Durante la prima fase della pandemia, il piano di aiuti alimentari a chi era stato particolarmente colpito dalla chiusura delle attività ha migliorato anche il rispetto del lockdown. Per far rispettare le regole non sempre serve l’uso di misure repressive
Gli aiuti alimentari e il rispetto delle regole
Nel 2020 abbiamo sopportato una sospensione dei diritti civili senza uguali nella storia repubblicana. Le misure restrittive hanno indebolito il contratto sociale tra cittadini e istituzioni, danneggiando soprattutto i più poveri. Ma esistevano modi meno drastici della caccia ai “furbetti della passeggiata” per incoraggiare il distanziamento sociale?
In un lavoro pubblicato sul Journal of Economic Behavior & Organization, abbiamo mostrato che un semplice programma di aiuti alimentari ha aumentato significativamente il rispetto delle misure di emergenza, indipendentemente dai controlli delle forze dell’ordine.
Il 30 marzo 2020, il governo ha lanciato un piano per la distribuzione di buoni pasto alle persone in stato di bisogno, le più colpite dal lockdown. Il nostro dataset combina i dati sull’allocazione delle risorse ai comuni italiani con informazioni sulla mobilità dei cittadini estratte dai gps dei loro dispositivi mobili e aggregate in forma anonima a livello comunale. Poiché il distanziamento sociale implica la rinuncia alle attività all’aperto, la mobilità è considerata un indicatore del rispetto delle misure restrittive.
Per valutare l’effetto del programma, abbiamo approfittato di una non linearità nel sistema di assegnazione dei fondi. Una quota delle risorse è stata distribuita ai comuni sulla base dello scostamento del reddito pro capite dalla media nazionale nel 2017, più di due anni prima della pandemia.
I comuni con un reddito al di sopra del livello medio hanno ricevuto una quota dei fondi proporzionale alla popolazione. Il Dipartimento della Protezione civile ha poi attribuito a ciascun comune con reddito inferiore alla media del 2017 una quota aggiuntiva proporzionale allo scostamento dalla soglia prestabilita. Se si considera un intorno limitato del reddito pro capite medio, la posizione di un comune al di sopra o al di sotto della soglia è frutto del caso e non dipende dalle caratteristiche specifiche della popolazione o del territorio.
L’assegnazione randomizzata di parte delle risorse fa assomigliare il meccanismo di allocazione dei fondi a una tipica sperimentazione medica (randomized controlled trial), in cui si somministra in modo casuale un trattamento (nel nostro caso i fondi aggiuntivi) a un “gruppo trattato” e, in modo altrettanto casuale, si dà un placebo a un “gruppo di controllo” del tutto simile a quello dei pazienti trattati. Tale configurazione aiuta a distinguere l’effetto causale del trattamento da una eventuale correlazione “spuria”, cioè dovuta a una semplice coincidenza.
Il pannello di sinistra della figura 1 illustra la relazione tra i trasferimenti ricevuti dai comuni e lo scostamento del reddito pro capite dalla media nazionale. Il pannello di destra mostra la distribuzione dei trasferimenti pro capite nei comuni italiani.
Figura 1
L’analisi empirica
L’analisi empirica mostra che, a parità di condizioni, la disponibilità di fondi aggiuntivi ha causato una riduzione statisticamente significativa della mobilità o, in altri termini, un aumento del rispetto delle misure di emergenza. Nella settimana in cui è stato annunciato il programma, i trasferimenti hanno causato una diminuzione della mobilità di tre punti percentuali rispetto al livello osservato prima della pandemia (tra il 13 gennaio e il 16 febbraio 2020).
Considerata la diminuzione media della mobilità, l’aumento dei fondi corrispondente a un reddito pro capite di mille euro più basso rispetto alla soglia ha causato una diminuzione della mobilità del 5 per cento. L’effetto è stato osservato per tutto il periodo di distribuzione dei fondi, circa quattro settimane, prima di dissolversi gradualmente a causa dell’allentamento delle misure restrittive all’inizio di maggio.
La figura 2 mostra l’effetto del programma tra l’undicesima settimana del 2020 (due settimane prima del suo annuncio) e la diciottesima settimana, quando il governo ha allentato le misure restrittive.
Figura 2
Perché gli aiuti incoraggiano il rispetto delle regole?
Il piano di aiuti non aveva certo l’obiettivo di rafforzare il rispetto del lockdown. Tuttavia, mostrando di avere a cuore le difficoltà dei cittadini e migliorando l’equità complessiva della gestione della crisi, fino a quel momento estremamente dura nei confronti dei bisognosi, il governo sembra aver stimolato una reazione comportamentale.
L’ipotesi che il rispetto delle regole da parte dei cittadini rifletta l’equità dell’azione pubblica affonda le radici nel pensiero illuminista. Recentemente, diversi autori hanno ipotizzato l’esistenza di un “contratto psicologico” che spinge i cittadini a ricambiare il comportamento delle istituzioni. Secondo tale ipotesi, a parità di condizioni (per esempio in termini di controlli da parte delle forze dell’ordine), politiche eque ed efficaci incentivano il rispetto delle regole.
Tuttavia, quando si tratta di reciprocità, i cittadini non sono tutti uguali. Il lavoro di Tim Besley mostra che quelli cittadini con più senso civico sono più propensi a ricambiare il comportamento delle istituzioni. Coerentemente con l’ipotesi di Besley, la nostra analisi empirica documenta che i comuni più ricchi di capitale sociale manifestano una reazione più forte agli aiuti alimentari. Nei comuni con una cultura civica più modesta, invece, l’effetto dei fondi aggiuntivi non è statisticamente significativo. Il capitale sociale dei comuni sembra quindi aver agito come un catalizzatore, attivando la reazione dei cittadini più sensibili al miglioramento dell’equità della gestione della crisi.
Il messaggio per la politica
L’effetto del programma di aiuti alimentari sul rispetto delle misure di emergenza evidenzia la necessità di indirizzare con cura gli stimoli fiscali in situazioni di crisi. Trasferimenti a pioggia possono avere effetti indesiderati senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Per esempio, il lavoro di Thiemo Fetzer mostra che gli aiuti al settore della ristorazione hanno contribuito significativamente a diffondere il contagio nel Regno Unito. Il piano di aiuti alimentari ai bisognosi, invece, ha involontariamente incentivato il rispetto delle regole, oltre a dare sollievo a una delle categorie più colpite dal lockdown. Inoltre, i nostri risultati suggeriscono si può incoraggiare il rispetto delle regole anche incidentalmente, mediante interventi destinati ad altri scopi, limitando quanto più possibile l’uso di misure repressive.
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Manos Matsaganis
Complimenti, bellissimo lavoro.
Marcello
Come disse Siro Lombardini in un memorabie convegno della STOREP di qualche lustro fa: “Datemi dei dati e 24 ore e vi dimostro una cosa eil suo contrario”. la spinta gentile aiuta la produzione di beni pubblici? Forse, ma se il bene pubblico è prodotto con una funzione non lineare, come in questo caso, le cose non stanno così. Anzi sappiamo bene che al crescere del numero dei soggetti decresce, fino a 0, la probabilità della cooperazione. Il fatto non giustifica le conclusioni, senza una buona teoria economica la semplice descrizione/interpretazione non ha molto senso.