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Grecia: il problema primario

Si parla molto di Grecia, ma senza soffermarsi sulla situazione effettiva delle sue finanze. I dati dicono che a gennaio 2015 il saldo primario è stato inferiore al target fissato, al contrario di quanto accaduto per quasi tutto il 2014. Ecco perché potrebbe essere un problema per Varoufakis.
LA SITUAZIONE DELLE FINANZE GRECHE
Nelle ultime settimane si è parlato molto di Grecia, anche con toni alti. Si è discusso abbondantemente degli esiti dell’incontro tra il nuovo governo e i creditori internazionali, di chi avesse vinto e chi avesse perso, e su che fronti. Ma si è parlato poco della situazione effettiva delle finanze greche a gennaio 2015 e di come questo potrebbe influenzare le negoziazioni future sulla flessibilità sul target di avanzo primario da raggiungersi nel 2015. Ovvero, quella che da molti è stata definita come la vittoria più significativa di Yanis Varoufakis, e che potrebbe diventare presto il suo principale problema.
Il ministero delle Finanze greco ha recentemente pubblicato i dati definitivi relativi al bilancio consuntivo dello Stato per il mese di gennaio 2015. Si tratta di numeri disponibili con frequenza mensile e compilati in base al principio di cassa, quindi particolarmente adatti a valutare la situazione delle finanze pubbliche dal punto di vista dell’esigenza di finanziamento di breve periodo. Inoltre, permettono di comparare i risultati effettivi con quelli attesi ex ante.
Merler 1b        Fonte: ministero delle Finanze greco, Bollettino di bilancio consuntivo
Il saldo primario dello stato greco per il periodo gennaio-settembre 2014 aveva superato le attese. Per i primi nove mesi del 2014 si è infatti raggiunto un saldo cumulativo di 2,5 miliardi, ben superiore al target di 1,6 miliardi. Il trend positivo è continuato fino a novembre 2014, quando il saldo primario per i primi undici mesi dell’anno si attestava a 3,6 miliardi, contro un obiettivo di 2,9 miliardi.
Poi sono arrivate le elezioni e la situazione è drasticamente peggiorata. Il saldo primario finale per l’anno 2014 è stato di soli 1,9 miliardi, contro i 4,9 miliardi attesi. In sostanza, le casse statali sono passate da quasi un miliardo in eccesso a tre miliardi in difetto rispetto al target prefissato, e il tutto in un solo mese.
Guardando nel dettaglio entrate e uscite, è evidente come la causa principale sia stata un insoddisfacente gettito fiscale nell’ultimo mese dell’anno, che si è chiuso con un totale di soli 51 miliardi contro i 55 previsti.
I dati appena pubblicati mostrano che questa tendenza è continuata nel primo mese del 2015. Il saldo primario per gennaio è infatti di soli 443 milioni di euro, contro un target di 1,4 miliardi, mentre il gettito fiscale è ancora inferiore alle aspettative per ben 935 milioni.
FEBBRAIO CRUCIALE
Un saldo primario mensile di 1,4 miliardi può sembrare enorme, se annualizzato. Ma la figura 2 mostra che, nel 2014, il saldo primario finale è stato più o meno dello stesso ordine di quello raggiunto a febbraio. Il gettito fiscale ha infatti una componente stagionale e gennaio sembra essere un mese particolarmente importante in Grecia da questo punto di vista.
Merler 2a
Fonte: governo greco
Secondo il ministero delle Finanze greco, la performance insoddisfacente registrata nel primo mese dell’anno è principalmente dovuta a una proroga della scadenza di alcune imposte indirette (Iva) – posticipata da gennaio a fine febbraio – e alla liquidazione di alcuni arretrati che ha però fruttato meno del previsto. Perciò, i dati per il mese di febbraio saranno cruciali, per due ragioni.
Primo, marzo è uno dei mesi più impegnativi per la Grecia in termini di necessità di finanziamento, con 4,3 miliardi di titoli di stato a breve termine (T-bills) da rinnovare e 1,5 miliardi da ripagare al Fondo monetario internazionale. Il 20 febbraio l’Eurogruppo ha deciso che gli 11 miliardi “avanzati” dalla ricapitalizzazione delle banche greche e custoditi nelle casse del Fondo ellenico per la stabilità finanziaria dovranno essere rimandati al mittente, e saranno custoditi in Lussemburgo dall’Efsf, il Fondo europeo per la stabilità finanziaria. Saranno disponibili in caso si presenti la necessità di ricapitalizzare ulteriormente le banche, ma i fondi non potranno essere utilizzati per coprire immediate necessità di finanziamento del governo, come ipotizzato in precedenza. Con questa decisione, le opzioni per gestire le necessità di finanziamento più immediate si sono ridotte parecchio, per il governo greco.
Secondo, i dati di febbraio potrebbero essere un importante indicatore per le negoziazioni sul target di avanzo primario per il 2015 che, è bene ricordarlo, non è ancora stato deciso. Nelle ultime previsioni della Commissione europea, pubblicate a febbraio, il surplus primario greco per il 2014 dovrebbe essere l’1,7 per cento del Pil (anche se i dati di dicembre suggeriscono che potrebbe essere minore). Quello che è importante, però, è che 1,7 per cento non è molto lontano da 1,5 per cento, ovvero il target che Syriza vorrebbe far accettare ai creditori per il 2015.
Sorvolando sulle considerazioni politiche che certamente domineranno la discussione su questo obiettivo, i dati qui mostrati suggeriscono uno scenario difficile per il governo greco nei prossimi mesi. A gennaio 2015 le entrate sono state del 17 per cento inferiori al valore registrato a gennaio 2014. Se questo trend continuasse, anche un surplus primario dell’1,5 per cento potrebbe rivelarsi impossibile da raggiungere e ottenere concessioni e libertà di manovra sull’agenda domestica – dominante, nelle promesse elettorali di Alexis Tsipras – sarebbe ancora più difficile.
La versione inglese di questo articolo è disponibile su Bruegel.org

