Lavoce.info

Legge di stabilità: è omissione di soccorso

È una legge per la stabilità del solo Governo. Una cura omeopatica per un malato grave, l’economia italiana. Ci sarebbero gli estremi di una denuncia per omissione di soccorso. Il taglio alla pressione fiscale sul lavoro è minimo. Meno di 10 euro al mese sia per il dipendente che per il datore di lavoro. Certo si promette di intervenire ancora nei prossimi anni. Ma è una promessa fatta già tante volte e mai mantenuta. Data la natura irrisoria delle riduzioni delle tasse, si decide di renderle invisibili, soprattutto per i datori di lavoro. Invece di abbassare in modo sostanziale i contributi sociali, si interviene sull’Irap e solo per i nuovi assunti. Si dice che non ci sono nuove tasse, ma c’è l’aumento del bollo sulle attività finanziarie che vale un miliardo,l’abolizione di una serie imprecisata di agevolazioni fiscali che vale mezzo miliardo e altre misure una tantum (la rivalutazione dei cespiti e il rientro dei capitali dall’estero) che aumentano le entrate. Al di là della loro natura una tantum, la rivalutazione dei cespiti aumenta la trasparenza dei bilanci anche perché verrà utilizzata per finanziare un’accelerazione della deducibilità delle perdite sui crediti delle banche. Aspettiamo più dettagli sul rientro dei capitali sperando che non sia l’ennesimo condono. I tagli alle spese sono in gran parte virtuali: i soliti tagli ai Ministeri per 2,5 miliardi e agli enti locali per un miliardo. Forse è questo il contenuto “espansivo” della manovra: sono tagli solo sulla carta. Si mettono a bilancio cose che non si materializzeranno. Ma l’opacità dei conti è un’arma a doppio taglio. Sulle dismissioni di immobili, le regole europee vietano di usarne i proventi a copertura del disavanzo anziché a riduzione del debito. È la stessa copertura che era stata usata nella manovrina e che eravamo stati gli unici a denunciare. È come se una famiglia indebitata vendesse la casa di proprietà per finanziare le sue spese correnti, all’insaputa dei figli. Se davvero con i 3 miliardi netti di questa manovra si arriva al 2,5 di disavanzo, non si vede perchè non sia stato usato anche l’altro, mezzo punto percentuale, attorno ad 8 miliardi, per abbassare le tasse. Il malato è grave. Forse qualcuno non se ne è accorto.

Leggi anche:  Si fa presto a dire "global minimum tax"

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  La parabola del fisco amico

Precedente

Il Punto

Successivo

Tasse sui figli

32 commenti

  1. Luca

    “Invece di abbassare in modo sostanziale i contributi sociali, si interviene sull’Irap e solo per i nuovi assunti”
    Abbassando i contributi sociali, a causa del metodo contributivo, non si diminuiscono anche le future pensioni? A me non sembra una cosa positiva.

    • matteo

      Passare dal 32.7 al 30 non comporterebbe una diminuzione così drastica delle pensioni. Lo Stato potrebbe accollarsi il peso di quella percentuale mancante. Il metodo contributivo contribuisce ad abbassare il valore delle pensioni ma non a causa del sistema in sè, ma a causa della mancanza di lavoro e dei salari bassi per cui un lavoratore non può “contribuire” appunto alla sua pensione. Ricordo che è a causa del metodo contributivo passato che esistono le famose pensioni d’oro.

      • Luca

        “Lo Stato potrebbe accollarsi…” ma non sappiamo se lo farà.
        Certo, sono d’accordo che il problema, quello da risolvere, è la mancanza di lavoro e i bassi salari.
        A mio umilissimo modo di vedere, ci sono due possibilità per uscire da questa crisi, dato che i fattori produttivi sono essenzialmente due. Si può rendere più economico il lavoro, oppure il capitale. Dato che la Repubblica è fondata sul lavoro, io propenderei per la seconda ipotesi.

