Il 3 ottobre la Sapienza di Roma, il più grande ateneo dItalia e dEuropa, ha eletto il proprio rettore. Luigi Frati, da 17 anni preside di Medicina e Chirurgia1. diventa il terzo rettore consecutivo della Sapienza di Roma con uno o più figli nella sua stessa università. Nel suo caso, entrambi sono stati chiamati (ed uno di questi nella sua stessa facoltà) quando egli era già preside. Ma in facoltà gli fa compagnia anche la moglie, ex insegnante di lettere al liceo, ora ordinaria di Storia della Medicina. Proprio in questi giorni si sta svolgendo sul sito repubblica.it lennesima raccolta firme di accademici per chiedere maggiori finanziamenti alluniversità. Ma prima di chiedere soldi al contribuente, non sarebbe più credibile dare unaltra immagine di sé al paese? Se la maggioranza del più grande ateneo italiano elegge per tre volte consecutive un rettore che si circonda di parenti, non è legittimo nutrire qualche dubbio su come verranno spesi questi fondi? Per rispondere a questa domanda forse può aiutare la visione di questo video delle Iene sulla festa di nozze della figlia del neo-rettore, svoltasi (incredibile ma vero) nellAula Grande della Sapienza
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Jacopo
Al Magnifico Frati è imputabile una sola colpa: non dissimula i propri interessi. "Ipotizziamo" un caso di familismo allargato: una studentessa – età attorno ai 30, cm 180, kg 55 – che si innamora di un professore – attorno ai 60, cm 160, kg 80 -. Seguono in rapida successione esami residui, tesi e laurea, nozze, concorso presso… altro! ateneo (appannaggio di un caro collega del neosposo, con il medesimo socio paritetico in attività professionale) e, in ultima analisi, pensione assicurata. Chi l’avrebbe mai sospettato, divorzio in vista; aspettate e potremo constatere se una cattedra alla Sapienza possa esser spesa anche in vece di "alimenti".
el
La pratica del nepotismo e la regola in tantissimi ambiti. Universita: regola. Se ciò accade anche a ingegneria e medicina puo essere un mezzo disastro. Ma il disastro e sempre poca cosa se comparato con lo stabile vantaggio economico degli interessati. Ministero degli esteri: da evitarsi ogni commento. Burocrati inutili inefficienti e costosissimi. Ma nepotismo di primo ordine. Altri ministeri e oligarchie burocratiche: stesso nepotismo. Giornalismo: per l’amor di dio qui e una farsa. Per di più solo un idiota si puo sottomettere a un esame per certificare l’idiozia proporia e di chi applica l’esame. Astuzia per legittimare il nepotismo. Giornalismo italiano repleto di somari e asinerie. Tragedia per chi non legge in altre lingue. Per chi mastica l’inglese il giornalismo italiano non esiste più. Professioni superprotette: nepotismo la regola. Vedi farmacie, notai, avvocati, ecc. ecc. ecc. Il nepotismo e tengo famiglia sono il fondamento dell’agire sociale e politico degli italiani. Di norma chi ne trae beneficio e anche moralista. Non di rado liberista.
vincesc
Non vorrei sbagliarmi, ma non erano Professori e studenti dell’Università "La Sapienza"che hanno impedito, alcuni mesi fa, al Pontefice Benedetto XVI di parlare nella loro Università perchè si sentivano offesi nella loro laicità? Certamente adesso faranno fuoco e fiamme per contrastare questa elezione. O forse non la considerano offensiva?
