Se la politica di approfondimento dell’integrazione europea è morta, si può comunque puntare alla costruzione di un mercato interno veramente funzionante, dove le quattro libertà di circolazione trovano la loro realizzazione completa. Si tratta di una seconda fase di integrazione, che va oltre quella commerciale, e coinvolge servizi, governance, basi imponibili, diritti e obbligazioni. Per questo spaventa gli Stati membri nei quali è più forte la tradizione del controllo. E quei settori delle imprese che temono il confronto.
LEsagono sembra al limite dellisteria. Lestate scorsa, nonostante fosse in corso una campagna di acquisizioni in tutta Europa in cui la Francia occupava la prima posizione (e, si noti, lItalia la terza, dietro gli Usa, ma davanti al Regno Unito), lintero paese insorse come un sol uomo, destra, sinistra, Governo, opposizione, allidea, poi risultata una bufala, che PepsiCo stesse tentando di comprare Danone.
A questo episodio ha poi fatto seguito la legge, approvata dal Parlamento francese in una data troppo particolare per non essere sospetta, il 31.12.2005, con la quale è istituita la richiesta di autorizzazione preventiva del Governo francese per acquisizioni da parte di imprese non francesi in undici settori industriali, più o meno connessi alla sicurezza.
Operazioni cross brorder di fusione e acquisizione in Europa 1 gennaio-15 agosto 2005
Paese della società che acquisisce | valore delloperazione in miliardi di dollari | numero delle operazioni |
Francia | 59.5 | 146 |
Stati Uniti | 55.6 | 398 |
Italia | 27.9 | 76 |
Gran Bretagna | 19.8 | 272 |
Spagna | 18.0 | 53 |
Svezia | 15.7 | 136 |
Svizzera | 11.7 | 70 |
Germania | 7.4 | 164 |
Danimarca | 6.6 | 91 |
Arabia saudita | 6.6 | 2 |
Totale | 286.6 | 2251 |
Fonte: La tabella è ripresa da “The Economist” nazionale. (1)
Anche le case da gioco sono strategiche
La chicca contenuta in questo provvedimento è che, scorrendo la lista dei settori, si trovano le case da gioco, inclusione giustificata dal fatto che spesso sono utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco. Ma se si va a guardare il bilancio di Danone, si scopre che la società controlla, tra laltro, anche Evian sa, la quale, oltre a produrre acque minerali e gestire terme, possiede anche una nota casa da gioco, appunto ad Evian. La sofisticata eleganza formale di Bercy ha così chiuso il cerchio intorno allimpresa simbolo dellalimentare francese. Il fatto che anche Accor possegga un casino fa sicuramente gioco.
Questa norma ha immediatamente attirato lattenzione della Commissione europea, e il Commissario McCreevy ha aperto una inchiesta, oltre a scrivere, nello stile vibrante che è caratteristico del personaggio, una lettera di messa in mora politica del Governo francese.
Nei giorni scorsi, al Senato francese è stato sottoposto un emendamento governativo alla legge Opa in discussione, che la stampa ha soprannominato Bons Breton dal nome del ministro dellEconomia. La norma prevede per società sotto minaccia di acquisizione la possibilità di un aumento di capitale straordinario riservato agli azionisti in modo equiproporzionale e sottoposto ad alcune condizioni. Questo emendamento sembra essere la diretta conseguenza di un articolo di Le Monde dellinizio di febbraio nel quale si mostrava, dati alla mano, come la maggioranza della imprese del Cac-40 fosse potenzialmente soggetta a Opa ostile. Le notizie finanziarie di questi ultimi giorni sulle grandi società francesi confermano salute, e quindi potenziale appetibilità: nel 2005 i profitti delle imprese del Cac-40 sono saliti del 30 per cento rispetto al
Il terzo anello di questa ghirlanda di protezione è un progetto di legge, finora solo annunciato, dei ministri Thierry Breton, Economia, e Gérard Larcher, Occupazione, sulla possibilità della distribuzione di azioni gratuite ai dipendenti. Loperazione può naturalmente corrispondere a una serie di obiettivi di politica sindacale, ma ha sicuramente leffetto collaterale non trascurabile di creare un nocciolo duro di azionisti fedeli.
