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INTOCCABILI EVASORI

La lotta all’evasione fiscale sembrava essere un punto centrale del programma del nuovo governo. Invece, dalle misure varate emerge continuità con il recente passato. Perché si continua a ritenere che il fenomeno si combatte con gli accertamenti, non con la deterrenza e la promozione sistematica dell’adempimento spontaneo. Si è rinunciato alla creazione di una rete di informazioni, generalizzata e onnicomprensiva, per conoscere la situazione patrimoniale complessiva di ciascun contribuente.

Nel programma del nuovo governo la lotta all’evasione fiscale sembrava essere un punto centrale, caratterizzante. Guardando i provvedimenti effettivamente varati, così non sembra, così non è.

COS’È DAVVERO LA TRACCIABILITÀ

Quello che emerge è una sostanziale continuità con l’approccio seguito dal governo Berlusconi che, pur avendo fatto poco, era riuscito a convincere molti di aver realizzato successi strepitosi nella lotta all’evasione.
Si è parlato di 35 miliardi di gettito recuperato in un solo anno dall’amministrazione. È stato tuttavia dimostrato che facendo bene i conti ed evitando di manipolare i dati, il presumibile recupero effettivo si riduce a circa 1,5 miliardi. A ben vedere l’unico risultato tangibile ottenuto dal precedente governo e dall’attuale amministrazione è stata la riduzione delle compensazioni Iva (6 miliardi) recuperando e rendendo più incisiva una norma già introdotta dal governo Prodi e subito abrogata da Berlusconi. In altre parole, la strategia seguita, basata prevalentemente sulle verifiche e sui controlli delle dichiarazioni, appare chiaramente insufficiente. (1)
Ciò è inevitabile se si continua a ritenere che l’evasione si combatte essenzialmente ex-post, con gli accertamenti (magari induttivi come quelli basati sul redditometro), e non anche ex-ante, con la deterrenza e la promozione sistematica dell’adempimento spontaneo, strategia seguita con successo negli unici due periodi in cui l’evasione si è effettivamente ridotta nel nostro paese, quelli tra il 1996 e il 2000 e tra il 2006 e il 2008).
La deterrenza si ottiene se i contribuenti sono consapevoli del fatto che il fisco può essere portato a conoscenza delle loro attività o dei loro guadagni da parti terze: questo e non altro è il significato del termine “tracciabilità” che riguarda essenzialmente la conoscenza delle transazioni effettuate. (2) Nel dibattito corrente il termine “tracciabilità” viene spesso identificato con la riduzione dell’uso del contante. Non è così. La riduzione dell’uso del contante è sicuramente un obiettivo strategico nel contrasto all’evasione, va però perseguito non già fissando soglie generali, ma diffondendo l’uso di strumenti di pagamento elettronico anche, e direi soprattutto, per le piccole (e minime) transazioni (cosiddetto “borsellino elettronico”) come avviene in Francia, Belgio e via dicendo. E individuando settori e pagamenti in cui si può imporre il ricorso a ritenute o si può imporre il divieto dell’uso del contante, come fu fatto per esempio dal governo Prodi per quanto riguarda i compensi dei professionisti.
Tracciabili sono anche i rapporti che prevedono il ricorso a ritenute che andrebbero generalizzate. A quanto è dato di sapere nella manovra vi sono (forse) alcune norme volte a incentivare i pagamenti elettronici ed è prevista la riduzione a mille euro dell’uso del contante, norma che risulterà di scarsa utilità pratica dal momento che potrà essere facilmente elusa e ha poco a che vedere con la “tracciabilità” ai fini fiscali. In altre parole, non bisogna confondere l’evasione fiscale con il riciclaggio.

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UN INCENTIVO PER ESSERE ONESTI

Vi è poi una norma veramente singolare che a qualcuno potrebbe apparire addirittura provocatoria: si prevede, cioè un incentivo per quei lavoratori autonomi e piccole imprese che accettano un tutoraggio diretto dei loro conti e attività da parte delle amministrazioni finanziarie che prevede anche l’uso di strumenti elettronici di pagamento e fatturazione; in sostanza un incentivo a essere “onesti”. Con il risultato che solo chi già paga le tasse perché già si trova nella condizione tecniche per non poter evadere aderirà (monomandatari, lavoratori precari con ritenuta d’acconto, eccetera), e quindi si verificherà una situazione paradossale per cui gli “onesti” saranno “tracciati” e i “disonesti” resteranno fuori dalla possibilità di controllo del fisco. Né si capisce perché mentre un lavoratore dipendente è costretto a essere “onesto”, e cioè pagare fino all’ultimo euro (ritenuta alla fonte), un autonomo debba invece essere “incentivato”.
Uno strumento di deterrenza-controllo molto importante è l’elenco clienti-fornitori (fonte fondamentale di third party information). Sollecitato in proposito, il governo ha sostenuto che reintrodurre questa misura, soppressa dall’esecutivo Berlusconi, ma che aveva dato risultati molto rilevanti nel breve periodo in cui era stata in vigore, era inutile perché è già prevista l’applicazione della fatturazione elettronica. Chi scrive ha varato le norme che hanno introdotto la fatturazione elettronica in Italia, ma ha anche introdotto l’elenco clienti-fornitori (previsto in via temporanea) nella consapevolezza che prima che la fatturazione elettronica possa andare a regime potranno passare anche dieci anni, e che d’altra parte sarebbe pericoloso collegare fin dall’inizio il nuovo strumento all’attività del fisco.
Nel suo intervento alle Camere sul programma di governo il presidente Monti aveva indicato la necessità di pervenire alla conoscenza dello stato patrimoniale di ciascun contribuente: in proposito alcuni mesi fa Guido Tabellini e altri avevano proposto di prevedere una dichiarazione apposita. Tuttavia sarebbe inutile costringere i contribuenti a compilare una ulteriore dichiarazione la cui veridicità dovrebbe poi essere verificata (presso le banche). Più semplice sarebbe (stato) chiedere direttamente alle banche di inviare al fisco le consistenze iniziali, finali e medie dei conti gestiti e l’importo complessivo delle operazioni, così come avviene in Francia e in altri paesi, in modo da poter ricostruire, utilizzando anche i dati del catasto, la situazione patrimoniale complessiva di ciascuno. Sfortunatamente i buoni propositi sono rimasti tali e la pubblicazione dello stato patrimoniale è stata limitata esclusivamente ai ministri!
Altre misure di “tracciabilità” potrebbero essere indicate. Purtroppo il governo ha rinunciato (rifiutato) a percorrere coerentemente questa via, impopolare forse, ma sicuramente efficace, e cioè di creare una rete di informazioni, generalizzata, omnicomprensiva, poco costosa perché si tratta di informazioni già disponibili e accessibili, in grado di fornire deterrenza ex ante e strumenti per l’accertamento ex post. Confermando invece una strategia perdente perché reticente e perché non affronta alla radice il problema dell’evasione di massa nel nostro Paese. Quasi che fosse più facile e meno impopolare bloccare l’indicizzazione delle pensioni piuttosto che aggredire evasione ed evasori.

