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Sulle rive del Garda l’Isee funziona così *

Il comune di Castelnuovo del Garda e l’università di Verona hanno avviato un progetto per un Isee più efficiente. La sperimentazione a livello locale consente alcune considerazioni anche sul progetto di riforma dell’indicatore presentato dal Governo. Franchigie e scale di equivalenza.

IL PROGETTO DI CASTELUNOVO DEL GARDA
Nel 2012, il comune di Castelnuovo del Garda e l’università degli studi di Verona hanno attivato un progetto congiunto sul tema dell’equità all’accesso ai servizi alla persona e della modalità di compartecipazione al costo del servizio denominato “Progetto fattore famiglia Castelnuovo”. (1)
Il progetto risponde a una domanda di maggiore giustizia sociale nell’erogazione del sostegno alle famiglie in condizioni di bisogno, divenuta particolarmente incombente in questo periodo di crisi. Una buona amministrazione dovrebbe garantire prestazioni agevolate a chi è in stato di effettivo bisogno e in una misura percepita come “giusta” dai fruitori del servizio. Per questo è importante che le amministrazioni locali dispongano di uno strumento di prova dei mezzi che permetta di identificare in modo efficiente i beneficiari e di un meccanismo di assegnazione dell’aiuto che dia “ad ognuno il suo”. (2)
Il progetto si propone anche come road test a livello locale per la valutazione ex ante delle proposte di riforma a livello nazionale, anche in vista dell’attuazione del nuovo indicatore della situazione economica equivalente (Isee). La sperimentazione studia come a) definire e calibrare l’Isee al fine di attuare un targeting efficiente, b) completare la dichiarazione sostitutiva unica a fini Isee con informazioni che permettano sia di scoraggiare comportamenti evasivi sia di identificare coloro che li mettono in atto, c) stabilire tariffe percepite come eque.
L’Isee attuale, che indicheremo come Isee-A, è calcolato come indicatore della situazione reddituale (Isr) + 0,2 x indicatore della situazione patrimoniale (Isp)/scale di equivalenza, con franchigie che riconoscono una deduzione fino a un massimo di 5.164,15 euro per l’abitazione in locazione, di 51.645,57 euro per l’abitazione di proprietà e di 15.493,71 per il patrimonio mobiliare e maggiorazioni delle scale di equivalenza per famiglie mono-genitoriali (+0,2), solo in presenza di handicap psicofisico permanente o invalidità superiore al 66 per cento (+0,5), per la presenza di figli minori e per nuclei dove entrambi i genitori svolgono attività di lavoro (+0,2).
L’Isee-R, costruito in base alla proposta di riforma descritta nel Rapporto Isee 2012 (a cui si rinvia il lettore per ulteriori dettagli), è simile in struttura all’attuale, ma rivede lo schema delle franchigie aumentando quella per l’abitazione in locazione a 7mila euro, quella per l’abitazione in proprietà da un minimo di 5mila euro sino a un massimo di 7mila euro, riconoscendo una deduzione aggiuntiva di 500 euro per componente; la franchigia per il patrimonio mobiliare va da un minimo di 6mila a un massimo di 10mila euro nel caso di nuclei con tre o più componenti. (3) Viene anche riconosciuta una franchigia per l’invalidità graduata in base all’intensità del disagio. La scala di equivalenza è maggiorata di 0,2 in presenza di tre figli minorenni e di un ulteriore 0,15 per la presenza di un quarto o quinto figlio minorenne. Ammette anche una franchigia per redditi dipendenti di 3mila euro a lavoratore e di redditi da pensione di mille euro a pensionato.
L’Isee di Castelnuovo del Garda (Isee-CG) corrisponde all’Isee-A ma con scale di equivalenza maggiormente dettagliate (riportate in tabella 1) prendendo come riferimento l’esperienza del “quoziente Parma”. (4) Per le tipologie di Isee-A e Isee-R, le scale di equivalenza relative alla composizione familiare sono le scale tipo Carbonaro che variano esclusivamente per numero di componenti e non distinguono né tra adulti e bambini né tra i bisogni di bambini di diverse fasce di età.
COSA HA INSEGNATO LA SPERIMENTAZIONE
Basandosi su un campione di cinquntasei famiglie di Castelnuovo del Garda che hanno richiesto una riduzione di tariffa per la scuola materna, lo studio mette a confronto le distribuzioni dell’Isee-A attuale, dell’Isee-R e dell’Isee-CG. L’analisi simula anche la distribuzione dell’Isee-R con le scale di Castelnuovo del Garda (Isee-CGR). (5)
