é sempre difficile far approvare un bilancio quando l’economia ha l’encefalogramma piatto. Non stentiamo perciò a credere al Ministro Tremonti quando lamenta che cè stato un po di nervosismo di troppo nell’iter di questa Legge Finanziaria…..
E’ sempre difficile far approvare un bilancio quando l’economia ha l’encefalogramma piatto. Non stentiamo perciò a credere al Ministro Tremonti quando lamenta che “c’è stato un po’ di nervosismo di troppo” nell’iter di questa Legge Finanziaria. Ma non è solo colpa della congiuntura. Basata su di una scommessa azzardata, la manovra sconta oggi i suoi effetti di annuncio. Si intendeva finanziare con una serie di misure una-tantum, tra cui sanatorie fiscali per 8 miliardi di euro, la prima parte della riforma fiscale, contando sugli effetti espansivi degli sgravi per recuperare gettito nel 2003. Ma il condono è stato anticipato dai contribuenti: la raffica di sanatorie fiscali aggiunta all’ultimo momento dovrà porre rimedio al calo del gettito generato dalle aspettative di lassismo fiscale. E anche molte amministrazioni decentrate hanno anticipato piani di spesa pur di sfuggire ai tagli contemplati dalla Finanziaria. Dunque la Finanziaria comporterà meno tasse ieri per chi ha creduto nel condono, e, probabilmente, più tasse domani per tutti gli altri. Anche per questo gli sgravi IRPEF ben difficilmente serviranno a rilanciare l’economia.
Cronaca di un condono annunciato
Il pacchetto di emendamenti presentato al Senato sono 50 pagine fitte fitte di sanatorie fiscali, fra cui spicca il condono tombale delle imposte dirette e indirette per il periodo 1997/2001. Benché oggi il Governo addossi la responsabilità di queste scelte al Parlamento, il progressivo allargamento delle maglie delle sanatorie era implicito nel testo licenziato a fine settembre da Palazzo Chigi: il concordato di massa, ivi contemplato, non poteva raccogliere gli 8 miliardi preventivati (si veda MARCHESE). Il problema è che lo hanno capito anche i molti contribuenti che hanno scommesso sul condono. I dati dell’autotassazione di novembre confermano un calo del 2,5% del gettito per autonomi e imprese, le categorie maggiormente a rischio di evasione. Colpa del ciclo? Il PIL nominale quest’anno dovrebbe crescere del 2,6% e il gettito, in periodi di ripresa dell’inflazione, aumenta un po’ di più del PIL nominale, dunque avrebbe dovuto crescere qualcosa di più del 2,6%. Pur contando una serie di operazioni contabili(1) si è dunque avuta una forte riduzione del gettito alla luce dell’andamento ciclico (senza contare il fatto che si è interrotto il processo di recupero di base imponibile che era in corso da diversi anni).
I tagli indiscriminati. Realistici? Duraturi?
Il condono finirà allora per finanziare in larga parte sé stesso, vale a dire l’evasione sollecitata dalle (poi rivelatesi fondate) aspettative di lassismo fiscale. Anche per questo in Finanziaria non saranno possibili misure di compensazione per le amministrazioni centrali e periferiche che si sono viste decurtare indiscriminatamente il loro portafoglio dal decreto taglia-spese. Vengono così confermati i tagli del 15% delle spese non obbligatorie per i Ministeri e delle spese di funzionamento per gli altri enti. Comporteranno riduzioni effettive e durature di spesa? Quattro le ragioni per dubitarne.
Primo, nel 2001 solo circa il 90% degli stanziamenti impegnati sono stati poi effettivamente spesi, contro una percentuale dell’85% negli anni precedenti. Dunque si tratta di un vincolo che morde solo in parte e solo per alcune amministrazioni.
Secondo, i tagli sugli acquisti di beni e servizi vengono spesso reintegrati nel bilancio di assestamento: si tratta, dunque, di un rinvio di spese, più che di un aggiustamento strutturale.
Terzo, i tagli alle spese delle amministrazioni decentrate appaiono nominali, data l’impossibilità di metterli in atto. Come commentare, ad esempio, un taglio del 15% degli stanziamenti per le ASL che hanno in passato sistematicamente sforato gli stanziamenti loro assegnati, creando anno dopo anno disavanzi sommersi?
