Il Dpcm di attuazione contiene alcuni errori e imprecisioni. Nel riparto della quota riservata a compensare le Regioni più piccole per la maggiore incidenza dei costi fissi sui loro bilanci. Nel calcolo della capacità fiscale, poi, è stato utilizzato il gettito effettivo e non standardizzato, inficiando così le proprietà incentivanti del modello. E sorge il sospetto che limporto della spesa sanitaria riconosciuta per il 2002 sia frutto di un negoziato. Proprio quello che il decreto 56/2000 voleva eliminare. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) apparso sulla Gazzetta ufficiale il 2 agosto 2002 di attuazione del decreto legislativo 56/2000 propone il riparto del 5 per cento della compartecipazione Iva. Tale riparto contiene qualche errore, qualche approssimazione che avrebbe potuto essere evitata e qualche arbitraria interpretazione dei contenuti del decreto. Offriamo questa nota per dare anche qualche suggerimento per future applicazioni. L’errore nel trattamento dei costi fissi L’approssimazione: gettito standard o gettito effettivo? Nel calcolo della capacità fiscale, il gettito dei tributi non è stato standardizzato ed è stato invece utilizzato il gettito effettivo. Un grosso limite che tende a inficiare le capacità incentivanti del modello. Così come stimato ora, se una Regione aumenta il proprio sforzo fiscale, tassando più i propri cittadini, prende meno soldi dal fondo, alla faccia dell’autonomia tributaria. Ci rendiamo conto che standardizzare la base imponibile (tenendo conto per esempio, dell’evasione differenziata tra Regioni) può essere complicato. Ma standardizzare le aliquote (togliendo dal gettito effettivo la componente dovuta allo sforzo fiscale addizionale) è operazione che si può e che si dovrebbe fare. Interpretazioni opinabili: l’aliquota Iva di compartecipazione Nel Dpcm viene presentata anche la determinazione della nuova aliquota di compartecipazione all’Iva nella misura del 37,39 per cento del gettito 2000. Una procedura incompatibile con il funzionamento del decreto legislativo 56/2000. Proviamo a spiegare cosa avrebbe dovuto succedere. Tabella 1: Ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva
L’errore più grave per il 2002 è stato compiuto nel riparto della quota riservata a compensare le Regioni più piccole per la maggiore incidenza dei costi fissi sui loro bilanci. Invece di applicare la formula prevista nel decreto, il Dpcm ha semplicemente calcolato delle medie sui tre anni della spesa pro-capite per le funzioni diverse dalla sanità per le singole Regioni e ha fatto la differenza rispetto alla media nazionale. Il testo del decreto prevedeva invece che bisognasse prima stimare un valore standardizzato della spesa con una semplice regressione statistica (una relazione logaritmica) basata sui dati dei tre anni precedenti.
Ci sono almeno due modi con cui si può applicare la formula che danno però gli stessi risultati. Uno è quello di calcolare una media sul triennio della spesa pro-capite e della popolazione e utilizzare questi dati per computare i valori stimati dalla regressione [(spesa regionale procapite)= a+b*log(la popolazione media del triennio)]. Questi valori stimati definiscono la spesa standardizzata. I risultati forniscono a=940152,5 e b= -30299,4. La funzione stimata è rappresentata nel grafico 1. Utilizzando questi dati per calcolare la spesa standard di ogni Regione, si è poi calcolato la componente del riparto riportata nella tabella 1. La tabella svolge anche il confronto con i risultati proposti dal Dpcm. Da segnalare che i dati sono diversi da quelli anticipati nel nostro articolo sul Sole24-Ore che, per simpatia con il Dpcm, conteneva pure esso qualche errore.
Il primo anno di applicazione è stato il 2001. Per quell’anno si doveva finanziare per intero la spesa storica del 2001. La vera spesa storica del 2001 purtroppo non era nota nel 2001 e nemmeno nel 2002, forse lo è divenuta solo nel 2003, per via delle continue rideterminazioni della spesa sanitaria a consuntivo e dei connessi trasferimenti a copertura della spesa stessa.
Quindi nel 2003 avrebbe dovuto essere determinata, una volta per tutte, l’aliquota dell’Iva (da applicare ai gettiti effettivi del 1999) necessaria per finanziare i corretti trasferimenti regionali soppressi a partire dal 2001. Dove è mai questa aliquota ? Non si sa.
La stessa aliquota avrebbe poi dovuto essere applicata al gettito Iva del 2000 per determinare l’importo dei trasferimenti da assegnare alle Regioni nel 2002. Questo è il valore che dovrebbe comparire nella prima colonna della tabella D del Dpcm. Non ci sono indicazioni, ma è da dubitare che i valori ivi riportati siano stati calcolati nel modo corretto. Non guasterebbe qualche chiarimento al riguardo. Conoscendo i ministeri dell’Economia e della Sanità e le Regioni, è invece probabile che l’importo dei trasferimenti nella prima colonna della citata tabella D sia stato ricomputato a seguito dei negoziati sull’importo della spesa sanitaria riconosciuta per il 2002, un negoziato che in base al decreto non avrebbe mai dovuto avvenire.