I risultati delle simulazoni sono riportati in figura 1. L’analisi dei riquadri che riportano i confronti a due rivela che la soglia di eleggibilità, e quindi il numero di famiglie che beneficiano della misura, non varia in modo significativo a seconda del tipo di indicatore utilizzato perché la soglia di eleggibilità è determinata per ogni distribuzione Isee. (6) Il confronto tra la distribuzione Isee-A e Isee-R mostra che le due distribuzioni, che adottano quasi lo stesso schema di scale di equivalenza, sono molto simili poiché la struttura di franchigie della proposta di riforma diminuisce la componente reddituale in misura quasi proporzionale all’aumento della componente patrimoniale. D’altro lato, il confronto tra l’Isee-A e l’Isee-CG, che mantiene le stesse franchigie dell’Isee-A, mostra un marcato spostamento verso sinistra della distribuzione dell’Isee-CG grazie all’effetto delle scale di equivalenza in tabella 1 e della loro maggiore capacità di leggere le diverse situazioni familiari rispetto alle franchigie. Come è ragionevole attendersi, la distribuzione dell’Isee-CGR simulata con la struttura delle franchigie della proposta di riforma se confrontata con la distribuzione Isee-R mantiene lo spostamento verso sinistra spiegato dal nuovo schema di scale di equivalenza in uso a Castelnuovo del Garda. Come nel caso del confronto tra Isee-A e Isee-R anche le distribuzioni Isee-CG e Isee-CGR, che mantengono le stesse scale adottate dal comune di Castelnuovo del Garda ma varia la struttura delle franchigie, sono simili. Date queste evidenze, solo l’Isee-CG o CGR, grazie all’adozione di scale dettagliate, minimizza la probabilità di assegnare un’agevolazione a famiglie che non sono eleggibili o di non assegnarla alle famiglie che lo sarebbero e applica una tariffazione più giusta poiché un numero relativamente più alto di famiglie paga in relazione ai suoi bisogni effettivi.
Il costo del sostegno, a parità di costi amministrativi, rimane sostanzialmente invariato nel caso dell’Isee-R della proposta di riforma, mentre aumenta di circa il 5-10 per cento nel caso dell’Isee-CG solo dovuto ad una maggiore selettività. Tale aumento è ritenuto accettabile dall’amministrazione di Castelnuovo del Garda soprattutto se valutato alla luce della maggiore efficacia del targeting dello strumento di verifica dei mezzi e della prevenzione dell’evasione grazie agli strumenti di accertamento sintetici della situazione reddituale e patrimoniale adottati. (7)
La sperimentazione ci ha insegnato anche che potrebbe essere socialmente migliorativo proporre una riforma più coraggiosa che:
1. elimini le franchigie e adotti scale di equivalenza appropriate che oltre a riconoscere situazioni specifiche, come lo status lavorativo e la monogenitorialità, distinguono anche tra componenti e classe di età dei figli a cui sono associati bisogni, e, quindi, scale di equivalenza diverse. (8) Questa scelta eviterebbe anche che avvengano situazioni logicamente incoerenti in cui il governo locale agisce sulle scale di equivalenza, come nel caso del quoziente Parma, del Fattore famiglia della Regione Lombardia e di Castelnuovo del Garda, mentre il governo centrale determina franchigie. (9)
2. sostituisca il coefficiente 0,2 che calcola il flusso patrimoniale nell’Isee attuale con il tasso di interesse di riferimento per calcolare una misura di reddito corrente basata sul reddito disponibile, avendo cura di scorporare dal calcolo della componente reddituale la remunerazione figurativa del patrimonio mobiliare. Ciò non avrebbe apprezzabili conseguenze in termini di selezione, dato che si determina una soglia di eleggibilità per ogni distribuzione e campione di domande. (10)
L’efficacia del targeting e l’applicazione di una compartecipazione alla spesa adeguata ai bisogni dipendono dunque dalla soglia di eleggibilità e dall’utilizzo d’informazioni sulla situazione attuale delle famiglie, legate per esempio allo status lavorativo, matrimoniale e di salute, che consentono di definire scale di equivalenza accurate e associate ai bisogni specifici. Ne è dimostrazione il fatto che il numero di famiglie eleggibili con l’Isee attuale, l’Isee della proposta di riforma e l’Isee-CG non varia in modo significativo e, quindi, non dipende dall’“inutil precauzione” delle franchigie. Questo ulteriore sforzo di riforma consentirebbe di ottenere un indicatore di benessere semplice, giusto ed efficace.
Confronto scala di equivalenza Isee-A e Fattore famiglia di Castelnuovo del Garda
 
