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FEDERALISMO AD PERSONAM

Le riforme istituzionali si dovrebbero fare avendo in mente il futuro del Paese. In Italia si fanno con in mente il futuro del governo, per tenere buoni tutti i partiti della coalizione. E’ il caso dell’articolo 20 della Bozza Calderoli sul federalismo fiscale. Una norma pensata per Raffele Lombardo e il suo MPA. Una norma che sfugge ad ogni razionalità  economica e giuridica. Vediamo perché.

Le riforme istituzionali si dovrebbero fare avendo in mente il futuro e l’interesse generale del Paese; non dovrebbero servire a far contento il compagno di partito o di coalizione. Con l’ultima versione della bozza Calderoli sul federalismo fiscale, approvata in prima lettura dal Consiglio dei Ministri di giovedì, invece si è addirittura inventato il federalismo ad personam.
L’articolo 20, quello sulle Regioni a Statuto Speciale, ha un nome, un cognome e un indirizzo: Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia. Per far contento anche lui, in una riforma che a forza di voler accontentare tutti i partiti nella maggioranza di governo si annacqua ogni giorno che passa (nell’ultima bozza, per esempio, è sparita qualsiasi forma di autonomia tributaria), è spuntata anche la possibilità di attribuire alle Regioni a Statuto Speciale "quote del gettito derivante dalle accise sugli oli minerali in proporzione ai volumi raffinati sul loro territorio". Non è (ancora) la tassa sul tubo, ma poco ci manca. Poiché 5 raffinerie su 6 delle Regioni a Statuto Speciale sono (ma guarda un po’) localizzate in Sicilia, la norma consente a questa Regione di trattenere in loco una buona parte del gettito delle accise sulla benzina raffinata. E non si tratta di noccioline. Con più di 20 miliardi di gettito complessivo all’anno, le accise sugli oli minerali costituiscono la la quarta imposta erariale italiana, e la quota raffinata in Sicilia è quasi del 50 per cento. Del resto, non si può dire che non lo avessimo già previsto. Si osservi anche che mentre la logica politica della norma è chiara, quella economica latita, e non trova fondamento giuridico né nel nostro sistema tributario né nello Statuto della Regione Sicilia. L’accisa è una tassa esigibile "all’atto dell’immissione in consumo del prodotto", è cioè un’imposta alla vendita, non alla produzione. In pratica, lo Stato impone le accise sulla benzina, i bolognesi e i genovesi le pagano, e i soldi vanno, in parte o del tutto, ai siciliani.
E’ l’opposto del principio della responsabilità fiscale, cioè dell’essenza del federalismo ("pago, controllo, esigo"); qui le tasse le paga qualcuno e i soldi vanno a qualcun altro. E dire che di responsabilità fiscale la Sicilia ne avrebbe un gran bisogno; è la Regione che già prende più trasferimenti dallo Stato (il 20% di tutti i trasferimenti erariali alle Regioni), ma che li spende molto male, a giudicare dalla qualità dei servizi offerti ai cittadini, dal numero e dai redditi degli amministratori pubblici e dall’età di pensionamento dei funzionari pubblici. Se questo è il federalismo alla Calderoli, ne vedremo di belle.

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PARADOSSI DEL CALO DELLA DISOCCUPAZIONE

35 commenti

  1. davide de bacco

    L’azione di governo cerca sempre e solo il consenso sul territorio con la forte complicità delle televisioni e dei giornali, vedesi il caso Alitalia, la soppressione dell’ici o i rifiuti di Napoli. La città partenopea certamente è più pulita, ma non ha per nulla risolto i suoi problemi; quanto ad Alitalia, devo proprio ringraziare Berlusconi che mi ha tolto l’ici sulla prima casa e poi mi farà costare il salvataggio della compagnia aerea almento quanto la cifra risparmiata con la soppressione del tributo. Televisioni tutt’altro che imparziali e ignoranza diffusa stanno mandando alla rovina questo paese. Ebbene si, perchè la pigrizia mentale di almeno il 90% dela popolazione non può altresì che definirsi ignoranza.

