Alla vigilia dell’assemblea di Banca d’Italia è utile tracciare un bilancio di inizio mandato Draghi. Importante aver tolto i poteri discrezionali di Palazzo Koch. Erano in contrasto con il Tuf e impedivano al sistema bancario di crescere e diventare più efficiente. Bene anche la chiusura dell’Uic e le modifiche allo statuto. Restano aperte alcune questioni: rilancio del servizio studi, sistema di valutazione di impatto della regolamentazione, gestione del fondo pensione e delle filiali. Altri interventi, poi, spettano alla politica.
Giovedì Mario Draghi leggerà le sue Considerazioni finali davanti a un parterre de rois. Se la prima volta di Draghi era servita a evidenziare il distacco abissale rispetto al predecessore, oggi si sente meno la necessità di questa ricorrenza. Più importante provare a formulare delle considerazioni iniziali, interrogandoci su cosa è stato fatto nel primo anno e mezzo del governatorato Draghi. Proviamo dunque a tracciare un bilancio di questo inizio di mandato, con lavvertenza che, data l’alta caratura del governatore, ci si aspetta molto da lui.
Cosa è stato fatto
Il contributo più importante Draghi lo ha offerto togliendo poteri discrezionali a Banca d’Italia. È stato il segno più importante della svolta epocale consumatasi a Palazzo Koch. Cancellando tre righe delle istruzioni di vigilanza, quelle sull’obbligo di informativa in caso di aggregazioni bancarie prima delle riunione dei consigli di amministrazione, Draghi ha tolto un gesso che era in contrasto con le norme del Testo unico della finanza e impediva al nostro sistema bancario di crescere e diventare più efficiente. Ha anche segnalato a tutti che le aggregazioni bancarie erano benvenute e che la difesa dell’italianità non sarebbe stata usata come argomento. I risultati di questo cambiamento sono evidenti a tutti: in un anno sono nati due colossi a livello continentale. E tre delle prime sei banche italiane sono controllate da stranieri: Bnp-Paribas, Abn-Amro e Crédit Agricole.
In questo modo abbiamo oggi due banche italiane (di cui una con una robusta presenza internazionale) di dimensioni ed efficienza comparabili a quella dei maggiori attori mondiali. Allo stesso tempo, il nostro mercato può vantarsi di essere tra i più aperti fra quelli dellEuropa continentale.
Era una condizione necessaria, ma non sufficiente, per migliorare la qualità dei servizi bancari per gli utenti. Eora auspicabile che insieme alle economie di scala aumenti anche la concorrenza perché i miglioramenti di efficienza si trasferiscano agli utenti finali.
Il governatore ha anche chiuso l’Ufficio italiano cambi (Uic), dando un primo taglio ai costi dell’istituto, tra cui quelli relativi al suo compenso personale (i suoi predecessori sommavano al compenso di governatore un’alta indennità quale presidente dellUic). Bellesempio.
Come richiesto dalla nuova legge sul risparmio, Banca dItalia ha anche cambiato il proprio statuto con importanti modifiche nella governance e nella organizzazione interna. Soprattutto lintroduzione del principio di collegialità può garantire più meditate e corrette decisioni in materia di vigilanza, superando i rischi di abuso tipici degli organi a struttura monocratica e rafforzando i presidi di autonomia e indipendenza. Questo cambiamento è stato imposto dal legislatore, ma significativo comunque che si sia compiuto sotto il governatorato Draghi.
Con la riforma del risparmio è stato cancellato il potere autocratico di cui sinora godeva il Governatore. La composizione del direttorio è diventata in questo nuovo quadro normativo cruciale. Il direttorio è stato allargato e sostanzialmente modificato. Le nuove immissioni sono persone di esperienza e capacità. Sono tutte di provenienza interna, ma hanno acquisito rilevanti esperienze allestero.
Cosa non è stato ancora fatto
Forse in un anno e mezzo era difficile fare di più. Ma è utile ricordare le cose che rimangono da fare, soprattutto per quanto riguarda la struttura interna di Bankitalia. È unistituzione troppo importante per il nostro paese.
Il servizio studi è sempre stato il fiore allocchiello della Banca. Marginalizzato nellera Fazio, deve oggi essere rilanciato. Anche perché, come nelle altre banche centrali dellarea euro, i governatori oggi contano soprattutto per la forza delle loro argomentazioni. A differenza della Bundesbank, la Banca dItalia non è ancora andata sul job market internazionale cercando proprio le competenze di cui ha più bisogno. Il sistema di assunzione a Palazzo Koch è rimasto ancora lo stesso.
La legge sul risparmio ha meglio definito i contorni della vigilanza bancaria ancorandola alle esigenze di stabilità e riducendo i rischi di abuso della discrezionalità, rendendo trasparenti le procedure e aumentando le garanzie nei controlli. A questo punto, assieme al maggiore coinvolgimento dei soggetti vigilati nella fase di consultazione sui provvedimenti da adottare, è importante definire un più organico sistema di valutazione di impatto della regolamentazione. La ristrutturazione del servizio studi prevede unespansione dellarea dedicata agli studi di banking, regolamentazione e finanza che sarà di grande aiuto in questo processo.