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(1) Vedi “Evasione: quello che suggeriscono i dati e l’esperienza” www.nens.it
(2) Sulla importanza della Third Party Information esistono sia evidenza empirica che elaborazioni teoriche: vedi per esempio: Kleven H.J., Kreiner C.T., Saez E.: ³Why can Modern Governments tax so much? An agency Model of
Firms as Fiscal Intermediaries², NBER, working paper 15218, 2009; e Kleven H. J., Knudsen M.B., Kreiner C.T., Pedersen S.e Saez. E.: “Unwilling or Unable to cheat? Evidence from a Tax Audit in Denmark”, Econometrica, 2011.

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FRAU MERKEL E GLI INTERESSI TEDESCHI

40 commenti

  1. BORGHE

    Sig. Visco, i lavoratori dipendenti non evadono per due motivi: (1) non possono (sostituto d’imposta) e (2) non hanno coscienza di quanto pagano (ricorda il 1993 e i signori Martino-Marongiu-Ricossa ?). Non esistono santi, se anche loro dovessero rivolgersi ad un consulente per pagare il 33% di contributi previdenziali ed aliqute d’imposta sino al 43% le cose sarebbero ben diverse! Ciò che lei descrive in queste pagine e su quelle del Sole24ore mi spaventa: la privacy non esiste perchè lo Stato deve sapere ogni spesa/introito di una persona. Questo io lo chiamo Stato di Controllo Sociale e ricorda antichi regimi totalitari. Si metta nei panni di un professionista che guadagna molto: le pare giusto che dopo tanti anni di studi e sacrifici debba pagare ad uno Stato inefficiente oltre il 50 % (considerando anche l’Irap) del suo imponibile più un 10-20% di contributi previdenziali? E ancora, se questo professionista fosse giovane, Lei gli consiglierebbe di pagare contributi previdenziali che forse non rivedrà mai più?! Lo Stato salta se le uscite sono maggiori delle entrate e quindi oltre a lavorare sulle entrate (che è fin troppo facile) sarebbe opportuno ridurre le spese!

  2. Stefano Zanoli

    Una errata percezione circonda l’adozione della fatturazione elettronica da parte delle aziende Italiane. Quella dei tempi e dei costi necessari alle imprese stesse. Anche in presenza di una enorme frammentazione del tessuto imprenditoriale Italiano, in meno di 3 anni si puo’ raggiungere l’obiettivo. Inutile chiedere l’elenco clienti-fornitori senza le corrispondenti fatture. Si puo’ fare presto e bene un lavoro utile alla lotta all’evasione.

  3. Marcello Battini

    La prima stranezza che rilevo è che una questione basilare come la lotta all’evasione fiscale, trattata, in questo articolo, dal Prof. Visco, che giustamente evidenzia la pochezza dei provvedimenti della manovra, non susciti grande interesse tra i lettori dela “Voce”. Se consideriamo la totale assenza di un qualche riferimento alla lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, mi pare che che questi provvedimenti che, per tanti altri aspetti, anche più squisitamente economici sembrano inefficienti, siano da collocare nel solco di una tradizione di cui dobbiamo andare poco fieri. Mi sento d’individuare alcuni aspetti inaccettabili del sistema Italia: i giovani senza lavoro e senza una minima protezione sociale, l’eccessiva differenza di reddito tra categorie di lavoratori, costo eccessivo della PA e sua scarsa produttività, speculazione fondiaria ed insufficiente patrimonio di edilizia popolare. Sarebbe saggio intervenire su ciascuno di questi fenomeni per risolvere anche il suo fenomeno antagonista (dare acqua all’assetato, togliendola a chi la spreca). In Governo Monti non sarà mai così saggio e non potrà dichiarare di essere incompetente.

  4. AM

    Come afferma giustamente l’Autore, la base di un’imposta patrimoniale è rappresentata dallo stato patrimoniale del contribuente, il quale con la sua dinamica durante l’esercizio è in grado di fornire informazioni anche sul flusso di reddito. Il Fisco, grazie all’anagrafe e al catasto, è in grado di costruire, almeno per quanto riguarda le componenti della ricchezza presenti in Italia, lo stato patrimoniale. Evitiamo quindi di sottoporre il cittadino stressato ad un’ulteriore e non indispensabile adempimento che oltretutto gli comporterebbe ulteriori costi per l’aiuto del commercialista. Mi dimenticavo che parte del compenso incassato dal commercialista affluisce poi al Fisco. Restano fuori tuttavia i componenti del patrimonio all’estero dei quali il Fisco ha scarse informazioni. Mi riferisco anche ai 5 milioni di stranieri presenti in Italia che non sono tutti poveri come generalmente si pensa. Quasi tutti gli stranieri hanno beni nei paesi d’origine (immobili o attività finanziarie frutto di rimesse), ma pare che quasi nessuno di loro abbia compilato l’apposito quadro nella dichiarazione annuale. La patrimoniale dovrebbero pagarla anche gli stranieri che hanno residenza in Italia?