  2. Stefano SILVANO

    Le notizie sui media hanno dato un primo quadro per ciò che concerne l’attuazione del federalismo. Uno dei problemi, come a più riprese scritto, è dove reperire le risorse. Ritengo esistano problemi a monte sui volumi delle ipotetiche basi imponibili tra i fabbricati, non solo la prima casa ma tutti le unità immobiliari, dichiarati al catasto e quelli rilevati dai censimenti non c’è corrispondenza, pare sia una differenza media stimata intorno al 20% in difetto su ciò che è censito. Chi ha il compito di reperire le risorse si è posto il problema dell’attendibilità dei dati per i calcoli?

  3. Francesco Molinari

    Roma è ladrona? Facciamone 20! Questa a me sembra la logica del cosiddetto federalismo. Costi della politica e corruzione mi risultano direttamente proporzionali al numero dei posti di potere cioè di poltrone, occupate dai politici. In Italia nessuno affronta il tema della nostra pazzesca "ipertrofia istituzionale" cioè dell’enorme quantità di cariche elettive e relative poltrone, che a mi sembrano un corpaccione famelico che succhia risorse. Perchè dobbiamo pagare per 6 livelli amministrativo/gestionali se in USA sono 3? Abbiamo 1.Circoscrizioni, 2.Comuni, 3.Province, 4.Regioni (perchè ancora quelle a statuto speciale?), 5. Parlamento e Governo nazionali, 6 Istituzioni europee. Con tutta questa gente che si occupa di me dovrei essere contento, invece mi sento derubato di miliardi di euro che potrebbero essere usati per infrastrutture e servizi invece che per pagare migliaia e migliaia d’inutili consiglieri, assessori, deputati ecc. Chi se ne occupa? C’è chi ha valutato i costi economici di questo eccesso assurdo di cariche? Costano anche in blocchi dei processi decisionali e ostacoli posti solo per la visibilità di qualche politico locale. Sbaglio io?

  4. luigi zoppoli

    Federalismo cerebrale mi parrebbe un buon titolo per una riforma, ad indicare che nella testa degli estensori non tutto il cerebro pensa (anche se forse esagero a dire pensa) unitariamente. D’altronde, la fretta da "neve in tasca", come nella macchietta napoletana di Ciccio Formaggio servirà solo a proclamare coram universo "abbiamo fatto 10, 100, 1000 riforme" . Riforme tante, leggi per i cittadini una sola molto, ma molto migliorata: quella del menga. Chiedo scusa per il tono, ma sono tramortito da quanto sta accadendo che prelude ad un futuro drammatico per questo paese.

  5. sebastiano Molino

    Ma dov’è lo scandalo? in Sicilia ci becchiamo i tumori, le malformazioni neonatali e la devastazione delle multinazionali petrolifere e non ci dovremmo trattenere una parte delle accise sulle benzine raffinate nell’isola? Quanto allo Statuto (integrante della Carta Costituzionale(!) forse è meglio leggerlo per intero, senza pregiudizi. Non si vuole applicarlo lo Statuto? Bene, benissimo. Niente accise e niente raffinerie, solo quelle che bastano per le benzine in Sicilia (il 6% di quelle che qui vengono lavorate, il resto sono scorie): gli impianti vengano distribuiti equamente in tutta l’Italia. Che ne pensate di un petrolchimico a Portofino anzichè a Gela? O una raffineria Erg a Rimini anzichè a Priolo? Facciamolo il federalismo dell’energia e distribuismo i costi ambientali su tutto il territorio nazionale secondo i consumi. Noi ci riprendiamo i 300(trecento) chilometri di spiagge devastati che ospitano i petrolchimici dove l’aria è irrespirabile. A quel punto delle accise si può fare a meno.

  6. Piero Nasuelli

    In questo giorni ho "navigato" sulla rete per cercare il testo del DDL sul federalismo. Forse non sono stato abile ma mi ha fatto tanto piacere trovarlo su "lavoce". Anche sul sito del Governo non sono riuscito a trovare il testo completo. Di federalismo tutti ne scrivono, ma la fonte delle citazioni sono spesso le dichiarazioni di questo o quello e questo non è fare informazione "trasparente". L’esempio delle accise sui carburanti la dice lunga su tutti i travisamenti che si stanno facendo sul "federalismo". Nelle "unioni di stati" che hanno portato alla creazione di nazioni federali come gli USA o la più piccola Svizzera, come prima cosa hanno definito gli "obiettivi" della federazione, ovvero si deve stabilire di che cosa si occupa lo stato federale poi è ovvio si deciderà come finanziare le competenze ed i servizi dello Stato. Se non ho capito male in questa "riforma" prima si pensa a quanti soldi si possono arraffare poi si vedrà il da farsi. Poveri noi!

  7. Luigi Sandon

    Anche perché non si capisce perché tale norma dovrebbe valere solo per le regioni a statuto speciale, e non tutte quelle che ospitano raffinerie. E un federalismo serio non dovrebbe eliminarle del tutto, le regioni a statuto speciale? Ormai le ragioni per le quali furono create sono esaurite da un pezzo.

  8. Francesco Gatto

    Ma siamo sicuri che il federalismo è quello di cui abbiamo bisogno? Vivo in un comune dove dal 2003 hanno "federato" la tassa sui rifiuti (dall’imposta comunale TARSU siamo passati alla tariffa TIA) col risultato che il costo del servizio e di conseguenza le bollette è aumentato considerevolmente. Non è che il federalismo fiscale serva a drenare piu risorse per finanziare servizi inutili? ad ogni modo grazie lavoce.info per il testo completo

  9. Marco Passera

    Magari i soldi delle accise servissero realmente per i cittadini siciliani! Avete moltissimi soldi trasferiti dallo stato, ma il risultato è deludente. Per quanto riguarda il Federalismo, non si potrà mai fare qualcosa di serio, poichè al governo(PDL) dovrebbero decidere di tagliare drasticamente ii fondi a pioggia, ma sono proprio gli stessi che poi devono dirottorli alle stesse regioni "spendaccione". Non è una questione di destra o sinistra, ma di potere politico che non molla la presa.

  10. max58

    Grazie per la chiarezza. Spero continui così.

  11. Pierangelo Manzoni

    Quello che trovo veramente irritante sono i media in generale e la TV in particolare. Ci fosse un giornalista (un giornalista dott. Vespa!) che chiedesse ai politici di turno di argomentare, di dare sostanza, di dire come si traducono in pratica i loro programmi che condensano sempre solo in uno slogan o in una parola. Mi spiegate se, come lasciano intendere i leghisti, rimangono molte più risorse (danè) in Lombardia dove o a chi si prendono?

  12. F.SILVA

    Gli storiografi ci hanno insegnato che i governi italiani della Sinistra storica negli anni ’80 del secolo XIX si basarono su un’alleanza tra i latifondisti del Sud e alcune lobbies del Nord, attraverso le protezioni doganali. Nel caso della Nuova destra l’alleanza passa tra il Nord della Lega (ma anche di Berlusconi) e la Sicilia di Lombardo e della mafia, tramite accordi che prevedono side payments (via federalismo fiscale, ponte sullo Stretto e chi sa d’altro). Mi sembra che questo insegni che il Grande Nord non e’ capace di farsi portatore di un progetto che preveda uno sviluppo nazionale di tipo evoluto. Vi e’ da aggiungere, a parziale difesa di Calderoli, non di Berlusconi, che anche negli anni ’60 e ’70 dal Nord confluirono molti soldi al Sud, sotto forma di investimenti industriali incentivati, disastrosi. Forse e’ meglio la filantropia politica dichiarata che non quella travestita da investimento inproduttivo.

  13. Massimo Marnetto

    Calderoli sta cercando un federalismo che accontenti tutti. Il tentativo è economicamente maldestro, perché nello spostamento di fondi, fai contento solo chi si tiene il gettito delle tasse a casa. Gli altri che si vedono tagliare i trasferimenti saranno sicuramente di cattivo umore. Allora il Ministro va sul creativo (accise). E qui, le cose si complicano. Perché se gli esce un’altra "porcata" – e magari se ne accorge con il solito ritardo – l’unico modo dei Lego-Autonomisti per salvare la faccia (e conservare il concenso) è far saltare il Governo. Vedo una miccia accesa…

  14. marco ferrari

    Vorrei aggiungere che non ci potrà mai essere vero federalismo con la presenza della provincie, dei prefetti, di 8000 comuni, e soprattutto di regioni come il Molise, la Valle d’Aosta ecc. Occorre cambiare anche l’assetto istituzionale: 8-9 regioni, accorpamento dei comuni, abolizione di province e prefetture. Con i soldi risparmiati (quante poltrone e annessi costi in meno?) si potrebbe finanziare la transizione al federalismo fiscale.

  15. Ruggero Gunale

    Lo scandalo sta nel fatto che il precedente testo del ddl (c.d. bozza Calderoli del 3 settembre) all’art. 20 per le Speciali prevedeva, più ragionevolmente, "Disciplinano, sulla base di quanto previsto dai rispettivi statuti, le modalità per l’attribuzione alle Regioni di quote del reddito delle imprese con sede legale fuori del territorio della Regione e con stabilimenti o impianti nella Regione medesima". Cancellare questo riferimento generale e introdurre solo quello specifico sulle accise è un tipico esempio di regalia politica agli amici degli amici.

  16. Giuseppe Moncada

    Ho letto l’articolo sul federalismo scolastico di Bordignon e oggi, la " bella novella" del federalismo fiscale per Raffaele Lombardo. Da siciliano, e dirigente scolastico, penso che dovrei essere felice. Infatti, se ,come si prevede, ogni regione dovrà gestirsi il personale, i nostri stipendi dovranno essere certamente equiparati a quelli regionali, e poichè i pari livello dei dipendenti regionali sono parecchio più alti, anche i nostri saranno migliori. Questo tipo di federalismo fiscale continuerà a far sì che la classe politica regionale continuerà a sperperare le risorse che ci verranno assegnate, così, come giustamente fatto rilevare al termine dell’articolo. Parlando di Istruzione, cadono nel nulla gli articoli di dolore di Galli Della Loggia ed altri sulla scuola e sulla responsabilità degli intellettuali siciliani. L’esempio concreto della nostra afasia è Catania. La città è stata portata al fallimento dal centrodestra, anche per carenze del centrosinistra, e tuttavia, ha riconquistato la città con il 70% dei voti.

  17. Armando Guerra

    Non credo sia opportuno scambiare accise per disastri ambientali. In questa logica si potrebbe decidere di mandare in Sicilia tutti i rifiuti tossici della penisola, basta pagare. Il problema a cui si accennava è che comunque questi introiti, ingiustificabili in ottica federalistica, probabilmente non migliorerebbero i servizi erogati dalla regione.

  18. Francesco Pampinella

    Una precisazione: i soldi in questione non andrebbero ai Siciliani (magari fosse cosi) ma alla classe dirigente politica burocratica siciliana che è un corpo completamente distinto dalla società civile siciliana. In poche parole l’autonomia siciliana rappresenta solo lo strumento con cui la classe dirigente isolana perpetua i suoi privilegi a spese della società civile.

  19. padanus

    Wikipedia: Accisa: il momento generativo dell’obbligazione tributaria all’atto della fabbricazione dei prodotti. Il perfezionamento dell’esigibilità…all’atto dell’immissione in consumo dei prodotti. Quindi una foglia di fico legal/economica si può anche trovarla, basta cercarla. Ma al di là della polemica sulla federabilità dell’imposta, ho una domanda: Perchè esiste l’Accisa? Come imposta indiretta c’è già l’IVA, su tutto, facciamola bastare. Se poi guardiamo le componenti dell’accisa sugli oli minerali per ogni litro paghiamo per: guerra di Etiopia ’35, crisi di Suez ’56, alluvione Firenze ’66, 3 terremoti ’68, ’76, ’80, missioni in libano ’83 e Bosnia ’96, contratto ferrotranvieri ‘2004: tot 0,25€/litro! In Italia, appena si toccano tasse ed aliquote si scatena la guerra tra poveri. Le regioni a statuto speciale hanno uno status che non vogliono perdere, mica fesse! Per rendere la norma meno ad Siciliam, la estendano a tutte le accise, così anche le regioni alpine avranno la loro parte sull’idroelettrico che producono. Resta la domanda, che senso hanno le italiche accise? Grazie per una risposta.

  20. Flamel

    Lo scandalo c’è: inamissibili e intollerabili oggi malattie e devastazioni legate a attività produttive. Se questo avviene è perché la regione non ha svolto i suoi obblighi. Ragioni logistiche e dimensionali non permettono di sparpagliare questi impianti. Il danno della perdita di 300 km di spiagge va valutato e raffrontato coi vantaggi della occupazione e compensato in relazione. Le accise non devono servire a questo, i carichi economici vanno pagati dai prodotti, se questo non avviene significa una condannabile e pessima gestione imprenditoriale, che a quel punto deve interessare le autorità regionali in primis.

