portare lontano, ma devo evidenziare che una caratteristica del suo presentare i problemi è quella del dubbio. Ora il dubbio è chiaramente frutto di intelligente osservazione che spinge ad approfondire gli argomenti, ma qui si tratta di dire con chiarezza ciò che non funziona e ciò che deve essere risanato, che per brevità sono gli eccessivi compensi, gli eccessivi benefit, il sistema non controllato di auto-determinazione, il turnover dei massimi livelli per ottenere il massimo dei compensi per la pensione. Il confronto con gli altri paesi è fuori di ogni buon senso, onestà, correttezza e quant’altro, e direi semplicemente “indecente”. Da persone che ricoprono tale carica Istituzionale e funzionale ci si dovrebbe aspettare un passo “dignitoso” per il ritorno alla decenza.
Emanuele
Sono obiettivamente perplesso, perchè leggendo questi articoli non capisco se sono su lavoce.info oppure su qualche blog tipo quello di Beppe Grillo.
Vedere le Istituzioni pubbliche come un costo da minimizzare invece che un valore raggiunto faticosamente attraverso rivoluzioni e guerre (ma soprattutto facendo strampalati confronti con sistemi di governo completamente diversi) significa fare un favore a coloro che odiano lo Stato in quanto intralcio alle loro manie di grandezza.
Non riesco proprio a capacitarmi del perchè 20k€ al mese siano troppi per il pilastro fondamentale della democrazia, quando la stessa cifra la prende un qualunque direttore di un’azienducola di pentole del Nord Est.
Se i professori della Bocconi iniziassero a fare studi seri sull’inutilità dei mega stipendi alla casta (quella si, e neanche elettiva) degli amministratori delegati delle aziende private, forse recupererebbero quella credibilità che negli ultimi anni è stata in caduta libera.
huels
Di cosa dovresti capacitarti? Sono persone come noi con una vita lunga come la nostra. Non credo che i cittadini che hanno partecipato alle varie rivoluzioni e guerre lo abbiano fatto per mantenere uno stato di disuguaglianza sociale come quello attuale, in cui soldi pubblici vengono spesi in modo così sproporzionato per mantenere alcuni cittadini in modo principesco ed altri da pezzenti. Stiamo poi parlando di soldi pubblici e non di soldi privati, quindi l’esempio delle aziende non calza.
Enrico
Mi perdoni, ma sono completamente in disaccordo con ciò che scrive:
1) Un’azienda non mi obbliga a versargli dei soldi ogni mese, i soldi se li guadagna e ne fa, giustamente, quello che vuole (se s.p.a. in accordo con la volontà degli azionisti ovviamente).
2) Lo Stato deve rendere conto ai contribuenti di come spende i loro soldi
3) Il pilastro della democrazia non deve essere per forza super-retribuito, non è una legge naturale.
Mi permetta infine di aggiungere che quelle che lei definisce con disprezzo “azienducola di pentole” sono la spina dorsale del Paese (non sono del NordEst per intenderci) danno lavoro a migliaia di persone/famiglie ed i 20mila€/mese della C.C. arrivano anche da loro.
Dato che queste aziende stanno chiudendo e le persone restano senza lavoro, sarebbe auspicabile un allineamento della C.C allo stato reale del Paese.
Giorgio Cantadori
Guardi che non è che se uno espone dei dati, li argomenta, promuove una tesi, deve essere tacciato di portare avanti una linea politica. Semmai mette sul tavolo del dibattito politico un fatto. E da alla politica e all’opinione pubblica la possibilità di discutere. La voce.info è bella per questo, ma se lei signor, Emanuele pensa che chi espone dei dati e li discute sia un grillino, io dico ben vengano persone oneste e nuove nel mondo della nostra politica.
Carlo Nizzero
Consiglio la lettura della “memoria politica” di Fabrizio Barca, un sicuro
democratico, così non si rischierà più di confondere lavoce.info
con Beppe Grillo. Estraggo alcuni passi.
