Attraverso progetti che si concentrano su attività educative e ludiche e sulla socializzazione con altre famiglie, i genitori acquisiscono una maggiore consapevolezza del loro ruolo. I risultati di un’esperienza di contrasto alla povertà educativa.

L’importanza dell’età prescolare

Fin dagli anni Novanta, la Commissione europea raccomanda agli stati membri di adottare e applicare politiche volte a ridurre la povertà e l’esclusione sociale dei minori e a promuovere il loro benessere. Come pilastri sui quali appoggiare queste politiche, la Commissione europea sostiene i genitori nello svolgimento del loro ruolo di principali educatori dei figli durante i primi anni e incoraggia i servizi di educazione e di accoglienza della prima infanzia a lavorare in stretta collaborazione con le famiglie e i soggetti locali associati allo sviluppo dei minori.

La maggior parte dei programmi a sostegno delle famiglie include corsi destinati a genitori con bambini e bambine in età prescolare, perché interventi dedicati a questa fascia d’età sono più efficienti e hanno costi più contenuti. Dalla valutazione di alcuni di quelli destinati a famiglie fragili, è emerso che programmi di questo tipo riescono ad aumentare la consapevolezza dei genitori sull’importanza delle loro competenze genitoriali, nonché favorire lo sviluppo delle abilità cognitive e socio emotive dei bambini

Diverse indagini hanno dimostrato come il tempo che i genitori passano insieme ai propri figli abbia un forte impatto sullo sviluppo di competenze cognitive e non cognitive e che questo sia “l’input” più importante nel percorso di crescita e sviluppo del bambino. In particolare, per lo sviluppo cognitivo del bambino risultano importanti “input” forniti da entrambi i genitori. Gli effetti sono diversi a seconda che i genitori siano coinvolti attivamente o siano solo presenti passivamente: il tempo passato attivamente con il proprio figlio ha un impatto maggiore rispetto a quello passato passivamente.

Il programma Fa.Ce

Nel periodo 2018-2021 abbiamo valutato un programma chiamato Fa.Ce (“Farsi comunità educante”), indirizzato a genitori di bambini 0-6 anni, con l’obiettivo di far loro comprendere l’importanza per la loro crescita della partecipazione ad attività educative per bambini e bambine. Fa.Ce è un progetto sociale selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e coordinato da Fondazione Reggio Children. Il progetto ha avuto una durata di 39 mesi (36 originari più 3 di proroga), da aprile 2018 a luglio 2021, e ha visto la partecipazione di venti partner a livello nazionale e locale in quattro territori italiani: Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Teramo.

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La metodologia seguita per i programmi Fa.Ce proposti durante l’anno scolastico 2019-2020 è quella di uno studio randomizzato in cui i genitori sono stati divisi in modo casuale in due gruppi; il primo ha usufruito dell’intervento, mentre il secondo (controllo) non ha subito il trattamento.

L’intervento era organizzato in nove incontri, durante i quali le famiglie potevano immergersi in contesti ludico-esplorativi progettati e allestiti all’interno di scuole, cooperative e associazioni già attive in campo educativo. Le famiglie hanno avuto modo di partecipare a diverse attività: esplorazione dei linguaggi digitali, materici, della lettura e del canto, il massaggio infantile, i linguaggi dell’ambiente (approfondito nei suoi aspetti naturali e scientifici), il linguaggio del corpo e del cibo. Tutte queste attività, guidate da educatori esperti, avevano lo scopo di stimolare e affinare le competenze manuali, espressive, sensoriali, comunicative e relazionali dei genitori.

I risultati della valutazione

I risultati indicano che i genitori “trattati” dell’esperienza di Fa.Ce leggono più spesso con i propri figli e figlie, mentre diminuisce il tempo che i piccoli trascorrono guardando la tv. Se confrontiamo i risultati prima e dopo il Covid vediamo che prima della pandemia, la partecipazione a Fa.Ce ha aiutato significativamente i genitori ad acquisire consapevolezza del proprio ruolo genitoriale e a riconoscere l’importanza di partecipare con i bambini e le bambine a esperienze educative e culturali. Dopo la pandemia, Fa.Ce è riuscito anche nell’intento di costruire reti tra le famiglie.

Dalle analisi condotte sui dati relativi all’anno scolastico 2020-2021, emerge che dopo l’esperienza Fa.Ce, le famiglie considerano importante vivere in una zona che offre opportunità e costruire buone relazioni con gli amici e la famiglia per avere una buona qualità della vita. Il programma ha aiutato i genitori ad acquisire una maggiore sicurezza nel confronto e nella condivisione con altri genitori e adulti. Il 78 per cento delle famiglie intervistate a conclusione del percorso ha dichiarato di aver socializzato di più con altri nuclei familiari per condividere esperienza di crescita dei figli e delle figlie.

Allo stesso tempo, abbiamo rilevato un aumento dell’uso di dispositivi tecnologici da parte dei bambini e le bambine, sia del tablet (il 14 per cento lo usa per più di un’ora al giorno), sia della tv (il 32 per cento la guarda per più di un’ora al giorno) di pari passo con l’aumento della consapevolezza dei genitori delle opportunità di apprendimento che questi strumenti possono offrire.

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Gli effetti di aver partecipato a programmi per la genitorialità appaiono durare nel tempo. Intervistate a distanza di uno o due anni dalla partecipazione al programma, le famiglie riconoscono di più l’importanza di confrontarsi con altri genitori, di partecipare con i bambini e le bambine ad attività educative, nonché dei luoghi educativi stessi. Persiste la consapevolezza che relazioni di buona qualità sono rilevanti per il benessere dei bambini e delle bambine e di tutta la famiglia.

I risultati della nostra valutazione mostrano che tramite l’acquisizione di più informazione, più esperienza educativa e una maggiore socializzazione con altre famiglie con figli è possibile diventare genitori più consapevoli. Gli effetti di programmi come questo sono dunque importanti e durano nel tempo.

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