  21. Tarcisio Bonotto

    Le tasse secondo Sarkar dovrebbero essere raccolte dai comuni e da questi, devolute alle strutture che gestiscono l’apparato amministrativo dal locale al nazionale. Nel caso specifico, il Comune trattiene il 50% delle tasse raccolte, il 10% al Distretto o Provincia, il 15% alla Regione, e il 25% allo Stato. Ma è necessario sia determinare quali siano i compiti specifici degli enti ai diversi livelli, e in questo Sarkar aggiunge delle proposte, che potremmo vedere. Ma il problema più grosso è che il sistema di Federalismo Fisc. viene introdotto in una situazione molto diversa delle aree economiche. Questo creerà certamente problemi tra aree ricche e meno ricche. Una soluzione sarebbe secondo Sarkar creare le unità socio-economiche autosufficienti. Autosufficienza più o meno a livello provinciale per le necessità di base della popolazione: alimenti, vestiario, edilizia, scuola, sanità, agricoltura e artigianato/industria, trasporti, comunicazioni, per quanto possibile. La tassazione federale non avrebbe conseguenze negative in una struttura di questo tipo.

  22. salvatore modica

    Se la signora Finocchiaro fosse stata in Sicilia qualche minuto di più negli ultimi anni, forse avrebbe capito che un modo di evitare l’abbraccio Lega/Mpa c’era, ed era di appoggiare Micciché alla presidenza della regione. La notte in cui è tramontata la sua candidatura è cominciata l’era degli Sceicchi di Sicilia. Non ci sarà da discuterne per un bel pezzo.

  23. sebastiano Molino

    STATUTO REGIONE SICILIANA ARTICOLO 37 Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. 2. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima. ARTICOLO 41 ter 1. Per le modificazioni del presente Statuto si applica il procedimento stabilito dalla Costituzione per le leggi costituzionali.

  24. DANIELA VARINI

    Bozza sul federalismo fiscale: apparso velocemente sul sito dell’Ansa e scomparso in un battito di ciglia. Ricomparso per merito vostro. Una rivoluzione rispetto alle vecchie discussioni ed orientamenti nati già alla fine degli anni ottanta. L’art .20 è l’espressione sintetica dell’impronta che l’intero documento intende assegnare alle realtà locali: superato il valore della soliderietà sociale, si riducono a sole tre voci le aree in carico alla fiscalità generale. Si supera definitivamente il principio solidale per sostituirlo con un conteggio meramente economico di una presunta produzione di ricchezza locale, quest’ultima merito, o demerito, di scelte compiute in altri momenti storici ma improntate ad una visione dello Stato fedele all’Art.1 della nostra Costituzione. Qualora l’iter legislativo si concluda positivamente in tempi brevi, insieme alla riforma Brunetta che prevede il ritorno al sistema pubblicistico dei contratti del Pubblico Impiego, entro la fine naturale di questa legislatura avremmo sicuramente uno stato federale: peccato che assomigli molto alla struttura feudale con vassalli e valvassori e l’Imperatore nella lontana capitale.

  25. Roberto

    Leggendo qua e la mi sembra di aver capito che la motivazione della regione Sicilia sia quella che i petrolieri hanno la sede in altre regione (Lombardia per esempio) per cui le relative tasse regionali sul reddito le pagano alla Lombardia. Sotto questo punto di vista mi sembra giusto visto che la regione sicilia deve sobbarcarsi tutti i problemi dovuti alle raffinerie, per cui qual’è il punto di vista vero? Sono d’accordo che la classe politica siciliana dovrebbe essere azzerata, compresi i lavoratori che ci lavorano demtro alla regione, compresi tutti gli assistiti che non dovrebbero esserlo.