Il ministero dell’Economia, così attento al governo dei flussi finanziari, avrebbe dovuto farsi scudo di un provvedimento, il decreto 56/2000, che gli dava, prima dei vari decreti “taglia-spese” di cui è così geloso, straordinari poteri di governo della spesa sanitaria. E’ certo che se i trasferimenti soppressi vengono ricalcolati tutti gli anni, il decreto legislativo 56/2000 può essere abrogato anche subito perché dà una idea falsa di un ordinamento che invece non esiste più.
Regioni a statuto ordinario | % Dimensione Geografica | Percentuale di riparto complessivo | Somme attribuite alle Regioni (mln. ) | |||
Stima Governo | Stima corretta | Stima Governo | Stima corretta | Stima Governo | Stima corretta | |
Piemonte | -0,19 | 0,00 | 8,09 | 8,28 | 125 | 127 |
Lombardia | 0,07 | -0,25 | 11,84 | 11,52 | 182 | 177 |
Veneto | 0,22 | -0,01 | 8,23 | 8,00 | 127 | 123 |
Liguria | 0,34 | 0,05 | 4,74 | 4,46 | 73 | 69 |
Emilia Romagna | 0,38 | 0,01 | 7,96 | 7,59 | 123 | 117 |
Toscana | 0,46 | 0,02 | 8,33 | 7,89 | 128 | 121 |
Umbria | 0,10 | 0,05 | 2,23 | 2,18 | 34 | 33 |
Marche | 0,20 | 0,05 | 3,38 | 3,24 | 52 | 50 |
Lazio | -0,32 | -0,04 | 7,93 | 8,21 | 122 | 126 |
Abruzzo | -0,09 | 0,05 | 3,25 | 3,39 | 50 | 52 |
Molise | 0,00 | 0,03 | 0,92 | 0,95 | 14 | 15 |
Campania | -0,33 | -0,07 | 15,32 | 15,58 | 236 | 240 |
Puglia | -0,98 | 0,00 | 10,50 | 11,49 | 162 | 177 |
Basilicata | 0,04 | 0,04 | 1,62 | 1,62 | 25 | 25 |
Calabria | 0,11 | 0,05 | 5,68 | 5,62 | 87 | 87 |
Totale | 0 | 0 | 100,00 | 100,00 | 1540 | 1540 |
Tabella 2: Totale percentuale di ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva stima corretta
Regioni a statuto ordinario | % popolazione | % di capacità fiscale | % dimensione geografica | % fabbis. sanitari | Totale percent. |
Piemonte | 8,78 | -0,94 | 0,00 | 0,44 | 8,28 |
Lombardia | 18,67 | -7,59 | -0,25 | 0,69 | 11,52 |
Veneto | 9,29 | -1,22 | -0,01 | -0,07 | 8,00 |
Liguria | 3,32 | 0,31 | 0,05 | 0,78 | 4,46 |
Emilia Romagna | 8,20 | -1,96 | 0,01 | 1,34 | 7,59 |
Toscana | 7,26 | -0,22 | 0,02 | 0,82 | 7,89 |
Umbria | 1,72 | 0,23 | 0,05 | 0,18 | 2,18 |
Marche | 3,01 | 0,14 | 0,05 | 0,03 | 3,24 |
Lazio | 10,85 | -1,97 | -0,04 | -0,63 | 8,21 |
Abruzzo | 2,62 | 0,69 | 0,05 | 0,03 | 3,39 |
Molise | 0,67 | 0,26 | 0,03 | -0,02 | 0,95 |
Campania | 11,83 | 5,53 | -0,07 | -1,71 | 15,58 |
Puglia | 8,36 | 4,01 | 0,00 | -0,89 | 11,49 |
Basilicata | 1,24 | 0,54 | 0,04 | -0,20 | 1,62 |
Calabria | 4,18 | 2,18 | 0,05 | -0,79 | 5,62 |
100 | 100 |
Tabella 3: Totale percentuale di ripartizione del 5 per cento della compartecipazione Iva stima Governo
Regioni a statuto ordinario | % popolazione | % di capacità fiscale | % dimensione geografica | % fabbis. sanitari | Totale percent. |
Piemonte | 8,78 | -0,94 | -0,19 | 0,44 | 8,09 |
Lombardia | 18,67 | -7,59 | 0,07 | 0,69 | 11,84 |
Veneto | 9,29 | -1,22 | 0,22 | -0,07 | 8,23 |
Liguria | 3,32 | 0,31 | 0,34 | 0,78 | 4,74 |
Emilia Romagna | 8,20 | -1,96 | 0,38 | 1,34 | 7,96 |
Toscana | 7,26 | -0,22 | 0,46 | 0,82 | 8,33 |
Umbria | 1,72 | 0,23 | 0,10 | 0,18 | 2,23 |
Marche | 3,01 | 0,14 | 0,20 | 0,03 | 3,38 |
Lazio | 10,85 | -1,97 | -0,32 | -0,63 | 7,93 |
Abruzzo | 2,62 | 0,69 | -0,09 | 0,03 | 3,25 |
Molise | 0,67 | 0,26 | 0,00 | -0,02 | 0,92 |
Campania | 11,83 | 5,53 | -0,33 | -1,71 | 15,32 |
Puglia | 8,36 | 4,01 | -0,98 | -0,89 | 10,50 |
Basilicata | 1,24 | 0,54 | 0,04 | -0,20 | 1,62 |
Calabria | 4,18 | 2,18 | 0,11 | -0,79 | 5,68 |
100 | 100 |
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