Marco Arnone era un economista che univa la profonda riflessione intellettuale alla passione per la giustizia, in difesa dei più deboli. Nei suoi studi e nella sua attività, l’etica e il senso della giustizia hanno sempre accompagnato la necessità di perseguire l’efficienza economica. I suoi contributi in diversi campi dell’economia mostrano la capacità di valutare gli aspetti più delicati e complessi dei problemi. Su molti temi è intervenuto con tesi innovative e lungimiranti. E per i suoi studenti è stato un vero maestro.
Marco Arnone era un giovane economista impegnato, un esempio di vita e un amico affettuoso.
Di Marco l’economista colpiva l’ampiezza dei suoi interessi intellettuali, legati alla passione per la giustizia, la storia, la musica e la filosofia; la facilità con cui il suo pensiero si trasformava nei suoi molti scritti; la capacità di collaborare con i suoi colleghi; e il grande numero di giovani studenti per i quali è stato una guida e un mentore capace. Di Marco l’affettuoso e caro amico colpiva la generosità, la gentilezza e l’attenzione per il prossimo e, negli ultimi dieci anni, la forza e la serenità nell’affrontare il destino segnato dalla sua malattia.
IN DIFESA DEI PIÙ DEBOLI
Marco si è sempre impegnato con enorme energia e passione nel cercare di creare un mondo più giusto, unendo agli studi un forte impegno civile sui temi della giustizia, della corruzione, dell’uguaglianza e della povertà. Lospirito critico di Marco non è mai stato fine a se stesso, ma è sempre stato dettato da un interesse sincero di provare a capire quale sia il modo migliore di aiutare i più deboli. Da questo punto di vista, l’etica e il senso della giustizia accompagnavano sempre la necessità di perseguire l’efficienza economica. Per questo è stato non solo un mentore capace ma anche un esempio e uno stimolo per molti di noi, suoi studenti, colleghi e amici.
Marco ha scritto molto, fino all’ultimo: articoli, libri e interventi sui blog e siti internet, come lavoce.info. Si è sempre dimostrato indipendente, libero da condizionamenti e determinato a sostenere in modo analitico e rigoroso le sue tesi. La sua sensibilità verso il destino dei più poveri lo ha portato ad analizzare in modo critico le iniziative di cancellazione del debito da parte delle istituzioni internazionali e dei governi occidentali. Grazie all’esperienza maturata sul campo, come funzionario del Fondo monetario internazionale, Marco coniugava l’analisi economica tradizionale con i problemi più pratici che i governanti devono affrontare, una qualità rara tra gli economisti. Le tesi di Marco, innovative e critiche nei confronti dell’operato dell’Fmi e della Banca Mondialegià nei primi anni Duemila, hanno rivelato, con il senno di poi, intuito, capacità di analisi e lungimiranza.
L’idea che la cancellazione del debito non avrebbe prodotto i risultati attesi in termini di maggiori investimenti e crescita in assenza di aggiustamenti strutturali sul finanziamento dei deficit pubblici è ora parte dell’analisimainstream. La preoccupazione che un aumento del debito interno possa, almeno parzialmente, compensare la riduzione del debito estero mettendo a repentaglio la sostenibilità dell’intero debito pubblico è ormai parte integrante del framework con cui la Banca Mondiale e l’Fmi valutano la sostenibilità del debito nei paesi più poveri.
Marco si dedicò anche all’analisi critica del mondo complesso della microfinanza. Il suo approccio pragmatico e privo di condizionamenti andava oltre una lettura “buonista” e convenzionale del fenomeno per mettere in luce i limiti dello sviluppo del settore, tema ora di grande attualità e su cui si sta concentrando l’attenzione di molti economisti dello sviluppo.
Un altro contributo importante è stato il suo sforzo di quantificare i costi economici e sociali imposti dallacorruzione. A partire da un libro pubblicato nel 2005, sino a contributi pubblicati solo pochi mesi fa, Marco non solo sottolineava gli effetti della corruzione anche sul tessuto economico sano del paese, ma tentava di quantificare il fenomeno. Uno sforzo che è stato ripagato dalla meritata attenzione che il suo lavoro ha ricevuto dai media.
Versato nei classici e studioso di temi alla frontiera tra economia e altre discipline, maestro dell’approccio narrativo e descrittivo all’economia, Marco era anche un fine matematico e si è occupato di alta finanza epolitica monetaria. Ancora una volta, i suoi contributi economici in questo campo mostrano la capacità di valutare gli aspetti più delicati e complessi, come la trasparenza e l’accountability delle banche centrali e della politica monetaria.
L’IMPEGNO NELLA SOCIETÀ CIVILE
Oltre che un economista, Marco è stato un nostro collega e un caro amico, una guida e un valido insegnante. Marco riusciva a trasformare una lunga e dura missione dell’Fmi in un happening culturale in compagnia di un raffinato intellettuale. I suoi modi gentili e rispettosi gli aprivano la porta del dialogo con le autorità. La sua efficienza e produttività erano la gioia del capo missione.
Oltre che insegnare la teoria e la pratica dell’economia, Marco è stato unico per la sua capacità di trasmettere la passione per quello che faceva, la voglia di essere un economista utile e la necessità di porsi domande e dare risposte che abbiano rilevanza per l’agire quotidiano. Per uno studente alle prime armi, a cui spesso sfugge il significato concreto dell’ economia, a volte troppo teorica, questi insegnamenti sono fondamentali.
Marco ha cresciuto tanti studenti. Li esortava e li incoraggiava ad andare a Washington, per un seminario su un progetto in comune o per una semplice visita. Chi non ha proseguito gli studi in una prestigiosa università statunitense, ha passato un periodo come visiting scholar all’Fmi o alla Banca Mondiale dando continuità al suo sforzo e impegno sul campo.
Marco credeva sinceramente che in Italia e nella sua Sicilia le cose potessero cambiare e funzionare meglio. A questo scopo ha dedicato il suo impegno civile, portato avanti con forza fino alla fine. Marco aveva una grande fiducia nel sistema sanitario italiano e, dopo il primo intervento a Washington, decise di rientrare in Italia. Qui è stato assistito davvero molto bene, con un protocollo innovativo dopo l’altro, incluso un trapianto di fegato che gli ha dato diversi anni di respiro.
GLI ULTIMI ANNI
Durante questi ultimi anni, Marco ha fondato e indirizzato una Fondazione, orientata a promuovere iniziative culturali e di ricerca sia nel campo economico, sia negli umanistici e rinascimentali, anche attraverso il finanziamento di borse di studio in Africa e Asia. In particolare, Marco ha diretto attivamente il CeMaFiR, un centro di ricerca in cui confluivano i suoi principali interessi economici e che ha riunito molti dei giovani studenti che con lui hanno studiato.
Marco è stato un esempio e una fonte di ispirazione per il suo modo coraggioso di affrontare la malattia che lo ha colpito e lo ha accompagnato negli ultimi dieci anni. Una volta tornato a Milano, tra gli alti e i bassi della malattia, ha continuato a lavorare produttivamente, sorprendendo non solo per tutto quello che scriveva con le poche forze fisiche che malattia e pesanti cure gli lasciavano, ma anche per lo spirito positivo con cui accettava le lunghe pause necessarie a combattere il progredire del male.
Addio Marco, ci mancherai, ma il tuo esempio e i tuoi contributi rimarranno con noi.
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Silvano Arcidiacona
Marco Arnone è stato altro per me. A lui riconosco la serietà nella ricerca e l’approccio etico nella vita personale e professionale.
Un abbraccio immenso ad una delle rare persone importanti conosciute.
Silvano Arcidiacona