Lavoce.info

And the winner is…

E’ difficile valutare la partecipazione alle primarie nazionali. Tuttavia, si può provare a calcolare quale percentuale del proprio elettorato potenziale i diversi candidati siano riusciti a chiamare alle urne. Si scopre così che Prodi, nonostante il successo indiscusso in termini di preferenze ricevute, ha mobilitato solo il 24,16 per cento dei suoi elettori potenziali. Meglio di lui ha fatto lo “sconfitto” Bertinotti, con quasi il 34 per cento. Se poi i calcoli si fanno sugli elettori delle Europee, il vero trionfatore è Mastella, con oltre il 45 per cento.

Il 16 ottobre 2005 si sono svolte le primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra.
Vi ha partecipato il 26,15 per cento dell’elettorato potenziale dello schieramento, ovvero circa un elettore su quattro (vedi tabella 1). È sembrata una quota molto elevata, specie se confrontata con i sondaggi pubblicati dalla stampa prima della consultazione, secondo i quali era intenzionato a recarsi a votare solo il 13 per cento dell’elettorato di centrosinistra.

Un confronto difficile

In realtà, valutare il dato sulla base di esperienze simili è molto difficile.
Negli Stati Uniti, le elezioni primarie sono indette sia per la scelta del candidato presidenziale sia per quella dei candidati al Congresso, ma si svolgono con modalità diverse nei diversi Stati. E il livello di partecipazione elettorale è estremamente basso rispetto a quello della maggior parte delle democrazie occidentali. La media del 48 per cento nelle elezioni presidenziali si abbassa dai dieci ai trenta punti percentuali nelle elezioni di Midterm e nelle primarie. Il confronto con le primarie statunitensi, quindi, è poco significativo.
In Italia, le primarie su scala nazionale hanno costituito una novità assoluta. Il precedente più importante sono state le primarie del 16 gennaio 2005 in Puglia per la scelta del candidato presidente regionale: vi aveva partecipato il 7,4 per cento dell’elettorato potenziale di centrosinistra.
È difficile valutare la partecipazione alle primarie nazionali anche rispetto alle aspettative teoriche secondo cui il livello atteso di partecipazione in consultazioni del genere è basso. Tali aspettative presuppongono infatti una concezione strumentale della partecipazione. Se si considera il carattere essenzialmente simbolico della consultazione del 16 ottobre, in cui non era in gioco una scelta tra candidati egualmente competitivi, si può plausibilmente ipotizzare che tra coloro che si sono recati alle urne, pochi o tanti, sia prevalsa la volontà di “esprimersi”.

Leggi anche:  Fin dove arriva la responsabilità delle piattaforme

Chi ha vinto?

I risultati della consultazione hanno attribuito a Romano Prodi un successo indiscusso: 74,1 per cento delle preferenze. Questo successo, che ha prodotto immediate conseguenze in termini di future strategie elettorali, resta certamente il dato politico più rilevante. Tuttavia, come emerge dai dati riportati nella tabella 1, Prodi è riuscito ad attrarre solo il 24,16 per cento del proprio elettorato potenziale. Fausto Bertinotti, uscito “sconfitto” dalla consultazione, è riuscito a chiamare alle urne il 33,79 per cento del proprio elettorato potenziale, quasi il 10 per cento in più. Un risultato atteso dalla teoria, in base alla quale le primarie mobilitano maggiormente gli elettori che più si identificano in un candidato o più “estremi”.
Naturalmente si tratta di una semplificazione. I calcoli effettuati sono alquanto rozzi, dato che non tengono conto della possibilità di flussi interni al centrosinistra né della possibilità che una quota, anche marginale, di elettori del centrodestra abbia votato strategicamente per candidati diversi da Prodi.
Le percentuali sono state calcolate considerando la base elettorale delle politiche del 2001. Sottostimano pertanto il risultato di Prodi (la base elettorale includeva l’Udeur) e non consentono di valutare il potenziale di attrazione di altri candidati, ad esempio Clemente Mastella.
Se invece si assume come base elettorale il numero di elettori delle recenti elezioni per il Parlamento europeo (vedi tabella 2), i dati risultano falsati perché i livelli di partecipazione alle europee sono molto più bassi, specie per i partiti maggiori. Tuttavia, sulla loro base, si può affermare che il trionfatore delle primarie in termini di mobilitazione è stato Mastella, che è riuscito a portare alle urne il 45 per cento di elettorato potenziale. Mentre il successo di Antonio Di Pietro può considerarsi solo parziale.
L’ottimo risultato di un candidato centrista come Mastella è solo apparentemente in contrasto con quello di un candidato più “estremo” come Bertinotti, se si considera il forte radicamento territoriale dell’Udeur e la popolarità locale del suo leader.

Leggi anche:  Sulle telecomunicazioni il Rapporto Draghi ha luci e ombre

Tabella 1

Politiche 2001

Candidati alle primarie

Voti conseguiti alle primarie

Voto % conseguito alle primarie

% di elettorato potenziale mobilitato

DS

6.151.154

Prodi

3.182.686

74,1

24,16

MARGHERITA

5.391.827

GIRASOLE

805.340

PdCI

620.859

SVP

200.059

Totale

13.169.239

PRC

1.868.659

Bertinotti

631.592

14,7

33,79

Lista Di Pietro

1.443.725

Di Pietro

142.143

3,3

9,84

Mastella

196.014

4,6

Pecoraro Scanio

95.388

2,2

Scalfarotto

26.912

0,6

Panzino

19.752

0,5

Schede bianche

7.583

0,1

Schede nulle

9031

0,2

Contestate

48

Totale centro sinistra

16.481.623

Totale elettori

4.311.149

100

26,15

 

Tabella 2

 

Europee 2004

Candidati

% di elettorato potenziale mobilitato

Uniti nell’Ulivo

10.119.909

Prodi

28,80

PdCI

783.710

SVP

146.252

Totale

11.049.871

PRC

1.971.700

Bertinotti

31,98

Verdi

802502

Pecoraro

Scanio

11,86%

Lista Di Pietro

694.963

Di Pietro

20,40%

Udeur

420.089

Mastella

45,34%

 

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Fin dove arriva la responsabilità delle piattaforme

Precedente

Tattica giusta, strategia sbagliata

Successivo

Risparmio, una riforma da buttare

  1. raffaello morelli

    gli esami come questo, condotti seriamente in sede tecnica, confortano la conclusione (si possono vedere vari passaggi sul nostro sito http://www.liberali.it) che non si può davvero fondare sul presunto grande successo del candidato Prodi la presunta grande richiesta degli elettori della Primaria2005 dell’Unione di ritrovarsi nell’Ulivo (che dell’Unione non può che essere una parte, da sola inadeguata per vincere e per governare)

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén