Lavoce.info

Non morire di Tav

Sembra incredibile che il cocciuto rifiuto di una decisione politica legittima, ancorché sbagliata, possa spingere qualcuno ad agire come la mafia (bruciando i “mezzi di produzione” delle imprese), a mettere in pericolo la sicurezza dei lavoratori, costringendo alla mobilitazione di centinaia di agenti di polizia e addirittura a resuscitare le velleità “egemoniche” delle (nuove?) brigate rosse (basta una imbarazzata presa di distanza ex post?). Eppure è accaduto in Val di Susa, per la tormentata e tormentosa TAV.
Da tempo la cosa è sfuggita di mano agli oppositori valligiani e le argomentazioni razionali pro e contro l’opera sono state travolte da ogni genere di strumentalizzazione politica e dalla pratica della violenza.
Credo che la scelta di realizzare la TAV non sia, ancora oggi, supportata da una chiara prevalenza dei benefici sui costi secondo gli standard valutativi internazionali e l’ho scritto più volte. Credo – come del resto la Corte dei Conti Francese – che la TAV genererà seri problemi di bilancio sia all’Italia che alla Francia per i prossimi 30 anni e forse più. Ritengo che il silenzio dei grandi giornali nazionali sulle opinioni e le molteplici analisi razionali contrarie alla TAV (l’ultima è il frutto di un’analisi comparativa tra grandi opere condotta da una commissione ministeriale francese) sia l’ennesima cattiva prova della stampa italiana.
Ma se il governo italiano e, quindi, la maggioranza del Parlamento hanno deciso e più volte confermato la realizzazione dell’opera, credo che opporsi ancora a quella scelta, per di più con sabotaggi e azioni violente, sia anti-democratico. Rientra nella logica e nella prassi dei black bloc, che con la democrazia hanno poca familiarità. Non riesco a credere che un grande e sensibile scrittore come Erri De Luca dichiari – con un certo orgoglio – di aver partecipato a quei sabotaggi. Da questa bruttissima vicenda sarebbe bene che tutti imparassero: governi e politici a prendere decisioni supportate da serie valutazioni e più condivise (che fine ha fatto il débat public?) e gli oppositori a rispettare la democrazia, cercando magari di vincere le elezioni, senza mischiarsi coi violenti di professione.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Precedente

Un sostegno contro la povertà

Successivo

Franco Modigliani, dieci anni dopo *

26 commenti

  1. diserzione

    Trovo questo pezzo assolutamente non in linea con la serietà e l’attenzione ai fatti che vi contraddistingue abitualmente. La storia delle BR è una montatura ignobile, e ciò è stato ampiamente dimostrato: http://mazzetta.wordpress.com/2013/09/23/perche-la-lettera-delle-brigate-rosse-ai-notav-e-una-bufala/ Perché dunque continuare a dare credito a questa storia indecente, che dimostra solo quanto il movimento no tav stia subendo una campagna diffamatoria senza precedenti?
    Le accuse di “mafia” sono altrettanto ridicole, quando provengono da “imprenditori” che con la mafia vera ci hanno avuto a che fare spesso e volentieri. Il movimento, che è una lotta popolare, ha scelto durante pubbliche assemblee il ricorso al sabotaggio non violento, insieme ad altre pratiche non violente. Gli incendi poi non sono stati rivendicati, e qualcuno è stato anche disconosciuto http://www.notav.info/post/e-se-lincendio-al-capannone-te-lo-paga-lassicurazione/
    In un altro caso poi si è trattato del tentativo di incendio di una pala già incendiata due anni fa (e conservata in ditta, chissà perché) allora certamente non dai notav. Curioso, no?
    Quanto a Erri De Luca: ha rivendicato con orgoglio la partecipazione a blocchi autostradali, non a “incendi”. I blocchi sono sabotaggi non violenti, pratiche di lotta diffuse e agite da moltissimi movimenti.
    Come si può dunque parlare di “violenza” del movimento notav, quando la sproporzione della violenza in atto è così grande, quando da una parte non c’è violenza dimostrata o dimostrabile e dall’altra c’è la militarizzazione letterale (non metaforica) l’occupazione militare vera e propria, con l’esercito e i mezzi Lince richiamati dall’Afghanistan usati in funzione di ordine pubblico, con i soprusi quotidiani, le reti abusive, gli incendi ai presidi, i freni tagliati alle auto degli attivisti, Susa tappezzata con decine di manifesti come questo, la violenza fisica sulle persone (non sulle cose) con l’uso del gas CS, con i pestaggi?
    Il movimento è fatto dalle persone di un’intera valle e dai solidali che da più di vent’anni lottano per fermare l’ennesimo scempio all’italiana prima del solito “troppo tardi”. Ci sono state manifestazioni pacifiche oceaniche e ogni forma di iniziativa. C’è evidentemente un grosso supporto popolare alla lotta contro quest’opera. Un governo votato da un parlamento forse incostituzionale (non si sa ancora se il Porcellum rispetta la Costituzione, secondo molti giuristi no) non ha per diritto il potere assoluto. Le lotte sono legittime. La democrazia se è vera non passa solo attraverso le elezioni. Invece questo stato di cose dedito al legalismo e sempre più refrattario ai cambiamenti è sempre meno legittimo. Il movimento dovrebbe forse arrendersi alla maggiore potenza mediatica di chi li dipinge come terroristi, “professionisti della violenza”?
    Il movimento ha vinto. La Francia si è data tempo fino al 2030 solo per partire per gli espropri del futuro molto ipotetico cantiere, come voi stessi su questo sito avete recentemente raccontato. Un no rimandato, un contentino agli amici italiani che ancora non sono pronti ad ammettere che la linea del TAV Torino-Lione non si farà mai, perché non ci sono più i soldi, perché non sarà mai conveniente, perché non si può imporre con l’esercito un’opera di questo tipo a 60 mila persone. Il TAV non si farà, ciò che ora è in atto è la sistematica distruzione di un intero movimento, che deve essere schiacciato per rappresaglia, perché lo Stato (o meglio, i gruppi di potere e le lobbies che ormai con lo Stato si identificano) non possono “perdere la faccia” di fronte alla partecipazione politica attiva di massa dal basso, e perché sia di monito agli altri movimenti presenti e futuri.
    Spero che La Voce continui a essere fonte di inchieste e commenti seri e attenti alla realtà, ne abbiamo bisogno come non mai.

