Il Dpcm di attuazione contiene alcuni errori e imprecisioni. Nel riparto della quota riservata a compensare le Regioni più piccole per la maggiore incidenza dei costi fissi sui loro bilanci. Nel calcolo della capacità fiscale, poi, è stato utilizzato il gettito effettivo e non standardizzato, inficiando così le proprietà incentivanti del modello. E sorge il sospetto che l’importo della spesa sanitaria riconosciuta per il 2002 sia frutto di un negoziato. Proprio quello che il decreto 56/2000 voleva eliminare.

Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) apparso sulla Gazzetta ufficiale il 2 agosto 2002 di attuazione del decreto legislativo 56/2000  propone il riparto del 5 per cento della compartecipazione Iva. Tale riparto contiene qualche errore, qualche approssimazione che avrebbe potuto essere evitata e qualche arbitraria interpretazione dei contenuti del decreto. Offriamo questa nota per dare anche qualche suggerimento per future applicazioni.

L’errore nel trattamento dei costi fissi

L’errore più grave per il 2002 è stato compiuto nel riparto della quota riservata a compensare le Regioni più piccole per la maggiore incidenza dei costi fissi sui loro bilanci. Invece di applicare la formula prevista nel decreto, il Dpcm ha semplicemente calcolato delle medie sui tre anni della spesa pro-capite per le funzioni diverse dalla sanità per le singole Regioni e ha fatto la differenza rispetto alla media nazionale. Il testo del decreto prevedeva invece che bisognasse prima stimare un valore standardizzato della spesa con una semplice regressione statistica (una relazione logaritmica) basata sui dati dei tre anni precedenti.
Ci sono almeno due modi con cui si può applicare la formula che danno però gli stessi risultati. Uno è quello di calcolare una media sul triennio della spesa pro-capite e della popolazione e utilizzare questi dati per computare i valori stimati dalla regressione [(spesa regionale procapite)= a+b*log(la popolazione media del triennio)]. Questi valori stimati definiscono la spesa standardizzata. I risultati forniscono a=940152,5 e b= -30299,4. La funzione stimata è rappresentata nel grafico 1. Utilizzando questi dati per calcolare la spesa standard di ogni Regione, si è poi calcolato la componente del riparto riportata nella tabella 1. La tabella svolge anche il confronto con i risultati proposti dal Dpcm. Da segnalare che i dati sono diversi da quelli anticipati nel nostro articolo sul Sole24-Ore che, per simpatia con il Dpcm, conteneva pure esso qualche errore.

L’approssimazione: gettito standard o gettito effettivo?

Nel calcolo della capacità fiscale, il gettito dei tributi non è stato standardizzato ed è stato invece utilizzato il gettito effettivo. Un grosso limite che tende a inficiare le capacità incentivanti del modello. Così come stimato ora, se una Regione aumenta il proprio sforzo fiscale, tassando più i propri cittadini, prende meno soldi dal fondo, alla faccia dell’autonomia tributaria. Ci rendiamo conto che standardizzare la base imponibile (tenendo conto per esempio, dell’evasione differenziata tra Regioni) può essere complicato. Ma standardizzare le aliquote (togliendo dal gettito effettivo la componente dovuta allo sforzo fiscale addizionale) è operazione che si può e che si dovrebbe fare.

Interpretazioni opinabili: l’aliquota Iva di compartecipazione

Nel Dpcm viene presentata anche la determinazione della nuova aliquota di compartecipazione all’Iva nella misura del 37,39 per cento del gettito 2000. Una procedura incompatibile con il funzionamento del decreto legislativo 56/2000. Proviamo a spiegare cosa avrebbe dovuto succedere.
Il primo anno di applicazione è stato il 2001. Per quell’anno si doveva finanziare per intero la spesa storica del 2001. La vera spesa storica del 2001 purtroppo non era nota nel 2001 e nemmeno nel 2002, forse lo è divenuta solo nel 2003, per via delle continue rideterminazioni della spesa sanitaria a consuntivo e dei connessi trasferimenti a copertura della spesa stessa.
Quindi nel 2003 avrebbe dovuto essere determinata, una volta per tutte, l’aliquota dell’Iva (da applicare ai gettiti effettivi del 1999) necessaria per finanziare i corretti trasferimenti regionali soppressi a partire dal 2001. Dove è mai questa aliquota ? Non si sa.
La stessa aliquota avrebbe poi dovuto essere applicata al gettito Iva del 2000 per determinare l’importo dei trasferimenti da assegnare alle Regioni nel 2002. Questo è il valore che dovrebbe comparire nella prima colonna della tabella D del Dpcm. Non ci sono indicazioni, ma è da dubitare che i valori ivi riportati siano stati calcolati nel modo corretto. Non guasterebbe qualche chiarimento al riguardo. Conoscendo i ministeri dell’Economia e della Sanità e le Regioni, è invece probabile che l’importo dei trasferimenti nella prima colonna della citata tabella D sia stato ricomputato a seguito dei negoziati sull’importo della spesa sanitaria riconosciuta per il 2002, un negoziato che – in base al decreto – non avrebbe mai dovuto avvenire.
Il ministero dell’Economia, così attento al governo dei flussi finanziari, avrebbe dovuto farsi scudo di un provvedimento, il decreto 56/2000, che gli dava, prima dei vari decreti “taglia-spese” di cui è così geloso, straordinari poteri di governo della spesa sanitaria. E’ certo che se i trasferimenti soppressi vengono ricalcolati tutti gli anni, il decreto legislativo 56/2000 può essere abrogato anche subito perché dà una idea falsa di un ordinamento che invece non esiste più.

