PARTITO DEMOCRATICO
Pressione fiscale e azioni di contrasto allevasione
Subito: aumento detrazione per lavoro dipendente, per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori, specie con salario basso.
Dal 2009, riduzione graduale delle aliquote Irpef, di un punto allanno per tre anni
Il finanziamento deve venire principalmente dal contrasto allevasione fiscale, consolidando e ampliando i risultati ottenuti negli ultimi anni. Niente condoni
Fisco e famiglia
Dote fiscale per i figli (al posto di assegni familiari e detrazioni):
– 2500 euro per il primo figlio;
– universale (cioè rivolta tutti i contribuenti),
– crescente al crescere del numero dei figli e decrescente in funzione della condizione economica del nucleo familiare.
– riconosciuta mese per mese in busta paga o come minore imposta o come trasferimento in caso di incapienza.
Credito di imposta (o trasferimento in caso di incapienza) per lavoratrici, adeguato a sostenere le spese di cura, graduato in funzione del livello del reddito e del numero di figli. Riconosciuto in un primo tempo alle donne del Sud e poi esteso a tutto il territorio nazionale.
Fisco e casa
Tassazione dei redditi di locazione ad aliquota fissa.
Aumento della detraibilità della rata sui mutui prima casa.
Detraibilità di una quota fissa dellaffitto pagato (ampliamento della detrazione per gli affitti già introdotta dal governo Prodi).
Fisco, imprese e lavoro
Incentivi fiscali alla crescita dimensionale delle imprese, e al private equity.
Regime per i contribuenti minimi e marginali esteso, per opzione, ai contribuenti con ricavi inferiori ai 50mila euro (contro i 30mila attuali).
Abbattimento aliquota dacconto al 10 per cento.
Studi di settore: mai retroattivi, no ad accertamenti reiterati, maggior peso della dimensione territoriale.
Detassazione in capo al lavoratore degli incrementi contrattuali di secondo livello: il Ddl fiscale chiarisce che si deve trattare di una detrazione al 23 per cento e gli incrementi agevolati non possono eccedere i 2500 euro.
Costi e coperture
Per i provvedimenti che sono stati inglobati nel Ddl sul fisco è indicata una quantificazione e unipotesi di copertura. In altri casi la copertura è più generica. Si condiziona esplicitamente lattuazione delle politiche allesistenza di una copertura credibile, ricorrendo anche allipotesi di utilizzo dei cosiddetti fondi negativi attraverso i quali si vincola lattuazione dei provvedimenti di maggiori spese o minori entrate allapprovazione di altri provvedimenti, in itinere, che devono garantire le risorse necessarie al loro finanziamento.
POPOLO DELLA LIBERTÀ
Pressione fiscale e azioni di contrasto allevasione
Pressione fiscale sotto il 40 per cento (nel 2007 era il 43,3 per cento).
Aliquota massima dellIrpef al 33 per cento.
Rafforzamento delle misure di contrasto allevasione già contenute nella Legge finanziaria del governo Berlusconi. Giulio Tremonti ha dichiarato che non ci saranno condoni.
Fisco e famiglia
Quoziente familiare (in sostituzione delle detrazioni per carichi di famiglia): lIrpef non grava sul reddito individuale ma su quello familiare. A parità di reddito familiare, laliquota media dellIrpef decresce al crescere del numero dei famigliari.
Riduzione Iva per prodotti infanzia.
Abolizione delle imposte sulle successioni e sulle donazioni.
Fisco e casa
Abolizione completa dellIci sulla prima casa.
Graduale e progressiva tassazione separata dei redditi di locazione.
Stabilizzazione di agevolazioni per risparmio energetico e ristrutturazioni (che già esistono) e incentivi fiscali alla costruzione per posti auto sotterranei.
Bonus locazioni per giovani coppie e meno abbienti.
Fisco, imprese e lavoro
Abolizione graduale dellIrap.
Credito per imprese che assumono giovani e che trasformano contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato.
Sperimentazione di un periodo no tax per nuove iniziative imprenditoriali e professionali dei giovani.
Riforma degli studi di settore dal basso.
Versamento Iva solo dopo leffettivo incasso della fattura.
Detassazione degli straordinari.
Graduale detassazione delle tredicesime.