perali tabella
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
perali
 
* Maurizio Bernardi è il sindaco di Castelnuovo del Garda; Martina Menon, Federico Perali e Veronica Polin fanno capo all’università degli studi di Verona.
 
(1) Castelnuovo del Garda è un comune veronese che all’inizio del 2003 contava 8.900 abitanti ed è cresciuto con un tasso costante sino a raggiungere 12.600 nella metà del 2013. La politica urbanistica, accompagnata dalla realizzazione di importanti opere pubbliche, soprattutto nell’edilizia scolastica, e da politiche sociali e politiche familiari efficaci, ha creato un habitat favorevole per una comunità che è tornata a essere generativa. Il rapporto nascite/morti nel 2001 era intorno a 1 ed è ora intorno a 1,7. L’asse portante dell’azione amministrativa è il Piano integrato delle politiche familiari (PiPolFam – Piano Integrato delle Politiche Familiari – 1/2013 –Edizione V – Castelnuovo del Garda – www.comune.castelnuovodelgarda.vr.it ) che comprende oltre 150 progetti di politiche dirette e indirette che mettono al centro la persona e quindi la famiglia Castelnuovo del Garda, grazie al Piano, ha ottenuto vari riconoscimenti a livello nazionale e regionale.
L’attuazione del progetto prevede una prima fase sperimentale nell’anno in corso e una successiva estesa ad altri comuni veronesi (Zevio, Nogarole Rocca, Salizzole, Gazzo Veronese e San Pietro di Morubio) al fine di erogare prestazioni sociali agevolate in modo equo ed efficiente.
(2) Castelnuovo del Garda attua uno schema di attribuzione lineare della tariffa compreso tra un minimo e un massimo proporzionale alla distanza dal livello della soglia di eleggibilità.
(3) Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (2013), “Rapporto Isee 2012”, Quaderni della Ricerca Sociale, No. 20.
(4) Nel prossimo anno della ricerca i sindaci dei comuni coinvolti nel progetto sceglieranno in base ai risultati delle simulazioni se adottare scale di equivalenza di tipo positivo, per quanto concerne la composizione della famiglia, e adattare le altre scale secondo un’ottica normativa tenendo conto delle preferenze collettive delle comunità e dei vincoli di bilancio.
(5) Le soglie di eleggibilità (Le) sono state definite per ogni distribuzione dell’Isee (A, R, CG, CGR) come Le =0.5 x media Isee + 0.5 deviazione standard Isee utilizzando i dati Eusil della Regione Veneto. Considerata l’elevata variabilità degli indicatori a causa della componente patrimoniale pesata al 20 per cento, il razionale è stato di stabilire una fascia di eleggibilità data dalla linea della povertà di tipo multi-dimensionale basata su un indicatore di situazione economica che include la dimensione reddituale, patrimoniale e sanitaria dei familiari più il livello di situazione economica pari alla metà della deviazione standard. Non abbiamo considerato la stessa linea della povertà basata esclusivamente sul reddito per ogni distribuzione perché il peso di 0.2 dato al patrimonio nell’Isee attuale dà luogo a un indicatore non paragonabile in termini di reddito corrente che si otterrebbe se si pesasse il patrimonio con il saggio di interesse prevalente come suggerito da Brandolini A., S. Magri, e T. Smeeding (2010): “Asset-based Measurement of Poverty“. Banca d’Italia, Working Papers, No. 755. La soglia di eleggibilità rappresenta un valore indicativo per aiutare l’amministrazione locale a determinare la linea di accesso alla riduzione in base al tipo di servizio e al budget disponibile.
I falsi positivi sono segnalati all’amministrazione nel caso la differenza tra valore stimato e dichiarato superi il 20 o il 30 per cento. La scelta della soglia del 20 o 30 per cento per gli ulteriori accertamenti confidenziali di natura fiscale, bancaria o assistenziale è a discrezione dell’amministrazione.