Se Banca dItalia vuole essere credibile nel chiedere al governo di riformare le pensioni e nellauspicare la separazione tra mondo bancario e gestione del risparmio, non può mantenere al suo interno la gestione del fondo pensione dalla Banca, anche perché nel portafoglio sono inclusi pacchetti consistenti di importanti società quotate italiane. Deve separarlo e affidarlo a terzi. Bisogna uniformarsi alla normativa che vale per tutti e che impone che il patrimonio e la gestione di un fondo siano separati da quelli degli enti e aziende che lo costituiscono e promuovono.
Anche il piano di chiusura delle filiali non capoluogo di regione, sta procedendo con molta cautela. Vero che il governatore ha di fronte a sé la forte opposizione del sindacato interno e di molti politici locali, ma anche lesecutivo, spesso criticato per la sua incapacità di ridurre gli esuberi nel pubblico impiego, si scontra non solo con uno, ma con tutti i sindacati.
Cosa spetta alla politica
Molte altre cose non spettano a Draghi, ma al legislatore. Bene comunque ricordarle.
In primis, non è stato risolto il rapporto con gli organi di governo. Nel disegno di legge sulla riforma delle Autorità viene abolito il Comitato interministeriale credito e risparmio (Cicr), ma non è ben chiaro se in capo al governo rimangano ancora poteri di indirizzo in materia di vigilanza e stabilità. È unambiguità che chi ha a cuore lindipendenza e lautonomia della vigilanza deve risolvere.
Non è stato neanche affrontato il problema della proprietà della banca, un istituto di diritto pubblico, ma partecipato dalle banche, cioè da privati soggetti al suo controllo. E unanomalia che non genera problemi immediati, ma che è ormai necessario affrontare.
Il disegno di legge sulla riforma delle Autorities prevede un intervento ispirato a criteri di limitazione al possesso delle quote di partecipazione e di tutela dellindipendenza della Banca Centrale, ma è ancora fermo in Parlamento,e non ci sono prospettive di una rapida approvazione.
Infine, occorre che nellagenda politica entri definitivamente il problema dellintegrazione a livello europeo nella vigilanza bancaria (così come in quella sui mercati finanziari). Sinora sono stati fatti passi importanti sul piano del coordinamento, ma è indubbio che unautorità europea sarebbe più efficace per il controllo di gruppi bancari con diramazioni in tutto il territorio comunitario. Allontanerebbe anche il rischio di interventi da parte delle autorità nazionali volti a favorire aggregazioni fra intermediari in base a logiche esclusivamente di bandiera accelerando la strada verso la creazione di un mercato europeo dei servizi finanziari senza barriere protezionistiche.
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Lorenzo Marzano
Prendo atto con piacere che il Dr Mario Draghi ha rinunciato di fatto alla extra remunerazione legata alla Presidenza dell’UIC in quanto Ente inglobato nell’Istituto . Per contro – se l’Espresso non ha mentito -parlando tempo fa di privilegi vari della PA e “assimilati” – ha affermato che le retribuzioni del Governatore e dei membri del Direttorio sono segrete e questo non mi pare un bell’esempio di trasparenza e non consente comunque di valutare appieno lla portata di tale “rinuncia” economica con eventuali effetti compensativi . Peraltro, come a voi ben noto, l’Economist non so in base a quali dati, ha più volte fornito dei livelli retributivi del Governatore Bankitalia superiori a quelli di tutti gli altri membri del G8 e superato solo da Hong Kong . In attesa di un auspicabile smentita vi saluto cordialmente Lorenzo Marzano
Alessandro D'Amato
Avete riportato nell’articolo che il governatore della banca d’italia ha chiuso l’Uic. La notizia è infondata. L’Uic esiste ancora ed è operante. Dovreste sapere che per chiudere l’Uic è necessaria una legge del Parlamento. Nel ddl per la riforma delle authority sono comprese norme che integrano l’Uic in B.I.. Il Ddl per ora giace al Senato. Quanto all’indennità, il vertice della Banca non la percepisce più dal momento della traformazione dell’Uic in ente strumentale (a partire dal 1998, stando a quanto si sa). La cosa andrebbe verificata.
La redazione
Grazie dell’giusta osservazione. L ‘art. 8 del disegno di legge di riforma delle Autorities prevede il passaggio delle competenze dell’UIC alla Banca d’Italia ed è quindi necessaria l’approvazione del provvedimento. Peraltro, il concetto espresso nell’articolo, e cioè quello di una opportuna semplificazione attraverso una integrazione
dell’UIC nella Banca d’Italia non muta. Semplificazione alla quale, e di questo appunto diamo atto, aderisce lo stesso Governatore.
Nell’intervento alla Giornata mondiale del risparmio il 31 ottobre 2006 ha fatto esplicito riferimento ad un documento sull’ assetto organizzativo della Banca d’Italia che “prevede anche l’incorporazione dell’UIC” (p. 17) . *
roberto
In realtà l’intera struttura dell’UIC verrà inserita nell’organigramma della Banca d’Italia senza significativi interventi sul numero delle risorse. Quindi a mio gioudizio nono ci saranno significativi risparmi e poi nella fase iniziale ci potrebbero essere problemi di integrazione fra le due strutture ora separate.
Roberto