Nel 2016 il limite all’utilizzo del contante nei pagamenti è passato da mille a tremila euro. E infatti dopo anni di diminuzioni è tornato a salire l’ammontare delle banconote distribuite dalla Banca d’Italia. Scarsi gli effetti sui consumi interni.
Gli effetti di una misura controversa
La presentazione del bilancio della Banca d’Italia per il 2016 consente di verificare che effetto ha avuto l’innalzamento sul limite all’uso del contante da mille a 3mila euro deciso con la legge di stabilità per il 2016.
Nel 2016 si è registrato un aumento del 3,8 per cento dell’ammontare delle banconote distribuite (al netto dei ritiri) dalla Banca d’Italia, con un’inversione della tendenza alla riduzione che era in atto dal 2012.
Il 2012 è l’anno in cui è entrato in vigore l’abbassamento del limite di utilizzo del contante da 3mila a mille euro, deciso dal governo Monti a fine 2011. Il tasso di crescita delle banconote effettivamente in circolazione, passato dal 5,6 nel 2011 al -4,8 per cento nel 2012 e sempre negativo negli anni successivi, fino al -0,14 per cento del 2015, nel 2016 torna positivo: +2,8 per cento (figura 1).
Le motivazioni della decisione del governo Renzi erano basate su dati discutibili ed erano in controtendenza rispetto a quelle ampiamente condivise – dall’Europol a economisti come Kenneth Rogoff e Peter Sands, fino alle scelte di molte banche centrali – che sottolineano gli aspetti negativi dell’utilizzo del contante quale mezzo di pagamento, dati i rischi di un suo uso nell’economia sommersa, per forme di evasione fiscale, per finanziamento al terrorismo. Stando ai sondaggi, proprio la motivazione di contrasto all’evasione e all’economia sommersa è quella che nel novembre scorso ha garantito un ampio consenso al ritiro delle banconote di taglio più elevato (per un valore di circa i quattro quinti del totale) deciso all’improvviso dal governo Modi in India.
Il governo Renzi sosteneva in particolare che il provvedimento avrebbe favorito i consumi, specie quelli su beni di lusso da parte di ricchi stranieri. Dati al riguardo non sono disponibili. Tuttavia, se si considera la proporzione delle banconote relativamente alla spesa per consumi interni delle famiglie (inclusi quindi quelli dei turisti esteri ed esclusi quelli all’estero dei turisti italiani), anche la tendenza alla riduzione in atto dal 2012 si è arrestata nel 2016. Non sembrerebbe che l’aumento del contante in circolazione abbia favorito una maggiore crescita dei consumi. Ci vuole tuttavia cautela nel trarre legami causali da semplici correlazioni, pur se associate con sorprendente precisione a date di emanazione di misure di segno opposto sul limite al contante. Chi ha deciso una misura in controtendenza nel panorama internazionale dovrebbe però fornire prove sulla sua efficacia, a distanza di un anno, almeno sulle categorie di consumi che doveva favorire.
Anomalia italiana
Un indizio circa l’effetto della misura a favore di una maggiore domanda di contante si ricava dal confronto con l’andamento del valore delle banconote distribuite dall’intero Eurosistema e dalla Francia (che nel 2016 ha ridotto a mille euro il limite per l’uso del contante). In ambedue i casi, al contrario di quanto accaduto in Italia, anche nel 2016 si sono registrate flessioni nel valore delle banconote distribuite: -9,3 per cento nell’Eurosistema e -1,5 per cento in Francia. La crescita del 7,2 per cento registrata in Germania, simile a quella degli anni precedenti, trova spiegazioni specifiche nell’elevata domanda per una valuta rifugio da parte di soggetti esterni all’Eurozona.
