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CONTRO LA DETASSAZIONE DEGLI STRAORDINARI

Nonostante sembri mettere tutti d’accordo, il provvedimento ha evidenti conseguenze negative. Svantaggia i lavoratori più deboli che fanno comunque meno straordinari e che avranno più difficoltà a trovare un lavoro. A guadagnarci saranno soprattutto le imprese, che riusciranno per questa via a ottenere un abbassamento del costo del lavoro e una maggiore flessibilità di utilizzo della manodopera. Se si vuole rendere più competitivo il nostro paese intervenendo sul costo del lavoro, si può farlo in modi diversi e più efficaci. Per esempio, abbassando le tasse sul lavoro.

Una delle promesse con cui Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni è quella di detassare gli straordinari. Confindustria tiene molto alla proposta e anche i sindacati sembrano interessati, dal momento che i primi a esserne beneficiati dovrebbero essere proprio i lavoratori, anche i sindacati sembrano interessati. Il Sole 24 Ore cita, per esempio, il caso dell’operaio metalmeccanico che guadagna 1.300 euro lordi al mese e che potrebbe guadagnare fino a 580 euro in più se svolgesse tutte le 250 ore di straordinario previste dal contratto, che arriverebbero a 610 euro se si considerasse anche il risparmio sulle addizionali comunali e regionali all’Irpef.

PERCHÉ È SBAGLIATO

Eppure, le conseguenze negative di un tale provvedimento dovrebbero essere evidenti a chiunque mastichi un po’ di economia.
I punti principali per cui la detassazione degli straordinari è sbagliata sono diversi: (1) la misura introduce una distorsione nel funzionamento del mercato; (2) tale distorsione penalizza i lavoratori più deboli e avvantaggia invece quelli più forti, riducendo la progressività del sistema fiscale; (3) in ultima analisi a guadagnarci sarebbero soprattutto le imprese, che riuscirebbero per questa via a ottenere non solo un abbassamento del costo del lavoro, ma anche una maggiore flessibilità di utilizzo della manodopera (4) ciò configurerebbe l’ennesimo esempio di riforma “al margine”, ovvero una riforma che invece di rimediare a eccessi e distorsioni della normativa, trova scappatoie che introducono nuove distorsioni e nuovi problemi; (5) la riforma sembra ispirata da una visione ideologica della società e del ruolo dei cittadini, in cui “lavorare è bene e lavorare di più è meglio”, a prescindere da una seria analisi che evidenzierebbe al contrario come i workaholics andrebbero invece disincentivati, se si guarda al benessere della società. Questo a prescindere dai costi per l’erario che non sono indifferenti (1).
I primi due punti sono i più ovvi: privilegiare il trattamento fiscale degli straordinari ne favorisce il ricorso. Ma gli straordinari sono appannaggio quasi esclusivo dei lavoratori più “forti”: maschi, più qualificati, giovani o comunque non anziani. La misura non favorirebbe dunque se non marginalmente i lavoratori “deboli”, proprio quando il grosso problema del mercato del lavoro italiano continua a essere costituito dai bassi tassi di occupazione di donne, anziani, eccetera. A titolo di esempio, ricordiamo che i tassi di occupazione femminile in Italia sono i più bassi d’Europa (a 25 paesi), con l’eccezione di Malta, e che più di una donna su due in età di lavoro sta a casa. Inoltre, il vantaggio fiscale è crescente con il crescere delle aliquote che verrebbero “risparmiate”, e quindi con il reddito dei lavoratori, il che riduce la progressività. Ad esempio, un lavoratore con aliquota marginale del 23 pe cento “porta a casa” per ogni ora di straordinario un salario netto maggiorato del 29,9 per cento grazie all’esenzione; aliquote superiori (rispettivamente: 33, 39 e 43 per cento) si accompagnano a benefici significativamente superiori (rispettivamente: 49,3, 63,9 e 75,4 per cento del salario netto).
Tuttavia, se è vero che il lavoratore risparmia l’Irpef, è pur vero che l’impresa paga un costo del lavoro superiore: in generale infatti il lavoro straordinario è pagato di più – il 50 per cento di più nei giorni lavorativi (al di fuori del normale orario di lavoro), e addirittura il doppio nei weekend e nei giorni festivi. (2) Fatta 100 la retribuzione lorda di un operaio di una grande industria, il costo del lavoro ordinario per l’impresa è pari a 132, mentre quello del lavoro straordinario, con retribuzione lorda incrementata a 150, è pari a 198. Dove sono dunque i vantaggi per le imprese? Ci sono, certo che ci sono. E provengono da due fonti. Per prima ll’impresa può appropriarsi di una parte almeno dei vantaggi derivanti dall’esenzione, lasciando quindi i lavoratori indifferenti rispetto alla proposta di riforma, potrebbe pagare lo straordinario come un’ora di lavoro normale già a partire dallo scaglione del 33 per cento, e realizzerebbe uno sgravio nel costo del lavoro a partire dagli scaglioni successivi.
Ma soprattutto il ricorso al lavoro straordinario è flessibile per definizione, e può essere aumentato o diminuito a piacere senza incorrere in alcun tipo di sanzione o conflitto. In altri termini, prima di assumere una nuova persona l’impresa può prendere in considerazione l’ipotesi di chiedere lo straordinario ai suoi dipendenti. Il maggior costo del lavoro straordinario, nonché la riluttanza dei dipendenti a fornire lavoro straordinario oltre una certa misura, determina la soglia oltre la quale il gioco non è più possibile, e l’impresa decide di assumere. La detassazione degli straordinari modifica gli incenti di impresa e lavoratori nella direzione di favorire la sostituzione di lavoro " normale" con lavoro straordinario: in altre parole un trade-off tra ore di lavoro per dipendente e numero di dipendenti. Non solo dunque i lavoratori più deboli risultano svantaggiati perché fanno meno straordinari, ma anche perché hanno più difficoltà a trovare un lavoro (a parità di domanda): lavorare di più, lavorare in meno. Il passo successivo sarà allora quello di contrattare un orario di lavoro “ordinario” più breve, con una retribuzione di base inferiore, in modo da poter incrementare ulteriormente il ricorso al lavoro straordinario, e flessibile. Ci guadagneranno le imprese e i lavoratori “forti”, a prezzo però di una forte riduzione del tempo libero, ci perderanno i lavoratori “deboli”. (3)