Max
Il nostro illustre Frati aveva peraltro gia’ tentato la scalata al rettorato nel 2005 perdendo per una manciata di voti. L’Espresso ne parlava in termini non proprio lusinghieri gia’ un paio di anni fa: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-barone-Frati/1477028/8 Ma si sa in Italia chi la dura la vince…
Carlo Carminati
Mi sembra ovvio: come si puo’ pensare che l’universita’, in un paese corrotto dove il Presidente del Consiglio si porta in parlamento i propri ‘dipendenti’ (avvocati, ‘giornalisti’, veline e quant’altro), sia indenne da fenomeni di malcostume e corruzione? Purtroppo lo "splendido isolamento dell’Universita’ Italiana" non la mette al riparo da questi fenomeni di malcostume che vanno -giustamente- stigmatizzati. Ma utilizzare tali ‘episodi’ per screditare l’intera universita’ pubblica (e giustificare i tagli del governo) e’ un operazione masochistica. I nuovi tagli non mettono in discussione le fulminanti (e sorprendenti) carriere ‘interne’ (propiziate da raccomandazioni) ma penalizzano i giovani. Altro che moralizzazione! Anzi, questi tagli, lungi dal risolvere i problemi, finiscono per portare il sistema universitario pubblico alla bancarotta cosi’ da da giustificare una sua ‘privatizzazione’, magari con modalita’ poco trasparenti (come avvenuto per Alitalia). Senza contare che, stando alla citatissima classifica Jiao Tong http://www.arwu.org/rank2008/en2008.htm non sembra che le universita’ *private* italiane brillino particolarmente…
Pietro Freil
Il grave non è che queste cose accadano, ma che non ci sia alcuna reazione e sanzione per il fatto che siano accadute.
MS
Giusto, critichiamo i capi e colpiamo i subalterni. 1) L’assenza di finanziamenti, combinata con il blocco del turnover (dieci pensionamenti necessari per due assunzioni) non colpisce certo i "baroni", i quali non devono cercare finanziamenti per rinnovare ogni anno il proprio misero assegno, ma che al limite vedranno rallentare i propri scatti di anzianità. 2) I tagli sono effettuati "a pioggia" verso atenei, facoltà, dipartimenti ottimi o pessimi, necessari o inutili, sovradimensionati o con carenze di organico. 3) Tutto questo porta inevitabilmente a penalizzare gli adulti (per favore, basta chiamarci giovani) che potrebbero sostituire gli anziani con mentalità, motivazioni e capacità nuove. Per fortuna, come fanno molti lavoratori della ricerca e un numero crescente tra i migliori neo laureati, si potrà emigrare…su un comodo volo Alitalia.
Enrico Zaninotto
Di fronte a quanto Perotti oggi e ieri Boeri su La Repubblica denunciano non basta l’indignazione. La proposta di Boeri (discriminare comportamenti virtuosi da quelli viziosi attraverso la distribuzione delle risorse) è semplice e può essere tradotta in modo compatibile con le restrizioni finanziarie imposte in questo modo: anziché riassorbire 3 posti su 4 dei pensionamenti del prossimo quadriennio, il riassorbimento sia totale per gli atenei sotto un certo quantile (diciamo il terzo quartile) di un qualsiasi ordinamento qualitativo, e sia invece nullo per quelli dell’ultimo quartile. Tremonti otterrebbe lo stesso risultato finanziario e son sicuro che, pur con meno soldi, l’Università migliorerebbe.
Renzino l'Europeo
Bello, ne faccio una slide per una delle mie prossime presentazioni in materia di politiche universitarie – qui in Europa si divertiranno un mondo.
Bruno Parigi
Sono in totale accordo.
Francesco Caivano
Quello che accade alla Sapienza è un fatto comune a molti atenei italiani. Anche a Bari, ad esempio, molti studenti sostengono con ironia che "l’Università è una grande famiglia". Mi sono laureato nel 1972 e la stessa Università e facoltà hanno frequentato anche i miei tre figli. Sono rimasto molto sorpreso nel vedere che molti professori erano ancora in servizio. Poi mi hanno spiegato che quei professori in effetti erano più giovani di me e ne ho dedotto che si trattava dei figli dei miei professori. Allegria! Siamo una grande famigli! Non può essere diversamente dal momento che al potere abbiamo un Presidente che si è portato in Parlamento ed al Governo dipendenti, fornitori (avvocati), forse anche amanti. Forse quello del premier ha un nome diverso da nepotismo, la sostanza, però è la stessa.
