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PREMIARE IL MERITO E’ POSSIBILE

Per incentivare davvero il merito e l’impegno nella Pa servono strumenti di misurazione dei risultati oggettivi e trasparenti. E la volontà di applicarli. Un accordo fra Agenzia delle Entrate della provincia di Trento e sindacati stabilisce che per avere diritto ai premi di produttività, occorre dimostrare di aver lavorato di più e meglio, attraverso un particolare meccanismo meritocratico destinato a remunerare la produttività individuale per tutte le attività dell’area controllo dell’ufficio. E i dipendenti più attivi ottengono fino a duemila euro in più.

La pubblica amministrazione stenta a individuare strumenti che premino effettivamente l’impegno dei singoli dipendenti. Attraverso la contrattazione integrativa si stanziano soldi per la produttività che si traducono, però, in un aumento della busta paga per il solo fatto di “timbrare il cartellino”.

L’ESPERIENZA TRENTINA

Per incentivare davvero il merito e l’impegno, che pure non sono assenti nella Pa, servono strumenti di misurazione che sappiano leggere realmente i risultati da premiare e anche la volontà di applicarli.
La sfida è quella di uscire dai proclami e individuare indicatori oggettivi e trasparenti per misurare le performance individuali.
Nell’Agenzia delle Entrate tutte le attività passano attraverso i personal computer di cui sono dotati i dipendenti e acquisite dal sistema informativo. Risulta così possibile avere quella base dati indispensabile per costruire appositi indicatori di risultato individuale.
Le informazioni, quindi, ci sono e in Trentino vengono usate.
Grazie a un accordo fra la direzione dell’Agenzia delle Entrate della provincia autonoma di Trento e i sindacati, non basterà più timbrare il cartellino: per avere diritto ai premi di produttività, occorrerà dimostrare di aver lavorato di più e meglio.
Per apprezzare, sotto il profilo dell’efficacia, la prestazione lavorativa, è stato individuato un particolare meccanismo meritocratico destinato a remunerare la produttività individuale per tutte le attività dell’area controllo di un ufficio locale: controlli sostanziali analitici; controlli sostanziali automatizzati; verifiche; accessi brevi; contenzioso e i rimborsi, per quanto riguarda l’area servizi.
La scelta di utilizzare alcune attività in luogo di altre è dipesa dalla disponibilità di dati di monitoraggio attendibili ed estraibili dal sistema informativo dell’Agenzia.
Per i rimborsi è stato utilizzato il criterio del numero dei prodotti lavorati, ponderati per importo del rimborso (inferiore ai 25.000 euro=0,8, compreso fra i 25.000 e i 500.000 euro=1 e superiore ai 500.000 euro=1,2).
Per l’attività istruttoria esterna (accessi e verifiche) la ponderazione è stata fatta sulla base del prodotto espresso in termini di ore equivalenti. (1)
Per l’attività di controllo sostanziale cosiddetto unificato (controlli rilevanti per più settori impositivi, controlli sostanziali Iidd e controlli sostanziali Iva), l’indice di produzione è stato calcolato considerando per il 45 per cento il valore del controllo espresso in termini di ore equivalenti, per il 15 per cento l’importo della maggior imposta accertata e per il 40 per cento l’importo della maggior imposta definita. Si è voluto attribuire alla maggior imposta definita un peso significativo per l’importanza dell’effettivo riscosso negli equilibri di finanza pubblica.
Per i controlli sostanziali cosiddetti automatici (parametri, studi di settore, atti di contestazione, 41 bis) la parametrazione ha tenuto conto dell’attività dei singoli espressa in termini di ore equivalenti.
La produzione relativa all’attività di contenzioso è stata calcolata sul numero di ricorsi istruiti, ponderati in funzione del valore della lite (inferiore a 2500 euro=0,8, fra i 2500 e i 50.000 euro=1, superiore a 50.000=1,2).

COME SI DISTRIBUISCONO LE RISORSE

Il grafico sotto riportato evidenzia la distribuzione del fondo per la produttività individuale dell’ufficio locale di Trento. Dall’esame emerge che l’utilizzo dei dati di produzione nella definizione della quota spettante al singolo genera uno spostamento dei fondi verso i dipendenti più performanti. Il punto di inversione del grafico (da negativo a positivo) è in corrispondenza del quarantacinquesimo dipendente; ciò significa che esaminata la popolazione dell’ufficio che svolge attività monitorate (74 dipendenti), trenta dipendenti hanno generato un valore aggiunto, rispetto alle ore impiegate nella produzione, maggiore di 1.
In termini assoluti, la riduzione massima della quota di spettanza (rispetto alla distribuzione sulla base della sola presenza) è pari a 820 euro circa, mentre l’incremento massimo è pari a 2.034 euro.