      • Francesco Keynesiano

        No, ridurre l’aliquota contributiva, in un sistema contributivo NDC come il nostro attuale, porta per definizione a ridurre anche la pensione futura; né si può dire che debba essere lo Stato ad accollarsi la differenza altrimenti il sistema non è più contributivo, bisognerebbe cambiarlo…una riduzione del 2,7% su una retribuzione lorda di 25.000 € annua (che è ben poca cosa), calcolata su un orizzonte di 42 anni lavorativi, con un tasso annuo di rivalutazione al 2%, porta a una riduzione del montante contributivo di circa 45.000 € fai te se ti pare poco…il sistema contributivo rispetto al retributivo porta a un’ovvia riduzione dei futuri pagamenti pensionistici, è quello che ci dicono da sempre per invogliarci a fare la pensione privata, è così per definizione purtroppo…le pensioni d’oro alla Amato, per dire, non credo proprio abbiano alcun legame con i contributi versati in vita…

      • Joe Kurtz

        “E’ a causa del metodo contributivo passato che esistono le famose pensioni d’oro”. E’ la prima volta che sento una cosa simile. Le pensioni d’oro sono figlie del sistema retributivo. Nel pubblico impiego una promozione, avvenuta un giorno o un mese prima della pensione, che aumenta lo stipendio del 30%, con il sistema retributivo comporta un incremento secco del 30% della pensione. Alla faccia dei contributi (non) versati!

    • Silvestro De Falco

      Abbassare i contributi sociali potrebbe essere un’ottima opzione, specialmente se le rivalutazioni del montante per le pensioni calcolate con il metodo contributivo – ossia le pensioni di tutti coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 – fossero in linea con i tassi correnti invece di essere legati all’andamento del PIL.
      Prendiamo per esempio un coefficiente di rivalutazione pari al 5%, che è la cedola corrisposta più o meno da un BTP a 30 anni, uno strumento finanziario adatto a qualsiasi piano di pensione, e confrontiamolo con un coefficiente di rivalutazione del 2%, peraltro molto generoso visto che le pensioni da erogare con il metodo contributivo negli ultimi tre anni si sono rivalutate dell’1,7935% (montante al 31/12/2009), 1,6165% (montante 31/12/2010), 1,344% (montante al 31/12/2011) e, con tutta probabilità, si rivaluteranno ad un tasso negativo l’anno prossimo, alla luce dell’andamento del PIL per gli ultimi 5 anni (Quindi se lei ha accumulato un montante di 100.000 euro, con una rivalutazione negativa, per esempio dell’1%, lei si ritroverà con 99.000 euro).
      Su una retribuzione lorda di 25.000 € annua, un’aliquota contributiva del 25%, rivalutata al 5% su un arco di 42 anni lavorativi, si tradurrebbe in un montante pari a 845.198 €.
      Sulla stessa retribuzione, un’aliquota contributiva del 32,7%, rivalutata al 2% su un arco di 42 anni lavorativi, si tradurrebbe in un montante pari a 530.248 €.
      In tal caso si ritroverebbe non solo un montante molto più alto ma anche 7,7 punti della retribuzione annua lorda in più un busta paga – circa 160 euro al mese, sulla retribuzione di 25.000 € – da utilizzare per qualche pizza in più con la famiglia.

  2. Questo non è un provvedimento che possa incidere positivi ante nella crisi economica in atto. Il nome “stabilità” e’ corretto, basta capire di quale “stabilità” si parla: ricordiamoci le raccomandazioni della commissione europea del 29/5. Il provvedimento e’ pienamente in linea a tali raccomandazioni: si diceva di tassare il patrimonio per pareggiare il bilancio, è’ stato fatto. E’ stata introdotta una imposta patrimoniale mascherata, ma quando Saccomanni va in Europa dirà che l’Italia si è dotata dell’imposta patrimoniale come “consigliato” dalla commissione, dirà pure che si parte da una aliquota modesta, ma l’aumento sarà sempre possibile. Il nome usato per titolare tale legge sicuramente risponde a questa esigenza, oggi primaria, anche nei pensieri di Napolitano. “Stabilità” per il governo? No, non penso che tale legge dia stabilità al governo. “Stabilità” all’Italia? Ancora meno; il nome esatto di tale legge a questo punto doveva essere “legge Merkel”.

  3. angelo rota

    Sono d’accordo che questo è una legge per la stabilità del solo governo. Un governo che galleggia da quando si è formato. Il malato è grave ma continuano a scervellarsi su come trovare i soldi per non far pagare l’Imu a chi potrebbe pagarla senza troppa fatica.
    Non sarebbe sufficiente e più semplice alzare la quota in detrazione portandola a 300 o 400 euro?
    Nell’articolo non si parla delle nuove tasse locali, mi piacerebbe sapere la vostra opinione perché a me sembrano un nuovo salasso poco equo di montiana memoria.