L’amministrazione di Castelnuovo del Garda ha anche adottato un meccanismo lineare di determinazione della retta il cui coefficiente angolare è determinato come (Max Retta – Min Retta)/(soglia Isee) per ogni distribuzione Isee (A, R, CG, CGR). Ogni famiglia eleggibile paga la retta corrispondente al proprio livello Isee dichiarato in misura inversamente proporzionale al livello dei bisogni che è tanto più elevato quanto maggiore è la distanza dalla soglia.
(6) Nel campione di Castelnuovo del Garda il numero di famiglie eleggibili è pari all’86 per cento per la situazione attuale (Isee-CG) e al 91 per cento nella simulazione della riforma (Isee-CGR) delle famiglie che hanno fatto domanda di riduzione.
(7) Alle famiglie che hanno compilato la dichiarazione sostitutiva unica per la determinazione dell’Isee nella primavera 2013 è stato chiesto di rispondere a un questionario complementare che richiede circa 15 minuti per la compilazione. Il questionario complementare raccoglie informazioni sul livello d’istruzione, la condizione lavorativa di tutti i componenti, la casa, l’affitto figurativo, la presenza di mutuo, il possesso di auto, la presenza di internet. Vi sono anche domande riguardanti il reddito a fini Irpef, o Irap se lavoratori autonomi, le eventuali difficoltà a rimborsare prestiti e/o mutui, o a arrivare alla fine del mese, la presenza di colf, la spesa mensile totale, la spesa per alimenti e il livello dei risparmi. Sono anche presenti domande dettagliate sulle condizioni di salute per qualificare il fattore famiglia. Le domande selezionate sono le stesse che si trovano nell’inchiesta Eusilc sulle condizioni di vita delle famiglie italiane dell’Istat per costruire uno strumento di accertamento sintetico statisticamente robusto sia del reddito sia del patrimonio. Esso permette di porre particolare attenzione al patrimonio mobiliare e di misurare la correttezza della situazione reddituale e patrimoniale dichiarata al fine di mettere anche in atto un effetto deterrente verso chi fosse tentato di riportare valori falsi.
(8) Le scale attuali, riproposte nella riforma, non permettono per esempio di distinguere una coppia senza figli da una monogenitore con un figlio poiché in entrambi i casi le due tipologie di famiglie sono costituite da due componenti.
(9) In linea di principio, le scale di equivalenza possono riprodurre con esattezza il contenuto etico e politico della franchigia senza che la scala debba essere aggiornata, diversamente dalla franchigia che è esposta all’erosione dovuta all’inflazione.
(10) Come proposto anche da Pollastri C., “L’Isee: componente patrimoniale e benessere familiare”, Rapporto Isae 3/2008 e Brandolini, Magri e Smeeding (2010) nel contesto della misurazione della povertà, l’adozione del concetto di reddito disponibile corrente consentirebbe di evitare disparità di trattamento tra redditi da lavoro autonomo e dipendente e riconoscerebbe la possibilità che una famiglia possa fare ricorso alle proprie risorse patrimoniali per soddisfare le necessità correnti. Il reddito corrente rappresenta in modo realistico il reddito che può essere generato dal patrimonio ed essere prontamente disponibile per fare fronte a situazioni critiche. È anche interessante considerare che nel caso in cui un capofamiglia, unico percettore di reddito, perda il lavoro, la sua capacità di resilienza è oggettivamente diversa se proprietario dell’abitazione o se è in affitto. Inoltre, l’utilizzo del reddito disponibile corrente consentirebbe anche di utilizzare l’indicatore della situazione economica equivalente per stimare la povertà tenendo conto anche della componente corrente della distribuzione patrimoniale.