*Direttore Agenzia delle Entrate del Trentino.

(1)L’ora equivalente è un’unità di misura utilizzata nell’ambito dei processi di produzione dell’area prevenzione e contrasto all’evasione. La sua funzione principale è rendere immediatamente comparabili prodotti eterogenei per tipologia (accertamenti, verifiche, controlli di tipo formale) o per difficoltà di realizzazione (accertamenti parziali, accertamenti su redditi di impresa eccetera). Il valore in ore equivalenti assegnato a ciascun prodotto tiene in considerazione anche il tipo di attività svolta per la conclusione del controllo (richiesta di documenti al contribuente, accessi mirati, indagini finanziarie) e, in alcuni casi, anche dell’esito finale del controllo stesso (definizione per adesione).

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22 commenti

  1. Angelo Patumi

    Nella mia "Relazione" in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia tributaria, tenutasi in Trento il 12 gennaio scorso, ho, fra l’altro, evidenziato che mentre su base nazionale la percentuale di soccombenza della P.A. nelle controversie dinanzi alla giustizia tributaria si aggira intorno al 60-70%, nel Trentino tale percentuale è di appena il 20-30%. In tale sede, ho affermato che non avevo spiegazioni in merito ad una differenza così marcata. Ora, invece, leggendo quanto scritto dal Dott. Gentile mi rendo conto che la spiegazione era piuttosto semplice… Complimenti, Dott. Gentile! Angelo Patumi Presidente della Commissione tributaria di II grado di Trento.

  2. luca

    Sono daccordo con le considerazioni fatte nell’articolo, ma in Italia, dal nord al sud con qualche eccezione, il sindacato è la palla al piede del Paese. Gli stessi iscritti, operai ed impiegati, si lamentano dei loro rappresentanti. Il motivo di tanta avversità sta nel fatto che il sindacato difende per partito preso i suoi assistiti, senza riconoscerne le eventuali e possibili colpe, dovute a negligenza o altro. Sull’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori hanno fatto male a difenderlo, se il fine era solo salvaguardare l’occupazione, poichè le aziende più grandi e potenti delocalizzano ed aggirano l’ostacolo. Nella P.A., sottoscrivendo l’Addendum, hanno comunque precisato che il lavoratore può essere trasferito "a gradimento", anche se trattasi di uffici all’interno dello stesso palazzo. Ciò è ridicolo! Ma è successo. Se parliamo di premi di produzione, questi vengono distribuiti tenendo conto dei fattori a monte teorici, giornate/uomo, grado e livello. Insomma, chi lavora sa che impegnarsi di più non giova economicamente.Quindi ci si regola livellandosi verso basso,cioè lavorare il minimo indispensabile. ma anche qui, una domanda: qual’è il minimo? La soddisfazione dell’utente.

  3. franco benincà

    Nulla eccepisco sul fatto che che la performance del pd (pubblco dipendente) debba essere correlata alla sua produttività. L’agenzia delle Entrate in questione vi è riuscita con dei ratios congruenti, fondati sul presupposto di un’organizzazione del lavoro tale per cui il pd abbia a disposizione mezzi e "governi" procedure logiche, snelle i cui obiettivi siano raggiungbili in tempi certi. In pratica il pd è il fattore umano inserito in una supply chain precedimentalte dai contorni chiari e da meccanismi fluidi. Ove le procedure siano il risultato di sedimentazioni pliocene- regolamentari prive di abrogazioni, ove la deregulation amministrativa è solo teorica, il pd entra in una fase di stand by applicativa che si traduce in tempi performanti negativi coincidenti con lo start up procedurale. E qui bisogna rovesciare i ratios di produttività al legislatore il quale deve agire per indirizzare alle rapide usicte del labirintico mondo normativo nel quale quotidianamente si lavora, il più delle volte con mezzi al di sotto della stessa capacità del pd.

  4. Savalli Salvatore dirigente Agenzia Entrate

    Finalmente! Era ora che qualcuno smovesse le acque in una materia nella quale i Sindacati hanno avuto un ruolo determinante diretto soprattutto alla distribuzione “a pioggia” del premio di produttività. La cristallizzazione della suddetta metodologia di distribuzione, infatti, non ha di certo giovato economicamente a coloro che lavorano di più e meglio nella P.A. L’Agenzia delle Entrate fino ad oggi ha favorito unicamente report finalizzati a controlli gestionali ed operativi ma non quelli atti a rilevare l’apporto dei singoli dal cui concorso scaturisce il dato globale.