Quanto allopinione pubblica, mentre i casseurs affrontano nelle strade i progetti tiepidamente riformatori del mercato del lavoro di Dominique de Villepin, in modo relativamente coerente ben il 69 per cento degli interrogati in un sondaggio Tsn Safres approva quello che interpreta come un preciso intervento di Thierry Breton nel caso Suez-Gdf.
Quale effetto sullo spirito europeo
La prima risposta che sarei tentato di dare è che chi è a terra non può cadere. Lo Spirito Europeo con le maiuscole ha subito in questi ultimi anni gravi, ripetuti e coordinati attacchi che lhanno portato ai livelli più bassi che io possa ricordare.
Credo che questo episodio costituisca lennesimo, forse non ultimo, chiodo sulla bara dello slancio verso una politica di approfondimento dellintegrazione europea, e quindi dei passi nella direzione della stella polare, lontanissima ma riferimento irrinunciabile, del federalismo.
Il dibattito sulla politica estera comune, le reazioni sulla guerra in Iraq, e infine lentrata dei dieci nuovi Stati membri hanno sancito che questo progetto è morto. Che possa poi fra due generazioni uscire da sotto tre metri di terra come un personaggio di George Romero, è un discorso che francamente non mi interessa, in quanto non avrà effetto su quanto resta del mio arco di vita né su quello dei miei figli.
Ma lo sviluppo politico dellEuropa ha sempre avuto un altro asse direzionale, la cui ortogonalità con il precedente, in passato, è stato oggetto di molte discussioni: lallargamento. Se si trattasse di solo allargamento geografico, lavremmo davanti agli occhi. In realtà è parte essenziale di questo modello la visione, tipicamente britannica, di un mercato interno veramente funzionante, dove le quattro libertà di circolazione trovano la loro realizzazione completa.
Si tratta di un modello non necessariamente alternativo al precedente, tanto che per anni lo sviluppo delle istituzioni europee è stato la somma vettoriale dei due, definiti in gergo deepening e widening. È un modello sicuramente di pari dignità, e, a ogni buon conto, si tratta di quanto ci resta, tanto vale rendersene conto e rimodulare obiettivi, e soprattutto sforzi, perché è pur sempre un obiettivo il cui raggiungimento non è per nulla assicurato.
Credo che questa parte del progetto di sviluppo sia rimasta in piedi, e le reazioni un filo scomposte dei vari Stati membri che si sono resi protagonisti del recente festival del patriottismo economico mostrano che non solo è viva e vitale, ma morde con denti che si fanno sentire.
Si tratta di una seconda fase di integrazione, che va oltre quella commerciale, nella quale lintegrazione ha solo permesso di vendere i propri beni con minore difficoltà. Ora stiamo passando, legislativamente ma anche e soprattutto operativamente, a una fase di integrazione di servizi, di governance, di basi imponibili, di diritti e obbligazioni che spaventano gli Stati membri nei quali è più forte la tradizione del controllo. Da qui le reazioni più o meno elettorali, da qui lantistorico schiamazzo a favore di protezionismi di ogni tipo e tradizione, da qui il rinsaldarsi di alleanze tra politiche governative e quei settori delle imprese che temono il confronto.
(1) Investimenti provenienti da paesi dellUnione Europea. rientrano nellambito del decreto sette attività: case da gioco, sicurezza privata, ricerca e produzione di agenti patogeni e armi chimiche; materiali per lintercettazione della corrispondenza e lascolto a distanza di conversazioni, tecnologie dellinformazione (sicurezza) necessarie alla lotta al terrorismo e alla criminalità o alla difesa.
Investimenti da paesi terzi. Si aggiungono altri quattro settori: cristologia, attività connesse ai servizi di intelligence, ricerca e produzione di armi, munizioni e sostanze esplosive, studi ed equipaggiamenti destinati al ministero della Difesa.
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