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RENDIMENTI TITOLI DI STATO DECENNALI A CONFRONTO

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Potete leggere questo grafico come il film dell’’orrore che è passato sotto i nostri occhi a partire dalla scorsa estate. Il contagio che, come era fin troppo facile prevedere, si è diffuso dalla Grecia agli altri paesi europei, ha letteralmente spaccato l’Europa: Italia e Spagna hanno visto schizzare verso l’alto i loro tassi di interesse (perché gli investitori pretendono un compenso per il rischio crescente mentre  Germania e Regno Unito vedono addirittura i loro tassi scendere nettamente perché – essendo considerati molto meno rischiosi – sono sempre più richiesti (in gergo, si chiama flight to quality, corsa al titolo sicuro). In mezzo, la Francia che a cavallo del recente declassamento registra oggi una differenza di oltre un punto percentuale (oltre 100 punti base).
Come nei film dell’orrore che si rispettino, i “buoni” vengono premiati al di là dei loro meriti. Il tasso sui bund decennali tedeschi è oggi 1,945 per cento, ben al di sotto del tasso atteso di inflazione. Ciò significa che gli investitori, pur di riavere indietro i loro soldi, sono disposti a perderci. O, se si preferisce, che la Germania oggi ha un vantaggio indiretto non indifferente dalla crisi perché impone ai suoi creditori una sorta di “tassa da inflazione” in quanto restituirà fra dieci anni un capitale con un potere d’acquisto nettamente inferiore a quello che ha ricevuto.
Si badi che la situazione di Spagna e Italia purtroppo non è più l’eccezione nel panorama europeo. Come ha messo in evidenza il Fondo monetario internazionale, oggi il 42 per cento del mercato dei titoli di stato dell’area dell’euro è caratterizzato da premi per il rischio superiori ai 400 punti base (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia), il 29 per cento da spread superiori ai 200 punti base (Francia, Austria e Belgio) e solo  il 29 per cento (Germania, Finlandia e Olanda) sotto i 200 punti base. Ad aprile 2010, solo la Grecia (appena il 5 per cento del debito totale) si trovava sopra la linea d’allarme dei 200 punti base. In altre parole, in primavera, Eurolandia registrava solo un caso patologico e non particolarmente grave. Oggi, solo meno di un terzo sta bene, un altro terzo ha la febbre e quasi la metà un febbrone da cavallo.
Un esponente del Fondo monetario internazionale ha accennato nei giorni scorsi alla necessità di costruire “firewall”, cioè muri taglia-fuoco per circoscrivere l’incendio della crisi. Ma in aprile e all’inizio dell’estate, dove erano i  pompieri?

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UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA PER IL RATING

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S’HANNO DA FARE LE OLIMPIADI A ROMA NEL 2020?

  1. GL

    Ipotizziamo che io sia una grande investitore straniero il cui portafoglio risulta molto esposto verso titoli italiani. Se inizio a comprare CDS Italia e poi scarico i miei titoli italiani che prezzano ancora abbastanza alto sul mercato (es. banche tedesche da 8 mld a 2 mld) cosa succede? Si metta a confronto il grafico cds italiano. Se poi c’è il mio amico investitore (fondo) che per policy deve acquistare solo titoli con un certo rating (es. AAA) ed è in possesso di informazioni tali per cui pensa che la Francia verrà declassata, sarà obbligato a vendere i titoli francesi prima dell’annuncio dell’agenzia, per non incorrere in perdite in conto capitale e quindi dovrà spostare i propri investimenti (anche con ordini fittizi) verso titoli sicuri dal rischio downgrade (bund). Ed ecco spiegato i rendimenti di Francia (che da ottobre sale) e Germania in continua discesa.

  2. Alessandro Pagliara

    Meno di un mese fa la BCE immetteva 400 miliardi nel sistema bancario in modo da far acquistare i titoli sul mercato e calmierare gli spread…. Risultato le banche già piene di titoli hanno aumentato il loro indebitamento così quando (speriamo di no) i contribuenti dovranno salvarle pagheranno anche questo ulteriore prestito… Se esiste una soglia al di sopra della quale il sistema non regge 200 o 300 dite voi economisti, che senso ha un’operazione del genere, perchè quest’operazione non dovrebbe nel lungo aumentare l’inflazione, non sarebbe più interessante dire oltre questa soglia i contribuenti non accettano i giochi della finanza e si finanziano da soli con la “propria” banca centrale (che purtroppo non è controllata dal parlamento europeo). A me tutto questo ricorda la frase di un politico: “quando sei indebitato…le tangenti sono maggiori…perchè nessuno può dirti hai distrutto il bilancio…è già distrutto”…ancora una volta la borghesia si è evoluta…imprenditori…prenditori…finanzian-distruttori…. Dispiace dirlo… ma Nigel Farage che racconta le cose più ovvie oramai è uno statista… qualcosa non va!

