Il sindaco di Livorno, per fare chiarezza sul collasso della municipalizzata dei rifiuti, decide di portare i libri in tribunale. Poco dopo anche per lui scatta l’avviso di garanzia. Eppure qual è il compito dell’amministratore pubblico se non provare a risolvere i problemi della collettività?
La pessima prassi di nascondere i “piccoli” problemi…
Vita dura quella dell’amministratore della cosa pubblica. Ne sa qualcosa il sindaco di Livorno, che dopo aver cercato di fare chiarezza sul collasso di un’impresa pubblica (la municipalizzata dei rifiuti dello stesso comune, rovinata da anni di mala gestione) e dopo avere fatto un atto di estremo coraggio (portare i libri in tribunale) è rimasto coinvolto dallo scandalo che lui stesso aveva sollevato.
Vita dura davvero. E vale la pena di ricostruirne i passaggi.
Anno 2014. Dopo settanta anni di indiscussa amministrazione di sinistra (dal Pci al Pd, dal 1944 nessun sindaco livornese ha avuto un’estrazione diversa) viene eletto sindaco Filippo Nogarin, del Movimento 5 Stelle. Forse i livornesi si sono accorti che “qualcosa” non andava? Non lo so. Ma da allora – tra i tanti problemi sul tappeto – il neo sindaco si trova ad affrontare il tema della locale azienda dei rifiuti (Aamps), al 100 per cento del comune. E qui, le cose che non andavano erano tante.
È almeno dal 2010 che il margine operativo dell’impresa non è superiore agli ammortamenti: in cinque anni, oltre 7,3 milioni di perdite a livello di risultato operativo netto (i bilanci sono sul sito del comune). Tanto che nel 2013 una verifica da parte del ministero dell’Economia aveva denunciato una decina di “non conformità”, alcune decisamente gravissime. Come si legge, per esempio, nello stesso bilancio dell’impresa, “non puntuale riscossione della tariffa di igiene Ambientale; squilibrio tendenziale fra costi della produzione e ricavi; eccessivo ricorso all’indebitamento verso istituti bancari”.
Ciononostante, nella primavera 2014 gli amministratori chiudono “tranquillamente” il bilancio del 2013 facendo apparire utili minimi ma superiori allo zero e parlando più in generale di “un risultato positivo (…) che ci fa ben sperare per il futuro”. Decisione coraggiosa, di fronte di una relazione del collegio sindacale (l’organo di controllo) il quale concludeva, con insolita franchezza, che il “progetto di bilancio al 31/12/2013 non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico di Aamps”.
… fin quando i problemi stessi non siano troppo grandi
Dopo qualche settimana si insedia la nuova amministrazione, che deve decidere cosa fare dei problemi che fino allora erano finiti sotto il tappeto. Il risultato è che il bilancio di fine 2014 fa segnare quasi 12 milioni di perdita, con debiti a breve verso le banche saliti da 4 a 12,5 milioni. Una situazione in gran parte dovuta alla necessità di accantonare somme ingenti per crediti vecchi ormai di fatto inesigibili: le tariffe “di igiene ambientale” che le precedenti amministrazioni mantenevano a bilancio quasi si trattasse di crediti di imminente incasso.
Anche questo è stato un bilancio molto sofferto, approvato a fine ottobre (cinque mesi oltre il normale), di nuovo con il parere negativo dei sindaci, che sollevano forti dubbi sulla “continuità aziendale”. A fine 2015 la nuova amministrazione deve quindi portare i libri in tribunale; preferisce tentare altre strade, ma – anche mancandole le risorse – il 25 febbraio 2016 viene presentata domanda di ammissione al concordato preventivo, ciò che il tribunale concede il 5 marzo.
Un concordato con poca concordia
Il concordato ha tante conseguenze. Citiamone due per tutte, giusto per chiarire i risvolti economici e politici della cosa.