    • gmn

      il problema è la democrazia, come sostiene Boitani:
      non si può imporre un’opera a 60.000 persone,
      ma queste 60.000 persone possono imporre di non fare un’opera a, diciamo, qualche altro milione? Come regoliamo queste questioni? (E non mi si dica che chi abita lì ne sa di più, non è vero e le bufale su amianto e uranio sono lì a dimostrarlo).
      Come valutiamo inoltre questa resistenza alla ferrovia (che non è TAV) e l’acquiescenza verso il raddoppio del tunnel autostradale approvato come canna di sicurezza e in via di conversione amministrativa e senza valutazione di impatto ambientale in galleria di traffico? Perchè il medesimo governo anticostituzionale (e il movimento invece lo è? Qualcuno ha potuto votarlo?) che sostiene la ferrovia non trova opposizione su questa altra opera?
      E se un gruppo di tifosi del Torino avesse osteggiato la costruzione dello Juventus Stadium bloccando ogni tanto le linee tranviarie e dei bus che portano gli operai allo stabilimento di Mirafiori (quelli che ancora non sono in cassa integrazione) sarebbe stata una lotta legittima?

    • Andrea Boitani

      Pubblichiamo pezzi di analisi e pezzi, come questo, di opinione. Può non piacerle la mia, ma la sua mi sembra ancor meno attendibile.

  2. Jacopo

    Tre considerazioni:
    1)L’incendio dell’impresa non è stato rivendicato nè giustificato dal movimento no tav, inclusi i settori più duri, che hanno in generale suggerito che gli autori andrebbero ricercati altrove. Insomma, se è stato un atto di estremismo politico è stato fatto da estranei al movimento.
    2)Opporsi a una scelta in modo nonviolento è squisitamente democratico, e riunirsi in manifestazione è un diritto costituzionale. Faccio notare che bloccare una strada (o un’autostrada) con un corteo o un presidio non si qualifica in alcun modo come violenza, anche se in certe condizioni è illegale (questi sono i sabotaggi a cui si riferisce del luca, che mi risulti).
    3)La prevalenza delle aree “dure” nel movimento no tav è una diretta conseguenza del massiccio uso della violenza da parte dei gestori dell’ordine pubblico in val di susa, e di certi attacchi ricevuti dal movimento no tav in un determinato periodo (ricordo l’incendio di un presidio da parte di ignoti, con tanto di firma Si TAV, e vari danneggiamenti negli uffici della comunità montana). Naturalmente nessuno di questi episodi, altrettanto gravi a mio avviso dell’incendio alla ditta appaltatrice, ebbe un decimo dell’attenzione mediatica.