Costi e coperture
Il costo delle singole politiche non viene quantificato. Se ne prospetta spesso unintroduzione graduale, a indicare la consapevolezza di un problema di copertura. Questo è importante specialmente per lipotesi di abolizione dellIrap che, da sola, costerebbe di più di tutto il programma fiscale del Pd.
COMMENTI
Pressione fiscale e azioni di contrasto allevasione
Labbattimento di tutte le aliquote Irpef di un punto percentuale, proposto dal Pd, riduce il carico fiscale per tutti i contribuenti. Labbattimento dellaliquota massima al 33 per cento, proposto dal Pdl, concentra il beneficio sui redditi alti e in special modo su quelli superiori ai 75mila euro e esclude dal beneficio i soggetti con reddito sotto i 28mila euro: le aliquote dellIrpef attualmente superiori al 33 per cento sono infatti quella al 43 per cento per redditi superiori ai 75mila euro, quella al 41 per cento per redditi compresi fra 55mila e 75mila euro e quella al 38 per cento per redditi compresi fra i 28mila e i 55mila euro.
Lintervento sulla detrazione per lavoro dipendente proposto dal Pd è esteso ai lavoratori atipici ed è pensato anche come compensazione del fiscal drag.
Lobiettivo del Pdl di portare la pressione fiscale al di sotto del 40 per cento è lo stesso enunciato nella campagna elettorale precedente.
Nel campo del recupero dellevasione il programma del Pd si rifà ai successi del governo Prodi (stimati in più di 20 miliardi in due anni) e conferma limpegno nella medesima direzione. Quello del Pdl richiama lultima Legge finanziaria del governo Berlusconi che prevedeva come misura principale di contrasto allevasione il coinvolgimento dei comuni. A questa legge è stata data attuazione nel dicembre 2007.
Fisco e famiglia
Il problema principale del passaggio al quoziente familiare, proposto dal Pdl, è che riconosce un abbattimento di imposta tanto più alto quanto minore è il numero dei percettori e quanto più alta è la differenza fra i redditi da essi percepiti. Il vantaggio maggiore va quindi alle famiglie monoreddito con reddito elevato. Data questa caratteristica, disincentiva lofferta di lavoro femminile.
Il quoziente familiare non dà alcun sostegno alle famiglie con debiti di imposta bassi o nulli, diversamente da quanto avviene con la dote proposta dal Pd. A queste famiglie resterebbero gli assegni familiari che però non sono universali (i lavoratori autonomi non ne godono).
Unificare le misure monetarie a favore delle famiglie con i figli, come nel caso della dote, avrebbe il pregio di rendere trasparente e valutabile laiuto che complessivamente si ottiene dallo Stato.
Il credito di imposta alle lavoratrici, proposto dal Pd, considera il costo del lavoro di cura (che si deve comperare da altri se si va a lavorare) come un costo di produzione del reddito. Non è pensato come sostitutivo dellofferta di servizi (asili nido, e servizi a favore di anziani non autosufficienti). Bisognerebbe che fosse chiaro che tiene conto non solo della cura dei figli ma anche di quella degli anziani non autosufficienti.
LIva è unimposta armonizzata, quindi il suo abbassamento sui prodotti per l’infanzia è una decisione che non può essere presa da un singolo Stato. E limposta di successione già oggi si applica solo alle eredità che superino una franchigia di un milione di euro per il coniuge e per ciascun erede in linea retta.
Fisco e casa
La parte fiscale della politica per la casa è simile fra i due programmi. La maggiore differenza è data dal fatto che il Pdl prevede labolizione totale dellIci sulla prima casa. Questa misura avrebbe però leffetto di aumentare la dipendenza dei Comuni dai trasferimenti erariali. Sotto il profilo distributivo, essendo lIci sulla prima casa già stata ampiamente ridotta dal governo Prodi, la misura andrebbe principalmente a favore dei contribuenti con case più lussuose.
Fisco, lavoro e imprese
Labolizione dellIrap proposta dal Pdl era stata promessa anche nella precedente campagna elettorale. È difficile da realizzare perché comporta una grossa perdita di gettito (circa 38 miliardi) e perché lIrap è la fonte principale di autonomia tributaria delle regioni.
Per quanto riguarda le altre misure, vale lavvertenza generale che non è corretto pensare che tutti i problemi possano essere affrontati con incentivi fiscali.