  5. Chiara Fabbri

    Sono esterrefatta dall’agghiacciante candore con il quale c’è chi confessa la vulgata del pensiero dell’evasore, che suona così: io, libero professionista, sono bravo e lavoro tanto, per questo guadagno tanto e sono troppo tassato, quindi, potendolo fare, scelgo da me quanto ritengo di dover dare allo stato evadendo quello che invece non mi garba. Si capisce che invece i lavoratori dipendenti sono tutti ignoranti scansafatiche, quindi loro si è giusto che paghino senza possibilità di evasione anche quello che io non ho intenzione di pagare! Sono stufa di sentire questa solfa perchè l’Italia è piena di liberi professionisti che di libero hanno solo il nome, garantiti da mille protezionismi, ignoranti e avidi, ed è anche piena di validissimi, preparatissimi lavoratori dipendenti che con sacrificio e spirito di abnegazione garantiscono il funzionamento di tutto ciò che ci consente di dirci ancora un Paese civile, dalle scuole alle strade, agli ospedali alle forze di polizia, pagando con il proprio sacrificio personale e con le proprie ineludibili tasse quello che persone illuminate come il precedente commentatore non ritengono sia loro dovere pagare.

  6. Massimo GIANNINI

    La promozione sistematica dell’adempimento spontaneo é fatta di due cose:
    a) obbligo per chi vende e chi compra di avere una ricevuta fiscale o una fattura
    b) obbligo di pagamenti elettronici sopra i 200 €.
    Bisogna promuovere tali adempimenti cominciando a dire che chi non chiede ricevuta o fattura é evasore di IVA che ricade sul consumatore finale. Poi si potrà anche considerare che certe spesse si possano detrarre, ma visto che si vuole trasferire la tassazione ai beni e servizi, aumentando l’IVA, sarebbe bene cercar di evitare che si possa evadere.

  7. Giorgio

    Nell’articolo il tutoraggio diretto annunciato dal Governo Monti è valutato negativamente per quanto riguarda la lotta contro l’evasione fiscale. Certamente il nero non entrerà nella contabilità assistita, questo è vero. Ma lo stesso si può dire dell’elenco clienti-fornitori che non presenta alcun vantaggio da questo punto di vista. Tuttavia il tutoraggio diretto, se fosse realizzato con la possibilità di tenere la contabilità in un sito dell’Agenzia delle Entrate, penso ad esempio al registro cronologico delle movimentazioni finanziarie, potrebbe avere effetti rivoluzionari: enorme semplificazione, risparmio di costi con la possibilità di non dover ricorrere al commercialista, sicurezza di non compiere errori nelle liquidazioni periodiche, etc. L’utente dovrebbe solo inserire i dati delle fatture emesse e ricevute, magari anche classificare o proporre una classificazione delle spese in modo tale da aver già pronta la dichiarazione dei redditi. Niente più studi di settore. Se poi al tutoraggio diretto fosse abbinata l’esigibilità delle fatture entro 30 o 60 giorni questo strumento a mio parere diverrebbe la norma almeno per i professionisti e i lavoratori autonomi. Cordiali saluti.

  8. Puskin

    L’elenco clienti/fornitori era uno strumento utilissimo per il contrasto all’evasione ed era fondamentale per la repressione delle frodi iva: individuata la società “cartiera” si poteva partire a sugli utilizzatori. Abolirlo è stata una follia: lo si poteva semplificare, prevedere soglie minime, escludere alcune fasce di contribuenti dalle segnalazioni reciproche (l’enel che segnala l’eni e viceversa) ma abolirlo no, davvero no. E sui rapporti finanziari, si fa un gran parlare di accertamenti, ma tutt’ora la procedura è lenta e macchinosa fino all’inverosimile: per un buon accertamento finanziario occorrono mesi di lavoro, a volte defatigante. Il punto fondamentale, però, è il presidio del territorio, sul quale abbiamo fatto solo passi indietro, affidandoci alla religione delle banche dati e degli accertamenti a tavolino. Serve la presenza in mezzo alle strade, nei luoghi di produzione della ricchezza: il fisco deve osservare, stimare, capire il business del contribuente, fargli sentire la sua presenza, in maniera discreta e senza intenti punitivi, stimolando un comportamento virtuoso. E solo successivamente ed eventualmente, mostrare il carattere repressivo.

  9. gigiromano

    Vorrei che tra gli esperti collaboratori di questa bella iniziativa, gestita da validissimi professori universitari e simili, ce ne fosse uno/a che facesse una analisi comparativa, all’interno dell’UE, delle pene previste per gli evasori. Da noi gli evasori hanno la vita facilissima, quasi mai vanno in galera. Ma all’estero chi è scoperto ad evadere può star certo che le porte delle prigioni si aprono molto facilmente. Sono curiosissimo di scoprire le pene previste in Ue!

  10. Lucio Tamagno

    La constatazione di quanti vivano al di sopra delle loro teoriche possibilità, almeno come contribuenti è spesso così palese che risulta difficile dare credito alle nostre istituzioni e ai loro proclami. Risiedo a Genova in un condominio dove gli appartamenti valgono da uno a due milioni di euro, di dodici condomini solo in 5 risultiamo possessori di reddito (dati 2005 pubblicati dal ministro Visco). Quelli privi di redddito come fanno a pagare l’amministrazione? Come fanno a mantenere da tre a cinque auto per famiglia (usate tutti i giorni)? Perché la finanza in automatico non verifica i redditi dei nuclei familiari con tre o più autovetture?

