Sono stati appena pubblicati i risultati degli Erc Grants per giovani ricercatori. Lo European Research Council amministra i cosiddetti starting grants per giovani studiosi con non più di sette anni dal conseguimento del PhD e i senior grants per ricercatori più anziani. Si tratta di un fondo di ricerca consistente (circa un milione di euro per quattro anni).Il finanziamento è legato a un particolare ricercatore, che può decidere dove utilizzarlo anche spostandosi da una istituzione a un’altra nel corso dei quattro anni. La sede di ricerca rappresenta quindi un indicatore dell’attrattività di un paese e delle sue istituzioni di ricerca.
Già in passato il Bel Paese non aveva brillato per attrattività: solo il 7 per cento dei vincitori aveva scelto di utilizzare il grant in Italia, circa il 15 per cento dei ricercatori aveva scelto la Francia e la Germania, mentre il 20 per cento l’Inghilterra. I risultati pubblicati ieri per i junior grants e riassunti nelle due tabelle evidenziano che tra i 287 ricercatori che lo hanno vinto 60 hanno scelto di lavorare in Gran Bretagna, 46 in Germania e 32 in Israele. Per noi non sono buone notizie: solo 8 ricercatori (meno del 3 per cento) ha scelto l’Italia come sede della propria ricerca. Tra gli 8, un solo straniero ha deciso di lavorare in Italia. Infine altri 10 italiani hanno vinto il grant, ma hanno deciso di utilizzarlo in altri paesi.
Fig.1 Beneficiari per paese dell’istituzione ospitante
Fig.2 Beneficiari per nazionalità del vincitore
Fonte: European Research Council
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canicola
IL sta per Irlanda?
Renzo Rubele
Israele.
Piero
La scelta e’ ovvia, gli italiani conoscono l’Italia, gli stranieri conoscono ciò che viene pubblicato, l’Italia oggi non è considerato più il “bel paese” ne dagli italiani ne dagli stranieri, siamo stati pubblicizzati come un paese pieno di scandali, corruzione, ringraziamo per questa pubblicità la lotta politica che nell’ultimo ventennio ha posto tutte le istituzioni contro Berlusconi, ne ha pagato l’Italia e quindi gli italiani.
Bertoldo
Ringraziamo anche Berlusconi?
Per articolare un po’ meglio, forse basterebbe chiedere a uno qualsiasi dei giovani ricercatori che ha avuto la capacità e la fortuna di fare un’esperienza all’estero, per avere conto di quale sia il supporto e l’attenzione riservata alla loro attività nel paese d’accoglienza e quale in Italia. La propaganda, in questo caso e fortunatamente, conta poco.
Giovanni
Ho un finanziamento ERC in corso presso l’Università degli Studi di Milano.
Grande soddisfazione e grandi complimenti quando l’ho ottenuto.
Poi ho gradualmente capito che noi accademici siamo proprio malati.
L’ERC ha raddoppiato carico e pressioni del mio lavoro – peggiorando la mia qualità di vita – senza lo straccio di un beneficio (se non quello di avere un sacco di fondi… per lavorare di più!). Ma quale organizzazione si può reggere così? E me lo sono pure andato a cercare io! Mai più. Altro che venire in Italia.