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Una definizione per il lavoro usurante

I benefici previdenziali da assegnare ai lavoratori che svolgono mansioni usuranti hanno avuto grande spazio nell’accordo tra governo e sindacati. All’elenco già contenuto nel decreto Salvi dovrebbero ora aggiungersi i lavoratori notturni, gli addetti alle linee a catena e i conducenti di mezzi pubblici pesanti. Ma il punto principale è trovare una definizione basata su criteri “oggettivi”, che tenga conto in maniera esplicita degli effetti sulla salute della mansione svolta, senza dover ricorrere a un criterio stringente come quello della effettiva invalidità.

Nel recente documento d’intesa firmato da governo e sindacati ha avuto grande spazio il tema dei benefici previdenziali da assegnare ai lavoratori che svolgono mansioni usuranti: secondo le stime del ministero del Lavoro la lista di queste mansioni dovrebbe coinvolgere quasi 1,4 milioni di lavoratori con un costo massimo pari a 2,9 miliardi dei 10 preventivati per l’abolizione dello scalone. Una loro corretta definizione è quindi un punto cruciale per la sostenibilità della riforma.

L’elenco delle mansioni

Ma cosa si intende per lavoro usurante? Secondo il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 i lavori usuranti sono quelli per cui è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti da misure idonee. Per queste mansioni è previsto un anticipo del limite di età pensionabile di due mesi per ogni anno di occupazione, fino a un massimo di cinque anni, e una riduzione del limite di anzianità contributiva di un anno ogni dieci di occupazione in queste attività, fino a un massimo di quattro anni.
Il riferimento legislativo attuale sul tema è il decreto ministeriale 19 maggio 1999, n. 208 (il cosiddetto decreto Salvi) che riprende di fatto il decreto legislativo precedente. Le mansioni particolarmente usuranti, stabilite con criteri tra i quali la ridotta attesa di vita, elevata frequenza degli infortuni, l’esposizione ad agenti dannosi, e il cui svolgimento garantisce la possibilità di pensionamento anticipato, sono:

– lavori in galleria, cava o miniera: mansioni svolte in sotterraneo con carattere di prevalenza e continuità;
– lavori nelle cave: mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale;
– lavori nelle gallerie: mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento con carattere di prevalenza e continuità;
– lavori in cassoni ad aria compressa;
– lavori svolti dai palombari;
– lavori ad alte temperature: mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di 2ª fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti ad operazioni di colata manuale;
– lavorazione del vetro cavo: mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio;
– lavori espletati in spazi ristretti, con carattere di prevalenza e continuità e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte continuativamente all’interno di spazi ristretti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture;
– lavori di asportazione dell’amianto: mansioni svolte con carattere di prevalenza e continuità.

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A questo elenco, secondo l’accordo raggiunto il 20 luglio, andrebbero aggiunti anche i lavoratori notturni, i lavoratori addetti alle linee a catena e i conducenti di mezzi pubblici pesanti: tuttavia la definizione più precisa spetta al parere di una commissione che dovrà decidere entro la fine di settembre.

Cosa fanno gli altri paesi

E in Europa? La posizione dell’Unione Europea non è esattamente in linea con l’Italia: alcune indicazioni interessanti sono contenute nella comunicazione n. 622/2000 della Commissione Europea, dove viene sottolineata l’impossibilità per i sistemi pensionistici, data la struttura dell’età della popolazione, di sostenere nel futuro i costi derivanti da prepensionamento per lavoratori che svolgono lavori usuranti. (1) L’Ocse è andata oltre, sostenendo che l’istituzionalizzazione del lavoro usurante tende a disincentivare gli sforzi per rendere più umano e sicuro l’ambiente di lavoro. (2)
Nonostante l’attenzione dell’Italia per la tematica (3), il legislatore comunitario sembra più orientato verso forme di progressive retirement anche per i lavoratori “usurati”, nel tentativo di limitare al minimo pratiche di pensionamento anticipato difficilmente sostenibili da un punto di vista finanziario. Ma anche in considerazione di alcuni recenti studi epidemiologici che hanno mostrato una relazione tra anticipo del pensionamento e riduzione dell’attesa di vita. (4)
Se i paesi dell’Europa mediterranea dedicano maggiore attenzione al tema, in altri, come la Germania, il pensionamento anticipato è concesso solo a lavoratori in condizioni di inabilità oggettiva.