Quarto, sembrerebbe che molte amministrazioni pubbliche (tra cui le università che hanno immesso massicciamente nuovi docenti nelle ultime settimane) abbiano proceduto ad anticipare i propri piani di spesa e di assunzioni, pur di non essere colpite dai tagli e dai nuovi vincoli. Un altro “effetto annuncio” sottovalutato dal Governo.
Ma comunque distorsivi
Se i tagli saranno solo transitori, non per questo non avranno effetti di lunga durata. Potenzialmente molto negativi i 100 milioni in meno previsti per la gestione della nuova legge sull’immigrazione (a parere di molti già ampiamente sottofinanziata, dati i rilevanti oneri burocratici che pone in essere). Dovremo aspettare almeno un altro anno per le timide riforme del mercato del lavoro: vengono, infatti, più che dimezzati gli stanziamenti per la riforma degli ammortizzatori sociali (dai 700 milioni della prima lettura ai 300 milioni del testo al voto in Senato), che apparivano comunque già insufficienti per rispettare gli impegni presi nel Patto per l’Italia (si veda Riforma degli ammortizzatori sociali: non può costare così poco!). Le risorse disponibili per questa miniriforma sono state prosciugate dagli LSU della scuola (297 milioni), dagli LSU dei Comuni (80 milioni) e dalla crisi FIAT (110 milioni). Dunque si sancisce, una volta di più la strada degli stanziamenti ad hoc, per categorie specifiche, anziché quella di offrire protezioni contro il rischio di disoccupazione uguali per tutti. Solo per fare alcuni esempi.
Serviranno gli sgravi IRPEF a rilanciare l’economia?
In questo scenario le riduzioni delle aliquote IRPEF per i redditi medio-bassi ben difficilmente potranno esercitare effetti espansivi. Quando le riduzioni delle imposte vengono finanziate con riduzioni transitorie delle spese e maggiore indebitamento esercitano effetti trascurabili sui consumi: le famiglie accantonano queste somme preparandosi a prelievi futuri, anziché destinare gli sgravi a consumi aggiuntivi. Il programma di consistenti sgravi fiscali varato nel luglio 2001 dall’amministrazione USA (fino a 600 dollari in più per famiglia per un costo complessivo di circa mezzo punto del PIL USA) sembra aver avuto effetti trascurabili sui consumi (cfr. Slemrod e Shapiro NBER, Working Paper n.9308, www.nber.org). E gli sgravi previsti da questa Finanziaria sono assai più contenuti di quelli varati dall’amministrazione Bush. Rischiano, inoltre, di venire vanificati da aumenti di imposte o costi di servizi locali (si vedano BALDINI-BOSI). Nell’incertezza sull’entità effettiva degli sgravi, probabile che molte famiglie decidano di accantonare queste risorse, anziché spenderle.
Coincidenze pericolose
I condoni servono solo quando sanciscono rotture nette col passato. Ma le sanatorie contemplate in questa manovra sono reattive, una risposta ex-post al calo del gettito: lo dimostra il processo che ha condotto all’approvazione dei condoni in Finanziaria; lo dimostrano anche i tempi assai ristretti imposti da molte “regolarizzazioni”, già decise in corso d’anno (16 marzo 2003, alla vigilia della prima trimestrale di cassa), a costo di intasare le amministrazioni che dovranno gestirle. Inoltre, è obiettivamente difficile credere a chi, fino a due giorni fa, negava di voler attuare un condono tombale, avendo nel cassetto una raffica di sanatorie preparate fin nei minimi dettagli. Tutto questo non può che generare tra i cittadini l’aspettativa che i condoni si ripeteranno in caso di un nuovo peggioramento dei conti pubblici. Infine le sanatorie esautorano completamente l’amministrazione fiscale, ridimensionandone fortemente l’autorità di fronte ai contribuenti e dunque spianando la strada a nuovi comportamenti evasivi. Giovedì 19, il giorno in cui il Senato concluderà l’approvazione della Finanziaria, sentiremo molte voci descrivere il condono tombale come l’ultimo della serie. Quello stesso giorno l’Aula dovrà anche discutere dei provvedimenti a “tutela della bufala mediterranea”. Coincidenze pericolose .
(1) I redditi da collaborazioni coordinate e continuative non partecipano più all’autoliquidazione, in quanto soggetti a ritenute d’acconto; d’altro canto, in vista del DL 209 vi sono state anticipazioni finanziarie per un valore complessivo di circa 600 ml che verranno restituite nel 2003.
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