IL PRECEDENTE FRANCESE

Esiste un precedente, che sicuramente sarà ben presente a Berlusconi: la detassazione degli straordinari realizzata da Nicolas Sarkozy. Eppure, molti commentatori (4)  sono critici rispetto a questa misura, valutandola positivamente solo in quanto permette di superare il limite delle 35 ore settimanali, che in Francia è diventato un baluardo dei sindacati difficilmente attaccabile
Ma ha senso contrapporre al mito della settimana corta quello di Stakanov?
È vero che in Italia le settimane lavorative sono più corte che altrove: la media è di 37 ore, più bassa per esempio di quella degli Stati Uniti (38,8). Ma il numero di ore lavorate è comunque più alto che in molti paesi europei, come Germania (34,5), Francia (36,2) e Gran Bretagna (36,4).

Tabella 1: Ore settimanali lavorate nel lavoro principale (dipendenti) e tasso di occupazione complessivo, anno 2006. Paesi in ordine decrescente per ore settimanali lavorate.

  Ore settimanali Tasso di occupazione
Giappone .. 76.0
Slovacchia 40.5 59.6
Repubblica Ceca 40.4 66.1
Ungheria 40.1 57.7
Polonia 40.0 55.4
Grecia 39.8 62.3
Portogallo 39.1 72.5
Stati Uniti 38.8 74.8
Spagna 38.3 66.2
Austria 37.5 71.0
ITALIA 37.0 59.4
Finlandia 36.9 69.7
Gran Bretagna 36.4 74.2
Francia 36.2 62.6
Australia 36.1 73.7
Svezia 35.7 75.9
Canada 35.7 74.4
Irlanda 35.1 69.6
Belgio 35.0 60.8
Danimarca 34.5 78.2
Germania 34.5 68.2
Olanda 29.7 73.3

                                               Fonte: Ocse

Come si evince dalla Tabella 1, il problema non è tanto lavorare di più, quanto fare in modo che più persone lavorino.

(1) Si veda l’articolo di Baldini e Leonardi sulla rivista online www.nelmerito.com
(2) In Francia, a titolo di esempio, la maggiorazione è più contenuta: + 25 per cento.
(3) Esiste certo la possibilità che l’utilizzo più massiccio del “nocciolo duro” di lavoratori più qualificati e volenterosi accresca la redditività dell’impresa al punto che vengano aperti nuovi posti di lavoro. Ma l’effetto dello straordinario sulla produttività (media) è quantomeno incerto, come chiunque rimanga seduto per ore a una scrivania sa benissimo.
(4) Si veda l’articolo di Charles Wyplosz del 5 giugno 2007 sul sito www.telos-EU.com.