  11. Lucio Tamagno

    La constatazione di quanti vivano al di sopra delle loro teoriche possibilità, almeno come contribuenti è spesso così palese che risulta difficile dare credito alle nostre istituzioni e ai loro proclami. Risiedo a Genova in un condominio dove gli appartamenti valgono da uno a due milioni di euro, di dodici condomini solo in 5 risultiamo possessori di reddito (dati 2005 pubblicati dal ministro Visco). Quelli privi di redddito come fanno a pagare l’amministrazione? Come fanno a mantenere da tre a cinque auto per famiglia (usate tutti i giorni)? Perché la finanza in automatico non verifica i redditi dei nuclei familiari con tre o più autovetture?

  12. lucio sepede

    L’evasione in Italia è talmente elevata che qualsiasi strumento diventa accettabile e auspicabile, e quelli proposti da Vincenzo Visco, che indubbiamente è un esperto in materia, sono efficaci. Dobbiamo augurarci che il governo Monti si dedichi immediatamente e fino all’ultimo giorno che rimarrà in carica, al contrasto dell’evasione e dell’elusione che rappresentano una grande iniquità, una perdita secca per l’erario e un aggravio per coloro che pagano le tasse. Contestualmente alla messa in campo di un controllo più efficace, penso che ai liberi professionisti e alle partite IVA debbano essere applicate aliquote fiscali relativamente più basse dei lavoratori dipendenti in considerazione della maggiore esposizione al rischio di perdita di introiti o in alternativa dovrebbero essere previsti anche per loro ammortizzatori sociali.

  13. umberto fossali

    Invece che continuare ad aggiungere adempimenti alle imprese, costosi e farraginosi e implementare uno stato di controllo estremo, con l presunzione che chi fa impresa è un evasore salvo dimostrazione contraria, la piccola evasione si potrebbe combattere con una tassazione fissa, per chi apre attività con un volume di affari inferiore a 500.000 euro, con un meccanismo simile a quello degli studi di settore; chi ha partita iva paga un tanto al mese con importo determinato a priori dall’agenzia delle entrate e possibilità di concordare importi diversi; nessun controllo, nessun adempimento (salvo pagare), possibilità di pianificare le tasse per le imprese e garanzia che tutte le partite iva e le piccole imprese pagano tasse; su quelle piu’ grandi si paga in base al bilancio, con un controllo periodico da parte dell’agenzia delle entrate e della finanza.

  14. Ivo

    Gentile Prof. Visco, l’ ho votata e sostenuta a suo tempo e credo che molte sue osservazioni siano giuste, ma le chiedo: come può un piccolo commerciante come me e come tanti sopravvivere con questa tassazione e in presenza di spese costantemente in aumento? Mi creda, molti di noi semplicemente sparirebbero. Vorrei pagare le tasse con l’intenzione di vedere servizi efficienti e investimenti, ma non e così. Allora credo che prima di pensare a come tracciare ogni singolo aspetto della nostra vita sarebbe più giusto ridurre le spese ( soprattutto di personale in molti ambiti e regioni italiane) e ridurre il carico fiscale per i piccoli artigiani e commercianti. Eliminare spechi e clientele non è forse “di sinistra”? O lo è solo tassare partendo dal pregiudizio che l’autonomo che evade sta mangiando alle spalle del dipendente? E’ davvero così?

  15. A.

    Concordo su tutto, tranne l’ultima frase che ritengo polemica. Sa meglio di tutti noi che non si può fare una manovra quantificando gli introiti derivanti dalla lotta all’evasione visto che, per definizione, non si può avere una certezza ex-ante del suo ammontare. Quindi ben vengano le misure da lei proposte, ma nel frattempo i soldi da qualche parte devono venire fuori, salvo poi rimodulare gli interventi per compensarli con le maggiori entrate fiscali.

  16. l.scalzo

    La quantità di dati che periodicamente , per via telematica, e quindi in tempo reale, centomila commercialisti e l’intero sistema finanziario comunicano all’Agenzia Entrate è davvero formidabile. A ciò si aggiunga che il Catasto è ormai completamente informatizzato e che l’unico modo per comunicare con l’INPS è il canale telematico. Le informazioni, quinidi, ci sono e sono verificabili. Se, nonostante, questa mole di dati non si intercetta l’evasione le possibili conclusioni sono due:
    1) l’evasione non è nei dati richiesti e forniti, oramai quotidianamente;
    2) Le Agenzie statli non sanno lavorare i dati sub 1 (del resto non esiste una stima ufficiale dell’evasione in Italia! ) da cui la nozione di “informazioni strutturate”. La semplice lettura dei quotidiani conferma i quanto sostenuto sub 1) e sub 2). Esempio di evidenza sub 1): giorni addietro la DDA intercetta un operazione di riciclaggio di 60 ml di dollari da convertire in euro con uno sconto del 15%. Gli investigatori non sanno da dove provengano i capitali pronti a essere riciclati e certamente la risposta non si trova nei dati richesti ai contribuenti. Esempio sub 2): richiesta di compilazione ISEE.

  17. andrea

    I dipendenti pagano tutte le tasse dovute, dopo tanti anni di studi e sacrifici le pagano tutte e vivono lo stesso, il resto sono chiacchiere e congetture. Il fatto che “non esistono santi” sarà anche vero ma essere disonesti solo perché altri “potrebbero” esserlo è solo una comoda auto-assoluzione. Un conto è tutelare la privacy, un altro mantenersi in uno stato di opacità al fine di delinquere meglio (non pagando le tasse), lo Stato ha il dovere di contrastare la delinquenza. Un professionista (che segue il ragionamento di Borghe) vota per uno stato inefficiente così che possa evadere le tasse ed utilizzare servizi pagati da altri. Forse il giovane professionista non rivedrà più i propri contributi previdenziali (anche se ad oggi non è mai successo) sicuramente anche se non li paga poi vorrà la pensione. Sarebbe opportuno lavorare sulle uscite dello Stato, su questo concordo.