La prima è che l’impresa può sospendere il pagamento degli interessi alle banche. A cominciare dal Monte dei Paschi, che a quanto pare riceveva da questa fonte quasi un milione all’anno. La seconda conseguenza è che di fatto tutti i contratti dell’azienda vengono ora passati al setaccio, con prospettive tutte da verificare per artigiani e cooperative locali. E lo scontento monta su diversi fronti…
Purtroppo, nel gennaio di quest’anno la società (non ancora in concordato, ma sicuramente in situazione delicatissima) decide di stabilizzare una trentina di precari, assumendoli a tempo indeterminato. Atto opportuno? Sicuramente no. Atto dovuto? Forse. Ora, arriva l’avviso di garanzia, forse legittimo, per carità, ma almeno altrettanto paradossale.
Il provvedimento finisce infatti per coinvolgere proprio la persona che questo bubbone lo ha fatto scoppiare. La polemica politica non mi interessa; se però il sindaco avesse continuato a nascondere le magagne sotto il tappeto, ora probabilmente staremmo parlando di altro.
Chiunque abbia un ruolo amministrativo e provi a prendersi responsabilità “vere” è avvisato. Il coraggio – almeno per ora – non paga.
Ma, d’altra parte, se fai l’amministratore pubblico senza provare a risolvere i problemi della tua collettività, a cosa servi?
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Virginio Zaffaroni
Articolo illuminante. Questa storia di Livorno mi ricorda una mia storia lontana. Nel 1980 mi fu affidata la presidenza della Farmacia Comunale (senza indennità, sia chiaro) del mio comune. Trovai che non c’era contabilità aziendale, che vari segnali indicavano un’azienda in perdita, che il magazzino esplodeva e in cassa c’era poca liquidità, che il direttore era un supplente da due anni, che a comandare era la commessa. Imposi il concorso (1983, se ricordo bene), il nuovo direttore mise l’azienda ai raggi X, scoprì gravi trascuratezze negli adempimenti fiscali, impose ordine, legalità ed efficienza. Io lo sostenni contro ogni boicottaggio politico-partitico. Nel 1985 l’azienda si presentava finalmente ordinata e redditizia. Poco dopo, su una denuncia anonima che segnalava (in ritardo!) la precedente malagestione arrivarono in farmacia carabinieri e finanzieri. Trovarono l’azienda in ordine, ma esaminando gli anni fino al 1983 riscontrarono tutte le violazioni fiscali dei precedenti “gestori”. Nel dubbio, la GdF sporse denuncia, sapete avverso chi? Avverso il sottoscritto e il Direttore bonificatore. Tre anni di processo penale per evasione, spese legali pari per ciascuno a circa 1000 euro di oggi, l’onta morale di essere puniti per aver ben operato. Tutto finì bene, ma rimborso spese legali dal Comune o dall’Azienda zero. Il Direttore, disgustato, diede le dimissioni e aprì una sua farmacia. Gli autori della malagestione vissero sempre felici e contenti.
davide
non è la stessa cosa.
Massimo GIANNINI
Considerazioni sacrosante che andrebbero portate nel dibattito politico e fatte ascoltare e spiegate a chi (nel PD) dice che tanto non c’è differenza tra un avviso di garanzia e un altro, tra un reato e un altro o tra un responsabilità per aver fatto un danno alla cosa pubblica e chi questo danno cerca di ripararlo.
EzioP1
Forse una maggiore considerazione di tutti gli aspetti coinvolti sarebbe opportuna. Il sindaco ha assunto 33 precari pur avendo i bilanci in rosso e poi nonostante il parere negativo dei revisori dei conti ha firmato i bilanci (fonte giornalistica di due giorni fa). Non è di certo indagato per aver cercato di raddrizzare la situazione ma per aver in una certa misura, con le assunzioni e con le firme, accettato la situazione pre-esistente, di cui certo non ha colpa. L’attribuire l’azione della magistratura alla consegna dei libri in tribunale non è corretto.
anna
Salve, articolo bello e illuminante; credo anche io che sia molto importante che la giustizia insieme a chi legifera, si impegni a fondo per non impaurire chi denuncia. e chi si impegna a risanare; in poco tempo avremmo un mondo migliore, perché sono tante le persone che vedono, ma non dicono perché hanno paura e la paura è sempre foriera di grandi mali per tutti.