Per una definizione “oggettiva”

Il punto principale è quello di una definizione di queste mansioni, basata su criteri “oggettivi” su cui si sta costruendo anche in Italia una letteratura .
In un nostro studio con Agar Brugiavini, utilizziamo un campione casuale di individui ultra-cinquantenni (dati Share 2004) con informazioni sullo stato di salute attuale e sulla vita lavorativa. (5) Purtroppo, la dimensione del campione relativa al solo anno 2004 non garantisce un’elevata significatività statistica dei risultati. Tuttavia, il campione permette di individuare le mansioni usuranti in considerazione anche di indicatori della qualità della vita, come le limitazioni psicofisiche e un indice del livello di salute mentale, oltre che di prevalenza di malattie croniche o potenzialmente letali.
Dallo studio risulta che, basandosi sui codici Isco 88 per la classificazione delle mansioni, le prime tre posizioni per prevalenza di malattie croniche sono gli artigiani e operai specializzati della meccanica di precisione su metalli e materiali similari (2,75 malattie in media), le professioni non qualificate delle miniere e delle costruzioni (2,53) e gli addetti non qualificati a servizi di pulizia in imprese ed enti pubblici e assimilati (2,51). Per rendere i dati omogenei si sono considerati solo casi in cui la mansione è stata svolta per almeno dieci anni.
A differenza dell’elenco del decreto Salvi, riferito principalmente al luogo di lavoro, in questo caso si può tenere conto in maniera esplicita degli effetti sulla salute della mansione effettivamente svolta, senza dover ricorrere a un criterio stringente come quello della effettiva invalidità.
Una individuazione fondata su elementi scientifici delle mansioni usuranti potrebbe evitare la proliferazione di proposte di tipo soggettivo da parte dei vari attori della concertazione e potrebbe aiutare a definire una soluzione basata non solo sulla riduzione della fase attiva.

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(1) COM/2000/0622 – La futura evoluzione della protezione sociale nel lungo periodo: pensioni sicure e sostenibili.
(2) Oecd (2007), “Economic Survey of Greece”, charter 3. Pensions: a comprehensive reform is urgently needed”.
(3) Si veda in proposito Brunetta R., Cazzola G. (2003), “Nota per una Maastricht delle pensioni”. Work in Progress per il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Si fa riferimento, nell’ambito dei possibili interventi per i sistemi pensionistici europei, alla necessità di mantenere benefici previdenziali per i lavoratori che eseguono mansioni usuranti.
(4) Tsai P.S., Wendt J.K., Donnelly R.P., De Jong G. Ahmed F.S. (2005), “Age at Retirement and Long-Term Survival of an Industrial Population: Prospective Cohort Study”, BMJ Online, 21 October.
(5) Brugiavini A, Canello J., Marchiante S. (2007) “
Il lavoro usurante nel sistema previdenziale italiano: spunti per una proposta di individuazione su base empirica”. Nota di lavoro del Dipartimento di Scienze economiche, Università Ca’ Foscari di Venezia. www.dse.unive.it. Vi si può trovare anche una breve rassegna delle principali legislazioni europee sul tema.

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13 commenti

  1. andrea capri

    Per valutare i parametri che possono definire un lavoro usurante, è, a mio avviso, necessario avvalersi di chi controlla, effettua la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex 626/94, e cioè dei MEDICI DEL LAVORO, I MEDICI COMPETENTI COSI’ COME DEFINITO DALLO STESSO LEGISLATORE.
    Questo perchè sono esperti, conoscono i rischi lavorativi ed il clclo lavorativo delle imprese, fabbriche o ditte.
    Ed anche perchè negli ultimi anni è cambiato completamente il modo di lavorare ed alcuni lavori o lavorazioni meritano, a mio parere, uguale attenzione di altri ritenuti da sempre più rischiosi.
    La letteratura scientifica può insieme al Medico del Lavoro essere di molto aiuto in questa definizione.
    Andrea – ROMA
    Specialista in Medicina del Lavoro

  2. Diego d'Andria

    La distinzione netta fra lavori usuranti e non è, comunque, molto labile.

    Gli impiegati che lavorano per lunghe ore al terminale di un PC, soffrono facilmente di una serie di malesseri i quali, pur non debilitanti, sono frutto di una forte “usura”:

    – problemi posturali e osteopatici;
    – difetti alla vista;
    – allergie e altri disturbi dovuti al permanere in luoghi chiusi e mal areati, pieni di pulviscoli di varia natura;
    – emorroidi e altri disturbi dovuti alle ore passate in posizione seduta;
    – disturbi nervosi, emicranie ricorrenti.

    Secondo l’OMS, l’11% della popolazione mondiale soffre di disturbi mentali, e la cifra è in aumento.
    Fra i farmaci più venduti in Italia, ai primi posti vi sono il Tavor (un ansiolitico) e la Preparazione H (pomata per il trattamento emorroidale). Anche gli antidolorifici fanno furore, specialmente per il mal di testa (nimesulide).

    Come si fa, plausibilmente, a distinguere fra lavoro usurante e non? Non basta, credo, porre l’attenzione a problemi sanitari che si verificano in breve periodo, o evidentemente incapacitanti.