  4. Francesco Keynesiano

    “Se davvero con i 3 miliardi netti di questa manovra si arriva al 2,5 di disavanzo, non si vede perchè non sia stato usato anche l’altro, mezzo punto percentuale, attorno ad 8 miliardi, per abbassare le tasse”: ma infatti sanno già che non arriveremo mai al 2,5 di disavanzo e che anzi probabilmente risfonderemo il 3%. Perché? Semplice, la risposta ce la dà il prof. Piga http://www.gustavopiga.it/2013/bonanotte-popolo-i-trucchi-di-sempre-raddoppiati/ . Hanno truccato i conti, semplicemente, facendo una stima del tutto personale su un calo drastico della spesa per interessi che con tutta probabilità non ci sarà. La verità è che finché non usciremo da questa assurda regola del 3%, insieme alle tante altre regole assurde fissate dall’Europa, non verremo mai a capo di questa crisi. Su questo sito si insiste tanto sul taglio del cuneo fiscale: per avere un reale effetto questo taglio dovrebbe portare a un forte aumento degli stipendi netti dei lavoratori per far ripartire la domanda; se infatti questo taglio sarà concentrato sugli oneri a carico dell’impresa non servirà a nulla, dato che il costo del lavoro complessivo in Italia è comunque più basso che altrove e il vantaggio di competitività sarebbe dunque molto scarso. Non solo, ma deve anche essere concentrato sull’Irpef, non sui contributi, perché altrimenti ne verrebbero a risentire le pensioni future e quel che il lavoratore ha in più in busta paga dovrebbe destinarlo a un fondo pensione privato. In sostanza a me non sembra che il taglio del cuneo fiscale sia la vera maniera per far ripartire l’economia, penso invece che ci vorrebbe un forte intervento di investimento pubblico sul riassetto del territorio, il cablaggio delle reti e le ristrutturazioni edilizie, una vera misura keynesiana di rilancio.

  5. Luca Alberti

    A questo punto diventa veramente difficile sostenere la stabilità del governo, se il governo si comporta in questo modo!

  6. Enrico

    Condivido, il malato è grave ma purtroppo se ne sono accorti e lo stanno tenendo in vita artificialmente per perfezionare il testamento (attorno a quel tavolo il diretto interessato non siede per definizione).
    Con provvedimenti del genere non abbiamo possibilità, manca il coraggio e mi viene il dubbio che non si stiano facendo gli interessi del Paese.

  7. Anto

    Io sono indignata perché nessuno (giornalisti, cittadini, consumatori, risparmiatori, politici di qualsiasi parte) fa parola dell’ingiustizia dell’imposta di bollo sui titoli (alla faccia di non mettere le mani in tasca agli italiani!) raddoppiata in 2 anni: forse perché introdotta da Berlusconi allo 0.10 poi passata allo 0.15 con Monti e ora allo 0.2%. Ma ci rendiamo conto di quanti soldi sono? Un lavoratore che invece di sperperare tutto pensa a mettere da parte qualcosa per il futuro, su cui ha già strapagato le tasse, perché deve essere ulteriormente penalizzato? Possibile che invece che parlare di questo stanno tutti a discutere della mancia in busta paga che nemmeno avranno tutti i lavoratori oppure di questa farsa dell’Imu e suoi sostituti. E poi chi ha i soldi veri li ha già fatti sparire da un pezzo o evade tranquillamente, siamo sempre noi quelli tartassati. Purtroppo non si vede via di uscita, questo paese è in mano a inetti senza idee, che delusione.

  8. Giovanna

    C’è una ragione precisa per cui il disavanzo è programmato al 2,5%. Non è possibile spendere fino al 3% e contemporaneamente arrivare al pareggio strutturale di bilancio entro il 2015, che è anche quello un impegno europeo.

  9. Savino

    1) Eliminare i veri sprechi nella spesa pubblica; 2) Combattere la vera evasione fiscale; 3) Eliminare tutti i privilegi e tutte le rendite di posizione e di speculazione, pubbliche e private.
    Applichiamo questi tre principi per dieci anni consecutivi e poi vedrete come si riduce il debito pubblico e si creano le condizioni per lo sviluppo.

    • Mirko-san

      Aggiungo un quarto punto: cambiare la testa di molti Italiani per i quali fare è più bello essere furbi (anzi cool) che essere delle persone oneste.

      • Ugo Pass

        Non è possibile farlo per legge…..
        E’ invece possibile creare le condizioni al benessere economico di chi ha voglia di lavorare.