  3. Piero

    La manovra della bce è stata fatta per salvare le banche. Le banche avevano difficoltà a reperire il denaro, non vi era più la fiducia nemmeno tra di loro, allora la bce ha fatto il prestito all1%, il grave problema è che tale prestito è stato garantito dallo stato italiano, senza che il governo chiedesse alle banche un impegno creditizio nei confronti delle imprese, sicuramente ciò perché Monti pensava che le banche con questa liquidità dopo avere messo a posto i loro impegni avrebbero aiutato, come di fatto hanno fatto, il corso dei titoli statali con scadenza a tre anni. In conclusione è una manovra di breve periodo che è servita solo alle banche, e ai singoli stati per avere meno pressioni sul debito al fine di salvare la moneta unica. Oggi la mission dei governi è il salvataggio dell’euro, a costo di lacrime e sangue dei cittadini. Le manovre per aumentare la competitività dei paesi sono necessarie a prescindere dall’euro, in questo mondo globalizzato non ne possiamo fare a meno, portare il livello del debito pubblico al 60% con manovre di bilancio e non con strumenti monetari non convenzionali.

  4. Bruno

    Ma qual è stato l’effetto del finanziamento BCE? Mi sembra di aver letto che le banche italiane hanno comunque diminuito la quantità di Titoli di Stato in portafoglio. Se fosse così vuole dire che il trend è in miglioramento comunque abbastanza rilevante.

  5. Sergio

    “Ma in aprile e all’inizio dell’estate, dove erano i pompieri?” E’ evidente che la situazione ha giovato ai pochi che hanno pesantemente speculato sulla situazione, scommettendo in una crisi e arricchendosi adismisura. Il vero baco di fondo qui è sempre il solito: senza regole comuni che tutelano i più deboli il sistema evolve verso il massimo profitto dei più forti. Il risultato sarà quello di compensare gli immensi guadagni generati per pochi negli scorsi mesi sulla pelle dei cittadini europei, principalmente greci, italiani e spagnoli.

  6. Franco

    Vediamo se ho capito. 1 – La BCE presta per tre anni soldi alle banche all’1%; 2 – le banche possono offrie in garanzia anche titoli di debito degli Stati; 3 – se con i soldi presi a prestito le banche comprano titoli a breve (es. BOT semestrali o annuali italiani al 2-3%) ci guadagnano certamente senza metterci soldi propri. Alla fine le banche ci guadagnano secco (riprendendosi un po’ dopo le batoste degli ultimi anni); i rendimenti dei titoli dei paesi sovrani si abbassano perchè aumenta la domanda; ma gli stati ci rimettono comunque perchè sono costretti a finanziarsi a più dell’1%. La mia domanda al prof. Onado è: ma perchè la BCE non presta direttamente agli Stati all’1%? Perchè non si fida degli Stati i quali si sentirebbero incentivati ad aumentare il loro indebitamento? Perchè aumenterebbe l’inflazione? Ma prestando alle banche, queste non sono incentivate a NON prestare i soldi alle imprese ma agli Stati non facendo, così, ripartire l’economia? Non riesco a capire bene. Grazie dell’eventuale risposta

  7. Piero

    La Bce non puo’ svolgere il ruolo di prestatore di ultima istanza, ossia non puo’ prestare i soldi ai singoli stati direttamente, pero’ puo’acquistare i titoli sul mercato se vuole sostenere il titolo, invece ha il ruolo di prestare i soldi alle banche, come ha fatto. Il problema pero’ non e’ questo, a che su tali prestiti lo stato italiano ha prestato la garanzia, cosi’ domani se la banca non paga ne risponde lo stato, cio’ e’ stato fatto senza che lo stato abbia chiesto alle banche un impegno creditizio verso le imprese, cio’ e’ gravissimo,. Un giurista può’ trovare in questo comportamento dello stato una violazione del trattato europeo sulla concorrenza, sugli aiuti statali alle imprese, una violazione della costituzione sul principio della parità, sulla copertura del bilancio.

  8. aliasa

    la banca che ha finanziato un mutuo ipotecario trova più conveniente in tempi di crisi 1. liquidare quest’attività a una società propria o partecipata, in modo da diluire i rischi 2. tendere a non finanziare attività rischiose per antonomasia (fidi a imprese) perchè sta già rischiando di suo; 3 se è quotata in Borsa, poi, farà di tutto per sostenere il proprio titolo e quindi favorirà i cassettisti a tenere i quattrini (se ne hanno) presso di lei (che è pur sempre meglio che dare tutto allo Stato). Sicchè, il risultato immediato dell’aumento di liquidità reso disponibile da parte BCE non sarà a vantaggio degli imprenditori, anzi, questi resteranno senz’altro in coda alla fila. Un economista tedesco (Hau) aveva detto, sei mesi fa, “lasciamo fallire le banche più indebitate ed evitiamo di impantanarci”. Ora il problema arduo, per la Germania è di far rendere i fondi in eccesso che ha, sembra quasi di dover insegnare a un anziano, onesto portiere di condominio a fare il falsario…

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