  3. Fabio Parodi

    A me invece sembra incredibile che i partiti politici continuino sulla linea pro-tav in modo così compatto. Non sarebbe difficile per PD PLD e Lega fare marcia indietro e spiegare ai propri elettori che le condizioni sono cambiate. Perché tanta ostinazione?

  4. Stefano

    Credo invece che sarebbe ora in Italia di smettere di accettare in silenzio la costruzione di cattedrali nel deserto: ospedali mai entrati in funzione, nuovi stazioni ferroviarie dove non sono mai arrivate le ferrovie, autostrade che si fermano nel nulla, stadi per il nuoto completati dopo i mondiali, ecc… Basta a questo spreco di risorse pubbliche quando oggi si taglia il welfare e si aumenta la pressione fiscale ai soliti noti. Tutti gli economisti sono concordi che la TAV è un opera inutile, in perdita (come tutte le linee tav nel mondo), dannosa anche per l’ambiente. Ci guadagneranno solo i soliti furbi del quartierino che possiedono i terreni dove passa la TAV che godranno di plusvalenze. Sarebbe ora che i pochi intellettuali liberi di questo Paese si facessero sentire perché stiamo andando incontro ad un fallimento colossale. Le proteste sono assolutamente giuste e comprensibili, solo la violenza non è accettabile perché concede alibi ai partiti per buttarla sulla sicurezza e mantenere fermi gli appalti alle solite imprese. La situazione economica nel nostro paese sta peggiorando ed ora di rendersene conto. Gli olandesi hanno tagliato da 85 a 37 gli F35, la Francia blocca la TAV, solo noi non blocchiamo nulla rinviando alle future generazioni, la Cassa Depositi e Prestiti non è la panacea di tutti i mali e prima e poi finisce….

  5. Luca

    Concordo al 100% con l’intervento del Prof. Boitani e osservo con profondo rammarico che della democrazia certe persone apprezzino solo i diritti e non anche i doveri.

  6. Guest

    Per provare ad affrontare la questione da un punto di vista diverso, non ideologico e – auspicabilmente – costruttivo, segnalo questo articolo sul tema:
    http://llht.org/2013/05/18/legalita-e-responsabilita/
    Grazie

  7. Luca

    Il problema del TAV in Val di Susa è iniziato tanti anni fa ma era una questione locale, e nessuno se ne interessava a livello nazionale.
    Molti sindaci contrari al TAV sono stati eletti nel corso degli anni e hanno manifestato insieme agli elettori ma era una questione locale, e nessuno se ne interessava a livello nazionale.
    Negli ultimi anni il M5S ha informato i cittadini sul TAV ma si trattava di una questione locale, e nessuno se ne interessava a livello nazionale.
    Ora che la protesta in Val di Susa inizia a degenerare, improvvisamente, la questione diventa di importanza nazionale. Tutti si indignano, giudicano, e parlano di rispetto per la democrazia.
    La violenza è sempre sbagliata, e non è forse un atto di violenza, o comunque di prepotenza, anche un voto in parlamento contro una popolazione che, da anni, prova in tutti i modi a sensibilizzarci sull’argomento?
    Il TAV è un’opera inutile e dannosa, e in nessun paese modernamente democratico una parte della popolazione può costringere un’altra a subire un’ingiustizia del genere.

  8. carmen

    Quanta democrazia c’è nelle decisioni assunte dal governo e dal parlamento anche se rispettose delle forme? Solo ipocrisia: ogni altro commento è superfluo.

  9. GianLuigi Miglio

    “gli accostamenti tra i No Tav e le Brigate rosse azzardati recentemente da politici e media non avrebbero senso” preso da corriere.it forse qualcuno ha perso il senso della misura nel cercare di buttare escrementi sul movimento notav. O forse è comodo così

  10. Zulda

    Faccio mie le parole di una grande personalità del passato: “Quando un governo non fa ciò che il popolo vuole, va cacciato anche con mazze e pietre.”
    La scelta di fare la TAV è una scelta imposta dall’alto in tempi in cui le crescita economica sembrava inarrestabile e la necessità di questa opera primaria.
    Mai previsione fu più errata. La crescita langue, le infrastrutture esistenti bastano e avanzano e sono emerse nuove priorità. Infatti il Portogallo e l’Ucraina sono stati estromessi dalla tratta perchè non hanno risorse per costruire.
    La TAV non è solo un buco a Chiomonte. La TAV passa per Torino, Milano, Venezia e Trieste. Serve davvero?
    La TAV è pensata per il trasporto di merci e non di persone al contrario delle TAV realizzate finora sparse per il mondo comprese quelle francesi.
    La TAV non serve perchè non si costruisce un’opera laddove manca, il traforo del Frejus copre questo lavoro più che bene.

