Buon Natale Cavaliere
Che tempi cupi, mio buon Cavaliere
Con Costacurta che zappa le zolle
L’Unione ferma alle cento bandiere
E poi lo sgarro che giunge dal Colle
Sono sicuro che nella sua testa
In questo mese aveva pensato
Ad un tripudio, L’Italia s’è desta
E Lei già pronto per il settennato
Fatta l’Europa firmandola a Roma
Presa la Coppa più grande del mondo
Un po’ di boria a sto punto non stona
Si è immaginato un bel girotondo.
Ma quell’Aznar, che è pure un amico,
Ha continuato a scuoter la testa
Con il Polacco scopertosi ardito
Ha rovinato la sua bella festa
Poi son venuti quei morti di fame
Dall’Argentina, pien di livore
i suoi sembravano giovani dame
intimidite a calciare un rigore.
Che settimana piena di sgarri
Ma da concreto uomo del fare
Si era incassato la Legge Gasparri
Era in attivo tra il prendere e il dare.
Per celebrar con Fede il Natale
Non c’è che attendere il rito scontato
Di quella firma presidenziale
Sul suo decreto tanto agognato.
Quando le è giunta l’infausta novella
Che il Presidente non firma la legge
E che si oppone alla Grande Sorella
ha convocato in gran fretta il suo gregge.
Regola d’oro, se perdi rilancia
Devi restare sempre in regia
Quando ha studiato la storia di Francia
Napoleone gli ha dato la via
In fondo è solo così che mi piaccio
Sempre in trincea, proclamo e mi batto
Prendo l’esempio dal Corso di Ajaccio
E mi incorono da me Rete Quattro
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