L’accordo di programma che dovrebbe definire gli impegni di enti pubblici e soggetti privati per lo svolgimento di Expo, prevede invece anche gli impegni sulla riqualificazione urbanistica e il riutilizzo delle aree interessate. Espropria cioè i comuni di Milano e Rho della loro funzione di pianificazione urbanistica. È dunque necessario stralciare dall’accordo le competenze illegittimamente introdotte ed escludere dalle decisioni sull’assetto del territorio quella parte privata che ha solo la funzione strumentale di assicurare la disponibilità dei terreni.
Mi è capitato di scorrere la versione del 10.6.2011 dellaccordo di programma (Adp) che, una volta sottoscritto dalle parti, credo sarà sottoposto alla ratifica dei consigli comunali di Milano e di Rho; laccordo, per propria statuizione (art. 3), definisce gli impegni degli enti pubblici sottoscrittori e dei soggetti aderenti al fine di ( ) consentire lo svolgimento dellEsposizione Universale 2015. Ma laccordo pretende di definire anche gli impegni tra i medesimi soggetti atti a favorire, nel periodo successivo allo svolgimento dellExpo la riqualificazione urbanistica delle aree interessate dallevento espositivo nonché il loro riutilizzo per linsediamento di funzioni pubbliche o private.
CHI PIANIFICA IL TERRITORIO
Questultimo obiettivo, tipicamente pianificatorio ed urbanistico, è però del tutto estraneo alloggetto proprio dellAdp che viene perciò illegittimamente utilizzato non per la definizione e l’attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata di Comuni, di Province e Regioni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici, (…) per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni altro connesso adempimento (art. 34 decreto legislativo n. 267/2000), bensì per definire ed in parte affidare anche a terzi (per di più privati) lattività pianificatoria urbanistica necessaria per disciplinare lassetto post-Expo dellintero comparto.
Infatti, la bozza di Adp contiene, tra laltro, la previsione (puramente urbanistica, per il post-Expo) dellinsediamento, nel comparto, anche di un complesso residenziale privato determinato nella sua consistenza (30mila m2 di pavimento) stabilendo (art. 10) che una quota (edilizia sociale) dello stesso non vada computata nellindice di fabbricabilità territoriale, indice di cui non conosco la fonte originaria (contrattuale?), ma che viene così aumentato.
Ma vi è di più: lAdp stabilisce che la disciplina urbanistica più puntuale dellintero comparto, per il post-Expo, sarà dettata mediante un programma integrato di intervento (Pii: ndr) unitario (
) che definirà lo sviluppo delle aree in ottemperanza ai contenuti della Variante urbanistica allegata al presente accordo (art. 4), variante che riguarda non opere, interventi o programmi destinati a dar vita allExpo, bensì lassetto successivo dellintero comparto. Così, cogliendo loccasione dellExpo, i comuni di Milano e di Rho vengono espropriati di una loro funzione che viene assunta anche da un gruppo di soggetti pubblici e privati, i quali non hanno nessuna competenza per disciplinare lassetto del territorio dei due comuni, in assenza di un programma di opere o di interventi pubblici da realizzare nella fase post-Expo.
Si tratta, cioè, di contenuti esclusivamente pianificatori urbanistici che non possono essere legittimamente veicolati a mezzo di un Adp, dovendo avere, allo stato, la propria sede esclusiva negli strumenti comunali. Peraltro, i comuni di Rho e di Milano sono addirittura chiamati (art. 11) ad impegnarsi ad approvare tempestivamente il Pii, senza conoscerne, al momento, né i contenuti né la portata modificativa rispetto allo strumento generale e rispetto alla stessa variante allegata allAdp. Allesproprio di potere si aggiunge anche lobbligo di fare in fretta.
LAdp, insomma, non può delineare la disciplina urbanistica di parti del territorio per futuri interventi (anche) privati. Può, invece, produrre – con la ratifica del Consiglio comunale (art. 34, 5° comma) – leffetto di variare lo strumento urbanistico generale solo se ed in quanto la variante stessa consegua necessariamente alla sistemazione delle opere e degli interventi pubblici costituenti, nel nostro caso, la sede dellExpo.
DUE PREVISIONI ILLEGITTIME
Altre due brevi considerazioni:
a. lAdp è sottoscritto, per adesione, anche da soggetti di natura giuridica privata (luno forse ad esclusiva partecipazione pubblica, laltro pare a partecipazione mista) ed attribuisce (art. 9) ai soggetti medesimi funzioni proprie di enti pubblici, quali quella urbanistica di coordinare il processo di sviluppo dellarea, nella fase post-Expo, attraverso la proposizione di un Pii, e quella di assicurare il coordinamento e lintegrazione delle scelte progettuali con la riqualificazione dellarea medesima, anche nella fase post-Expo. Ma ladesione di soggetti privati e, ancor più, la loro assunzione di specifiche funzioni ed obbligazioni èesclusa dallart. 34 Dlgs n. 267/2000 che, perciò, viene violato anche sotto questo profilo. Nemmeno ove fossero utilizzabili le disposizioni in materia di Adp promossi dalla Regione (art. 6 Lr n. 2/2003, erroneamente richiamato nellAdp), la partecipazione di soggetti privati consentirebbe loro di assumere (come avviene nel testo in esame) la qualifica di vere e proprie parti dellAdp e del procedimento organizzatorio, riservata esclusivamente ai soggetti pubblici.
b. LAdp istituisce (art.12) un collegio di vigilanza con potere non solo di vigilare sullattuazione dellaccordo, ma anche, tra laltro, di dirimere in via bonaria le controversie che dovessero insorgere tra le parti e di approvare eventuali integrazioni o modifiche dellAdp, funzioni queste ultime non previste dalla legge, nemmeno da quella – inapplicabile al caso di specie – regionale. Si tratta pertanto di previsioni illegittime che sottraggono ulteriore potere ai comuni.
Senza voler adesso considerare il tema (sconcertante ed insidioso) dellacquisizione delle aree per lExpo e dei relativi vantaggi pubblici e privati, posso concludere queste brevi considerazioni prospettando di stralciare dallAdp quanto in esso illegittimamente introdotto così da preservare il perseguimento, con esso, delle finalità relative allorganizzazione dellExpo e di escludere almeno quella parte privata (Arexpo spa) che, essendosi assunta, per volontà della Regione, una funzione strumentale, non ha altro spazio se non quello di assicurare la disponibilità dei terreni.
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Fabio Ranchetti
Grazie a Mario Viviani per un articolo che, evitando quell'intollerabile gergo tipico di molti giuristi (e non solo) italiani, fa davvero molta chiarezza su questioni complesse e di difficile comprensione per chi non sia giurista e urbanista. Spero che la nuova Amministrazione di Milano ne faccia, come si dice, "tesoro".
serena de santis
Marco Cappato ha presentato un’interrogazione, come segnalato qui.