  5. AGGIATO VINCENZO

    Pensare il cambiamento significa disporsi nelle condizioni ideali per viverlo. Si basa sulla prefigurazione di un futuro possibile e si attua con modelli di riferimento chiari e partecipativi. E’ inevitabilmente basato sulla partecipazione di tutti i componenti coinvolti nella situazione e nel sistema di riferimento. Nell’Agenzia delle Entrate si prefigura da molto tempo il cambiamento. Interventi come la procedura dell’autorilevazione ed attribuzione dei ruoli e il curriculum online offrono al dipendente la possibilità di essere riconosciuto e di dichiarare le sue abilità e al management per ponderare le esigenze formative. E’ un esempio per dire che così si fa in modo che le persone gradualmente lavorino per facilitare, anziché impedire, il cambiamento. In questo contesto anche il livello di soddisfazione e produttività del personale ne traggono beneficio. Sono daccordo al premio del merito perché diventa un’occasione motivante per tutti. Naturalmente estendendo a tutti i reparti la possibilità di gareggiare per una remunerazione meritocratica.

  6. REINA VITO ARCANGELO

    Esprimo parere favorevole per la istituzione di maggiori premi economici individuali, destinati a remunerare la produttività individuale. Il mio parere favorevole è legato ovviamente alla istituzione di nuovi e certi strumenti di monitoraggio, capaci di stimare in maniera rigida, certa e trasparente le performance individuali. Una mia proposta personale, per potere dare al funzionario procedente una immediata e giornaliera percezione del lavoro individuale svolto, è quella di trasformare da subito le performance individuali giornaliere in percentuale numerica . Tale percentuale numerica del lavoro individuale svolto, dovrà avere a base di riferimento il numero percentuale globale-totale del singolo processo di lavoro in carico all’ufficio. In tale modo, il funzionario procedente, senza dovere chiedere ad altri su tale monitoraggio, potrà con una semplice operazione che sarà oggetto di studio, avere una visione immediata della performance individuale.

  7. PALUMBO CARLO

    Il pregevole contributo fornito dal collega Gentile mi spinge a svolgere alcune brevi considerazioni sul rapporto che deve necessariamente sussistere tra la valorizzazione del "merito "degli impiegati pubblici e il sistema di valutazione. E’ mia opinione che questo per essere completo debba comprendere sia la valorizzazione delle posizioni organizzative-professionali che la valutazione delle prestazioni e dei risultati del personale. Solo così si potranno raggiungere quei risultati di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa che da tempo ormai vengono richiesti dalla società civile. Un sistema di valutazione così articolato richiede necessariamente una vera e propria rivoluzione culturale che coinvolga non solo la dirigenza della pubblica amministrazione ma anche le organizzazioni sindacali che sono chiamati ad abbandonare vecchie politiche di distribuzione "a pioggia" del "salario accessorio" per pervenire a condivisioni di criteri, oggettivi e trasparenti, di ripartizione della retribuzione di risultato. E’ questa peraltro la strada intrapresa, ormai da tempo dall’Agenzia delle Entrate.

  8. gianfranco antico

    L’iniziativa trentina sembra quasi sconvolgente: si premia la produttività. Era ora. Oltretutto l’Agenzia delle Entrate ha già degli elevati sistemi di controllo interni che permettono di verificare la produttività per addetto. Apriamo un confronto vero con le forze sane del Paese ( confindustria, in primis), per avviare politiche che incentivino la meritocrazia. La P.A. deve diventare il motore del Paese e solo premiando i migliori lo può diventare. Però, dalla parole occorre passare ai fatti. Oggi – per restare nell’ammbito dell’Agenzia delle Entrate – ogni ufficio deve essere una piccola azienda che deve ragionare in termini di conto economico: a fronte dei costi del personale e degli altri costi di gestione vanni iscritti i ricavi ( il riscosso della lotta all’evasione). Il Dott. Gentile ha aperto una strada: non lasciamolo solo.