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14 commenti

  1. Cesare Didoni

    La corsa a complicare sempre più l’ISEE, senza differenze rilevanti nei risultati, e la mancanza di verifiche sostanziali sulla fondatezza dei dati su cui questo fantomatico indicatore si basa, mi conferma ulteriormente nel mio convincimento
    drastico: l’ISEE è da abolire.
    Si tratta infatti del classico esempio di intervento che ha buone intenzioni, ma porta a
    risultati opposti, perché: 1) crea complessità e burocrazia improduttiva (alimenta la “produzione di carta per mezzo di carta”, finanzia gli apparati sindacali dei CAF, risente di una mentalità statalista e moralista che
    etichetta ogni individuo con l’equivalente della “tessera” del pane); 2) il 30% degli ISEE sono falsi rispetto ai dati, già disponibili e conoscibili dalla Pubblica Amministrazione (così risulta dai controlli della Finanza), perché i furbi “omettono” redditi e patrimoni (Se non ci credete, parlate con qualcuno che lavora in un CAF); 3) una percentuale sconosciuta è
    falsa rispetto alla realtà dei redditi e dei patrimoni in nero. Ne consegue che
    i furbi che dichiarano il falso e gli evasori che hanno redditi e patrimoni in nero, non solo pagano meno tasse, ma sono ulteriormente premiati e pagano meno
    tasse universitarie, ottengono posti negli asili nido, mangiano a prezzi scontati nelle mense scolastiche, evitano i ticket sanitari etc.
    In un Paese civile, moderno, liberale e socialmente responsabile si dovrebbe invece: a) avere “una” tassazione complessiva semplice, ragionevole e giustamente progressiva; b) concentrare le risorse dell’amministrazione sul buon funzionamento del sistema fiscale, sugli accertamenti e sulla riscossione
    effettiva (e sulla galera per i furbi). c) prevedere interventi attivi a sostegno delle situazioni realmente di bisogno (e su questo i Comuni dovrebbero concentrarsi). Punto.

    • Andrea Vaccari

      Io odio la burocrazia. Eppure sono consapevole della sua utilità. Una politica che dichiari odio per la burocrazia e per tutti i cavilli di cui sono farcite le nostre leggi è ipocrita. Ricordo norme di anni fa, dichiarate per le famiglie, “costruite per loro”, che facevano belli tanti politici però se, burocraticamente, si andava a cavillare sui livelli di reddito previsti per l’accesso minimo alle agevolazioni ci si accorgeva che in realtà non tutelavano praticamente nessuno. Una regola, una legge è vera solo se burocraticamente inattaccabile. Eliminare l’ISEE? Sono padre di sei figli e noi da anni prepariamo la nostra ISEE. E’ una delle rarissime leggi che considerano realmente l’avere dei figli. Ci sono abusi? Ovvio… siamo in Italia. Ma questo deve essere un motivo per dire che l’ISEE è ingiusta? Sarà meglio definire in modo più preciso e migliore (burocratico certo, ma la giustizia ha un suo prezzo) le regole e farle rispettare.
      Che dei comuni si mettano di impegno per ridefinire le regole, non solo è corretto, ma ringraziamo il cielo!

    • FuoriLaMafiaDalloStato

      Temo che il mondo che lei descrive non esista. E’ però anche vero che il contesto di non sobrietà in cui ci troviamo non è il luogo ideale nel quale attivare uno strumento così raffinato come quello descritto nell’articolo, per i vari motivi da lei elencati. Tuttavia, sarebbe auspicabile incamminarsi in quella direzione a fronte di una azione complessiva che sia capace di superare tutte le lacune del nostro paese. Lo so, facile a dirsi difficilissimo a realizzarsi, però a mio avviso l’atteggiamento di distruggere tutto (anche quel poco di buono che è stato fatto), probabilmente non è la cosa migliore, anche perché si dimenticherebbero facilmente gli errori commessi.

  2. Marcello

    Concordo con il commento di Didoni. E’ già un sintomo di eccessiva burocrazia doversi rivolgere a un professionista per pagare le tasse, ma doverlo fare per iscriversi alla mensa scolastica lo trovo demenziale. Eppure si parla di estendere questo tipo di indicatori a tanti altri settori (IMU, tassa rifiuti, abbonamenti ai mezzi pubblici, parcheggi, ecc), dove ogni amministrazione troverà, come il comune di Castelnuovo d. G. dei parametri diversi per applicare il proprio concetto di equità sociale, alla ricerca ossessiva della perfezione.