        • Alberto

          Ieri ho sentito su Radio24 che le partite IVA pagano oltre la metà di imposte e chi la apre per il primo anno, con gli anticipi per l’anno successivo paga il 100% di imposte. Quindi lavora un anno solo per lo Stato. Il commercialista intervenuto alla trasmissione diceva poi che molti, non avendo la possibilità di pagare quanto esatto per legge, iniziano a vivere nelle spirali delle cartelle esattoriali che sempre più lievitano tra sanzioni e interessi. La legge deve essere giusta, non costringere le persone a suicidarsi.

    • Ugo Pass

      Qualche esempio :
      – consentire alla aziende di avere la tassazione per cassa (semplificazione contabile)
      – consentire alle aziende la detassazione degli utili destinati a riserva e/o reinvestiti in azienda (come per le cooperative)
      – innalzamento della detrazione delle spese mediche al 50-75% (se lo Stato non mi garantisce le cure che almeno mi compensi per il disservizio)
      – possibilità per le aziende di optare per una assicurazione privata di malattia per i dipendenti sostitutiva di quella INAIL ( si eviterebbero milioni di giornate di false malattie perché le assicurazioni hanno realmente interesse a controllare ogni caso)
      – abolizione della contribuzione INAIL a carico del dipendente
      – dimezzamento della contribuzione INPS a carico del dipendente

  10. Ugo Pass

    Lo Stato deve lasciare nelle tasche degli italiani i soldi faticosamente guadagnati;
    non può pretendere di ridurre in miseria lavoratori e le imprese per alimentare le prebende e gli agi dorati dei parassiti che in esso si annidano.
    Qualche esempio di validi interventi:
    – consentire alla aziende di avere la tassazione per cassa (semplificazione contabile)
    – consentire alle aziende la detassazione degli utili destinati a riserva e/o reinvestiti in azienda (come per le cooperative)
    – innalzamento della detrazione delle spese mediche al 50-75% (se lo Stato non mi garantisce le cure che almeno mi compensi per il disservizio)
    – possibilità per le aziende di optare per una assicurazione privata di malattia per i dipendenti sostitutiva di quella INAIL ( si eviterebbero milioni di giornate di false malattie perché le assicurazioni hanno realmente interesse a controllare ogni caso)
    – abolizione della contribuzione INAIL a carico del dipendente
    – dimezzamento della contribuzione INPS a carico del dipendente

  11. filippo

    Sono tante le cose che non ci si può più permettere: grandi opere (l’unica cosa di buono che ha fatto Monti è di non aver promosso le Olimpiadi in italia), aerei da guerra assurdi, ponti demenziali, pensionati e dirigenti che in un mese guadagnano il doppio di quello che un operaio guadagna in un anno. E poi una legge elettorale che viene continuamente approvata e condivisa sempre e solo dai soliti. Come si fa a parlare di lavoro per i giovani quando il mondo del lavoro sicuro è destinato a diventare un grande reparto geriatrico? Insomma gli errori sono grossolani, volgari, degni della lungimiranza di una mosca.

  12. Jorge Pirola

    Condivido tutto. C’è stata una mezza rivoluzione per l’IMU prima casa che in media tassava di 200-300 euro case del valore di 200-300 mila euro e non si sente una sola parola su una tassa che colpisce con una incidenza doppia ogni anno un importo equivalente risparmiato, peraltro in modo indipendente dal reddito prodotto e senza alcun legame con eventuali servizi ottenuti (come invece nel caso di chi possiede un immobile). Per essere chiari: chi investe in titoli obbligazionari sicuri a breve-medio termine si vende l’intero rendimento mangiato dalla tassa! Si tratta di una vera e propria patrimoniale sul risparmio di cui nessuno, per incompetenza o per volontà, parla e che è già diventata un bancomat a cui attingere con basso costo, per ora, in termini di consenso. In realtà prima o poi i risparmiatori si renderanno conto delle trattenute sui propri conti correnti…

  13. Confucius

    Come avviene tutti gli anni, la Finanziaria vera verrà approvata il 30 dicembre. Il testo presentato in pompa magna serve a due scopi: 1) accontentare la UE, che si aspettava un testo qualsiasi entro una data definita, quindi un mero formalismo burocratico; 2) raccogliere commenti dalle forze politiche e sociali, ed anche dalla UE, sui presunti contenuti: se nessuno protesta, la varie proposte entreranno nella Finanziaria definitiva, altrimenti si provvederà ad una modifica nel paio di mesi che si separa dal 30 dicembre. Mi ricorda la vicenda della proposta dell’allora ministro Tremonti sulla dilazione di un anno tra il pensionamento ed il pagamento della prima mensilità. Accolta dal generale assordante silenzio (nemmeno la CGIL pensò di protestare), la proposta divenne legge e Tremonti poté vantarsi ad un summit europeo di avere riformato l’età lavorativa senza che nessuno se ne accorgesse.