  18. gianluca ricozzi

    Io la stimo, Visco, e sono stato un suo suo supporter quando era ministro. Ma ora trovo il suo intervento inutile e polemico. Sul piano delle informazioni, infatti, qualcuno ha già detto che il fisco ha già quanto gli occorre per combattere l’evasione, ma non si può pensare di farlo tutto a tavolino, in agenzia, pena un elevato livello di errori. Ma comunque le informazioni ci sono. Mi risulta, inoltre, che la manovra correttiva del 2010 abbia reintrodotto l’elenco clienti fornitori. O mi sbaglio? Non vedo poi nulla di negativo nel regime premiale per chi spontaneamente offre informazioni al fisco. Tutti i ragionamenti che lei fa, non tengono conto di una cosa, fondamentale: la giustizia tributaria. Molto lenta. E la lentezza, coniugata ai concordati e sanatorie vari, che negli ultimi 10 anni sono stati numerosi, costituisce il principale stimolo all’evasione. L’evasore sa che, se scoperto, potrà fare ricorso e, nelle more, aderire a qualche sanatoria o condono. Quindi è necessario eliminare condoni e sanatorie e rendere la giustizia tributaria efficiente e rapida.

  19. Cleto IAFRATE

    Se la lotta all’evasione fosse una partita di calcio. Potremo dire che fino ad oggi in campo hanno giocato il contribuente e lo Stato. Siamo ormai giunti al novantesimo minuto ed il risultato è di 1.900 miliardi a zero (la sconfitta dipende da sprechi ed evasione). E’ necessario iniziare un nuovo campionato con regole nuove: in campo devono scendere da una parte chi compra e dall’altra chi vende; lo Stato deve limitarsi a fare l’arbitro. Prima di iniziare il campionato, però, è necessario ridare fiducia nel calcio agli italiani; attraverso l’annullamento di qualche gol segnato in fuorigioco (oltre al taglio degli sprechi). E’ necessario varare una patrimoniale straordinaria con aliquota personale congrua che dipenderà dalla congruenza del patrimonio detenuto da ciascun contribuente con la media dei suoi redditi dichiarati nell’ultimo ventennio.

  20. Ivo

    Oltre i caratteri tecnici delle misure adottabili e oltre alla sacrosanta volontà da parte dei lavoratori dipendenti di vedere anche altri pagare alla fonte le proprie tasse, la domanda per me rimane. Come farebbero migliaia di artigiani e commercianti in Italia a resistere se dovessero pagare l’intero importo dell’attuale tassazione. Qualcuno crede che questi sogg siano dei miliardari cammuffati? Qualcuno non ha notato quanti esercizi commerciali, bar e piccole imprese chiudono ogni mese in Italia? Per ne non dire banalmente che lo Stato spreca valanghe di risorse ed e doveroso partire da questi sprechi: due esempi, non si potrebbe partire dai trasferimenti alle imprese a fondo perduto? E davvero necessario continuare a mantenere migliaia di statali assunti con logica clientelare?

  21. Martino

    Gentile Prof. Visco, provo un certo preconcetto verso alcune sue ricette. L’evasione va combattuta, ci mancherebbe altro. Ma quando sento parlare di nuovi adempimenti mi vengono in mente il viso del mio simpatico commercialista che mi aggiorna l’onorario, le corse all’ultimo minuto perchè l’agenzia delle entrate non ha definito il modello o il software da utilizzare, oppure è uscita una nuova circolare, e “se entro trenta giorni non si risponde a quest’ufficio”, e… E comunque l’evasione è sempre di 120 miliardi o è anche aumentata. E’ mai possibile che non si riesca a premiare gli onesti, non con detrazioni o simili, ma almeno con la semplicità? Io già pago quasi tutto con bancomat, bonifici o carte di credito, perchè devo ancora conservare gli scontrini parlanti, perchè devo pagare il bollo auto cash (+piccolo obolo) dal tabaccaio, perchè non c’è l’iban sui bollettini neanche della TIA, perchè esistono ancora le marche da bollo ( sempre cash dal tabaccaio)? Forse perchè devo ingrassare commercialisti, caaf, poste, ecc.? Negli Stati Uniti tanti usano i pagamenti elettronici, ma basta un estratto conto della carta di credito per certificare, per esempio, le spese di una società!

  22. Ferretti Piero

    Secondo me, bisognerebbe semplificare per i piccoli per poter concentrare gli sforzi con accertamenti sui grandi, oppure adottare la tassazione indiretta su tutto, auto al disopra di cilindrata 1300, case di valore superiore ad un tot, beni di consumo non alimentari, etc. Non capisco perchè si costringe il piccolo artigiano a pagare un commercialista per poter essere in regola. Ma quanto può guadagnare un artigiano (elettricista, idraulico, muratore, falegname etc..) con due sole mani lavorando 5 giorni a settimana ed usufruendo di un mese di ferie ed una settimana di malattia e il rischio di non essere pagato? Si stabilisca una cifra onnicomprensiva irpef, inps, inail, irap, tarsu, ccia, etc per ogni categoria e si chieda questa cifra ogni anno in cambio di un rinnovo dell’iscrizione. E’ chiaro che l’artigiano deve versare questa cifra ad un unico riscossore e poi quest’ultimo debba smistare i vari balzelli, risparmiando in questo modo la spesa del commercialista, che supera di molto il reddito di un mese di lavoro. Si può richiedere l’adesione anche a coloro che hanno operai, moltiplicando l’importo della cifra per il numero delle persone, meno uno.