  9. Domenico Lipari - Dirigente Agenzia Entrate-

    Concordo pienamente con l’autore dell’articolo. Infatti, l’attuale misurazione delle attività svolte dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate si limita a considerare il raggiungimento degli obiettivi della struttura senza tenere conto delle singole prestazioni e capacità, mortificando in tal modo chi opera e partecipa in maggior misura al raggiungimento degli obiettivi. I migliori vanno quindi premiati in misura diversa da chi, nell’ottica di una gestione non aziendale ed ancorata a criteri da tempo obsoleti sfrutta il lavoro di altri per ottenere benefici che non merita.
    Bisogna avere coraggio nel cambiamento se si vuole veramente cambiare ed il cambiamento vero non può assollutamente prescindere dall’applicazione di un meccanismo meritocratico che riconosca l’impegno e le capacità del singolo.

  10. Riccardo Mazzullo

    Nessun dubbio sulla necessità di premiare adeguatamente il personale più produttivo.La distribuzione del premio di produttività infatti a tutti, senza distinzione tra chi apporta un significativo contributo all’attività dell’Agenzia e chi invece si adegua a standard minimi, è un criterio sorpassato, conservatore e privo di sollecitazioni innovative.Il criterio del merito, risponde meglio alle esigenze di modernità e progresso dell’agenzia perchè stimola nel personale l’applicazione e la fantasia con effetti vantaggiosi per la stessa Agenzia e per i lavoratori interessati.

  11. Rocco Podo - Dirigente Agenzia Entrate

    Ho letto con estremo interesse il contributo del Dott. A. Gentile, Direttore dell’Agenzia delle Entrate del Trentino. Altre considerazioni e constatazioni di precedenti commenti raccolgono il mio pensiero complessivo. Condivido pienamente, quindi, che bisogna valorizzare il contributo dato da ogni singolo dipendente al raggiungimento del risultato della struttura, possibilmente comparandolo anche con misurazioni che tengano conto della innovatività ed efficacia della prestazione individuale fornita. Interessante è, quindi, l’accordo raggiunto tra l’Agenzia delle Entrate della provincia di Trento e le OO.SS. territoriali che apre sicuramente un innovativo confronto sulle strategie più utili da adottare per premiare chi concretamente dà il suo contributo al miglioramento dei risultati della struttura in termini di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa. Ritengo, inoltre, che esistono altre figure organizzative addette a processi operativi diversi dall’attività istruttoria esterna e/o dalle attività di front-office che andrebbero premiate con il giusto riconoscimento economico.

  12. un tantofacente

    Il re è nudo – l’uovo di colombo – le cose più ovvie e più semplici diventano quelle più difficili e complicate da realizzare. Premiare in base a ciò che si fa non può essere difficile se c’è la volontà di farlo, l’accordo in questione è veramente meritevole non perché ha saputo misurare quello che nessuno ha saputo mai misurare, ma perché ha voluto misurare quello che nessuno vuole misurare. Il grosso merito di Gentile e dei sindacali (non dimentichiamoli) è di aver voluto praticare la meritocrazia, di aver creduto che le cose scritte nei vari memorandum e nei contratti collettivi nazionali, debbano essere concretizzate. Credo che l’obiettivo non possa che essere stato quello di dare dignità all’esterno al pubblico dipendente che non vuole essere premiato in base alla presenza ma vuole essere premiato per quello che fa, e vuole dimostrarlo “dati alla mano”.

  13. Laura Caggegi - dirigente Agenzia Entrate

    Ora che la cultura della programmazione e del controllo gestionale si può dire acquisita nell’attività ordinaria degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, si pone una ulteriore sfida che rappresenta uno stadio ancora più avanzato verso servizi di maggiore efficacia ed efficienza. E’ la sfida della meritocrazia, dell’apporto personale di ciascun lavoratore al risultato complessivo dell’ufficio. Infatti, il sistema degli obiettivi, di produzione e qualitativi, assegnati annualmente agli uffici non è ulteriormente “sostenibile” confidando sull’apporto dei soliti volenterosi e agendo su leve motivazionali deboli. Occorre, invece, che il gruppo dirigente dell’Agenzia delle Entrate si faccia attore di un nuovo cambiamento con: a) una presa di coscienza della necessità di utilizzare nuove leve gestionali come quella del riconoscimento dell’apporto personale, b) il coraggio di introdurre criteri di meritocrazia, iniziando dalla distribuzione dei premi di produttività (gli strumenti di misurazione già esistono), ottenendo su essi il consenso sindacale ricordando che questa è ormai l’aspettativa della maggior parte dei lavoratori. L’esperienza trentina è l’esempio di tale coraggio gestionale.