….L’aggravante peculiare della crisi italiana, con la prolungata assenza di buon governo, sta nel concorrere di una macchina dello Stato arcaica e autoreferenziale e di partiti Stato-centrici, ai quali hanno contribuito le regole del finanziamento pubblico e la deriva culturale del paese. Al deterioramento
di tutte le fasi del processo di costruzione dell’azione pubblica si sono così
accompagnati: il perseguimento crescente di beni particolari anziché del bene
pubblico; comportamenti abusivi di tale gravità da creare un solco profondo tra cittadini e “politici”; il blocco dei normali meccanismi di rinnovamento delle classi dirigenti, con lo scatenamento di insensati conflitti generazionali; una perdita di fiducia nei nostri stessi mezzi.
….
Il mancato buon governo, a livello nazionale e locale, può essere
ricondotto a due cause, connesse e sinergiche
a. Una macchina dello Stato arcaica e autoreferenziale, caratterizzata
da “primitivismo organizzativo, rudimentalità delle procedure, insufficienze del personale, scarso ricorso a tecnologie informatiche, arcaicità del disegno complessivo, suo anacronismo rispetto agli altri governi moderni”. La macchina dello Stato, la Pubblica Amministrazione, è in generale
attardata nel modello autoritario di governo della cosa pubblica; pretende, con arroganza cognitiva, di predefinire in modo completo le regole del gioco; è affetta da smania normativa; trascura sistematicamente l’attuazione, mancando di “ingegnerizzare” i processi realizzativi; pretende dai cittadini il rispetto delle scadenze mentre non le rispetta essa stessa; ignora la valutazione degli esiti; non facilita o rifiuta, a livello nazionale, il confronto aperto con le soluzioni alternative che vengono dalle esperienze territoriali.
La macchina dello Stato è dunque complessivamente estranea agli strumenti
della democrazia deliberativa, che si vanno affinando nel mondo contemporaneo.
A tenerla in queste condizioni sono la coazione a ripetere e l’intenzionalità di un’élite estrattiva, che deriva benefici (non necessariamente monetari) dalla conservazione dello stato attuale delle cose. Certo, esistono eccezioni, significative, che ben conosco; ma sono frenate, talora soffocate, dal resto
del corpaccione della macchina pubblica; sono percepite dai cittadini nei luoghi dove riescono a farsi sentire, ma sono sostanzialmente ignorate dai partiti. Insomma non fanno massa critica. Non sono sufficienti ad attivare il cambiamento.
b.
Partiti Stato-centrici che anziché trarre legittimazione e risorse finanziarie dai propri iscritti nel territorio le traggono dal rapporto con lo Stato, “attraverso
un generoso finanziamento pubblico, la colonizzazione dell’amministrazione, il patronage e il clientelismo”. Dove gruppi parlamentari e dirigenza centrale del partito sono largamente coincidenti.
Dove il vertice (il “leader”) si rivolge direttamente a iscritti o cittadini senza
cercare un confronto, se non formale o minimo, con i gruppi dirigenti locali.
Dove si sono rarefatte o mancano l’attitudine, la conoscenza e la capacità di
elaborare gli orientamenti e gli indirizzi generali delle politiche pubbliche; ovvero tale elaborazione viene ricercata in “associazioni” che singole componenti del gruppo dirigente costituiscono al di fuori del partito, ulteriormente impoverendolo. Dove, in nome di un comodo relativismo etico, risultano assenti meccanismi sistematici di prevenzione di comportamenti
abusivi, quando non arrivano a manifestarsi fenomeni di contiguità con la
criminalità. Dove l’enunciazione stanca di principi generali si accompagna a un diffuso giudizio cinico sulla natura umana – schiacciata sulla (pur rilevante, ma ben sappiamo non solitaria) dimensione egoistica – e sulla presunta “natura italica” che ci inchioderebbe al cattivo governo.
…..
Con partiti Stato-centrici associati a uno Stato arcaico, il perseguimento di beni particolari, anziché del bene pubblico, tende a diventare prevalente,
Marco
Iperboli a parte, parole sante.
armando
Chi stai difendendo?