  23. LIBERO di PALMA

    Qualche mese fa il Sole 24 Ore riportava la notizia di accordi fiscali raggiunti da Francia, Germania e Regno Unito con la Svizzera per tassare-seppur parzialmente- i capitali provenienti da i citati 3 paesi, garantendo comunque l’anonimato. Le cifre stimate di gettito per i 3 paesi era notevole (qualche decina di mld di euro l’anno). Perchè il nostro glorioso MEF non ha in pianificazione un’intervento simile con la Svizzera? Tremonti, a suo tempo intervistato in merito, ritenne l’accordo non praticabile l’accordo, IPSE DIXIT aut INTELLIGENTI PAUCA…..

  24. Paolo Coppola

    Se veramente si vuole diminuire l’uso del contante occorre incentivare l’uso della moneta elettronica. Per farlo basta permettere di detrarre le spese fatte con pagamenti elettronici e aumentare la percentuale di detrazione all’aumentare della quantita’ di denaro speso in un anno.

  25. Fagal

    La semplice richiesta della fattura non serve a nulla: quando si va in farmacia e si vuole scaricare il farmaco viene rilasciato lo scontrino. Ciascuno lo inserisce nella dichiarazione fiscale per avere la detrazione. Ma non serve a nulla se il contribuente non segnala il codice fiscale di chi lo emette. Quindi il cd “conflitto di interessi” con il consumatore è solamente un mito del tutto infondato, se poi chi vende o fa la prestazione non dichiara. Allora è bene che l’incrocio venga a fatto a monte, con un elenco clienti-fornitori che vada ad escludere i rapporti in cui vi sia una ritenuta ed un pagamento tracciato su conto dedicato…

  26. BORGHE

    Preme sottolineare che il mio intervento non mirava assolutamente a valutare i lavoratori dipendenti quanto piuttosto a far notare che questi, nella maggior parte dei casi, non si rendono conto di quanto pagano in termini di imposte e contributi in quanto, solitamente, ragionano “al netto”. Le proposte di individuare un reddito forfettizzato da dichiarare è costituzionalmente inammissibile: l’art. 53 statuisce che tutti devono concorrere alle spese pubbliche in regione della loro capacità contributiva (effettiva e non idealmente calcolata). Tale logica (sottostante in parte agli studi di settore) è stata bocciata anche dalla Cassazione nelle note sentenze del 2009. Ritengo che si debba anche avere voglia di cercare l’evasione e di incentivare chi lo deve fare, ad esempio: 1) possibile che non si riesca a scovare l’evasione degli affitti e si debba ricorrere alla cedolare ?! Con un pò di meno pigrizia si potrebbe andare casa per casa ed in 3mesi si riuscirebbe a controllare l’intero comune di Milano. 2) i consigli tributari appena reintrodotti non vengono remunerati (o al max lo 0,5% del ricavato) 3) l’Agenzia delle entrate perde circa il 50% delle cause tributarie!

  27. rosario nicoletti

    Egregio professor Visco, non ho mai votato la parte che Lei rappresenta, anche per il modo burocratico-repressivo di concepire il rapporto fisco-cittadino. Devo però dire di essere d’accordo, depurando l’articolo dalle punte polemiche, su quanto Lei sostiene a proposito degli accertamenti ex-post. L’Agenzia delle Entrate svolge un lavoro immane incrociando dati a casaccio, che la portano, per quello che è la mia esperienza e quella dei miei conoscenti a trovare gli “evasori” di cinquanta o cento euro. Trova errori, e non evasioni vere. Lei suggerisce – giustamente – che sarebbe molto più proficuo fare il “profilo” dei contribuenti. Non ci vorrebbe nulla a stanare veri evasori dai movimenti di C/C, dall’acquisto di beni di lusso, etc. Bisognerebbe rinunciare agli automatismi, e lavorare con il cervello. Un bene che è sempre più raro.

  28. stefano

    Governi di centrosinistra di durata pluriennale, con partiti comunisti al proprio interno, non hanno mai prodotto alcunchè in merito alla lotta all’evasione, ministro Visco compreso; la tracciabilità del contante non serve praticamente a nulla; l’evasione, a livelli poco più che “tedeschi” in gran parte del nord italia peraltro, ha un risvolto fondamentale, ovvero di salvaguardare il potere d’acquisto di molte famiglie italiane, specie di quelle più povere; al Sud poi l’evasione è questione di vita o di morte (vedere Barletta: o 4 euro in nero o non si mangia e tutti più che grati al datore di lavoro che almeno i 4 euro te li dà); ora Monti in 15 giorni doveva risolvere il problema che certo ha la causa scatenante nel livello di tassazione mostruoso di questo Paese (fino al 70 per un’impresa o lavoratore autonomo), si tratta semplicemente di prendere in giro la gente, il lavoro per combattere l’evasione è lungo e difficile, misure di facciata pensate in 3 settimane sono una presa in giro e basta; tra un anno e mezzo Visco tornerà al governo e vedremo se produrrà risultati migliori di quelli prodotti in passato.

  29. Stefano

    Capisco bene che questo mio intervento non sia né costruttivo, né sereno. Tuttavia, ai sempre troppi dalla memoria corta che di fronte all’attuale situazione disastrosa assolvono Berlusconi e il suo ancor più mediocre governo dipingendoli come innocenti vittime dei “poteri forti” o chi per questi, vorrei ricordare che se oggi più che mai tutti ripetono come un mantra benefico pieno di promesse “lotta all’evasione, lotta all’evasione”, qualche anno fa un certo Silvio Berlusconi andò in televisione a sostenere che evadere fosse un diritto sacrosanto. Si dirà che era soltanto una battuta e una sparata delle sue, buona ad esaltare il proprio elettorato. Vero, sarà stata una delle solite battute del più grande cabarettista italiano. Ma anche le battute fanno danni. Per non parlar del resto.

