Si sa: per giudicare una compagnia teatrale bisogna aspettare di vederla recitare sul palcoscenico, con le luci, le scene e i costumi appropriati. Eppure, se i nomi in cartellone non entusiasmano, se si sospetta siano stati scelti più per la loro nota amicizia col produttore o per le comparsate in telenovelas di successo, si parte un po’ prevenuti. Saranno veramente adatti a recitare una commedia delicata ed elusiva come il Cimbelino o una tragedia morale e poetica come il Re Lear?
Ecco, le domande che vengono spontanee alla mente leggendo i nomi della terna designata dal governo per l’Autorità dei trasporti sono queste: come e perché sono stati scelti questi “attori”? Sono forse i migliori su piazza per il ruolo? O sono solo amici di questo o quell’impresario? La “procedura” con cui sono stati scelti è tra le più opache: nessun bando pubblico per sollecitare candidature, nessuna enunciazione di requisiti, salvo quei pochi indicati dalla legge che, peraltro, sembra siano stati elusi nella sostanza se non nella forma.
Peccato. Erano quasi dieci anni che si aspettava la costituzione di un’Autorità indipendente per mettere finalmente su terreno solido una regolazione credibile e pro-concorrenziale un settore complesso e diversificato come quello dei trasporti, che ha ricadute sociali e di finanza pubblica di primaria importanza. Uno dei designati di oggi (Mario Valducci, tra i fondatori di Forza Italia, stando a Wikipedia) era presidente della commissione parlamentare che aveva bocciato la terna designata da Mario Monti un anno fa; un’altra designata (Barbara Marinali) faceva parte anche della terna bocciata; il terzo (Andrea Camanzi, si dice di area dalemiana) sostituisce Mario Sebastiani come presidente designato, con molte meno competenze in materia di trasporti e più esperienza di Autorità (è in quella dei lavori pubblici: un vero professionista delle authorities).
Buio. Sipario. Si va in scena. Forse.
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Si è laureato alla Sapienza di Roma e ha proseguito gli studi nel Regno Unito (M.Phil. Cambridge). Attualmente insegna Macroeconomia ed Economia Monetaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative. Ha fatto parte della Commissione tecnica per la spesa pubblica presso il Ministero dell’Economia (1993-2003) e delle commissioni incaricate del Piano generale dei trasporti (1998-2001), del Piano della Logistica (2004-2006 e 2010-2012). È stato consigliere economico del Ministro dei trasporti (1995-1996), componente del Consiglio di Sorveglianza e del Comitato remunerazioni di Banca Popolare di Milano (2013-2016) ed è stato “esperto” della Struttura Tecnica di Missione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (2016-2018). Fa parte del Consiglio di Amministrazione de “la Verdi”, Fondazione orchestra e coro sinfonico. Autore di “Macroeconomia” (Il Mulino, 3° ed. 2019); “Sette luoghi comuni sull’economia” (Laterza, 2017); “L’economia in tasca” (Laterza, 2017); “Scusi Prof, cos’è il populismo” (con Rony Hamaui, Vita e Pensiero, 2019) e di varie pubblicazioni nazionali e internazionali in tema di economia della regolazione e dei trasporti, di macroeconomia e di economia applicata al settore bancario. Collaboratore di Repubblica – Affari & Finanza e de Il Sole 24 Ore. È stato membro del consiglio di amministrazione di Atlantia. Redattore de lavoce.info.
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