Tale paura dovrebbe trasferirsi a chi sceglie di commettere reati e lo fa sapendo che altri hanno appunto PAURA. Con stima
paolo
Condivido et mi domando ma era proprio dovuta la incriminazione et che reato o perdita ulteriore può causare la stabilizzazione di precari che comunque servono a continuare l’attività funzione pubblica dell’Amps.Per me il fatto riguarda molto la politica e la funzione svolta in questo momento dal tribunale.
Giuliano Zoppis
Concordo con il mio amico Massimo. Caso di scuola da portare laddove si dice vien fatta formazione politica. Non sarebbe male che si esprimesse su queste situazioni anche la magistratura. Interventi di questo tipo rischiano di bloccare le buone intenzioni di chi vuole fare politica nel senso bello della parola.
Henri Schmit
Articolo interessante ed utile. Sarebbe importante che da fuori del m5* si sostenga un sindaco onesto, anche se avesse commesso un piccolo errore. Vergogna a chi ne ha approfittato per denigrare un movimento politico avverso. Ma la gente lo capisce e la vicenda no farà altro che aumentare il differenziale nei sondaggi.
Alessio Frenda
L’articolo sembra sorvolare sul perché sia scattato l’avviso di garanzia. Nogarin ha approvato il bilancio dell’azienda contro il parere dei revisori, e dopo averne portato i libri in tribunale. Non mi sembra una questione di trasparenza, ma di coerenza.
alessandro
L’articolo è interessante ma manca di parecchie notizie fondamentali che sulla stampa nazionale non sono uscite e ne cito solo un paio quelle piu significative rispetto all’articolo in questione 1 la stabilizzazione dei precari viene fatta senza il parere dell’avvocatura civica del comune (si sa che l’avvocatura civica esiste apposta per verificare che le scelte politiche non producano danni all’ente stesso) stessa cosa avviene per la revoca dell’ultimo consiglio di amministrazione (in 18 mesi tre cda diversi sono stati nominati) e tutto ciò non mi pare proprio il classico comportamento del sindaco che vuole fare le cose con trasparenza. 2 L’indagine della procura era gia in atto a seguito di un ispezione ministeriale sul dissesto di Aamps il sindaco con alcuni comportamenti molto al limite della trasparenza durante il suo mandato nel gestire la municipalizzata ha fatto si che l’indagine si ampliasse anche agli anni 2014 fino ad oggi
Paolo Rampino
Scusa, non sono di Livorno, ma leggo che Nogarin è in carica dal 11/06/2014 (https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Nogarin), un altro paradosso normativo?
alessandro
Riguardo al bilancio che viene citato che in un anno triplica i debiti a breve deriva sempre dai sei mesi della nuova amministrazione che non passa piu i fondi per la moratoria Rosi in cui il Comune e Aamps si impegnarono con i creditori a una ristrutturazione del debito quindi l’atto della magistratura non è a caso
Alex
Le 33 persone stabilizzate (non assunte in quanto gia lavoravano in AAMS) faranno risparmiare ad aamp 110mila € circa grazie agli sgravi contributivi
claudio
A mio avviso l’articolo confonde eventuali provvedimenti del tribunale fallimentare con l’avviso di garanzia che viene dal tribunale penale. L’articolo di oggi di Imarisio pubblicato sul Corriere, “L’avviso di garanzia per Nogarin
e quelle mezze verità a Cinque Stelle” mette in evidenza questo punto. Non è vero che Nogarin è indagato perchè ha voluto fare chiarezza sulla situazione. Ho capito bene? La questione è tecnica per cui sarebbe bene avere un chiarimento del professore su questo punto.