Attenzione ai possibili effetti delle proposte. Per il Pd, lampliamento del tetto del regime per contributi minimi andrebbe subordinato alleffettiva capacità di controllare che non faciliti lentrata nel regime di soggetti che rientrano nel limite di ricavi indicato solo perché nascondono al fisco leccedenza. Per il Pdl, il differimento del versamento dellIva al momento delleffettivo incasso potrebbe aumentare la complessità del sistema.
Per gli incrementi contrattuali di secondo livello e gli straordinari, si veda la scheda sul lavoro.
Non si comprendono le motivazioni per cui detassare le tredicesime, come proposto dal Pdl. È unoperazione costosissima (circa 8 miliardi) che introdurrebbe una discriminazione ai danni di chi non ha la tredicesima (lavoratori atipici) e che favorirebbe soprattutto soggetti con alti redditi. A maggior ragione se la detassazione avvenisse sotto forma di applicazione di unaliquota ridotta.
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DVD
Credo che oggi, con il mondo globalizzato e perciò economicamente più sensibile a ciò che accade dall’altro capo del mondo in cui si vive e si mangia, il fisco locale (Italiano) riveste "ancora" un ruolo centrale per la copertura della spesa corrente e possibile riduzione dell’arretrato senza avere però il potere di condizionare il luogo della tassazione, e dico io, della grande tassazione (delocalizzazione produttiva). Viene così meno di fatto, il principio cardine della capacità contributiva e la gente comune lo avverte, ed è inutile poi prendersela con le altre categorie e con chi non riesce a delocalizzare ma ha una p.iva. Viene allora spontaneo pensare che sistemi più antidemocratici come quello Cinese siano da osservare meglio (imitarli). A questo malcontento il Fisco attuale contribuisce parecchio perchè incide quotidianamente su tutti e lo si percepisce iniquo da tutte le categorie di lavoratori e pensionati! Ho trovato interessante l’iniziativa delle Pmi di Mestre che ha pubblicizzato sui tram il livello di stipendio netto che và in tasca ad un’Italiano ad uno Spagnolo e ad un’Irlandese a parità di stipendio lordo. Partiamo da lì e lo Stato pretenda meno!
Alberto Lusiani
Leggo l’affermazione che “l’Irap è la fonte principale di autonomia tributaria delle regioni”. A dispetto del nome, l’Irap e’ una tassa statale, come sancito perfino da una sentenza della Corte Costituzionale. Il suo gettito va tutto allo Stato, che poi finanzia le Regioni con trasferimenti che nulla hanno a che fare con l’IRAP pagata dai contribuenti.
La redazione
Caro lettore, mi dispiace ma è lei ad essere in errore. L’Irap (Imposta Regionale sulle attività produttive)è stata istituita con legge statale ma è un’imposta regionale proprio nel senso che il gettito va alle Regioni in cui avviene la produzione. In particolare, se l’attività è esercitata nel territorio di più regioni, la ripartizione della base imponibile fra di esse avviene in proprozione alle retribuzioni del personale operante in ciascuna Regione. Le regioni hano un margine di autonomia nell’aumentare o dominuire l’aliquota entro il massimo di un punto percentuale e possono differenziare l’onere fra settori produttivi e soggetti passivi. Per sancire con ancora maggior forza la natura regionale del tributo, la finanziaria per il 2008 ne ha previsto l’istituzione con legge regionale a partire dal 1° gennaio 2009. A partire da quella data gli
spazi di autonomia riservati alle regioni saranno ancora maggiori.
Emanuele
Ancora una volta una serie di promesse ridicole senza alcuna possibilità di tradursi in provvedimenti legislativi. La vera innovazione non è cambiare nome ai partiti. Una proposta politica veramente innovativa e di rottura col passato avrebbe dovuto mettere la riduzione della spesa pubblica ai primi posti dei propositi di governo. Avrebbe dovuto spiegare in modo credibile e con dovizia di dettagli le misure in grado di far raggiungere questo risultato. Siamo probabilmente il Paese con maggiore evasione fiscale d’Europa ma anche con altissima pressione fiscale. Il risultato e’ che in Italia chi paga le tasse è molto piu’ spremuto che altrove. Possibile che ci sia tanta gente disponibile a subire tale abuso?