  11. ndr60

    Gentilissimo autore, gli attuali partiti al potere sono tutto fuorchè un modello di democrazia partecipativa. E la decisione di militarizzare il cantiere non è che il logico risultato di questa decisione “democratica”.

  12. gmn

    A torino non se ne è avuta traccia di quello che dice la seconda canna era oggettivamente necessaria per la sicurezza, cosa diversa è cambiarne la funzione
    In ogni caso non una bandiera, non un dibattito, non un corteo, non un sabotaggio, non una disobbedienza civile, non un antagonista dalle parti del tunnel autostradale
    L’autostrada è un simbolo che non tira

    • GianLuigi Miglio

      Per gli antagonisti chiedilo a loro.
      Per i sabotaggi io sono profondamente in disaccordo.
      Per le bandiere ci sono state, le manifestazioni pure, ma Bardonecchia è Alta Valle da sempre favorevole al Tav e primo comune al nord commissariato per mafia.
      Tuttavia se a Torino non avete avuto notizie della seconda canna, della favola per la sicurezza e della giravolta successiva dovresti chiederti come mai.

  13. silvio pancheri

    Torniamo con i piedi per terra, caro Boitani.
    Quali politici hanno mai scelto le infrastrutture necessarie per il futuro del Paese sapendone il costo? Rispondo io: nessuno.
    E quanti politici una volta maturati i progetti delle grandi opere e visti crescere di molto i costi rispetto alle stime iniziali hanno mai detto “no a questi costi il mio Paese oggi non ci può più stare, va cambiato il progetto o la strategia, fatemi delle nuove proposte”. Rispondo io: nessuno.
    Crede che lo sappiano i politici che non c’è modo di rientrare delle spese di investimento ferroviarie nemmeno quando le linee dovessero essere piene zeppe di treni passeggeri o merci? No, in genere nemmeno se lo domandano; c’è chi crede che coi biglietti del treno paghi anche gli investimenti.
    Con l’economia in affanno, è compito Suo e di chi si occupa di valutazione degli investimenti pubblici far capire ai politici che sono fermi alle decisioni di investimento illimitato prese avventatamente molti anni fa che oggi a ogni scelta del “fare” devono necessariamente corrispondere almeno due scelte di “rinunciare a fare”. Sempre che si voglia frenare il debito, sempre che i politici siano lungimiranti.

    • stefano

      Concordo pienamente.
      Se ci troviamo in queste situazioni non è solo colpa della politica ma anche di economisti che si sono venduti ai partiti di turno per qualche cattedra universitaria o qualche posto al ministero, pronti a supportare scelte scellerate per il Paese per il loro tornaconto personale, coprendo con pompose perizie di futura redditività mega opere la cui improduttività era intuibile sin dall’inizio.
      Dopo tutto c’è una ragione per cui abbiamo i professori universitari meno produttivi a livello di pubblicazioni tecniche in Europa

    • piertoussaint

      Ottimo, a questo Silvio mi associo! Ma solo a questo! Se posso integrare il discorso di Boitani, sul “nodo della violenza” in Val di Susa mi è capitato di realizzare questo approfondimento: http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/tav-il-nodo-della-violenza-in-val-di-susa-scioglierlo-e-possibile/

    • Andrea Boitani

      Caro Pancheri, mi lasci almeno fare delle “prediche inutili”

  14. Emilio Rossum

    Erri De Luca: “un grande e sensibile scrittore”? Di fronte a dichiarazioni sconcertanti e stravolgenti nell’ambito della condivisione politica della società, definirlo “grande” ha la stessa valenza con cui il PCI definiva “compagni che sbagliano” i brigatisti che a colpi di omicidi, rapine e rapimenti volevano (e forse ancora vogliono) sovvertire l’ordinamento repubblicano.

  15. salvo

    E’ possibile che i sostenitori della Tav non abbiamo tante frecce al proprio arco. Intendo solidi argomenti a favore dell’opera. Però, le reazioni dei No Tav, oltre che interessare il nostro Codice Penale, appaiono, a lavori ormai cominciati, quantomeno, sconnesse dalla Realtà. Realtà che non piace, d’accordo. Ma è la Realtà: altrimenti si chiamerebbe Chimera.

  16. piertoussaint

    Credo sia corretto porre all’attenzione di Boitani, come ho avuto cura di fare per altri lettori, questo approfondimento sul tema da lui sollevato: http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/tav-il-nodo-della-violenza-in-val-di-susa-scioglierlo-e-possibile/

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén