Quanto fa l’Union tristezza,
il suo tempo fugge via,
se vuol essere lieta sia,
di doman non ha certezza.

Quest’è Veltro e questa è Rosi,
belli, l’un dell’altra ardenti,
nel PiDi staran focosi,
sorridendo, a stretti denti.

Ballan ninfe e satiretti,
Livie, Anne, Franceschetti,
Bersanbacco suona il zufolo alla Cooppe,
è vestito col lenzuolo tutto toppe:

chi vuol esser lieto sia,
di doman non han certezza.
Schiopa va presso a costoro,
ciò che fa crea lo sgomento

e che giova aver tesoro
s’Epifano è poi scontento?
Questa soma che vien drieto
sopra l’asino è Prodeno

così fiacco è spento e ameno,
pien d’acciacchi e d’anni pieno,
ride e gode tuttavia,
chi vuol essere lieto sia.

Questa Unione non risana,
il suo Pil a stento sale,
la ripresa s’allontana,
ma c’è tregua…per il deficit statale.

Han bruciato il tesoretto,
l’Alitala è un fallimento,
le riforme nel cassetto,
alla barca falla barra e manca vento.

Non dan scampo i prezzi cari,
le viscose tassazioni;
chi si affanna pei precari,
chi licenzia i fannulloni?

Ma l’Unione, che bellezza,
al più presto vola via,
di domani è la certezza,
chi vuol esser lieto sia.

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