  3. Enrico

    Concordo con i due interventi precedenti: giusto il fine (aiutare chi ne ha bisogno), sbagliato il mezzo (troppa burocrazia che si autoalimenta).
    Detto questo, con l’attuale ISEE si potrebbe provare a ridurre quel 30% di falsi (e questo renderebbe disponibili le risorse ingiustamente fornite). Una proposta a costo zero: far firmare ai richiedenti e contestualmente una liberatoria per la guardia di finanza (per rendere possibili controlli più invasivi tipo supervisione dell’abitazione, conti correnti, etc, oltre i limiti normali).

  4. Paolo Ghini

    Molto interessante l’esperimento di Castelnuovo del Garda. Finalmente si affronta a livello locale, in maniera competente e non approssimativa o demagogica, il problema dei carichi familiari e del sostegno reale alle famiglie e al loro ruolo sociale (vista la latitanza governativa!). Questo è un primo passo, ma assai importante e operativo. E’ importante che altri comuni aderiscano al progetto, in modo da allargare l’iniziativa e da migliorarla ulteriormente con un lavoro condiviso di più municipalità. Ecco un ottimo federalismo. Grazie a Castelnuovo!

  5. Cesare Palombi

    L’ISEE attuale è iniquo, in attesa che il Governo – che in 50 anni si è sempre distratto e dimenticato la famiglia – riformi l’ISEE e introduca il FATTORE FAMIGLIA benvengano Sindaci che cercano di inventarsi argini e correttivi a favore delle famiglie sempre vessate e tartassate. Ho 4 figli e non voglio rassegnarmi al fatto che non conviene sposarsi o conviene separarsi per difendersi dall’iniquità fiscale di Stato:
    Segnalo questo articolo sul sito delle ACLI: è una lettura interessante.
    http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=8151:brescia-il-fisco-ostacola-la-famiglia&Itemid=352

  6. Daniele Udali

    Francamente non so con che cosa si potrebbe sostituire l’ISEE. L’idea di base di “normalizzare” la situazione economica di un nucleo di portatori di interesse (normalmente è quello familiare), tenendo conto di redditi e patrimonio, nonché della sua composizione in termini numerici, “pesando” le situazioni di difficoltà, mi sembra assolutamente ancora valida.
    L’esperienza di questi anni ci ha però insegnato che il metodo di calcolo (l’algoritmo) non è neutro e può portare a risultati disastrosi sia per difetto tecnico che per mala (o dolosa) applicazione.
    Da qui nasce l’esigenza di sperimentare un nuovo metodo che consenta di interpretare meglio la realtà delle famiglie di un territorio e che aiuti a “stanare i furbetti” che si appropriano indebitamente delle scarse risorse disponibili, rubandole a chi effettivamente si trova nel bisogno.
    Se poi la sperimentazione riesce anche a lavorare con strumenti di simulazione della applicazione delle tariffe alle famiglie di un determinato comune, con l’obiettivo della maggior equità e del contenimento delle tariffe massime applicabili, allora questa sperimentazione mi convince e credo meriti di essere sostenuta.
    Ed è quello che ho fatto con la mia associazione AFI – ASSOCIAZIONE DELLE FAMIGLIE – CONFEDERAZIONE ITALIANA