  26. Fiele

    Trovo un po’ troppo schematiche le riflessioni degli autori Boeri-Bordignon. L’articolo in questione al di là delle speculazioni semantiche non è banalmente come si scrive un "favore al presidente Lombardo" ma la rivendicazione normalissima di una regione (sic del Sud!), di un territorio che in linea con la nuova logica federalista cerca di fare due conti e una ricognizione dei suoi assets. Non capisco perchè non dovrebbe essere altrimenti, semmai semplicemente basterebbe estendere la compartecipazione a tutte le regioni interessate da attività di raffineria e non solo a quelle a Statuto Speciale. Se la classe politica siciliana non abbia mai brillato per grandi meriti lo si lasci giudicare serenamente e democraticamente ai Siciliani che mi preme ricordare, fortunatamente, vivono di democrazia anche loro. Certe sintesi oltre modo sincopate e per giunta con toni velatamente nordisti su una parte di Sud perennemente assistito e malato credo siano un po’ datate e lontane dalla realtà. Il rischio della pigrizia intellettuale è alto e ciò credo non offra un contributo ai principali nodi del sud tra cui le infrastrutture ( tra cui anche il ponte) , l’occupazione etc. etc.

  27. Alessandro

    Capisco perfettamente la tesi di tutti coloro che sostengono che le accise sarebbero una compensazione dei danni ambientali, potrei allora sostenere che siccome a Brindisi si produce più del 10% dell’energia elettrica consumata in Italia tramite, centrali a carbone (una delle più grandi di europa), gas ed in passato anche orimulsion (senza parlare del polo petrolchimico)…. avremmo diritto ad avere una parte dell’imposta al consumo pagata sull’energia elettrica…ma il problema è che non c’e’ alcuna ragione per mettere in relazione accise e danno ambientale; le esternalità ambientali andrebbero quantificata e addebitate ai consumatori; ma le accise non hanno quella funzione. Quello che manca, come al solito, è la trasparenza, chi introduce una norma di questo tipo dovrebbe come minimo darne una giustificazione logica, altrimenti il dubbio che ci si trovi di fronte ad un scambio politico è almeno ragionevole…

  28. Carlo Buratti

    L’articolo di Boeri e Bordignon è ricco di errori e dà una interpretazione dell’art. 20 che è arbitraria. L’esiguità dello spazio a disposizione non mi consente di trattare la materia in modo esauriente, ma il lettore può leggere per intero la norma che recita: "(I decreti delegati) Possono discilpinare le modalità per l’attribuzione alle Regioni di quote del gettito derivante dalle accise sugli olii minerali in proporzione ai volumi raffinati sul territorio, contestualmente all’attribuzione o trasferimento delle eventuali competenze o funzioni spettanti alle medesime Regioni ed ancora non esercitate". Dunque si parla di quote di gettito e il trasferimento si deve accompagnare all’assegnazione di nuove funzioni. Il costo delle funzioni non esercitate dalla Sicilia è stimato in 14 mld. La quota regionale dell’accisa in 9 mld. Non c’è modo di coprire il costo delle ulteriori funzioni aumentando le quote dei tributi devoluti, perchè sono già al 100% per tutti i tributi, salvo le imposte di fabbricazione e quelle sui tabacchi. La lotta agli sprechi non sarà sufficiente. L’art. 20, comunque, non comporterà nessun costo aggiuntivo per l’erario o per le altre Regioni.

  29. economista

    Cari Professori Boeri e Bordignon, da cittadino Siciliano, sono disposto a pagare le accise, l’iva e qualsiasi altra tassa alle ricche regioni della "Padania", purchè si costruiscano nel vostro incontaminato territorio, tutte le centrali nucleari, a petrolio carbone e quant’altro è presente al Sud, per produrre energià elettrica, raffinare il petrolio e tutto il resto.

  30. Francesco Paoletti

    Il maggiore danno ambientale i carburanti lo fanno nei luoghi in cui vengono consumati. In questo senso le accise andrebbero trasferite dove il carburante viene venduto piuttosto che dove viene prodotto.

  31. Danilo

    E così la montagna ha partorito il topolino! Altro che federalismo! I trasferimenti improduttivi aumenteranno ancora di più con il disegno di legge presentato dalla Lega. A Venezia i dirigenti della Lega hanno parlato di Padania libera, di devolution a quello strano popolo leghista che non conosce nemmeno una virgola del disegno di legge presentato dalla Lega e che non ha ancora capito che con il vero federalismo quel disegno di legge non ha niente a che fare. Sono di Roma e sono un sostenitore di un vero Stato federale (e anche della devolution). Il Lazio è tra le sette regioni italiane più che autosufficienti e il PIL di Roma è uguale o superiore a quello di Milano. Ma che delusione questa Lega! Elettori leghisti, ma lo volete leggere o no questo disegno di legge della Lega? Così vi renderete conto che di federalismo non ha neppure l’ombra!

