Grazie per i commenti. Rispondo brevemente.
Alcuni lettori prendono come una provocazione la proposta di scontare le pene per chi "taglia" di più. A me sembra tutt’altro. Rifrasando la nostra proposta, si tratta di rendere le pene proporzionali alla quantità di droga pura spacciata, piuttosto che alla quantità di droga "presunta".
Mi sembra una politica naturale, se ciò che la legge persegue è il commercio di eroina e non il commercio di sostanze "di taglio". Ragionando per analogia, se io trovo un evasore fiscale non lo punisco per la totalità del suo reddito, ma solo per la porzione del suo reddito che non ha dichiarato.
E’ vero che la nostra proposta condurrebbe, crediamo, alla vendita di droga più diluita. Nella misura in cui le sostanze usate per diluire sono più tossiche della droga pura, il rischio per il consumatore è certamente da mettere sul piatto della bilancia. Ma, anche in questo caso, non ne segue automaticamente che la vendita di droga pura sia desiderabile. Infatti, si potrebbe sanzionare direttamente la tossicità delle sostanze di taglio, ciò che incentiverebbe i venditori a tagliare con sostanze innocue. Una modifica siffatta ridurrebbe, crediamo, l’impatto dell’obbiezione sollevata dai lettori.
Alcuni lettori propendono per la legalizzazione o liberalizzazione (uso questi due termini senza differenza). Su questo non ho molto da dire se non che raramente queste politiche sono considerate realistiche per le droghe "pesanti."
Grazie.
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Federico
Mi sembra, però, che già la legge italiana funzioni come voi proponete. la tabella del ministero, infatti, fa riferimento al principio attivo delle sostanze stupefacenti. Per esempio, nel caso della cannabis, mi pare che il quantitativo oltre cui il reato non è penale sia 250mmg. Ma è il quantitativo di THC presente nella droga, non il totale del peso della marijuana. La fregatura per il consumatore in questo caso è che, a meno che non sia dotato di attrezzature molto sofisticate per controllare la purezza, non può sapere se un certo quantitativo di sostanza presenta principio attivo superiore a quello indicato nelle tabelle del ministero.
tiberio damiani
Aumentare la diluizione o ridurre la purezza delle sostanze stupefacenti significa, in termini sanitari esporre il consumatore finale ad un maggior contatto con tutte le sostanze da taglio, con tutti i danni collaterali che ne derivano, come ampiamente descritto nella letteratura medica, ma soprattutto significa esporre il consumatore al maggior bisogno di sostanze, perchè la dipendenza fisica e psichica non è soddisfatta da una maggior diluizione.