 

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39 commenti

  1. Mirko

    Sono un elettore di centro sinistra, ma sono anche un quadro e scusate, ma stavolta questo provvedimento spero entri in vigore e non ne posso veramente più di pagare sempre io. Ho visto dai redditi online che pagano 5 volte il mio barista per non parlare degli ambulanti che non dichiarano nulla e si comprano i mercedes. Mi tocca anche dire bravo al Berlusca. Cose i pazz.

  2. Claudio Resentini

    Interessante articolo che tiene insieme molte cose, compreso il concetto di progressività dell’imposizione fiscale. E’ bene ricordare che per Berlusconi la progressività del prelievo fiscale è un feticcio da abbattere non un principio costituzionale o un criterio di giustizia sociale. Non so se qualcuno si ricorda quando all’inizio della sua "carriera politica" teorizzava l’aliquota unica (se non ricordo male il 35%) su tutti i redditi. E’ bene in questo periodo e con questo clima di "riformismo bipartisan" richiamare il più possibile i principi costitutivi del nostro vivere civile per evitare che qualcuno ne faccia carta straccia.

  3. Fabio Giordano

    Dissento fortemente dalle conclusioni tratte da questo articolo, per diversi motivi: 1 – gli italiani hanno bisogno di guadagnare di più; non tutti posso farlo, ma questo è un punto di partenza 2 – le aziende sono quelle che ci guadagnano di più: qual’è il problema? E’ un reato guadagnare? Se le aziende italiane saranno aiutate e non tartassate forse riusciremo ad uscire da questa difficile congiuntura 3 – un limite all’utilizzo di questo strumento è implicito (il costo dello straordinario), un altro potrebbe essere esplicitato abbassando il numero massimo di ore di straordinario.

  4. Loredana Fossaceca

    Lo slogan ha riempito le piazze per decenni, ma l’unico paese che abbia deciso di lanciarsi nella settimana di 35 ore mi sembra che sia stata la Francia. E i risultati negativi in termini di tasso di disoccupazione non hanno esitato a farsi vedere. Tant’è che un qualche recupero è stato ottenuto solo con l’introduzione dei contratti flessibili e del lavoro temporaneo. Quindi lo slogan “lavorare meno, lavorare tutti” rimane una vuota dichiarazione ideologica, visto che nella pratica le aziende non assumono di più allo scendere del monte ore settimanale. E non assumono di più semplicemente perché il lavoro straordinario va a coprire un bisogno che non è soddisfacibile attraverso nuove assunzioni. Lo stato deve mantenersi appunto neutrale senza privilegiare chi vuole lavorare o chi vuole avere maggior tempo libero. Non si capisce però dove sia la neutralità quando alle ore di lavoro straordinario vengono applicate le aliquote di imposizione marginale più elevate. La neutralità è effettiva quando la progressività colpisce coloro che “guadagnano di più” e non coloro che, con sacrificio personale, “lavorano di più” ma senza sensibili differenze nella retribuzione oraria.

  5. enzo staltari

    L’analisi evidenzia correttamente i limiti della detassazione degli straordinari ma non abbiamo sentito nessuno, in campagna elettorale, opporsi con elementi concreti. C’è da aggiungere che un tale strumento può andare a vantaggio di aziende e lavoratori che operano in aziende strutturate ma esclude le aziende operanti nel mezzogiorno e soprattutto gli ancora più deboli lavoratori del mezzogiorno che talvolta non percepiscono nemmeno il salario minimo, figuriamoci gli straordinari.