  32. Carlo

    All’amico "Economista" siciliano vorrei dire che non mi pare il suo il modo corretto per affrontare il problema. Il fatto che già oggi la sua beneamata regione riceva il 20% dei trasferimenti stato-regioni, ne fà una regione ben più che anomala. Mi pare di ricordare che sia anche l’unica regione che non ha problemi di spesa sanitaria perché lo stato ripiana a piè di lista, e via discorrendo. La Sicilia è anche la regione con il maggior numero di dipendenti pubblici (o forse la seconda) in rapporto alla popolazione, così come la proporzione di invalidi con tanto di pensione. Ma lasciamo stare queste inezie, cerchiamo una soluzione vera al federalismo. Tutte le regioni devono avere l’obblogo di aiutare quelle meno fortunate, meno ricche, almeno nella misura in cui queste ultime cercano di aiutare sè stesse risanandosi, lasciando perdere sciocche polemiche fuori luogo.

  33. vincenzo carrieri

    Non vi è dubbio, e fanno male i miei concittadini meridionali a negarlo, che ciò che propone la bozza calderoli non ha fondamenti di razionalità economica. Ma, ciò che gli autori in maniera implicita ignorano è che non vi è nessuna garanzia che riducendo i finanziamenti, le compartecipazioni in qualsiasi forma alle regioni del mezzogiorno possa avvenire una più efficiente ed equa gestione dei servizi. Il criterio della maggiore responsabilità di spesa attraverso entrate proprie potrebbe funzionare in presenza di una classe politica responsabile. Se così non fosse, e voi tutti sapete che non è, in molte regioni meridionali, gli unici a farne le spese sarebbero i cittadini meridionali.E’ vero che anche da noi c’è la democrazia, ma è anche altrettanto vero che dove più c’è disagio sociale ed economico la democrazia è appesa un filo. Il centro-nord ha grandi responsabilità su questo perchè gode della nostra ampia platea di accaniti consumatori di qualunque cosa…e difende e sponsorizza la classe politica locale foriera di milioni di preferenze. Mi piacerebbe che gli autori, per i quali nutro molta stima, rispondessero su questo punto che colpisce al cuore l’intera idea di federalismo

  34. Federico Silengo

    A mio avviso un federalismo fiscale efficace ed efficiente dovrebbe essere basato su due principi fondamentali: suddivisione delle competenze (e quindi delle spese) tra i vali livelli di governo e parallela responsabilizzazione fiscale delle amministrazioni pubbliche per quanto riguarda le entrate. Visto che sono i cittadini a decidere con il loro voto se un amministratore ha ben operato oppure no, mi sembra evidente che solo sei due principi vengono applicati il cittadino potrà avere i dati sufficienti per poter valutare con criterio. Non mi sembra che questa bozza segua i principi sopra indicati, ne che abbia una parvenza di razionalità nella sua struttura.

  35. franco selmin

    Il federalismo viene venduto come avvicinamento e coinvolgimento maggiore dei cittadini. A me sembra si sia tradotto solo in incremento dei costi burocratici per i cittadini, rigonfiamento degli organici pubblici e,dulcis in fundo, in minori conoscenze dei meccanismi di azione degli incentivi o delle regole da rispettare da parte di cittadini. Oltre che in discriminazioni tra i vari cittadini. Prendiamo l’ici: due fratelli con due abitazioni completamente uguali in due comuni limitrofi pagano anche 2 punti di differenza di ici. Negli anni 60 presentavo le pratiche all’ufficio periferico di zona del ministero della agricoltura e,senza internet, tempi postali permettendo avevo la mia pratica approvata con decreto MAF in tempi di molto più corti di oggi che c’è internet e tutto viene gestito a livello regionale. Non solo. Prima sapevo di essere trattato come tutti i miei colleghi in italia ora posso essere più o meno sfortunato a seconda della regione in cui mi trovo. Per me è solo il dilagare della disguaglianza che genera concorrenza sleale .

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