  14. Maurizio Cocucci

    “Ce lo chiede l’Europa”. Premesso che l’Europa siamo (anche) noi, l’Europa non chiede altro che il rispetto di trattati che abbiamo sottoscritto volontariamente, senza che qualcuno ci abbia mai costretto a farlo. Noi abbiamo chiesto a gran voce di entrare nell’Eurozona, noi abbiamo sottoscritto il trattato di Maastricht, noi cittadini abbiamo votato SI in larga maggioranza nel referendum del 1989 sull’Europa, noi abbiamo sottoscritto il Fiscal Compact. La legge di stabilità la consegnano tutti, non solo noi italiani, e tutti debbono rispettare i parametri concordati. I Commissari europei, Olli Rehn incluso, non fanno altro che svolgere la mansione che noi europei (italiani inclusi) abbiamo assegnato loro. Le regole europee impongono solo dei paletti, all’interno di questi siamo liberi o, per adoperare un termine molto invocato attualmente, sovrani nel redigere la legge di stabilità. Io sono convinto che il limite del 3% del rapporto deficit/Pil sia assolutamente necessario perchè diversamente con il livello raggiunto dal debito pubblico non garantiremmo più la restituzione dei prestiti e finiremmo o a non riuscire a vendere un solo titolo oppure a farlo a costi esagerati. L’unica soluzione è quella di una ristrutturazione della spesa pubblica (statale e locale), ma per farlo occorre eliminare i tanti privilegi di cui non solo la classe politica gode.

  15. Paolo Rossi

    Tutto bene ma vorrei segnalare l’uso improprio dell’aggettivo “omeopatica”… per come è qui utilizzata ha sostanzialmente lo stesso significato di un placebo, ovvero di una terapia che non cura nulla se non il desiderio di sentire qualcosa di dolce sulla lingua. Di fatto tutto resta come prima.
    Sono un Ingegnere e non un medico omeopata, ma per la mia esperienza con l’omeopatia è possibile curare con successo anche malattie gravi e in sistemi complessi anche interventi di portata limitata, ma ben mirati, possono scatenare effetti positivi di lunga durata. In altre parole, stimolando sapientemente tramite i principi omeopatici energie e risorse interne al nostro corpo, è possibile uscire da patologie tutt’altro che lievi.
    In quest’ottica, mi chiedo quanto il termine “omeopatica” possa essere riferito a questa “legge di stabilità”: quali provvedimenti sono adottati per realizzare una nuova produzione di ricchezza? Quale riduzione dei costi improduttivi? Quali incentivi per una nuova imprenditoria? Come si favorisce la competitività delle imprese?
    Forse l’omeopatia, in senso proprio, può indicare una via di uscita… se il governo adottasse dei provvedimenti di portata limitata ma sufficienti, nel loro effetto combinato, a riattivare un ciclo di investimenti produttivi allora la guarigione potrebbe dirsi quantomeno iniziata.

  16. Cepian Masa

    La crisi allunga la vita, racconta una ricerca olandese della Leyden Academy on Vitality and Ageing.
    Leggere per credere: “Mortality rates increase in better times” http://pewrsr.ch/19S66JK.
    Urge trovare le ricette giuste per farla durare a lungo e magari appesantirla un po’, questa benefica crisi.
    Al lavoro, in fretta, prima che arrivi la ripresa!

  17. Luca

    L’Italia ha solo un problema: il sistema pensionistico “Robin hood all’incontrario”, i poveri di domani (sistema contributivo: prendono quello che hanno versato) mantengono i pensionati d’oro, argento, bronzo e ottone di oggi (“sistema retributivo: quello che NON hai versato te lo regaliamo perche’ sei nato prima)
    Abolire la quota sopra i 1600 eur delle pensioni “retributive”: sopra i 1600 eur ti diamo, rivalutato, solo quello che hai effettivamente versato.