  6. Valerio Speziale

    Brevi osservazioni: a) le donne effettuano meno lavoro straordinario per la difficoltà di conciliare tempi di famiglia e tempi di lavoro: la detassazione degli straordinari non incide su tale questione (perché né incrementa né diminuisce il lavoro extra delle donne); b) il lavoro straordinario costa di più per l’azienda, che non ha un vantaggio economico dalla sua incentivazione, perché non vi sono riduzioni contributive o altri benefici; c) l’impresa non può "appropriarsi di una parte almeno dei vantaggi derivanti dall’esenzione": se lo facesse si approprierebbe illegittimamente di una quota di salario. Se agisse in questo modo, commetterebbe un illecito contrattuale (come se pagasse il lavoratore meno di quanto previsto dal contratto); c) numerosi studi dimostrano che non vi è correlazione tra aumento o diminuzione dello straordinario e nuove assunzioni: gli imprenditori preferiscono utilizzare lo straordinario, anche se costa di più, perché la produttività dei propri dipendenti è superiore a quella di un nuovo assunto; d) vi sono altri argomenti che non posso esprimere per ragioni di spazio

  7. Sciarpi

    La detassazione degli straordinari è stato un bell’acchiappa voti. Perchè io lavoratore devo essere incentivato a lavorare di più? Non sarebbe più utile alleggerire la pressione fiscale sulle imprese? Se io lavoro 8 ore, vengo retribuito per 8 ore e all’azienda costo 8 ore. Io devo lavorare si 8 ore ma all’azienda dovrei costare come se ne lavorassi 6. Questo sgravio poi deve essere riversato nelle buste paga dei lavoratori per alzare il famoso potere d’acquisto di cui si parla tanta. Inoltre tale sgravio, favorisce solo chi gli straordinari li fa, mentre l’aumento degli stipendi favoresce una più larga maggioranza di lavoratori. Nelle grandi aziende gli straordinari non vengono retribuiti ma finisco accumulate nel monte ore che poi viene estinto con ferie o permessi. Da considerare il fatto che così si invoglia le azienda a far leva sugli straordinari per aumentare la produzione invece di assumere nuova forza lavoro.

  8. Alma D'Onofrio

    Il ricorso allo straordinario andrebbe disincentivato anziché incentivato per aumentare le possibilità di occupazione a chi il lavoro non ce l’ha o non è garantito (lavorare meno, lavorare tutti). Inoltre lo straordinario potrebbe avere effetti negativi anche sulla sicurezza in alcuni ambienti di lavoro, perché andare oltre il dovuto orario di lavoro, può far calare l’attenzione e, aumentare, dunque, il rischio di infortuni sul lavoro.

  9. Tarcisio Bonotto

    La Costituzione: art. 1. Repubblica fondata sul lavoro – art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione …. sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. a. Autosufficienza economica per dare lavoro a tutti, la globalizzazione è un bluf. b. Retribuzione? Devono essere garantiti come dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: Alimenti, Vestiario, Abitazione, Cure mediche, Educazione (AVACE). Qual’è il reddito che garantisce tali necessità basilari? E’ ancora da calcolare. Ho proposto il progetto all’Università di Verona. Chi desidera cooperare è benvenuto. Detassare gli straordinari? Che si risolve? E’ necessario detassare i redditi individuali fino a 25.000€/anno, aumentare le tasse del 10% ai redditi superiori ai 100.000E€ e aumentare l’IVA. Perchè? Per la ripresa economica, la classe medio bassa se ha un paio di scarpe ne compra altre se ha denaro da spendere. I ricchi se hanno 10 paia di scarpe non ne comprano altre, non movimentano l’economia, ma accumulano e ciò è l’anticamera della depressione economica – il valore del denaro è nella sua movimentazione. Le mezze misure non sono sufficienti.

  10. Giulia Sabato

    Interessante la statistica delle ore lavorate rapportate al tasso di occupazione (ci trasferiamo tutti in Danimarca?), ma la proposta avanzata dal nuovo governo a me non pare del tutto negativa. Penso che le cose non cambierebbero poi tanto: chi vuole (o chi può) farà lo straordinario, vedendosi doppiamente premiato con una retribuzione esente; chi non vuole (o non può) farà solo le sue ore lavorative. Sono d’accordo che in questo modo viene avvantaggiato chi ha già un posto di lavoro e può permettersi di fare straordinari e non anche il "povero operaio", ma consideriamo anche il fatto che spesso, chi lavora più degli altri (per volontà propria o di altrui) a volte non viene premiato in alcun modo rispetto ad un "povero operaio" che fa "solo" le sue ore!