Sandro
Ah ….dimentivavo di ricordare che l’art. 135 comma 1 della Costituzione afferma che «la Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati….omissis ”
Ora 492.000,00 € x 15 = 7.380.000,00 € …….per caso, gisuto per caso, qualcuno si ricorda quanto vale l’IMU e quante discussioni ci sono state ?
Ric
Per l’IMU ci sono tre zeri in più. No, non sono queste cifre che risanano il bilancio, ma non si possono accettare queste cose e poi chiedere sacrifici a tutti gli altri italiani.
Sandro
Lo so bene, ma forse non mi son spiegato e me ne scuso. E’ vero sono quindici privilegiati = 7.380.000,00 €, ma quanti ce ne sono come loro?
A quale cifra totale arriviamo? E i manager pubblici ? Conoscete le loro buone uscite? Ricordate Cimoli?
Enrico
Mi dispiace, ma sono in disaccordo. Senza voler alimentare polemica sterile le elenco i motivi.
1) Innanzitutto per l’affermazione da cui traspare disprezzo “azienducola di pentole”: i 20mila€/mese arrivano dalle tasse che pagano le azienducole ed i dipendenti che vi lavorano.
2) le aziende private guadagnano i propri soldi e li impiegano come ritengono meglio. Invece lo Stato *obbliga* a pagare per cui deve rendere conto di come vengono spesi i soldi dei contribuenti.
3) il confronto tra giudici della C.C. ed imprenditori del NordEst è più strampalato che quello con cariche simili di altri Paesi
Franscesco
Le azienducole del NordEst sono quelle che pagano gli stipendi di tutti gli statali.
Ric
Caro Emanuele, il suo discorso non ha proprio senso.
Le aziende private usano soldi privati, che si guadagnano e quindi possono legittimamente fare quello che vogliono con i loro soldi. Se un’azienda stra-paga i propri dipendenti sono affari suoi, al massimo fallirà.
I soldi dei contribuenti non dovrebbero invece essere sprecati, soprattutto dal pilastro della democrazia. E proprio per difendere la democrazia dobbiamo evitare gli sprechi. Altrimenti che credibilità ha una corte costituzionale che guadagna il doppio della Corte Suprema degli USA? Pensa davvero che siano meno importanti i giudici americani? Abbiano meno responsabilità? Tra l’altro gli USA sono anche mediamente più ricchi, quindi semmai ci si aspetterebbe che lì i giudici vengano pagati maggiormente, non il viceversa.
I problemi sono sempre “altri” per gli italiani. Mai che uno spreco venga preso di petto, no, bisogna sempre indicare altri problemi.
Emanuele
Certo, comprendo che molti di voi siano in disaccordo soprattutto perchè sull’argomento uso termini forti.
Tuttavia vorrei rimarcare che il titolo dell’articolo è “uno scandalo nascosto”, quindi non è affatto vero che si sta discutendo di cifre e fatti. Si parte da un’ideologia a priori (il pubblico è tutto spreco, casta e costo da tagliare) e poi si presentano cifre e dati che, a questo punto, non servono piu’ a niente perchè la tesi è già implicita nell’ipotesi, sarebbe la stessa anche se i giudici guadagnassero 2€ al mese. Sfido chiunque a dimostrarmi che l’articolo e la discussione non sono strutturati in questo modo: è questo il grillismo di cui mi lamento.
Sull’ “azienducola” mi scuso per il termine, sarebbe stato piu’ appropriato “aziendina” nel senso di PMI: spero che gli interessati capiscano che non volevo certo offenderli.
La mia critica è che il ragionamento “l’azienda privata fa quello che vuole con i suoi soldi” è molto pericoloso, perchè ha portato alla attuale situazione in cui i CEO (tutti imparentati tra di loro, o appartenenti alle stesse associazioni) hanno un livello retributivo completamente assurdo e scollegato dalle prestazioni, eppure non ho ancora visto studi seri sull’inefficenza per tutti che questa distorsione porta. Piu’ facile prendersela con i dirigenti statali, il cui lavoro è difficilmente misurabile ma assolutamente essenziale.
Grazie comunque a tutti per le opinioni.