Franco Morganti
Oggi con una lettera al Corriere La accusa di non leggere le note dei documenti che Lei cita (a proposito del costo per allievo delle università italiane). Penso che dovrebbe rispondergli. Morganti
La redazione
Il professore Figà Talamanca accusa "un professore di economia della Bocconi" di avere grossolanamente distorto, nel suo recente libro "L’ università truccata", i dati OCSE sulla spesa universitaria per studente in Italia. Se il "professore della Bocconi" avesse letto le note informative avrebbe scoperto, secondo Figà Talamanca, che i dati per l’ Italia tengono già conto del fatto che molti studenti frequentano poco; di conseguenza, il dato della spesa per studente sarebbe molto più basso di quello mostrato nel libro. Purtroppo, l’ affermazione del professor Talamanca è falsa. Se si fosse peritato di scaricare i dati dal sito internet dell’ OCSE, invece che di pontificare sul metodo di lavoro altrui, avrebbe scoperto che il dato italiano, al contrario degli altri paesi, non tiene conto degli studenti che frequentano poco: per mancanza di informazioni, tutti gli studenti sono considerati a tempo pieno. E se avesse comprato il libro, invece che scrivere per sentito dire, vi avrebbe letto che uno studio della Conferenza dei Rettori, una fonte ben più affidabile dei professori della Bocconi, raggiunge le stesse conclusioni: la spesa universitaria italiana non è inferiore a quella di molti altri paesi OCSE. Il professore Figà Talamanca è ordinario alla Sapienza: perché non usa le pagine del Corriere per dissociarsi dalla scandalosa elezione del rettore Frati, invece che per questi maldestri tentativi di disinformare il lettore?
Roberto Perotti, "professore della Bocconi".
Francesco Garofalo
Eppure a me è capitato di scambiare due parole con un collega della Sapienza che ha votato Frati ed è insospettabile. La spiegazione è che “ci vuole uno come lui per tenere testa alla Gelmini”. Nella giungla dell’università italiana, individui capaci di tutelarne gli interessi appaiono desiderabili anche a esemplari di specie virtuose.
vittorio
Non potrebbe la ministra Gelmini mandare degli ispettori per capire come mai accadono questi fatti eticamente (forse legalmente) reprensibili?
ugo romano
Il familismo è uno dei più appariscenti fenomeni della nostra società malata di corporativismo senza Stato. Il fenomeno è talmente radicato e la insensibilità e strafottenza per le regole di ciivltà giuridica talmente pronunciata nei "protagonisti" (nonostante la sterminata pubblicistica di denuncia delle varie caste che lottizzano l’talia) che forse sarebbe il caso di proibire per legge l’assunzione nello stesso ramo della PA e degli enti pubblici di figli, nipoti ed affini.l’unica soluzione potrebbe essere il divieto legale di assunzioni e reclutamenti negli stessi Organi pubblici di figli, nipoti e affini… Vedo già di sacerdoti del tempio della "libertà di mercato" stracciarsi le vesti…Una libertà di mercato interpretata a senso unico, monca nella parte in cui esigerebbe la difesa veramente liberale del principio delle parì opportunità di partenza (uguaglianza art. 3 Cost.)
Alessandro Spinelli
Purtroppo non si può che essere d’accordo. Questi comportamenti (ed altri consimili e ben noti) screditano ancor di più (se mai ce ne fosse bisogno) l’immagine dell’Università e – quel che è peggio – legittimano i provvedimenti "punitivi" del DDL e rendono possibile giustificare qualsiasi intervento – da destra e da sinistra – come volto alla soppressione di una sacca di privilegio insostenibile. Qualcuno ricorda i contestuali attacchi di Libero di qualche mese fa? E’ altrettanto ovvio che – per ignoranza o incompetenza o entrambe – nessun politico entrerà mai nel merito dei tagli per proporre razionalizzazioni e/o ripartizioni più eque. Perché dovrebbe? L’Università conta meno dei taxi e non è percepita come portatrice di valore per il paese. Di fronte a queste figuracce, diventa sempre più difficile sostenere il contrario, anche quando è vero.
carmelo lo piccolo
Lo stato della nostra Università pubblica è perfettamente descritto nell’ultimo saggio di Roberto Perotti, che consiglio a tutti di leggere: favoritismi e nepotismi di ogni genere sono la regola, gli studenti comprendono subito, fin dal loro primo giorno di frequenza, che più che studiare è necessario avere le "giuste aderenze" per superare gli esami, qualità e quantità della didattica assolutamente scadente, con professori assenti alle lezioni o lezioni che iniziano in ritardo (a proposito, perchè il ministro Brunetta non parla dei "fannulloni" e degli "assenteisti all’Università?) per non parlare poi del vero e proprio calvario dei ricercatori, selezionati non in base ai meriti scientifici ma alla "fedeltà" al barone di turno. Come può un’istituzione ridotta così preparare e formare una classe dirigente? Con quale coraggio si rilasciano titoli di studio che abilitano alla carriera dirigenziale, e si discriminano le possibilità di carriera in base al solo possesso del titolo di studio, quando chi esce dall’Università spesso non sa e non sa fare? Con quale faccia tosta si pretende che gli studenti e le loro famiglie paghino tasse sempre più alte in cambio di questo "servizio"?
