Nel valutare l’azione del Governo Monti si può usare un criterio assoluto oppure uno in cui si compensa la valutazione per i tempi imposti alle decisioni. E gli esiti sono diversi. Tre risultati e un vantaggio prezioso che non è stato sfruttato.
Nel valutare una regata e decidere il vincitore, si può semplicemente vedere chi è arrivato per primo oppure si possono correggere i tempi di regata per le caratteristiche della barca – ovvero si usano tempi compensati. Il primo è un criterio assoluto, il secondo relativizza la valutazione tenendo conto del contesto (le caratteristiche del vascello). Analogamente, nel valutare l’azione del Governo Monti si può usare un criterio assoluto oppure uno in cui si compensa la valutazione per i tempi imposti alle decisioni. L’esito è diverso se si usa l’uno o l’altro.
CHE COSA È STATO FATTO
In termini assoluti il governo a mio avviso porta a casa tre risultati importanti.
Ha contribuito in modo sostanziale a fermare una crisi di fiducia sul debito del paese e sulla moneta unica i cui effetti avrebbero potuto essere disastrosi. La difficoltà sta nell’assegnare il quantum del contributo e il valore del risultato. Il primo è difficile perché vi hanno concorso anche gli altri governi europei e la Bce; il secondo perché richiederebbe una stima del “cosa sarebbe accaduto se…” e nessuno è in grado di fornirne una sensata sebbene tutti pensino che si tratti di un numero grosso, più grosso per intenderci del pur rimarchevole calo del Pil del 2,5 per cento nell’anno in corso.
Ha provato a iniettare dosi di liberalizzazione in settori a elevato tasso di corporativismo, riuscendovi solo in parte. Tra gli interventi di questo tipo metto anche la norma contenuta nel decreto “salva italia” sul divieto di cumulo di incarichi. uno dei principali limiti del paese riguarda la qualità della governance di imprese e intermediari finanziari e qualunque contributo in questa direzione è solo benvenuto. sarebbe stato utile cercare di reintrodurre il falso in bilancio all’interno del decreto anticorruzione – forse una delle poche norme di cui si sente la mancanza e che, al contrario di tante che esistono sulla carta, è verificabile e perseguibile.
Ha bloccato un processo disordinato di smembramento dello Stato unitario colorito di ideologia che minacciava di distruggere quel tanto di senso di identità nazionale ed europea che ancora ci lega. La creazione del ministero per la Coesione territoriale ha, a mio avviso, questo significato. È un risultato intangibile e quindi ancora più difficile da valutare del primo, ma importante.
COSA SI POTEVA FARE
Compensando per i tempi a disposizione, il successo del Governo forse appare ancora più ragguardevole. Ma la fretta e l’urgenza imposta dalle circostanze, se da un lato può essere usata a discolpa di alcuni errori commessi, dall’altra può essere un alleato prezioso per imporre a un Parlamento scadente e riottoso ciò che altrimenti non approverebbe mai. Questo vantaggio non si è avuto il coraggio e la capacità di sfruttarlo pienamente.
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