Guglielmo Mattioli
Qui non si tratta di pubblici contro privati. Come fatto recentemente nella civilissima Svizzera, occorrerebbe un referendum per bloccare il massimo degli stipendi dei dirigenti a max. 12 volte la retribuzione di un dipendente “Normale”.
Non è una questione ideologica ma soltanto di giustizia sociale e di civiltà.
Ric
Intanto bisogna vedere se quel referendum passerà (i sondaggi per ora dicono risultato incerto).
Poi è ideologia, eccome se è ideologia.
Perchè 12? Non 11 o 13? O 100?
Con 1 a 12 probabilmente non potremo mai avere un giocatore di calcio professionale in serie A italiana. E chissenefrega, direte voi. Concordo, ma se parliamo di medici invece? Sicuramente molti prenderebbero la via dell’estero.
E se parliamo di bravi manager o imprenditori che creano lavoro per tutti? Inoltre meno stipendi=meno tasse. Con cosa finanziamo poi tutto il resto?
Roberto Perotti
Grazie del suggerimento. D’ accordo con Lei sull’ inutilita’ assoluta del CNEL. Anni fa qui su lavoce.info me ne ero gia’ occupato, e avevo proposto appunto di abolirlo, con beneficio di tutti.
Amerigo263
Siamo alle solite sara’ veramente dura scalfigere la casta come si fa’ acambiare se i controllori e i contollati sono a stessa cosa se la suonano e se la cantano fra di loro
Alessandro Pagliara
Diciamo la verità….siamo in un Paese dove i privileggiati non faranno mai passi indietro… perchè??? Perchè siamo italiani…punto…. E’ stato provato a ridurre le pensioni massimo con che risultato?? Nullo….. L’unico modo per ridurre gli stipendi a tutta questa gente è solo uno: ridurre il valore dei soldi….Alla fine torniamo sempre lì…svalutiamo del 30%!
nonsono unpanda
Buongiorno
Avrei una proposta richiesta per il professore: prese singolarmente le singole istituzioni societá categorie sono troppo piccole per fare massa di risparmio significativa. Ma si puó in qualche modo stimare l’ ammontare di TUTTE le retribuzioni globali diciamo al di sopra dei 150’000 euro di tutti i dipendenti / pensionati pubblici e collegati per capire quanto si risparmierebbe tagliando diciamo di 2/3?
Io ho lavorato in una societá privata in ambito compensi e so per certo che la remunerazione complessiva dei manager alti e altissimi che percentualmente saranno stati un 5% dell’ intero corpo dipendente, era confrontabile nella sua massa complessiva con quella del restante 95%. Ergo non dovrebbe essere vero che tagliando drasticamente tutte le retribuzioni elevate/issime non si risparmia abbastanza
Sarebbe bello avere dei dati numerici a sostegno di tale personale teoria
Grazie
Enrico
Grazie, in effetti avevo frainteso
Paolo Della Sala
Articolo meritorio, cui bisognerebbe aggiungere il fatto che alla Corte Costituzionale arrivò uno dei due giudici che avevano incriminato Enzo Tortora (un capolavoro degno della Costituzione, appunto). In sintesi, citerò Flaiano: “Di tutte le dominazioni subìte dall’Italia, la peggiore è quella degli italiani”.
Francesco
Altro argomento, che sommessamente saggerei a Roberto Perotti, è quello degli stipendi pubblici di quadri e dirigenti, paragonati a quelli di altri stati.
Sarebbe interessante conoscerne i risparmi possibili (soprattutto in sede ministeriale).
Grazie se sarà preso in considerazione.
http://www.corriere.it/economia/13_novembre_14/pubblica-amministrazione-dirigenti-record-l-ocse-pagati-quasi-triplo-piu-media-72aa039a-4d04-11e3-9a7d-4e5fc30b1355.shtml
ago.manni
Sì, ho letto anch’io i dati dell’OCSE e mettono nero su bianco uno scandalo che non è più giustificabile. Ora bisogna pensare ad azioni legali, su vasta scala, coinvolgendo anche organismi internazionali laddove possibile. Oltreché ad azioni politiche per quei parlamentari o funzionari pubblici onesti che vorranno farsene carico. Bisogna far scoppiare il bubbone e rendere informati i cittadini, anche se occorresse andare indietro nel tempo per 20 anni, come nel ’92.
Sergio Scuccuglia
sto pensando a quanto si aggiunge agli emolumenti che il neo giudice Amato,già percepiva da politico in modo vergognosamente elevato
Paolo
Complimenti! E’ ora che la politica (meglio, i politici) affrontino queste situazioni (così come per i funzionai ministeriali), senza la soggezione di chi ha bisogno di un occhio di riguardo per coprire le proprie incapacità.
Guglielmo Mattioli
Perché di questi “scandali” se ne parla così poco? Neppure trasmissioni come Servizio Pubblico, Ballarò,ecc. hanno mai dedicato una trasmissione ad hoc su questi sprechi.Forse perché qualcuno potrebbe chiedere un raffronto anche sugli stipendi dei giornalisti italici? Sarebbe interessante un raffronto a livello mondiale degli stipendi dei dirigenti pubblici e privati italiani, sia in assoluto che raffrontato al PIL ed al debito pubblico di ogni paese.
luca
Io credo che, in fin dei conti, anche a tanti giornalisti, perlomeno quelli meglio posizionati quali sono in rai, mediaset e nei grandi giornali, questo sistema non dispiaccia. Buoni stipendi ottime garanzie, vicinanza al potere (non solo politico). Non dimentichiamo che alcuni di questi hanno stipendi milionari.
roberto
La casta non si tocca. Credo che l’unica maniera per scoperchiare il marcio che la politica nasconde e fa finta di niente è una rivolta popolare.
Giuseppe
E poi pretendono sacrifici dagl’italiani quando sono i primi a sprecare. Come puo un padre dire ad un figlio che per un anno bisogna mangiare solo pane e cipolla mentre lui si ingozza di aragoste e caviale?
armando
Lo scontro è tra chi il sistema lo deve solo mantenere (economicamente) e tra quelli che nel sistema ci sguazzano. Chiunque sia in qualche modo favorevole a questi tipi di cose (trattamenti, privilegi, favoritismi ecc) é perchè è uno sguazzatore.
Vorrei ricordare che si sguazza nel fango, non nell’acqua pulita.
Sergio Castaldi
Questa sostanziale e deformante realtà è di fatto sancita dalla Costituzione, che ha bisogno urgente di essere “ritoccata”. Se la facoltà di emendare la stessa viene lasciata agli stessi che ne beneficano nella forma in cui vediamo ogni giorno mi sa tanto che non arriveremo mai da nessuna parte. Frase di Aung San Suu ki: “la parodia di democrazia è peggiore della tirannia”. Si riferiva al suo paese, ma si applica bene, purtroppo , anche al nostro
Luca
E già, come le sovvenzioni all’editoria, uno sperpero all’italiana.
Date un occhio qui.
http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2011/contributi_stampa_2011/co2.pdf
Sandro
E con quello che mi (ci) costa la Corte Costituzionale (sono un contribuente totale) non mi hanno neppure dato il permesso di adire alla stessa. Si, perché in Italia, solo in Italia, vige il principio del filtro del giudice a quo. E’ lui, da solo, che stabilisce se il dubbio di costituzionalità di una legge che ti viene applicata e che tu vuoi presentare alla Consulta, merita attenzione oppure no (deve passare un esame di non manifesta infondatezza). Dunque, si da la possibilità ad un solo giudice di giudicare, appunto, ciò che dovrebbe stabilire una commissione di ben 15 giudici altamente specializzati per le questioni che a loro vengono poste. A molti comuni cittadini sfugge che la Corte Costituzionale è formata da ben 15 giudici. Siamo sicuri di essere tutti cittadini facente parte della Comunità Europea? Un cittadino francese, ad esempio, non viene sottoposto a questo “preesame” ma può adire direttamente alla sua Consulta.