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Di torri (televisive) e altre storie

  1. antonio baldeli

    Ringrazio per la riflessione che appare di importante qualificazione e che consente di focalizzare su elementi oggettivi il problema.

  2. Alla faccia dell’art. 47 della Costituzione Italiana!
    Nel 2012 i risparmiatori – moltissimi italiani – che possedevano titoli di Stato della Grecia in euro, dalla sera alla mattina videro il loro credito abbattuto dell’80%, senza che nessuno a Roma, a Bruxelles ed a Francoforte, alzasse un dito in difesa dei cittadini europei espropriati ed abbandonati al loro destino.
    I risparmiatori cosi penalizzati avevano avuto il torto di pensare che sottoscrivere titoli in euro di uno Stato dell’UE fosse sufficiente per la restituzione del risparmio così investito.
    La BCE e le Istituzioni europee non hanno chiesto scusa per la loro colpevole indifferenza in occasione di detta rapina della Grecia. Il FMI, seppur tardivamente, ha ammesso le sue colpe nella gestione della crisi ellenica.
    E’ stato un grande errore quello di fregare centinaia di migliaia di risparmiatori mettendo al riparo banche ed istituzioni.
    Da segnalare che la perdita netta accollata nel 2012 ai possessori di titoli di Stato ellenici fu “imposta unilateralmente” come risultato della “ristrutturazione del debito greco” e non fu registrata dalle banche depositarie come “minusvalenza” compensabile con eventuali guadagni (plusvalenze) da successive operazioni in titoli.
    L’Unione europea, e per essa la BCE, potrebbero farsi perdonare restituendo il maltolto ai risparmiatori rapinati nel 2012, consegnando nuovi titoli di Stato per l’importo corrispondente, non importa con quale scadenza, non importa con quale rendimento.

  3. eurino

    Prof.ssa, ma se il suo avanzo primario reale sara’ piu’ basso di quello previsto, come fara’ Varoufakis a realizzare il piccolo walfare annunciato, oltremodo tutto poggia su entrate previste assai labili e di difficile realizzazione.
    Ora tutti sappiamo che alla Grecia serve un default guidato, come paese inderoga, al fine di permettere una ottima svalutazione esterna, che possa aiutare le esportazioni dell’ industria alimentare, agricola, e manufatturiera, ad uscire dall’empasse, e far riprendere la crescita, oltre ad alimentare con debito, politiche che sensibilizzino la domanda interna. Mi dica se la Grecia la si puo’ gia’ considerare fuori o no?

  4. Vorrei far notare che i tentativi di far quadrare i bilanci attraverso la svalutazione interna, cioè riducendo i salari, sono falliti, per citare solo l’ultimo caso quello della Lituania. Il probema greco, come tutti ormai sanno era ed è un problema di ristrutturazione del debito sovrano. I due bailout hanno salvato le banche tedesche e francesi e traslato il rischio, che vorrei ricordare è l’unica variabile che spiega un tasso d’interesse sui bond sovrani superiore al tasso di preferenza intertemporale, sui governi dell’EU, che geni i nostri governanti! La proposta di Varoufakis di GDP-Linked bond, sul modello di quelli più volte approvati e sostenuti dal FMI, in ultimo per l’Argentina, non solo sono legittimi, ma amche l’unica vera alternativa alla distruzione economica e sociale della Grecia. La possibilità di un minimo di spazio per una manovra di crescita della domanda aggregata è legata alla spesa pubblica che può essere finanziata solo consentendo una moratoria sui rimborsi e pagamento degli interessi. Cosa altro dovrebbe fare un paese che ha perso quasi il 30% del PIL che ha una disoccupazione al 25% quella giovanile al 60%, il 40% della popolazione in povertà e senza assistenza sanitaria. Cerchiamo di non perderci nei dettagli e guardiamo al quadro generale che è tragico.

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