Pier Luca
Innanzitutto sono in totale accordo con l’articolo. Come in altri paesi civili, dovrebbero esserci regole per vietare questi fenomeni. I colleghi si dovrebbero indignare e vigorosamente protestare. Però, in un mondo in cui abbiamo coppie di marito e moglie e gruppi di accusati e avvocati che siedono nello stesso parlamento o senato, dobbiamo davvero stupirci se non ci si indigna?
Ufficio stampa e comunicazione Sapienza Università di Roma
L’aula magna della Sapienza non è mai stata usata dal professor Luigi Frati per la festa di matrimonio di sua figlia Paola, né da nessun altro per festeggiamenti che non rivestissero carattere istituzionale. Come si evince anche dal servizio delle Iene, Luigi Frati e sua figlia Paola hanno brindato con i colleghi dell’Università in un’aula didattica della facoltà di Medicina, analogamente a quanto spesso avviene nei luoghi di lavoro in occasione di matrimoni, pensionamenti ecc. Il ricevimento di nozze si è svolto presso il Castello della Crescenza, in provincia di Roma.
La redazione
Il neo-rettore della Sapienza Luigi Frati ha ora a disposizione un intero ufficio stampa, e l’ ha messo subito al lavoro. Prendiamo atto che la festa della figlia si è svolta non nell’ Aula Magna della Sapienza, come da noi erroneamente indicato, ma nell’ Aula Grande della Facoltà di Medicina allora presieduta da Frati. Abbiamo provveduto a correggere il testo. Prendiamo anche atto che:
1) Non conosciamo altri "brindisi in luoghi di lavoro" che siano preceduti da inviti formali recanti fra l’ altro le espressioni "Il professor Luigi Frati e il professor Mario Piccoli, in occasione del matrimonio dei loro figli, saranno lieti di festeggiarli con voi … nell’ Aula Grande di Patologia generale".
2) Nonostante questo indizio inoppugnabile, durante il servizio delle Iene l’ allora preside Frati ha detto fra l’ altro "Non l’ ho fatto io
… io non c’entro …. io sono un invitato come gli altri … si sono organizzati per conto loro"
3) Non conosciamo molti "brindisi" fra colleghi che siano rallegrati dalla "tavola stupenda" che appare nel servizio delle Iene;
4) Non conosciamo molti "brindisi" fra colleghi in cui la festeggiata, entrambi i genitori, ed un altro fratello sono tutti …. colleghi.Chiudiamo con la domanda che pone un funzionario amministrativo all’ inviata delle Iene che gli chiede di organizzare la propria festa di nozze nell’ ateneo: "Ma lei si rende conto di quello che chiede?"
Paola Bergamaschi
Credo che il problema del reclutamento dei ricercatori (a cuore a te Roberto e a me, che lavoro nella ricerca pubblica) che tu hai sollevato sia uno dei problemi più urgenti da affronate se vogliamo rilanciare la ricerca el ‘università Italiana. Ma, il problema va affrontato senza ipocrisie, perchè purtroppo tocca interessi e persone sia appartenenti al centrodestra, sia al centrosinistra. Ecco perchè credo che non verrà veramente affrontato. Se Brunetta pensasse alle ipocrisie dei concorsi pubblici forse farebbe cosa buona e giusta. ma invece pensa di colpire i più fragili, cioè i malati.Ma, chedire non a caso l’Italia è il Paese del familismo amorale, si, proprio, amorale. Comunque, bisogna aprire un dibattito pubblico, senza paura, proprio su queste tematiche.