Leggi anche:  L’autonomia differenziata tra economia e Costituzione


 

Tabella 1: Ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva

Regioni a statuto ordinario

% Dimensione Geografica

Percentuale di riparto complessivo

Somme attribuite alle Regioni (mln. €)

Stima Governo

Stima corretta

Stima Governo

Stima corretta

Stima Governo

Stima corretta

Piemonte

-0,19

0,00

8,09

8,28

125

127

Lombardia

0,07

-0,25

11,84

11,52

182

177

Veneto

0,22

-0,01

8,23

8,00

127

123

Liguria

0,34

0,05

4,74

4,46

73

69

Emilia Romagna

0,38

0,01

7,96

7,59

123

117

Toscana

0,46

0,02

8,33

7,89

128

121

Umbria

0,10

0,05

2,23

2,18

34

33

Marche

0,20

0,05

3,38

3,24

52

50

Lazio

-0,32

-0,04

7,93

8,21

122

126

Abruzzo

-0,09

0,05

3,25

3,39

50

52

Molise

0,00

0,03

0,92

0,95

14

15

Campania

-0,33

-0,07

15,32

15,58

236

240

Puglia

-0,98

0,00

10,50

11,49

162

177

Basilicata

0,04

0,04

1,62

1,62

25

25

Calabria

0,11

0,05

5,68

5,62

87

87

Totale

0

0

100,00

100,00

1540

1540


 

Tabella 2: Totale percentuale di ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva – stima corretta –

Regioni a statuto ordinario

% popolazione

% di capacità fiscale

% dimensione geografica

% fabbis. sanitari

Totale percent.

Piemonte

8,78

-0,94

0,00

0,44

8,28

Lombardia

18,67

-7,59

-0,25

0,69

11,52

Veneto

9,29

-1,22

-0,01

-0,07

8,00

Liguria

3,32

0,31

0,05

0,78

4,46

Emilia Romagna

8,20

-1,96

0,01

1,34

7,59

Toscana

7,26

-0,22

0,02

0,82

7,89

Umbria

1,72

0,23

0,05

0,18

2,18

Marche

3,01

0,14

0,05

0,03

3,24

Lazio

10,85

-1,97

-0,04

-0,63

8,21

Abruzzo

2,62

0,69

0,05

0,03

3,39

Molise

0,67

0,26

0,03

-0,02

0,95

Campania

11,83

5,53

-0,07

-1,71

15,58

Puglia

8,36

4,01

0,00

-0,89

11,49

Basilicata

1,24

0,54

0,04

-0,20

1,62

Calabria

4,18

2,18

0,05

-0,79

5,62

100

100


 

Tabella 3: Totale percentuale di ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva – stima Governo –

Regioni a statuto ordinario

% popolazione

% di capacità fiscale

% dimensione geografica

% fabbis. sanitari

Totale percent.

Piemonte

8,78

-0,94

-0,19

0,44

8,09

Lombardia

18,67

-7,59

0,07

0,69

11,84

Veneto

9,29

-1,22

0,22

-0,07

8,23

Liguria

3,32

0,31

0,34

0,78

4,74

Emilia Romagna

8,20

-1,96

0,38

1,34

7,96

Toscana

7,26

-0,22

0,46

0,82

8,33

Umbria

1,72

0,23

0,10

0,18

2,23

Marche

3,01

0,14

0,20

0,03

3,38

Lazio

10,85

-1,97

-0,32

-0,63

7,93

Abruzzo

2,62

0,69

-0,09

0,03

3,25

Molise

0,67

0,26

0,00

-0,02

0,92

Campania

11,83

5,53

-0,33

-1,71

15,32

Puglia

8,36

4,01

-0,98

-0,89

10,50

Basilicata

1,24

0,54

0,04

-0,20

1,62

Calabria

4,18

2,18

0,11

-0,79

5,68

100

100





Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  L’autonomia differenziata tra economia e Costituzione