  11. Gianpiero Dalla Zuanna

    Solo per capire. Con riferimento all’industria, il problema non è di eccesso, ma di carenza di lavoratori (spec. nei settori mediobassi), come è provato sia dall’enorme numero di assunzioni di stranieri (in nero e – quando le leggi lo permettono – in bianco) e dall’immediata occupazione dei ragazzi che escono dai Corsi di Formazione Professionale, stranieri o italiani che siano. Certo stimo parlando del Centro-Nord, ma il Sud è un’altra questione (e anche quella del lavoro femminile, temo, che è un problema di carenza di servizi più che di carenza di offerta di lavoro da parte delle imprese). L’incentivo agli straordinari non permetterebbe quindi anche di favorire l’aumento flessibile delle ore lavoro, mettendo in tasca un po’ di soldini anche agli operai, con un meccanismo assai semplice? E non porterebbe anche a un aumento della produttività?

  12. Eugenio Cuomo

    La vostra analisi mostra un punto critico. Infatti il risultato da ottenere dalle misure e quello dell’aumento del Prodotto per unità di Lavoro e la contemporanea riduzione di costo (sempre per unità di prodotto). La detassazione degli straordinari è quì che va ad incidere e l’aumento di retribuzione netta che ne consegue è solo un derivato positivo. Quindi non è rilevante che solo una parte dei lavoratori ne benefici perchè è al risultato globale che si deve guardare. Naturalmente questa opzione farà sì che anche nelle aziende dove gli straordinari non si fanno o si fanno molto poco, magari perchè molto sindacalizzate, saranno i lavoratori stessi a chiedere di poterli fare e questo è un fatto positivo perchè ingenera un percorso virtuoso che aumenterà la produttività dell’intero sistema e questo è proprio quello di cui il nostro sistema ha bisogno.

  13. maurizio cittone

    E’ verosimile pensare che in presenza di trattamento fiscale nullo o comunque preferenziale degli straordinari e dei premi aziendali, aumenteranno le richieste di part-time per consentire una maggiore incidenza degli staordinari, così come aumenti di merito possono essere sostituiti da promesse di premi aziendali, andando a distorcere la struttura dei salari?

  14. nanoferoce

    Riporto:"il provvedimento ha evidenti conseguenze negative. Svantaggia i lavoratori più deboli che fanno comunque meno straordinari e che avranno più difficoltà a trovare un lavoro. A guadagnarci saranno soprattutto le imprese, che riusciranno per questa via a ottenere un abbassamento del costo del lavoro e una maggiore flessibilità di utilizzo della manodopera" Commento: ebbene sì, ma consideriamo che se non si abbassa il costo del lavoro in Italia le imprese finiranno per non esserci proprio più ed allora saranno dolori per tutti. L’esodo delle imprese verso paesi meno costosi mi sembra anche già in atto.

  15. Domenico Fanelli

    La detassazione degli straordinari potrebbe difficilmente risolvere il problema del calo della produzione industriale italiana degli ultimi anni : una visione di questo tipo si collega infatti ad un approccio economico antiquato che basa la competitività del sistema industriale sull’abbattimento dei costi, ed, in particolare, sull’abbattimento del costo del lavoro. Con la globalizzazione e l’emergere di paesi come la Cina e l’India sui mercati nazionali ed internazionali, l’abbattimento del costo del lavoro non può e non deve più essere considerato come una leva competitiva adottabile ed efficace dal sistema industriale di un paese come l’Italia. Pensare che la detassazione degli straordinari possa aiutare le imprese italiane ad essere più competitive è pura propaganda elettorale. I problemi strutturali del sistema industriale italiano potranno essere risolti puntando unicamente sulla qualità del prodotto e sull’innovazione tecnologica, elementi in cui esiste un potenziale enorme in Italia.

  16. Stefania Sidoli

    Non solo la detassazione degli straordinari rischia di creare ulteriori ostacoli all’indispensabile allargamento dell’occupazione feminile, ma – se applicata – allarga il differenziale salariale di genere ancora oggi diffuso e significativo nel pubblico come nel privato. E’ noto infatti che proprio l’impossibilità per le lavoratrici con carichi familiari di utilizzare lo strumento dello straordinario ne rappresenta una delle ragioni, certamente non secondaria.E non v’è dubbio che le donne, il cui lavoro di cura ha valore solo nelle parole ma non nei comportamenti e nei provvedimenti, da un modello secondo il quale " lavorare di più è meglio" finirebbero con l’essere oggettivamente discriminate. Peccato che finora ben pochi abbiano approfondito le conseguenze sull’organizzazione del lavoro e sulla qualità della vita di ciascuna e di ciascuno di un provvedimento di tale natura.

