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FISCO

PROVVEDIMENTI

L’impegno maggiore, deciso e continuativo, si è avuto nelle azioni di contrasto all’evasione e all’elusione, avviate da subito con il decreto Visco-Bersani del luglio 2006, anche a costo di tensioni e proteste, generate a volte dalla fretta con cui sono state emanate alcune norme, che hanno poi dovuto essere in parte corrette. Si sono ampliate le informazioni a disposizione dell’amministrazione e si è rafforzata la sua potestà di controllo, accertamento e sanzione. L’attività di accertamento è stata diretta nei confronti sia delle piccole imprese (studi di settore, scontrini eccetera), sia dei soggetti di grandi dimensioni.
Con la Legge finanziaria 2007 si è disposta la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. La parte a favore delle imprese, con una detassazione media pari a circa 3 punti percentuali di retribuzione, è stata articolata in modo da favorire l’impiego di lavoratori a tempo indeterminato, delle fasce salariali più basse e del Mezzogiorno. L’intervento di riduzione del cuneo per i lavoratori è stato realizzato attraverso una mini-riforma dell’Irpef. La riduzione, che ha interessato la maggior parte dei contribuenti con reddito dichiarato inferiore ai 40mila euro, ha avuto un costo molto ridotto per l’erario e un effetto redistributivo modesto.
Con la Finanziaria per il 2008, è aumentata la detrazione Ici sulla prima casa. Un intervento discutibile sotto molti aspetti. Viola l’autonomia tributaria dei comuni, in quanto interessa il più importante tributo proprio a loro assegnato. Limita una fonte di prelievo a cui tutti i paesi fanno ampio ricorso. Ha effetti redistributivi negativi.
Ha invece effetti redistributivi positivi, anch’essi però contenuti, l’introduzione di detrazioni, variamente articolate, per i contribuenti, con basso reddito, in affitto. Queste detrazioni si traducono in trasferimenti positivi a favore dei contribuenti, nel caso in cui gli stessi risultino incapienti.
Con la Finanziaria 2008 è stata riformata la tassazione societaria. Si è agito, con obiettivi simili, sia sull’Ires che sull’Irap. Si è proceduto a significative riduzioni di aliquota: dal 33 al 27,5 per cento per l’Ires e dal 4,25 al 3,9 per cento per l’Irap. Per evitare perdite di gettito si è ampliata la base imponibile. Altri obiettivi centrali dichiarati sono la semplificazione e la maggior certezza della normativa, al fine di ridurre i costi indiretti e i rischi dei contribuenti.
Nell’ottica della semplificazione e della riduzione dei costi degli adempimenti richiesti ai contribuenti, la Finanziaria 2008 ha anche introdotto un nuovo sistema di tassazione, opzionale, per circa 900mila lavoratori autonomi e piccole imprese con un giro di affari inferiore a 30mila euro l’anno. Per questi "contribuenti minimi" Iva, Irap e Irpef, vengono sostituiti da un’unica imposta del 20 per cento commisurata al reddito imponibile definito come differenza fra il valore del giro di affari annuale e il valore dei costi sostenuti per l’impresa.

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QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Per quanto riguarda le azioni di contrasto all’evasione, il successo è innegabile. Potrà essere duraturo solo se l’azione continuerà ad essere decisa e continuativa. La stima governativa di un aumento di gettito imputabile alla lotta all’evasione di 11,2 miliardi di euro nel 2006 e di altri 6,7 miliardi nel 2007 trova principale riscontro nell’incremento dell’Iva, in misura superiore a ciò che sarebbe giustificato dall’andamento della base imponibile, nel settore del commercio e dei servizi immobiliari e come effetto degli interventi sugli studi di settore.
La riduzione del cuneo fiscale per la parte a favore delle imprese è entrata in vigore nella seconda metà del 2007. Se ne potranno quindi valutare gli effetti solo dal 2008.
La riforma dell’Ires e dell’Irap rivela una forte volontà di semplificazione degli adempimenti e contribuirà, dal 2008, a migliorare la competitività fiscale del nostro paese.
Una valutazione compiuta del nuovo sistema di tassazione per contribuenti minimi sarà possibile solo fra qualche mese, quando si saprà anche quanti soggetti vi avranno effettivamente aderito. In questo senso, decisivo sarà l’atteggiamento che verrà preso dalle organizzazioni dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi e dei consulenti fiscali.