cesare spano
Ma la cura più efficace sarebbe troppo dura. per cui accontentiamoci di diffondere l’informazione; almeno non lo prenderemo nel di dietro in silenzio…
strega
Purtroppo l’Università in Italia non è diversa da molti altri settori…la "cosa pubblica" è oggetto di lottizzazioni abusive in ogni ramo. E’ la norma che vinca un concorso (da riercatore, da associato, etc) l’allievo del Presidente della Commissione di concorso. E prima ancora, a taluno è dato poter pubblicare, ad altri no. "Viva l’Italia!" lo ha testimoniato meglio di tanti discorsi. Il problema è: chi vuole davvero cambiare questo stato di cose? Chi vuole davvero cambiare l’Italia? Prima troviamo la risposta a questa domanda…
VALLESI
Se i nostri stessi giovani -magari studenti universitari- sono più che convinti che per il raggiungimento di un qualsiasi titolo di studio non valga più la pena di faticare in un duro impegno continuo e costante sui libri, mi chiedo a cosa serve poi stupirsi del come e perché accadano ancora episodi di tal genere ? Questa è norma "ragazzi", con buona pace di tutto quello che è stato e… non tornerà mai più.
Luca Guerra
Bella parola, di cui si sente sempre parlare, ma che deve essere applicata agli altri. Fenomeni come il familismo sono assulutamente deleteri in quanto minano alla base il sistema di formazione della classe dirigente del Paese. Come si può prendere dai ragazzi che studino e si impegnino quando la selezione avviene non per merito, ma per appartenenza a famiglia, sindacato, partito, e poi forse, per competenza? Inoltre quale sarà il grado di preparazione di questi nuovi dipendenti statali? Quanti danni arrecheranno ai loro studenti con la scarsa preparazione che saranno in grado di dare loro? Mi fermo qui per carità di patria, ma ricordo che anche a Bologna vi è la famiglia P. degnamente rappresentata…
Raimondo
Solo per citare un episodio di cui sono stato testimone durante gli studi universitari: Aula magna, presenti circa 100 persone esame di diritto commerciale della facoltà di economia di una nota università italiana. Lo studente è il figlio di un noto ministro, nonchè professore della stessa università. 1 domanda: le SPA – risposta: ….. 2 domanda: le società – risposta: ….. Professori (2) allo studente: "ci scusi ma, lei, anche se è la persona che è qualcosa ci deve dire…" poi, consultazione con un terzo professore, titolare di cattedra; Professori (sempre i soliti 2): "le andrebbe bene 27?" Studente:"io ho la media del 30!" Professori:"d’accordo, 30". Sbigottimento/rassegnazione/omertà tra i cento studenti che assistevano all’esame. Oggi a distanza di anni da quel giorno quello studente é ormai un giovanissimo professore ordinario presso la stessa università, il fratello è professore ordinario presso un’altra importante università italiana. Così è se vi pare!
P.s. Nessuno ha denunciato il fatto? In quel caso no, ma in un altro noto caso nella stessa università ci fu una denuncia con tanto di prove. Non è successo nulla.
m.
E se quei 100 ragazzi presenti si fossero messi a urlare e non avessero accettato quello che stava succedendo sotto i loro occhi? Non pensiamo sempre e solo alle denunce formali, ai ricorsi…
Wer Fen
Se vietano l’assunzione nello stesso ramo di P.A. ci sarà semplicemente lo scambio o, per i blasonati, il parcheggio dei rampolli bolsi in qualche Autorità "Indipendente". L’unica cosa ragionevole da fare è rendere pubblica l’anagrafe (Brunetta non ci ha ancora pensato), e specializzarsi in araldica e genealogia (magari esce fuori qualche cattedra, non si sa mai).
francesco piccione
Ho l’impressione che se tutti i settori in cui le parentele prevalgono sui meriti molto del bilancio dello stato verrebbe tagliato. quanto riferito nell’articolo è assolutamente disdicevole, così come gli episodi citati nei commenti. tutto ciò, però, non giustifica che si taglino i fondi all’università. Le spese per istruzione, università e ricerca si affrontano perché sono giuste e necessarie, direi – anzi – indispesabili. Fatta la spesa si avrà cura, in questi settori così come in tutti gli altri, di verificare che l’impiego delle risorse sia corretto ed efficace. per punire il clientelismo familista di baroni, presidi e rettori non possiamo pregiudicare l’intera istituzione.
luca
Uno Stato che taglia per 1.4 mld di euro in 4 anni significa che nel suo piano di sviluppo ha in mente altro. Non so cosa, ma altro. La parentela non è un problema di per se. E’ un segno più evidente di come i posti di spicco in Italia siano assegnati con criteri d’interessi personali, partitici e familiari anche. Il merito è nel sapersi vendere al carro buono. Il resto è fuffa.