  17. Umberto Palermo

    Il problema, in Italia, si vuole sempre risolvere a suon di "fanfara", Brunetta che spara contro gli statali, ne è un esempio lampante. La parola detassare è in sè una buona cosa, se però ad essere detassata è una platea di "pochi eletti", la parola diventa volgare.La ratio del provvedimento a detta di tanti addetti ai lavori è quella di liberare risorse da assegnare alle famiglie per far ripartire i consumi, ma se detassiamo gli straordinari, solo poche famiglie avranno i "benefici effetti". A mio avviso, andrebbe cercato un meccanismo in grado di coniugare l’esigenza di competitività , con quella della perequazione.

  18. fabrizio Pelino

    Incentivare il ricorso agli straordinari non può avere una ricaduta negativa sulla sicurezza sul posto di lavoro? Tra le prime cause di incidenti c’è prorprio la distrazione e la stanchezza? Inoltre, non mi pare che non si vada verso un miglioramento dello stile di vita se si arriva a trascurare la famiglia per avere 100€ in più al mese!

  19. Michele Del Monaco

    Garbatamente, debbo dirle che non sono affatto d’accordo con le tesi esposte nel suo articolo, fondamentalmente perchè a mio avviso lei mischia assieme diversi concetti che non sono legati tra di loro. Il provvedimento ha lo scopo di far ripartire i consumi, non potendo ridurre le aliquote intanto si parte detassando gli straordinari. Finalmente qualcuno che inizia a togliere le tasse. Eravamo più contenti se le aumentava le tasse sugli straordinari? E’ che qui sino ad ora abbiamo sempre ragionato all’incontrario, ossia le tasse in funzione delle necessità pubbliche, mentre sono le necessità pubbliche che si devono adeguare alle tasse. Ben venga quindi il primo taglio. Sostenere che con questo provvedimento si avvantaggiano i lavoratori più "forti" a dispetto dei deboli mi sembra sinceramente un pò ridicolo: se ne avvantaggia chi ha voglia di fare gli straordinari e di lavorare, non chi per problemi suoi non vuole o non può lavorare. Tra questi ce ne saranno di "forti" come dice lei, e di "deboli". Sicuramente non avvantaggia gli assenteisti, o coloro che non sono più utili per l’azienda, forse è a questi che lei pensava quando parlava di lavoratori deboli?

  20. Emanuele S.

    Nel meridione – soprattutto nel Catanzarese – siamo avanti… non c’è bisogno di detassare gli straordinari: li facciamo senza che ci vengano pagati.

  21. roberto di matteo

    Mi permetto di affermare che non sono assolutamente d’accordo con il suo articolo. Il problema del tasso di disoccupazione in Italia è molto contenuto e dunque la tesi più straordinari = meno assunzioni mi sembra debole. Il tasso di occupazione riflette ancora un problema di mentalità non di assenza di opportunità, specie per le donne. Gli straordinari detassati, oltre a dare benefici a un buon numero di lavoratori volenterosi, offre alle imprese anche maggiori margini di flessibilità (oltre che di costo) che in un paese strutturalmente marmoreo mi sembra cosa buona. vantaggi alle imprese possono divenire crescita economica; maggiori stipendi possono diventare maggiori consumi; e via di seguito secondo i vortici virtuosi.

  22. RICCARDO

    Credo che tutte le analisi di tipo economico siano benvenute. L’unica osservazione che mi sento di fare, e sul fatto che il proporre un modo migliore a una proposta, in Italia, porta sempre all’immobilismo, cioè a non fare ne uno ne’ l’altro. Allora io non dico che una strategia e meglio di un’altra, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare.

  23. pietro fattori

    Sono d’accordo con le tesi argomentate nell’articolo. Ma un passaggio mi sembra debole o discutibile o non chiaro. L’appropriazione di vantaggi immediatamente monetari da parte dell’azienda, sottraendo una quota di salario detassato – questo è ciò che capisco dal capoverso che espone il punto. Ma non capisco come.