  18. Silvestro De Falco

    Sono d’accordo
    con lei fino a un certo punto. Una vera misura keynesiana è quella che incide
    positivamente sulla domanda aggregata.
    Infatti, lo scopo dei massicci interventi dello Stato nell’economia è proprio quello di aumentare l’occupazione che, a sua volta, aumenta i redditi e quindi la domanda aggregata.
    D’altro canto c’è da dire che non sempre questi interventi funzionano. Il Giappone ha costruito innumerevoli “bridges to nowhere” e la sua economia è sempre stagnante.
    Di diverso impatto è l’aumento dei redditi mediante l’abbassamento della tassazione.
    Nel caso dell’Italia sarebbe una buona idea abbassare non solo l’IRPEF ma anche i contributi.
    Infatti per quello che rendono con l’INPS – con l’attuale metodo contributivo i rendimenti sono legati al PIL e dall’anno prossimo saranno addirittura negativi, nel senso che se lei ha 100.000 nel suo conto con l’INPS, questi diventeranno 99.000 – potrebbero essere impiegati meglio anche solo con i BTP.
    Inoltre non bisogna dimenticare che i contributi sono comunque debiti che lo Stato dovrà rimborsare ai futuri pensionati.

    • McTredo

      Vorrei far notare che qualsiasi manovra “keynesiana” avrà ragione di esistere e produrrà gli effetti normalmente sperati solo se l’economia in cui viene attuata è “chiusa”. In caso contrario gran parte del suo potenziale favorirà paesi esportatori (di materie prime, prodotti finiti, lavoratori e/o servizi) .

      • Francesco Keynesiano

        E perchè, mi scusi? Ci sarebbe sicuramente anche un aumento dell’import, ma anche della domanda per beni interni; come poi ho già scritto, se gli investimenti pubblici fossero mirati a portare un miglioramento della nostra rete infrastrutturale e aumentassero la competitività del sistema economico italiano, la domanda potrebbe anche spostarsi dai beni esteri a quelli nazionali. O pensa davvero che il modo di aumentare la nostra competitività sia continuare a ridurre il costo del lavoro (già uno dei più bassi del mondo occidentale)?.

    • Francesco Keynesiano

      I contributi INPS sono rivalutati annualmente sulla base del tasso annuo di capitalizzazione risultante
      dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo nominale (PIL),
      appositamente calcolata dall’ISTAT con riferimento al quinquennio precedente
      l’anno da rivalutare; quindi non credo proprio che si andrebbero a verificare le perdite da lei ipotizzate (la variazione è sui 5 anni non su un anno solo, del tipo l’anno scorso il PIL ha perso il 3% e mi abbattono del 3% i contributi, no assolutamente altrimenti avrebbe ragione lei), tenga conto che investire in un fondo pensione privato può portare a perdite ben superiori di questi tempi, mettendoli poi in BTP questi risentono tantissimo dell’aumento degli spread; i fattori sono molti da considerare comunque non è questo il punto, il fatto è che i contributi restituiti dall’INPS vanno investiti per la pensione e non portano a un aumento della domanda aggregata che è quello a cui sia io che lei facciamo riferimento; le stime dell’FMI fatte da Blanchard dicono chiaramente che i moltiplicatori della spesa pubblica sono superiori a quelli delle imposte, pensi quanto potrebbe essere utile per tutti, aziende comprese, in Italia un riassetto idro-geologico del territorio, un cablaggio delle reti e così via, questi interventi potrebbero portare grandi vantaggi proprio al nostro sistema competitivo. Dopodiché, come ho già spiegato, non sono contrario nemmeno a una riduzione delle imposte, purché questa sia fatta sui soggetti che hanno una maggior propensione al consumo e che sia consistente.

  19. Gallo Antonio

    Non si vede perchè non sia stato usato anche l’altro mezzo punto percentuale ………
    Forse perchè al di la di discutibili moltiplicatori e propensioni al consuno è meglio tenersi qualche passo discosti dal baratro che ballonzolare incautamente sul suo limite.
    Non saprei dire se la mole del deficit del bilancio statale sia l’unica causa della crisi economica che l’Italia sta vivendo ma è certamente tra quelle ed allora come è possibile proporre misure volte ad incrementare ulteriormente il deficit? e i costi che ne derivano?

  20. rita

    Non sono sicura che i 3 miliardi netti della manovra verranno approvati dall’Europa. I margini di flessibilità non dovevano valere solo per investimenti cofinanziati di sicuro ritorno sulla crescita valutati caso per caso?

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén