Un confronto diretto fra i programmi dei due schieramenti in materia bancaria e finanziaria è difficile perché la Casa delle libertà ha scelto la semplicità del messaggio e l’Unione la complessità dell’analisi. Così la Cdl insiste sullo sviluppo della Banca del Sud e sull’introduzione del principio della libera, immediata e gratuita “portabilità” dei conti correnti. Mentre l’Unione individua due problemi generali: la scarsa concorrenza complessiva nei mercati bancari e la necessità di tutelare i risparmiatori. E indica una lunga serie di misure per risolverli.
Non è possibile un confronto diretto e semplice fra il programma della Casa delle libertà e quello dellUnione in materia bancaria e finanziaria non solo per la lunghezza (24 pagine circa il primo, 281 il secondo), ma soprattutto per il diverso criterio seguito: mentre il programma della Cdl elenca in modo sintetico le cose fatte e quelle da fare, il programma dellUnione compie una rassegna dei problemi esistenti e individua in modo analitico le strade da percorrere per risolverli.
Sono state due scelte diverse, che rispondono a diverse risposte che i due schieramenti hanno dato allinevitabile trade-off fra complessità dellanalisi e semplicità del messaggio.
Il programma della Casa delle libertà
Ciò detto, il programma della Casa delle libertà individua due sole misure in materia finanziaria:
a) Lo sviluppo della Banca del Sud;
b) Lintroduzione del principio della libera, immediata e gratuita portabilità dei conti correnti da una banca allaltra (come per i telefonini) per far crescere la competizione bancaria.
Il programma dellUnione
Il programma dellUnione in campo finanziario individua due problemi di carattere generale:
a) La scarsa concorrenza complessiva nei mercati bancari e quindi il maggior costo pagato dagli utenti, rispetto a quanto si osserva negli altri paesi dellUnione Europea. Per le imprese questo si traduce quindi in maggiori oneri e in un più elevato costo del capitale
b) La necessità di rafforzare la tutela dei risparmiatori, anche mediante un maggiore controllo dei conflitti di interesse delle banche nei confronti dei loro clienti e fra banche e imprese quando le prime finanziano propri azionisti o soggetti a esse comunque collegati.
Nulla dice il programma dellUnione circa iniziative paragonabili a quella della Banca del Sud. In questo senso, sembra ispirarsi a un recente filone di ricerca, promosso soprattutto dalla Banca dItalia, che sostiene che la ristrutturazione del sistema finanziario italiano non ha procurato danni rilevanti e permanenti alla disponibilità di fondi. Il problema, se esiste, dovrebbe essere risolto allinterno dellazione volta ad aumentare la concorrenza complessiva nei vari mercati bancari.
Per quanto riguarda in particolare gli interventi necessari a rafforzare la tutela dei risparmiatori, il programma dellUnione individua una lunga serie di misure, che possono essere riassunte nei seguenti punti:
· norme per la migliore corporate governance delle imprese;
· introduzione della class action (azione collettiva dei risparmiatori) per il risarcimento dei danni subiti;
· maggiori controlli sui conflitti di interesse delle banche nella prestazione dei servizi di investimento e nellattività di ricerca finanziaria;
· limiti quantitativi al finanziamento che le banche possono concedere a propri azionisti o soggetti collegati;
· riforma del diritto fallimentare.
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Francesco Burco
Da addetto ai lavori mi sfugge il significato della portabilità dei conti correnti.
L’analogia con la portabilità del numero di cellulare in particolare risulta fuori luogo.
Se per portabilità del conto corrente si intende la portabilità del numero di conto corrente ciò non fa i conti con la circostanza che nelle coordinate bancarie sono presenti, nell’unica stringa, anche i codici identificativi di banca e sportello.
Che senso avrebbe rinumerare tutti i conti correnti sostenendone i costi di sistema (per le imprese che dovrebbero aggiornare i database per i pagamenti pensiamo agli stipendi e per le banche) per rendere “portabile” il solo numero di conto, dovendo poi elaborare una codifica separata per l’identificazione (quantomeno) della banca e dello sportello?
Infatti, per effettuare un pagamento o un incasso nei confronti di una controparte sarebbe comunque necessario fornire al mio istituto bancario un codice identificativo della banca della mia controparte.
E’ chiaro che se la controparte ha cambiato banca, io ordinante devo conoscere questa informazione per non inviare un pagamento alla banca sbagliata e crare inefficienze e costi.
Oggi infatti nelle coordinate bancarie figurano il CIN, il codice ABI, il codice CAB, il codice numero di conto corrente.
Altrimenti l’unica soluzione possibile per rendere veramente portabile il numero di conto è la creazione di un database centrale nazionale con un’anagrafe di tutti i conti correnti bancari dei cittadini italiani che metta in connessione il numero del conto “portabile” alla banca presso cui è detenuto tale conto. Database naturalmente che deve essere dinamico e aggiornato giornalmente dalle banche.
I vantaggi che si otterrebbero mettendo in piedi tutto questo ambaradam tra l’altro mi sfuggono.