  30. CLAUDIO

    Egr. Prof. Visco combattere l’evasione è un dovere dello Stato (cioè noi tutti) che vuole tutelare i propri cittadini partendo dal presupposto “che se tutti paghiamo il giusto o pagheremo meno tutti oppure potremmo avere servizi superiori ad oggi”. Però secondo me c’è un antefatto che toglie equilibrio a tutto. Ovvero, lo Stato stesso parte con un preconcetto, politico e istituzionale, che un cittadino sia migliore di un altro (dipendenti e autonomi), e allora bisognerebbe ripartire da capo: dare la possibilità a tutti i cittadini di tracciare le proprie spese (a costi irrisori) e di detrarre in percentuali differenziate tutto, ovviamente non l’IVA trasformata in imposta di consumo, così il mese successivo si calcolano le detrazioni e si riaccredita sullo stipendio successivo questo per i dipendenti a trimestre per gli autonomi. Si crea penso un vero “conflitto di interesse” tra cittadini e così visto la celerità del rimborso si toglie a tutti noi l’alibi di preferire lo sconto immediato dal professionista o dal doppiolavorista anziche l’eventuale rimborso in fase di dichiarazione dei redditi.

  31. Torelli Roberto

    Il giro di affari di una azienda si divide in nero e fatturato: il nero viaggia in parallelo al fatturato. Il fatturato finisce in conto corrente e i pagamenti avvengono con transazioni regolari, mentre il nero finisce in casseforti nere o in cassette di sicurezza nazionali o estere e i pagamenti si fanno tranquillamente in contanti. Spontaneità e tracciabilità sono due utopie! L’unica soluzione, che Visco ignora, è l’attuazione dell’articolo 53 della Costituzione. Infatti, esso ci indica di tassare, non il reddito, ma la capacità contributiva il che è un’altra cosa! Il relatore dell’articolo 53 all’Assemblea Costituente, On.le Scoca, così disse: le spese necessarie, proprie e della propria famiglia, per l’esigenze della vita quotidiana sono una caratteristica della capacità contributiva e devono essere messe a base della imposizione! Ecco, da questo precetto si evince che tali spese, insieme ai redditi globali ed ai patrimoni, devono essere scritte nelle dichiarazione dei redditi ed è facile capire che tali spese formano i redditi effettivi dei lavoratori indipendenti e non è necessario per seguire spontaneità e tracciabilità, per arrivare ad accertare i redditi effettivi e reali.

  32. Sand

    Certo, concludere un’idea così tecnica e così ricca di mezze frasi con un “Quasi che fosse più facile e meno impopolare bloccare l’indicizzazione delle pensioni piuttosto che aggredire evasione ed evasori” è triste e declassa a pura faziosità tutto il precedente teorema della azione di deterrenza per suscitare l’Adempimento Spontaneo. A questo si aggiunga che ricordiamo ancora con sfinimento la disputa sul tesoretto tra il prof. Visco e il prof. Tremonti. Il successo del mandato del primo è coinciso con la crescita soprattutto del settore finanziario, quello che negli anni successivi ci ha regalato al cd. “bolla”. Premesso questo è di tutta evidenza che in un paese dove l’intero sistema di controllo è basato sulle presunzioni, l’unico rimedio è potenziare e migliorare i controlli sui movimenti di denaro, poiché sono gli unici movimenti che restano documentati. In verità tutto quello che il prof. Visco propone mira solo a sanzionare gli inadempimenti formali. Forse è questo che intende per deterrente contro l’evasione? Se proprio vogliamo introdurre una novità, allora parliamo di controllo del territorio, così quando qualcuno si muove dovrà per forza maggiore fornirsi di documenti.

  33. antonello oliva

    Egr. professor Visco, intanto credo abbia visto con piacere che già nell’ultima fase del governo precedente molti suoi provvedimenti sono stati “recuperati”, anche se in forme diverse, dopo essere stati “demonizzati”. Anche questo governo un po’ le ha fatto gli onori a posteriori (vedi DIT/ACE). Però volevo un chiarimento: ieri 8/12 tutti i giornali hanno avuto paginate di informazione sul fatto che da ora in poi (appena definite modalità e motivazioni, in accordo con le associazioni di categoria) praticamente l’Agenzia delle Entrate potrà accedere in maniera più generalizzata ai conti correnti, senza bisogno di un contenzioso aperto. Ma non è un po’ quello che chiede lei da tempo? Ed il combinato disposto di questa norma + spesometro + informazione obbligatoria da parte degli intermediari finanziari è davvero inutile? Perché? La ringrazio.

  34. Nicola

    Sa del beffardo leggere dell’incentivo ad essere onesti quando il sistema dell’accertamento finanziario è indirizzato a colpire ingiustamente il contribuente, la deresposabilizzazione dei funzionari poi porta alla catastrofe di credibilità di un fisco, ormai senza testa.e capace sempre più di pragmatico propagandismo piuttosto che un attività radicale ed efficiente di recupero dell’evasione; basta pensare a titolo esemplificativo che più versamenti di contanti in un conto corrente privato (ove c’è l’esatta corrispondenza del prelevamento di importo e data in un conto corrente ”aziendale”, – per risparmiare sulle commissioni bancarie-), costituisce reddito non dichiarato. L’inversione dell’onere della prova poi chiude la dimostrazione che la schizzofrenia di questo sistema fiscale malato è oramai patologica, un fisco che obera il contribuente di presentare mille e poi mille comunicazioni delle proprie attività. Mi viene ironicamente da chiedere, ma ci siete o ci fate? Questo è il fisco italiano, un fisco che continua a dare sberle al contribuente onesto, che incentiva la delazione (ancor peggio dei comitati di quartiere cubani), un esempio di democrazia liberale. Saluti

  35. Innocenti Antonio

    La classe politica ed economica presenta una bella dose di ipocrisia. L’EVASIONE FISCALE è PERMESSA. Come? La legge 600/73 e la 917/86 permettendo la tassazione di una sola parte del reddito dei lavoratori inidipendenti oltre tale parte inizia la colossale evasione fiscale. Come sarà possibile debellare l’evasione senza abolire questo regime fiscale che privilegia i lavoratori indipendenti? La conferma di tutto questo è stata resa nota dal ministero dell’economia nel marzo scorso: il 93%dell’intero gettito IRPEF è versato dai lavoratori dipendenti e pensionati, mentre il solo 7% è versato dai benestanti,dagli imprenditori,dai liberi professionisti e dagli autonomi.Solo attuando l’articolo 53 della Costituzione potremo superare questa situazione. Riconoscendo il DIRITTO COSTITUZIONALE di dedurre le spese necessarie per la vita quotiana potremo fare emergere tutti i redditi sommersi.