Meditate, gente, meditate
Sardinius
Gentile Prof. Perotti, alcuni giorni fa ho dedicato del tempo a formulare qualche ulteriore commento sul tema da lei egregiamente affrontato nel suo articolo. Ho notato che i miei ultimi due commenti non sono stati ritenuti da lei sufficientemente interessanti da essere inseriti nel thread. Potrebbe per cortesia essere cosi’ gentile da rimandarli al mio indirizzo email visto che li scrissi direttamente sul blog e non li salvai. Mi interesserebbe particolarmente il commento dove discuto il conflitto di attribuzione di poteri inerente il caso Abu Omar. La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilita’.
email: sardinius@live.com
Piero Atzori
Di questi tempi di drammatica crisi credo che se per i prossimi cinque anni si sospendesse la Consulta, mandando tutti a casa, il popolo potrebbe solo trarne un respiro di sollievo. Tale organo sembra proteggere solo il privilegio di casta, fatto passare negli anni per diritto acquisito. Siamo in una nuova era feudale.
Claudia Mollica
In tutta franchezza trovo più devastanti i danni economici che direttamente e indirettamente effettuano sulla società e quindi anche alle nostre tasche molte altre categorie prima dei giudici. I veri risparmi li effettuerei riducendo o abolendo del tutto i costi dei “manager fallimentari” istituzionali e non e li manderei a casa pure senza un centesimo, gentaglia che ha fatto a pezzi aziende mal amministrandole, mandando alla fame e indirettamente a volte al suicidio lavoratori che non sapevano come mantenere le loro famiglie. Gentaglia riconfermata anche dopo i fallimentari risultati, già uscita con liquidazioni e magari pensioni altro che d’oro, stratosferiche (perché noi usiamo così: premiamo e rieleggiamo volentieri i disonesti e i fallimentari in italia). Dunque da rivedere in primis i costi dei manager da strapazzo d’istituzioni sia pubbliche che “private con legami nel pubblico”. Altri risparmi li farei mandando tutti i governanti ed ex dell’ultimo ventennio a casa e senza un centesimo di pensione né a loro né ai giornalisti servi e collusi del potere che han bendato gli occhi agli italiani e negato loro la verità nell’informazione (che espatriassero pure loro per mangiare). Per ultimo rivedrei anche le pensioni e i costi dei giudici, sempre additati e diffamati da politici e giornalisti e che però finora sono stati i soli che han più pagato per la giustizia e la verità, insieme alle forze dell’ordine che tentavano di proteggerli.
Claudio ROSSI
Ci sono enti, come ben sostiene Roberto Perotti, che sono da sempre esentati da ogni critica, da
ogni ipotesi riformistica, da ogni spending review e la Consulta è certamente uno di questi. Invece la Corte andrebbe riformata e non soltanto per questi deprecabilissimi aspetti economici. In primis
occorrerebbe stabilire rigorose norme sulla incompatibilità. Ex membri del
governo ed ex parlamentari non dovrebbero farne parte. Amato, ad esempio, molto
probabilmente sarà chiamato a pronunciarsi su leggi che ha voluto, predisposto
ed approvato (come componente di diversi governi, come ex Presidente del
Consiglio, come parlamentare). Sergio Mattarella si è pronunciato sulla legge
elettorale che abrogato quella che porta il suo nome. Elementari ragioni di buon
senso esigerebbero che fossero fissate almeno queste incompatibilità. Poi si
dovrebbe fissare un limite di età. Non è possibile che un organo così
autorevole diventi una specie di gerontocomio. Amato, sempre lui, è stato
nominato a quasi 75 anni; età nella quale si è già in pensione in tutti i rami
della vita. Poiché lo attende un mandato novennale, uscirà dalla Corte ad 84
anni! C’è poi un altro aspetto. Nella Corte impera incontrastata una
monocultura forense: la sua composizione è magistrati+ magistrati+avvocati. Ma
la Corte non è un tribunale “normale” per il quale vale il principio
summum jus summa iniuria o il fiat iustitia pereat mundus. La corte, per sua
stessa giurisprudenza, assume come uno dei principi cardini della sua attività
quello di “ragionevolezza”. Essa cioè giudica sulla base di valori
giuridici universali e talora addirittura sulla base di valori metagiuridici
(caso della “ragionevolezza”). Questo implicherebbe che la sua
composizione si aprisse anche a componenti “laici” non strettamente
espressione della cultura giuridica. Sia pure con ruolo minoritario dovrebbero
perciò esserne chiamati a far parte personalità eminenti che, in analogia con
quanto previsto dall’art. 59, comma 2, della Costituzione, si siano distinte
nella vita per particolari meriti di natura scientifica, letteraria, artistica
e sociale. Infine occorrerebbe prevedere la rappresentanza
diretta del mondo delle autonomie, visto che una delle funzioni della Corte è
quella di dirimere i conflitti tra stato e regioni. E’ un po’ come se un
collegio arbitrale fosse designato solo da una delle controparti in contesa.