    Diego d’Andria
    uovooggi.blogspot.com

  3. roberto cadeddu

    I palombari oramai esistono solo sulla carta.
    Già da molti anni la figura professionale di riferimento per i lavori subacquei è l’o.t.s. operatore tecnico subacqueo, distinto in basso fondalista(meno di 50mt) e alto fondalista(oltre i 50mt) la maggior parte (di noi) lavora freelance nelle piattaforme oppure nei porti. Il contratto previsto è quello dei metalmeccanici che però non prevede ad esempio che se ci si sfonda un timpano,o anche se si perde parzialmente l’udito non siamo più in grado di passare le visite mediche annuali e quindi di poter lavorare;per non parlare di tempi di decompressione, lavoro in saturazione etc…
    Per noi, non solo in italia non è presente la categoria dal punto di vista contrattuale;ma non c’è riconosciuto praticamente nulla…

  4. Maurizio

    Sono curioso, cosa partoriranno i nostri Illuminati Tecnici su tali lavori? Sono sulle catene di montaggio di un industria metalmeccanica che lavora banda stagnata. Sulle linee la velocita è vincolata, con postazioni a scatti per ‘assemblaggio dei vari componenti, ed in ogni postazione vi è un operaio. Sono li dal lontano 1970. Mi mancano ancora 2 anni per avere 40 anni di cotributi fatti tutti sulle catene di montaggio. Ho 2 ernie al disco, ed un piccolo soffio al cuore, allora non esisteva la 626 eravamo solo carne da lavoro. Chissà se avrò la fortuna di poter accedere a tale privilegio "una riduzione di 2 anni". Visto che sono gia stato mazziato da Amato, Dini, D’Alema, Maroni e per ultimo Prodi essendo nato nell’ anno di disgrazia 1955 ed ho già dovuto lavorare 5 anni in più non capendo tutt’ora il perchè!

  5. Nick Brough

    Mi sembra logico aumentare i contributi previdenziali e assicurativi dei lavori usuranti in modo che le imprese siani incentivati a ridurre al minimo questi lavori, sostituendoli laddove è possibile con sistemi e tecnologie innovativi. Speterebbe agli attuari stipulare definizioni oggettive in quanto sarebbero loro a dover fare le stime attuariale per determinre i contributi, sino a quando si continua a sovvenzionare le pensioni e le cure sanitarie di chi fa un lavoro danoso per la salute facciamo un diservizio agli individui e alla società, incentivando il protrarsi di queste tipologie di lavoro.

  6. antonio dones

    Ma è giusto considerare lavoro usurante solo quello che usura il corpo, dato che l’essere umano è composto da corpo e mente? La mente non è soggetta ad usura?

  7. andrea capri

    Sono un medico specialista in Medicina del Lavoro, ritengo opportuno e necessario che per definire oggettivamente un lavoro usurante ci sia bisogno di un tavolo tecnico che comprenda esperti nella mia disciplina, coinvolgendo la SIMLII (Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale) che quantificherebbe in modo scientifico e non solo le varie tipologie di lavoro definendo quei lavori che sono usuranti anche in base ad evidenze scientifiche. Dott. Andrea Capri Specialista in Medicina del Lavoro Roma

  8. alfredo

    Si parla di medici metalmeccanicici gruisti ect ect.ma degli infermieri che spesso lavorano da soli feriali festivi notturni, che devono sollevare pazienti, o estrarre dalle macchine pazienti svenuti che si presenato ai pronto soccorsi e poi ricordate che siamo l’unica categoria che non può scioperare,

  9. stanchissimo

    Sono un pendolare dal 1971 faccio 180 km al giorno per poter lavorare non è usurante una vita del genere?

  10. giuseppe ioverno

    Il disaccordo del protocollo sul welfare è un chiaro segnale di sconforto per tutti quelli che aspettano qualcosa di positivo da detta riforma. il tetto delle 80 notti ,che permette di definire che un lavoratore sia usurante o meno ,francamente mi lascia un perplesso ed indignato al tempo stesso. Il rischio di questa diatriba è molto semplice ed è quello di creare un ingiustizia madornale differenza fra le 79 e 80 notti annue. Quindi il lavoratore che fa 80 notti viene tutelato, e quindi ha una salute di ferro e potrà anticipare la sua pensione , mentre il lavoratore che risulta dì sotto della soglia annua è ritenuto fragile poichè non riesce a raggiungere il cd "tetto", una assurda contraddizione.

  11. Centurione francesco

    Un saldatore a filo continuo ed elettrodo,vestito di tuta,giubbotto di cuoio,guanti di cuoio,manicotti di cuoio,stivali di cuoio,che salda strutture preriscaldate a 200 gradi,per un minimo di 8 ore continuative in officina o in cantiere sotto il sole d estate d inverno a temperature sotto zero o diluvi universali per più di 40 anni non e un lavoro usurante????

  12. luigina

    sarei grata a chi mi sa dare la giusta interpretazione di “addetto/a alle pulizie non qualificato”

  13. Rosa Irene Iannotta

    Ho lavorato come stiratrice in una tintoria industriale per 16 anni, poi dal 1997 al 2019 come titolare artigiana individuale cioè senza dipendenti, in una tintoria di mia gestione. Ho fatto negli anni varie RSM che attestavano il peggioramento della situazione fisica a livello della spalla destra per utilizzo in così tanti anni del ferro da stiro professionale, della colonna cervicale e lombosacrale.Per questo motivo ho ceduto la mia attività di tintoria e sono passata a lavorare solo part-time orizzontale per sole 24 ore. Domanda: potrebbe essere qualificata come usurante la mia professione?

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