Desideriamo innanzitutto ringraziare i lettori che hanno commentato il nostro articolo e che hanno fornito indicazioni per utili approfondimenti. Un ulteriore segno di quanto la tematica energetica sia ritenuta fondamentale per il nostro Paese.
Vorremmo innanzitutto sgombrare il campo da ciò che sembra essere un equivoco emerso in alcuni commenti. Nellarticolo non prendiamo alcuna posizione a favore o contraria alle contestazioni; anzi: quello che abbiamo fatto è stato semplicemente applicare ciò che gli studenti di economia imparano come lAssioma delle Preferenze Rivelate. In altre parole, abbiamo osservato le scelte (non di consumo, bensì di voto e di protesta) dei cittadini e da queste scelte abbiamo cercato di dedurre le preferenze, in campo energetico, degli stessi cittadini. La nostra ipotesi è che il comportamento degli individui indichi una preferenza che va nella direzione dellefficienza e del risparmio energetico, preferenza che, peraltro, emerge chiaramente anche da alcuni commenti allarticolo.
Diversi commenti sottolineano inoltre come le contestazioni agli impianti energetici non costituiscano necessariamente Nimby tout court, bensì vere e proprie proteste contro la natura stessa degli investimenti. In effetti, concordiamo sul fatto che lacronimo Nimby sia utilizzato ormai con unaccezione molto ampia. Il termine originale di Nimby si riferisce infatti alle contestazioni sulla mera localizzazione di unopera, i cui benefici sono però riconosciuti da tutti, anche dai contestatori. Il rapporto dellOsservatorio chiarisce peraltro sin dallinizio che le contestazioni riportate non sono tutte Nimby in senso stretto e che, dunque, le opposizioni potrebbero riguardare addirittura lopportunità stessa delle opere. Tutto ciò non inficia minimamente il nostro ragionamento; anzi è evidente che lo rinforza.
Infine, una seria pianificazione energetica dovrebbe ovviamente tenere conto sia delle necessità di produzione e consumo sia della sensibilità della popolazione al tema. Per questo motivo, non siamo daccordo con chi auspica un ruolo maggiore delle Regioni, nonostante lart. 117 della Costituzione includa la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia tra le materie a competenza concorrente Stato/Regioni. Ancora meglio, se mai fosse possibile, sarebbe una pianificazione energetica a livello sopranazionale se non addirittura europeo.
Ovviamente un breve articolo come il nostro non può esaurire tutte le curiosità sul tema. Per queste, rimandiamo ai più completi contributi di NimbyForum stesso e di Banca dItalia.
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david
Non capisco la necessità di avere piu’ potenza elettrica in italia. A livello domestico il consumo potrebbe ridursi di anno in anno. Non serve fare quasi niente, ne investimenti e neppure rinunce. All’ora di cambiare l’elettrodomestico si sceglie quello piu’ efficiente. I frigoriferi di anni fa consumavano molto di piu’ degli attuali, vi sono adesso di quelli A+++ che consumano 160kwh all’anno contro i 1000 di non tanti anni fa. Le lampadine a risparmio consumano un quinto di quelle normali ecc, ecc. Se è vero che il consumo medio delle case è di 2700 kwh a casa mia arrivo alla metà, merito soprattutto del fatto che ho rinnovato gli elettrodomestici in occasione del cambio di casa, anche se avrei potuto fare di meglio. A parità di consumo, senza spesa e fatica, oggi è possibile spostare il consumo attraverso il timer, di cui tanti elettrodomestici sono dotati, nelle fasce orarie meno problematiche, almeno per certi consumi come quello dei lavaggi di piatti o vestiti o anche del condizionatore, e forse in futuro anche del frigorifero. Il consumo che non si puo’ spostare è quello della televisione, ma per il bene mentale, è meglio evitarla piuttosto che migliorarla.