hy
Chi ha visto il Tg Rai nella lingua dei segni con sotto la banda scorrevole con il testo degli articoli per esteso ben leggibile ha cessato di cercare risposte.
Gerardo Rullo
Al sottoscritto, per pochi euro gonfiati ed altri affatto dovuti, falso verbale di pignoramento mobiliare, mai comunicato e tentato (complici: G.iudici, avvoccati, cancellieri, professionisti, creditori ed altri tutti) senza ordinanza di vendita, con delega e nomina al custode fermate clandestinamente in bianco, vane istanze di conversione, opposizioni agli atti, personali querele di falso e denunce-querele ben documentate (di cui nulla si sa, si deve e si dovrà sapere come e dove sono finite) sparito di tutto dal fascicolo d’ufficio, è stata svenduta all’asta la mia proprietà immobiliare per una cifra irrisoria, con beni mobili di valore rilevante, mai pignorati.
Bocciate tutte le domande e bastonato in sentenza, per vendetta, con spese infernali, fatte riscuotere e pagare, senza fatture, altre somme esorbitanti, più altre a carico d’altri, tutte con i.v.a. di cui non spetta un centesimo, vane e vanificate tutte le mie personali opposizioni e richieste di voler essere documentato, nessun avvocato, per assistermi in penale, sono riuscito a trovare, e, pacificamente e civilmente continuando aprotestare davanti a Cassazione, Montecitorio, piazze e Tribunali, continuano minacce di vario tipo, mentre tutti sanno e nessuno fa niente.
Grazie cari lettori da Gerardo Rullo.
Ninny
E’ vergognoso leggere questo quando un pensionato percepisce a stento 500 euro al mese. Gente che si ingozza di soldi non è in grado di giudicare nessuno.
luciano.salciccia
La prima cosa da fare è introdurre scaglioni di reddito via via più alti con aliquote sempre più alte. sarebbe diverso dal contributo di solidarietà e preleverebbe per redditi uguali la stessa cifra indipendentemente dall’origine del reddito.
bob
..in un Paese complesso, grande, importante come gli USA i cittadini hanno avuto il coraggio di eleggere Obama su cui nessuno avrebbe scommesso un dollaro. Non giudico se la sua elezione sia stata negativa o positiva ma un cambiamento è innegabile c’è stato. Un soldo di terra come il nostro Paese elegge Presidente Mattarella ( niente contro la persona) ma uno schiaffo sonoro alla modernizzazione di questo Paese a cui molti giovani speravano. Andatevi a leggere i dati dell’ emigrazione sia in termini quantitativi che qualitativi ( esportiamo giovani e cervelli e importiamo manovalanza e crimine a basso costo). E’ naturale che in un Paese del genere di stampo medioevale ci sia un Paese di mezzo che non risponde a nessuno ne sotto ne sopra
serlio
ecco come sono impiegati i nostri sudati euro che lo pseudo liberista mario monti ci ha estorto, operando un vero e proprio massacro fiscale, peraltro privo di risultati (il deficit continua imperterrito ad aumentare..). si tratta di una porzione minima dei nostri soldini, d’accordo, ma comunque non si concilia con l’attuale livello di estorsione fiscale.
pasquale
Domanda: La Costituzione italiana entrò in vigore nel lontano gennaio 1948, quanto venivano pagati allora i giudici della Corte Costituzionale?