  14. ALBERTO VENZA

    Misurare la proficuità di un controllo sostanziale, o di un controllo esterno, costituisce il presupposto più valido ed efficace per incentivare la produttività individuale, ancorandola al risultato raggiunto, in termini di maggiore imposta accertata, definita, riscossa. Il dott. Gentile, con la consueta lucidità e puntualità, delinea un sistema di valutazione di grande interesse, che consente di premiare il merito, innescando un meccanismo virtuoso con effeti positivi sulla produttività del personale, le cui performance possono essere remunerate con i compensi accessori. L’abbandono della consuntivazione in termini di ore equivalenti di capacità operativa e la considerazione, come parametro di riferimento, della proficuità del controllo, trovano un corollario coerente con l’effettiva incentivazione del merito, ottenuta con una misurazione attenta ed oggettiva dei risultati concreti ottenuti.

  15. Caruso Francesco-Dirigente Agenzia Entrate

    Ho letto con grande interesse l’intervento del Dott.Gentile. Ne condivido i contenuti ed apprezzo che si siano tradotti in atti concreti per dare maggiore efficienza alla P.A. L’esigenza è oramai condivisa sia dal paese che dalla maggior parte degli operatori del settore pubblico, per la indifferibile necessità che la P.A. dia risposte adeguate alle richieste della collettività. Affinché ciò possa realizzarsi occorre una precisa identificazione degli obiettivi, sistemi di valutazione trasparenti,attività formativa adeguata, sviluppo del senso di appartenenza,proposta di modelli comportamentali idonei. Diversamente non sarebbe credibile. Si potrà così ridurre l’area dell’indifferenza prospettando opportunità concrete. E’ necessario che la valutazione si estenda a tutti i livelli e divenga cultura condivisa e predominante della P.A. Così come è opportuno aumentare, sì da diventare effettivamente incentivante, la retribuzione legata al merito e nel contempo prefigurare percorsi di carriera onde consentire di superare la soglia individuale della convenienza fra assenza e partecipazione,immobilismo e prospettiva di sviluppo. Il segnale che viene da Trento può rappresentare l’inizio del nuovo.

  16. floriana andaloro

    Riconosco nel metodo adottato dal Dott. Gentile con il quale ho avuto l’onore di lavorare , il raggiungimento di un efficace sintesi di anni dedicati non solo al raggiungimento degli obiettivi di produzione ma anche all’osservazione critica della “catena di produzione” .Il personale costituisce la risorsa principe per l’attività dell’Agenzia e pertanto l’efficacia dell’azione amministrativa dipende direttamente dalla qualità delle prestazioni lavorative rese. In questo senso un sistema premiante in grado di “differenziare” in base ai risultati genera un circolo virtuoso non solo sotto l’aspetto della crescita della motivazione nel personale che già collabora attivamente, ma sollecita anche una sorta di “competizione ” inducendo anche il personale più “appiattito ” a “mettersi alla prova”, affrontando nuove linee lavorative . In sintesi ritengo di grande utilità il metodo proposto, anche nella misura in cui promuove una visione dinamica del modello organizzativo, vincente per un organizzazione come la nostra chiamata a confrontarsi quotidianamente con mutamenti del contesto e quindi bisognosa di risorse non solo competenti ma anche effettivamente “flessibili”.

  17. francesco coppola

    Troppo spesso si parla di dipendenti pubblici fannulloni e di una dirigenza non all’altezza di governare la complessa macchina statale, e questo in parte è vero. Dimenticano, però, gli addetti ai lavori, la stampa e quanti si occupano in generale delle problematiche del settore pubblico che esistono punte di eccellenza, come ha ben dimostrato il dott. Gentile con una proposta fortemente innovativa e al tempo stesso semplice ed efficace, che costituisce una sorta di cavallo di Troia per porre soluzione ad un fenomeno (odioso), che purtroppo è rimasto storicametne sotto traccia per l’inerzia della classe politica e la primazia del sindacato.
    Aggiungerei una riflessione alla brillante intuizione dell’Autore: premiare i meritevoli ma prevedere anche delle sanzioniper per chi “ruba” lo stipendio.