OCCASIONI MANCATE

La riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori era pensata come un primo passo in direzione di un intervento di più ampio respiro finalizzato all’unificazione degli strumenti fiscali (detrazioni) e di spesa (assegni familiari) a sostegno dei carichi familiari; e a disegnare meglio la struttura degli incentivi implicita nella detrazione per lavoro. Questi temi sono oggetto del Libro bianco sull’Irpef, atteso per la fine di febbraio, che avrebbe dovuto ispirare una nuova riforma del più importante tributo del nostro ordinamento.
Il governo Prodi ha messo in cantiere anche la riforma della tassazione delle attività finanziarie, che ha il suo perno nell’unificazione delle aliquote riservate alle diverse tipologie di redditi di capitale, e nella omogeneizzazione del trattamento riservato al risparmio, sia esso intermediato da gestioni individuali o collettive, o affidato in amministrazione o custodia a qualche intermediario finanziario. Il disegno di legge delega di iniziativa governativa che avrebbe dovuto portare a questa riforma, approdato alla Camera nell’autunno del 2006, è rimasto tuttavia bloccato dal mancato accordo all’interno della maggioranza su come gestire la fase di transizione dal vecchio al nuovo regime.

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LE BANCHE CINESI VANNO ALL’ESTERO

  1. Alessandro R.

    Lotta contro l’evasione fiscale: modesti suggerimenti per combatterla.
    – totale detraibilità di tutte le spese sostenute e documentabili, per qualsiasi voglia bene (dal caffè all’automobile)
    – progressivo abbassamento delle aliquote
    – sì alla possibilità di controlli incrociati sui beni dichiarati (con contestuale inapplicabilità del Dlgs 196/2003 – Codice in materia di protezione dei dati personali)
    – in caso di accertamenti positivi: le sanzioni devono essere pari almeno al 75% dell’imponibile evaso.
    – in caso di contenzioso: ok purché in caso di soccombenza la sanzione aumenti in automatico di un terzo.

    aiuti alle famiglie
    – gli aiuti devono essere modulati “famiglia per famiglia”, tenendo conto di tutte le entrate ed uscite necessarie => esempio: le spese sostenute per gli abbonamenti mensili e annuali per lavoratori e studenti dovrebbero poter essere interamente detratte dal reddito (certo, se passasse la proposta di cui al primo trattino della sezione “evasione fiscale”, ciò non sarebbe necessario).

  2. corbelli

    Avete scritto sugli affitti per le persone con basso reddito, devo fare una denuncia in proposito: agli studenti universitari fuori sede spetta una detrazione fino 2600 euro. Ciò vale per tutta Italia e questa è già una disparità sociale, al sud gli affitti costano meno. Ma addirittura chi va all’università al sud ed ha un appartamento tutto per sè detrae 2600 euro – chi va in un’università al nord, oltre che per motivi di prezzo non può avere un’appartamento singolo, ma avere uno o due o più compagni, ho sentito che deve dividere la quota fra componenti, e allora ci prendono sempre e sempre per fondelli?

  3. Federico

    Alessandro sostiene alcune cose sensate ma incomplete, fra cui: 1) bene le sanzioni elevate in caso di "esito del contenzioso" negativo per il contribuente; ma che succede se l’esito è positivo per lo quest’ultimo: coerenza vorrebbe che l’Amministrazione Finanziaria e i suoi funzionari – ora sostanzialmente senza responsabilità – risarciscano il contribuente per il disturbo (diciamo il 75% delle minori somme pagate rispetto all’accertato?; ciò anche per dare un senso all’articolo 97, 1° comma della Costituzione); 2) bene la totale deducibilità delle spese. Purtroppo non si farà perchè da ciò emergerebbe che la vera importante evasione è quella dei dipendenti pubblici con secondo o terzo lavoro non dichiarato e quindi verrebbe spuntata una formidabile arma pubblicitaria per la politica ed il sindacato.

  4. Fabrizio Francescone

    Ho apprezzato l’intervento di Sivia Giannini e Maria Cecilia Guerra soprattutto perchè riconosce il giusto rilievo all’attività di accertamento che è stata svolta in questi ultimi anni. Sarà però opportuno, con i dovuti riscontri scientifici, verificare quali organi hanno contribuito e stanno contribuendo al recupero dell’evasione. Certo, con le novità riguardo agli studi di settore e al loro valore probatorio, che il Governo ha introdotto con il Decreto Legge 81/2007 e l’Agenzia delle Entrate ha recepito con la circolare n. 5 del 2008, l’attività accertativa degli uffici, che negli ultimi anni molto aveva puntato sugli studi di settore, si è ulteriormente complicata, ma è giusto così. Ossia è giusto che gli uffici ed i suoi funzionari carichino gli accertamenti di tutti gli elementi probatori possibili, in modo da rendere inattacabile il provvedimento. In merito all’intervento del sig. Federico, ritengo un po’ improbabile che i funzionari dell’amministrazione finanziaria possano addirittura essere obbligati in proprio a risarcire i contribuenti per aver perso una causa in contenzioso.

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