Figura 1
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Andrea
Un chiarimento: senza dietrologia alcuna chiedo perché un governo dovrebbe favorire l’uso del contante. Al di là della (probabilmente indimostrabile) ‘spinta ai consumi’, qual é la ratio politica di tale misura? La risposta scontata, ‘governo che amicca agli evasori’ la conosco. Quali possono essere altre? Grazie a chi vorrà contribuire
Michele
A parole si combatte l’evasione fiscale, nel frattempo i fatti sono ben altri: innalzamento del limite all’utilizzo del contante, rottamazione delle delle cartelle e condoni fiscali (pudicamente vengono ora denominati in inglese, voluntary disclosure, come se cambiasse la sostanza del condono), riduzione delle ispezioni etc. Addirittura si presentano gli incassi dai condoni come se fossero risultati dalla lotta all’evasione, invece che chiamarli con il loro vero nome: regali e incentivi agli evasori. Bastano due dati per capire il favore degli italiani per il contante: evasione pari a € 110 miliardi ogni anno e solo lo 0,08% dei contribuenti (34.022 contrubuenti su 40 milioni totali) dichiara più di 300.000 € all’anno. Il partito dell’evasione è sempre in maggioranza.
Luigi
non c’erano dubbi sugli effetti di un provvedimento demenziale che aveva l’unico scopo di lisciare la categoria degli evasori che normalmente si trova più a destra del PD. solo Renzi poteva partorire qualcosa di simile giustificandolo con l’aumento dei consumi. avete tra i vostri conoscenti stranieri qualcuno che paga in contanti (esclusi i malavitosi ed evasori seriali…)? qualche italiano che paga in contanti più di 1000 euro (esclusi i malavitosi ed evasori seriali…)? ovviamente no. solita marchetta politica. e neanche originale perchè l’aveva concepita già il duo meraviglia Berlusconi-Tremonti.
Amegighi
Articolo chiaro ed evidente, che palesa, una volta in più, le “storture” della democrazia attuale. In un mondo dove abbiamo sempre più accesso ai dati e a chi può spiegarli con correttezza e competenza, noi cittadini demandiamo sempre più ad altri, spesso ignoranti, il nostro dovere/diritto di elettori: chiedere a chi abbiamo eletto, la “responsabilità” delle sue decisioni.
Presumo che in questo caso il Governo che prese quella decisione debba dirci dove sono andate a finire quelle banconote in più e perchè non sono stati ottenuti i risultati attesi. Il buon Medico lo fa per curare il paziente, se la prima cura non funziona. Chissà perchè non lo fanno i nostri politici, e perchè i valenti Ministri dell’Economia, oramai sempre tecnici rispettabili, non si sentono di dirci come abbiano potuto avallare delle decisioni che tutti gli economisti ritenevano sbagliate e che, penso, nel loro intimo, ritenevano sbagliate pure loro.
Alessandro
Caro Prof…lo dice lei “i dati non sono disponibili” quindi non sappiamo come sarebbero andate le cose se il provvedimento non fosse stato preso. L’economia di fatto è in ripresa…merito del provvedimento….”anche forse”. La sua teoria fa acqua come quella di chi dice il contrario….. I dati sull’evasione dicono che continua a scendere…quindi anche chi lega in maniera diretta evasione -> contanti sbaglia. Probabilmente i contanti agevolano la corruzione e le tangenti….ma di basso livello diversamente si ricorre alle operazioni all’estero il che significa spingere le tangenti e la corruzione ancora più in alto…
Michele
A memoria d’uomo il partito degli evasori fiscali ha vinto tutte le elezioni in Italia. Per rafforzare ulteriormente la sua supremazia in Italia si applicano provvedimenti ad hoc: il contribuente onesto viene scoraggiato in tutti i modi; tartassato, le tegole cambiate in corso d’opera, la compliance sempre più inutilmente complicata. Dall’altra parte l’evasore viene premiato per il suo alto senso civico (così fan tutti, vuoi proprio farti distinguere?): condoni (=premi in denaro) , rottamazioni, riconoscimenti morali (evasione per necessità, in fondo chi non ha dei desideri non soddisfatti?) la fantasia italica (..in fondo l’evasore è un creativo, un libertario…contro l’opressione del burocrate fiscale, dei principi contabili) etc.