  18. Giulio Amoia - Dirigente Agenzia delle Entrate

    Desidero congratularmi per l’ accordo stipulato in Trentino per l’attribuzione dei premi di produttività ai dipendenti, che costituisce una novità assoluta nel panorama nazionale. La misurazione dei risultati con criteri oggettivi e condivisi è possibile, e la temelatica può ora rendere un valido supporto per favorire comportamenti "virtuosi" del personale, e nel contempo per migliorare i processi lavorativi. L’ Agenzia delle Entrate è sempre stata all’avanguardia nell’elaborazione dei modelli gestionali, ma l’azione intrapresa dal dr Gentile – in continuità con le sue iniziative già avviate in Puglia – si pone come ottimo inizio di una nuova fase altamente innovativa, nella quale il sistema di valutazione del personale si riconduce a riscontri reali e inconfutabili, estranei a logiche precostituite, e volti ad agevolare un effettivo incremento dell’impegno professionale degli impiegati.

  19. Enrico Sangermano - Direttore Regionale Marche Agenzia Entrate

    L’accordo sindacale commentato nell’articolo del collega Gentile riempie di orgoglio tutti coloro che lavorano ogni giorno per rendere sempre più efficiente e professionale l’Agenzia delle Entrate, anche attraverso l’individuazione di strumenti che, poggiando sul mutamento culturale necessario al cambiamento, esaltino l’impegno dei singoli.
    Anche nelle Marche, un accordo assai simile e che porta la firma di tutte le organizzazioni sindacali presenti, sta a dimostrare la effettiva ed ormai consolidata tendenza al cambiamento in corso nell’Agenzia delle Entrate e che probabilmente la distribuzione dei premi di produttività senza criteri legati al merito sia principio ormai lontano.
    Rilevo inoltre come accordi di questo tipo, espressione concreta di politiche innovative all’interno della pubblica amministrazione, costituiscano un qualificante e prezioso elemento motivazionale soprattutto nei confronti del personale neo assunto.

  20. Enrico Sangermano Direttore Regionale Marche Agenzia delle Entrate

    L’accordo sindacale commentato nell’articolo del collega Gentile riempie di orgoglio tutti coloro che lavorano ogni giorno per rendere sempre più efficiente e professionale l’Agenzia delle Entrate, anche attraverso l’individuazione di strumenti che, poggiando sul mutamento culturale necessario al cambiamento, esaltino l’impegno dei singoli.
    Anche nelle Marche, un accordo assai simile e che porta la firma di tutte le organizzazioni sindacali presenti, sta a dimostrare la effettiva ed ormai consolidata tendenza al cambiamento in corso nell’Agenzia delle Entrate e che probabilmente la distribuzione dei premi di produttività senza criteri legati al merito sia principio ormai lontano.
    Rilevo inoltre come accordi di questo tipo, espressione concreta di politiche innovative all’interno della pubblica amministrazione, costituiscano un qualificante e prezioso elemento motivazionale soprattutto nei confronti del personale neo assunto.

  21. antonio paoletta

    La proposta del dott. Gentile, che conosco e saluto, è interessante ma ancora insufficiente ad individuare con certezza coloro i quali hanno dato il maggior contributo al raggiungimento degli obiettivi. Andrebbe, ad esempio, valutata anche la qualità e la sostenibilità del lavoro svolto. Soprattutto, infine, detti accordi andrebbero fatti a priori e non a posteriori, garantendo la pari opportunità di accesso a tutte le mansioni da "premiare". Da ultimo non bisogna dimenticare che i fondi da assegnare sono di tutti i lavoratori, i quali, dunque, devono essere chiamati a condividere finalità e modalità di tali assegnazioni.

  22. Fabrizio Francescone

    Ho letto con estrema attenzione il testo dell’intervento di Antonino Gentile ed i vari commenti. Molti sono stati gli interventi di dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, ma non di sindacalisti del settore. Vorrei ricordare che se si sono raggiunti questi encomiabili accordi, è anche perchè la dirigenza del Trentino ha potuto confrontarsi con una compagine sindacale matura e riformista, che alle Entrate si sta formando da anni. Gli accordi della provincia di Trento sono stati possibili perchè a monte vi è un accordo nazionale sul cosiddetto Fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività che prevede esplicitamente dei riconoscimenti in base al "diverso contenuto professionale del lavoro svolto" da ciascun dipendente. Quello che intendo, dott. Gentile, è che oggi nel mondo sindacale si ta svolgendo una forte battaglia tra tra riformisti e conservatori. Questa battaglia è ancora più forte nel pubblico impiego per motivi che lei conosce, e soprattutto alle Entrate. Rappresento la UIL alle Entrate del Veneto, e prometto che leggerò con attenzione l’accordo del Trentino sperando di poterlo proporre anche per i nostri uffici.

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