  36. dvd

    Mi meraviglia un po vedere un ex Ministro della Repubblica associare l’evasione Italiana ad una sola categoria di contribuenti (i non dipendenti in genere) e con questo alimentare un clima di “guerra” per me incomprensibile. Detto questo mi limito a fare alcune osservazioni: 1) in Italia esiste una burocrazia che non ha pari con i paesi evoluti; 2) l’elenco clienti e fornitori è esistito per decenni e non mi risulta che il problema evasione sia nato ieri; 3) sono aumentati a dismisura gli adempienti (scartoffie varie) per tutti (dipendenti e autonomi) che il fisco chiede ai cittadini e “forse” è aumentato anche il personale addetto (come le imprese). Detto questo mi chiedo: che risultati in concreto hanno prodotto? Se per una volta sola anzichè continuare a ringhiare contro i “non dipendenti” si iniziasse a domandarci cose come: perchè nonostante tutte le informazioni esistenti e tutti i controlli fatti e tutto il personale impegnato ecc.., non si ottiene in concreto nulla di solido e definitivo? Insomma perchè non sfatiamo il mito dello stato efficiente e discutiamo anche di questo?

  37. Marco Garofalo

    Concordo, le azioni più efficaci sono quelle che creano consdizioni di rispetto delle regole ex ante e non puntando sui controlli. Una volta scappati i buoi… p.s. mi piacerebbe vedere l’effetto della riduzione al 4% dell’iva nel settore correzzieri ed autoriparatori. Quanto imponibile emergerebbe? e quanta iva verrebbe incassata? quante risorse verrebbero liberate per controllare altri settori! Per non parlare dell’effetto emulativo, che a macchia d’olio allargherebbe anche ad altri settori una più conveniente e convinta richiesta di fatturazione da parte del consumatore/cliente. Che con un modesto onere aggiuntivo otterrebbe maggiori garanzie sui lavori e ricambi acquistati, alle quali oggi (pericolosamente) rinuncia, si pensi alla sostituzione di ammortizzatori o dei freni di un’auto. Un esperimento e solo per un paio di anni. Sarebbe fattibile un esperimento del genere, Professor Visco? o qualche norma nazionale o europea lo impedirebbe?

  38. m.f.parini

    Io abolirei tutte le detrazioni sia per la produzione di reddito/pensione sia per figli a carico sostituendole con la detraibilità al 20% di tutte le spese sostenute commisurate sia al reddito sia ai componenti della famiglia tracciabili con il bancomat o la carta di credito.In questa voce potrebbero rientrare sia le spese per il fruttivendolo sia le escort…con un tetto giornaliero…..

  39. Francesco Santodirocco

    A parte la sgradevolissima prima versione entomologica,la seconda afferma che se paghi le tasse avrai più servizi! Secondo me è proprio lì il vero nocciolo dell’evasione fiscale.Se uno giudica bravo ed onesto l'”Amministratore”,paga forse anche volentieri la quota del condominio,ma se vede che buona parte dei quattrini si perdono per “Strada”:Corruzione, Sperperi di vario genere(tra cui opere iniziate e mai finite in quantità indecente),Stipendi e Pensioni da nababbi multistratificati, nelle funzioni pubbliche, per i politici e burocrati vari (compresi i magistrati,da cui derivano quasi tutti gli stipedi pubblici :politici,ambasciatori e seguito infinito), con l’aggravante che malgrado l’alto prezzo,si dimostrano incapaci ed inefficent,.Oltre alla maledetta macchina della burocrazia ,complicata,farragginosa,prepotente (perchè da te vuole rispetto delle “regole” che lei stessa fa, ma che non sono valide per Lei, come quando i Carabinieri vanno impunemente contromano, per cui se devi dare ci sono le sanzioni, se devi avere, campa cavallo).la domanda sorge spontanea:Lo Stato ti ricambia per quello che dai,come afferma impunemente la pubblicità?

  40. A.Sgreccia

    Egregio Dott. Visco condivido interamente la sua impostazione metodologica la fatturazione elettronica e l’elenco fornitori/clienti rappresentano i veri ed efficaci strumenti di lotta all’evasione e sono attuati con grande successo in paesi a noi molto vicini, come per esempio la Francia. Ci sono molte considerazioni importanti che discendono da questa analisi, perchè in un paese come il mostro non si mettono in essere questi importanti strumenti? Perchè si punta su approcci inutili e dannosi come la proposta di acquaisire l’elenco di tutte le movimentazioni bancarie? Io sono convinto che in questo paese non si volgia seriamente a livello instituzionale conbattere l’evasioni fiscale, perchè abbattere l’eveasione fiscale corrisponde ad ridurre drasticamente il mondi del sommerso e ci sono potenti interessi confindustriali perchè questo non avvenga. Un esempio lo strumento legislativo che deve dare attuazione alle fattura elettronica giace in una commissione parlamentare in quanto non c’è accordo sulle modalità operative, tutto questo è solo un modo per differire un provvedimento urgente ed importante.

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