  7. Roberto Bolzonaro

    Purtroppo nel paese dei furbi devi inventare delle regole per limitare i danni da furbismo. Ipocrisia e demagogia è pensare che senza regole si possa andare avanti.
    Se poi i comuni sono costretti a costruire regole che correggano le regole fatte dallo stato centrale, è colpa dello stato centrale che emette leggi e leggine senza la necessaria sperimentazione o simulazione per prevederne l’impatto. Ad esempio, l’ultima versione ISEE, che sarà varata dal Governo a breve, costringerà le famiglie proprietarie della propria casa, anche se di modestissimo valore, ad un ulteriore salasso con un aumento di più del 20% delle rette nido, delle mense e quant’altro regolamentato dall’ISEE.
    E’ il frutto nato dal governo “tecnico” precedente che ha creato gli esodati, il boom di disoccupazione giovanile (non fa più in pensione nessuno bloccando di fatto il turnover generazionale), l’IMU, la tares, l’aumento dell’IVA e questo nuova versione dell’ISEE. Altro che IMU, l’acquisto delle propria modesta abitazione comporterà non solo i sacrifici per comprarla, ma un aggravio molto pesante su tutte le rette e tariffe !!!
    I comuni virtuosi e sensibili e vicini ai propri cittadini, si rendono conto di questo e cercano di porre rimedio. Poi arrivano i saputoni che, senza proposte concrete e d alternative, ma con poche battute demagogiche e populiste, vogliono affondare il lavoro onesto, e difficile, di amministratori onesti e capaci. E’ ora di finirla con le strombazzate di piazza, facciamo proposte concrete, realizzabili e che perseguano i veri obiettivi, sostenere ed aiutare la famiglia nel suo compito oggi sempre più difficile: mantenere ed educare i cittadini di domani, i propri figli.
    E’ difficile, sindaco Bernardi, lo so, ma tieni duro. Vai per la tua strada, anche se difficile e tortuosa. E’ quella giusta. I conti dell’Università di Verona dimostrano la complessità della cosa, ma fanno anche vedere che chi fa le cose difficili sono i tecnici, i professori universitari, non le famiglie che devono solo compilare un modulo al CAF, niente di trascendentale. Avanti tutta e non ascoltiamo le facili cassandre.

  8. FuoriLaMafiaDalloStato

    Analisi molto interessante. Considerazioni sulle franchigie molto sensate e ragionevoli. Per la descrizione di un fenomeno complesso, è naturale che il processo di indicizzazione sia complesso anch’esso. Anche se l’utilizzo di una molteplicità di scale di equivalenza possa risultare di non facile implementazione (sulla base di quali principi si scelgie?), la realizzazione dei suggerimenti chiaramente esposti in questo articolo potrebbe risultare molto utile a patto di uno studio approfondito e di una seria discussione nelle sedi istituzionali, ai quali ahimé non siamo più abituati.

  9. Ugo Pass

    L’Isee è frutto della cultura burocratica statalista italiana che ha generato un sistema fiscale iniquo e penalizzante per le famiglie

  10. Mario Tognocchi Per Stt

    Un nuovo ISee? Una cosa è certa: il tentativo di questi economisti è lì a dimostrare che l’Isee attuale non va bene. “Riporta degli errori, è di sicuro sbagliato: non è preciso!!”, parola loro. Peccato che anche loro continuano nell’errore. Ad esempio: non vogliono riconoscere che la casa è un costo, non è un ricavo. La casa (e con essa ogni bene immobile) è un reddito se lo affitti, è un ricavo se lo vendi. Altrimenti, come sappiamo bene tutti, è soltanto un costo (in vista di future utilità che comunque saranno registrate quando ci saranno).
    Persistere nell’errore è un errore doppio se ci si pensa bene: continuare ad accettare che ci debba essere “una doppia complicazione” (740 e Isee) per misurare la nostra “capacità contributiva”, Tutto ciò per non voler accettare che la dichiarazione dei redditi da sola basterebbe. Se solo essa potesse registrare “tutti” i ricavi e, allo stesso modo, davvero, “tutte” le spese.
    L’acquisto di una casa? Quella spesa oggi non viene registrata; per tassarvi la politica ha fatto inventare dagli economisti il reddito catastale e l’Isee. Tasse su una medesima casa il cui prezzo di acquisto oggi non puoi scrivere nella dichiarazione dei redditi. La formula è “Inventare, inventare, inventare”.
    Inventare ad esempio un nuovo Isee pur di non riconoscere i fondamentali dell’economia (come dice Benigni…) : Reddito = Ricavi – Spese.
    E, in conclusione, poter pagare le tasse comunali in ragione di un bene e di un reddito reale registrato nella dichiarazione dei Redditi CON TUTTE LE SPESE.

