Sostituire l’Irap con un’imposta migliore non è facile. Lo dimostra l’insoddisfazione che circonda le proposte finora approntate. Ogni scelta impone di privilegiare un obiettivo a scapito di altri e si scontra con effetti redistributivi molto difficili da gestire politicamente. Sarebbe comunque opportuno evitare di moltiplicare le agevolazioni disperdendole su una miriade di microbiettivi. E prima di procedere con nuovi incentivi, andrebbero valutati con attenzione i costi e gli effetti dei sei interventi attuati sull’Irap negli ultimi sette mesi.

L’insoddisfazione sorta intorno alle diverse proposte di intervento strutturale sull’Irap mostrano come non sia affatto facile disegnare un’imposta (o un mix di imposte) migliore. In particolare, ogni scelta impone di privilegiare un obiettivo a scapito di altri e si scontra con effetti redistributivi molto difficili da gestire a livello politico.

Agevolazioni selezionate

Un modo per aggirare questi ostacoli è quello di abbandonare il terreno della riforma (o della sostituzione) dell’Irap e di provare a percorrere la strada, all’apparenza più facile, degli incentivi. Gli incentivi sono deroghe alle regole generali dell’imposizione, finalizzati a indurre gli operatori privati a compiere determinate scelte economiche a cui si riconosce un interesse collettivo. Anche questa strada richiede però la necessità di fare delle scelte, o quanto meno di individuare delle priorità, evitando che la fantasia si sbizzarrisca e, secondo un copione sempre uguale nel tempo, le richieste si moltiplichino, quasi che le agevolazioni fiscali fossero a costo zero. Al contrario, comportano un costo per l’erario assolutamente identico a quello che sarebbe provocato da trasferimenti espliciti (tant’è che nei paesi anglosassoni vengono denominate “spese fiscali”, tax expenditures, e contabilizzate in apposito bilancio). Per questo occorrerebbe una selezione molto accurata degli obiettivi nonché una valutazione molto attenta della efficacia ed efficienza (capacità di sortire l’effetto sperato al costo inferiore) delle agevolazioni proposte.
Quello che invece occorrerebbe evitare è il moltiplicarsi di agevolazioni poco monitorate nei loro effetti e disperse su una miriade di microbiettivi.
Mentre si discute su come tagliare 4 miliardi di euro dall’Irap per il 2006, c’è il rischio di dimenticare ad esempio che negli ultimi sette mesi sono già stati approvati ben sei diversi interventi che hanno interessato l’imposta. E che dovrebbero comportare, nei prossimi tre anni, costi per l’erario pari a 3,6 miliardi di euro (di cui 1,2 nel 2006). Riguardano, talvolta anche attraverso azioni a più riprese, i medesimi obiettivi per i quali nel dibattito in corso si continuano a chiedere interventi: sostegno alle piccole imprese e alla loro crescita, sostegno all’occupazione e agli investimenti in ricerca e sviluppo (vedi tabella 1).
Ad alcuni di questi obiettivi sono stati probabilmente dedicati stanziamenti insufficienti (per esempio, alla ricerca e sviluppo). Alcuni incentivi rischieranno di decadere prima ancora di potere essere utilizzati, o perché si attende il via libera della Unione Europea  (bonus occupazione) o perché mancano i decreti attuativi, come rischia di avvenire per il vecchio credito di imposta agli investimenti nelle aree svantaggiate. Altri sono esplicitamente pensati per un numero molto ridotto di soggetti: il premio alla concentrazione riguarda 17-18mila imprese al massimo. Altri ancora sono soggetti a tetti di spesa, e ne potranno quindi beneficiare solo i contribuenti che faranno domanda per primi (incentivi alla concentrazione delle piccole imprese). Forse, prima di procedere su questa strada, sarebbe corretto interrogarsi sui costi e sugli effetti di tanta frammentazione.

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Tab. 1. Interventi selettivi che hanno interessato l’Irap negli ultimi sette mesi

 

Situazione preesistente

Finanziaria 2005

Decreto competitività

(l. 80/2005)

Decreto legge 106/2005

PICCOLE

IMPRESE

Deduzione pari a 7500 euro per imprese con

base imponibile inferiore a 181.000 euro

(permanente)

Estensione deduzione piccole imprese da 7500 a 8000 euro

(permanente)

(costo previsto: 124 milioni per il 2006, 67 milioni per il 2007 e 67 milioni per il 2007)

  

OCCUPAZIONE

Per imprese con componenti positive di valore aggiunto non superiori a 400000 euro

Deduzione di 2000 euro per ogni dipendente fino a un max di 5 (permanente).

 

Deduzione per un importo pari a 20000 euro per ogni dipendente a tempo indeterminato aggiuntivo (nel limite dell’ incremento complessivo del costo del lavoro), 40000 euro nelle zone depresse.

Sostituisce bonus occupazione preesistente

(temporaneo)

(costo previsto: 315 milioni per il 2006, 484 milioni per il 2007 e 655 milioni per il 2008)

Ampliata deduzione per le aree svantaggiate: 100000 euro per il Sud, e 60000 euro per il Centro Nord

La deduzione è ammessa solo per il triennio 2005-2007

(temporaneo)

(costo previsto:

15 milioni per il 2005, 183 milioni per il 2006, 282 milioni per il 2007, 366 milioni per il 2008)

 

INVESTIMENTI

IN RICERCA E SVILUPPO

 

Deducibilità dei costi sostenuti per il personale addetto a ricerca e sviluppo

(permanente)

(costo previsto: 181 milioni per il 2006, 98 milioni per il 2007 e 98 milioni per il 2008)

  

CONCENTRA-

ZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

  

Credito di imposta usabile in compensazione (non solo dell’Irap), pari al 50% delle spese sostenute per studi e consulenze, inerenti all’operazione di concentrazione

(temporaneo e soggetto a tetto: 34 milioni per il 2005, 110 milioni per il 2006 e 57 milioni per il 2007).

Credito di imposta usabile in compensazione (non solo dell’Irap), pari al 10% della differenza tra: la somma delle basi imponibili Irap risultanti dalle

dichiarazioni di tutte le imprese che partecipano alla concentrazione o alla aggregazione e la più grande di tali basi imponibili.

(temporaneo e soggetto a tetto: 120 milioni di euro per il 2005, 242 milioni per il 2006 e 122 milioni per il 2007)

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