  11. Ermenegildo Casarin

    Mi sfuggono le motivazioni oggettive di chi critica questo studio. E’ indubbio che il precedente ISEE e l’attuale proposta in atto non vanno propriamente nella direzione di dare “ad ognuno il suo” in un modo percepito “giusto”. Sopratutto credo che la proposta attualmente in discussione pecchi di ciò che deve essere alla base di ogni proposta di legge, ovvero una adeguata sperimentazione su più territori e con condizioni diverse. Ecco perchè sottoscrivo in pieno quanto fatto dal Sindaco Bernardi, perché è lo sforzo di amministratore attento ai bisogni dei propri cittadini e che si rende conto di quanto sia inadeguato l’attuale strumento. Ben vengano proposte, sopratutto se sperimentate e simulate nei comuni.
    Per’altro questa proposta è molto interessante che va diffusa e fatta conoscere a tutte le amministrazioni.

  12. claudio ubini

    Sono Claudio Ubini, dottore commercialista in Verona, residente nel Comune di Castelnuovo del Garda.
    Come cittadino ho seguito fin dalla sua origine il “Progetto fattore famiglia” che, muovendosi sul sentiero dell’ISEE nell’erogazione del sostegno alle famiglie in condizione di bisogno, si propone di migliorarne l’efficienza nella fase di identificazione dei beneficiari e di contrastare l’azione di coloro che ne hanno fatto ricorso abusivamente.
    Ho letto con attenzione il dibattito che si è sviluppato attraverso i commenti dei lettori al Progetto per un ISEE più efficiente, avviato dal Comune di Castelnuovo del Garda in collaborazione con l’Università di Verona.
    Anche la mia valutazione, come quella di molti residenti nel Comune di Castelnuovo del Garda con i quali ho avuto modo di confrontarmi sull’iniziativa illustrata nell’editoriale, è decisamente favorevole al Progetto .
    Condivido, come cittadino del Comune di Castelnuovo del Garda e come tecnico della materia tributaria, l’opinione favorevole espressa dai più (tra gli altri Daniele Udali e Andrea Vaccari) circa l’utilità dello strumento ISEE, in linea generale, che, pur
    rappresentando un costo sotto il profilo della burocrazia, ha la finalità di “pesare” le situazioni di difficoltà. Il Progetto, avviato a livello scientifico e attraverso la sperimentazione locale, propone un metodo, testato sul campo, per migliorare l’utilità dell’indicatore (ISEE) allo scopo di renderlo più efficace.
    Personalmente quindi condivido l’utilità dell’iniziativa avviata dall’Amministrazione Comunale di Castelnuovo del Garda, gli scopi di questa sperimentazione e ne incoraggio il proseguimento, anche alla luce dei riconoscimenti che il Piano integrato delle politiche familiari ha ottenuto a livello nazionale e regionale.
    Anche a me, come ad Ermenegildo Cesarin, sfuggono peraltro le motivazioni oggettive dei detrattori del “Progetto fattore famiglia Castelnuovo” e, prima ancora, dell’ISEE.
    Comprendo lo sfogo di Cesare Didoni che, da quanto mi pare di capire, si basa essenzialmente sui “mali amministrativi” che da sempre affliggono la macchina pubblica e i contribuenti italiani e sul bisogno diffuso di semplificazione amministrativa.
    Se l’approccio negativo al Progetto in commento è dovuto al “clima” con il quale in Italia sono impostati i rapporti tra fisco e contribuente, posso capire perfettamente. Se però guardiamo ai contenuti del “Progetto fattore famiglia” ed ai risultati della
    sperimentazione attuata, non è difficile cogliere l’importante contributo in
    termini migliorativi, rispetto all’indicatore ISEE vecchio e nuovo, allo scopo
    di assegnare prestazioni agevolate a chi è in stato di effettivo bisogno e in
    misura percepita come giusta, non soltanto dai beneficiari ma da tutti i
    destinatari dei servizi.
    Leggendo le conclusioni a cui perviene Didoni, ho avuto l’impressione che argomentando unicamente sul sentimento di sfiducia del contribuente verso la burocrazia, senza considerare l’innegabile utilità dello strumento, si corra il rischio di “buttare il bambino insieme all’acqua sporca”, senza attribuire il doveroso riconoscimento ai promotori dell’iniziativa per i risultati ottenuti.

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