  24. Maurizio Valeri

    Ma come si fa a non capire che detassare gli straordinari provocherà soltanto delle ripercussioni negative sia ai lavoratori, soprattutto i precari ma anche alle imprese, in particolar modo quelle pubbliche. Infatti da un lato i precari avranno una maggiore concorrenza proprio data, non più dal lavoro nero, ma bensì dal lavoro straordinario, poi in secondo luogo a beneficiarne non saranno tutti i lavoratori ma solo quella piccola parte che ne potrà usufruire. Inoltre le grandi aziende e le aziende pubbliche non avranno il controllo degli straordinari, cioè un lavoratore non darebbe il massimo della manodopera nelle 8 ore ma approfitterebbe del lavoro straordinario! Quindi pensiamo bene a ciò che andremmo incontro: lavoratori precari che danno il massimo in 8 ore ed hanno uno stipendio minimo, e lavoratori che per usufruire degli straordinari lavorano poco nelle 8 ore per poi fare qualche ora in più e vedere raddopiarsi lo stipendio! Sarà una lotta tra poveri! A tutto ciò non ho mensionato il pericolo del rischio incidenti sul lavoro, che è ovviamente sottinteso!

  25. Lavoratrice

    Io sono una donna laureata, lavoratrice, residente al Nord, convivente (per questo mi si dirà di essere una categoria forte). Io credo che si stia buttandono troppa carne sul fuoco. In generale, se visto come fine a se stesso, quello qui argomentato non è un provvediemento da criticare. Innanzitutto perchè chi, oltre all’economia mastica anche qualcos’altro, saprà bene che i costi derivanti dall’assunzione di un nuovo lavoratore sono molto elevati e in essi rientrano costi che vanno ben al di là della mera retribuzione/tasse. Esistono di costi di selezione, di formazione, di "mantenimento" che in Italia di fatto disincentivano le imprese alle assunzioni. Fatta questa premessa, la detassazione degli straordinari e il conseguente aumento della quantità degli stessi, quindi, si basano su un piano assolutamente differente che non compete affatto con la scelta di assumere nuovo personale. Quindi è un provvedimento che non va ad agire sul tasso di occupazione!!! Inoltre non ritengo che i "premiati" o meglio,designati, siano i più forti, quanto piuttosto i più volenterosi e produttivi…e in un paese dove troppo spesso si dimentica la meritocrazia non credo sia un elemento negativo.

  26. Martino Martucci

    Sono perfettamente daccordo con quanto esposto nell’articolo. Detassare gli straordinari significa incentivare le imprese a concentrare la maggior porzione possibile delle retribuzioni sulla parte straordinaria. Poniamo che l’azienda A abbia bisogno di 1000 ore lavoro per completare il proprio processo produttivo. Supponiamo che ogni lavoratore sul mercato sia disposto a lavorare al massimo 40 ore alla settimana. Di conseguenza l’azienda A ha bisogno di assumere 25 lavoratori per poter produrre. Ora immaginiamo invece che venga introdotta la detassazione degli straordinari. La manovra fa si che ora i lavoratori siano disponibili a lavorare 45 ore settimanali, di cui 40 di lavoro ordinario e 5 straordinario. L’azienda A ora potrà svolgere la propria attività produttiva con 23 dipendenti, sarà quindi incentivata a licenziare due dipendenti, dato che le ore in più di straordinario che pagherà ai dipendenti rimasti gli costerebbero di meno rispetto alle ore di lavoro ordinario che pagherebbe ai due dipendenti licenziati.

  27. franco

    Sono assolutamente d’accordo contro la detassazione degli straordinari.

  28. gregory

    Detassare gli straordinari per rilanciare i consumi: una delle battute più esileranti degli ultimi anni! Se perdo potere d’acquisto è a causa dell’inflazione che erode il valore del mio salario. Quelle che vengono proposte sono politiche economiche da strapazzo,che mirano solo ed esclusivamente a ridurre ulteriormente il costo del lavoro.Otto operai che mi lavorano un ora al giorno,mi fanno risparmiare un operaio, ci arriva anche un bambino dell’asilo. Se vogliono detassare che comincino con le voci fisse della busta paga,non sulle variabili. E concludo, dicendo che l’unico modo di frenare la crisi dei consumi è allargare i cordoni della borsa,da parte di chi ha avuto cunei fiscali,incentivi al reinvestimento dei capitali, flessibilità della forza lavoro. Le leggi dell’economia prevedono che il denaro debba circolare, per un corretto funzionamento del sistema.

  29. Diego Prandini

    La moneta ha un’utilità marginale decrescente e pertanto introdurre misure che privilegino, seppur solo fiscalmente, le ultime unità di moneta prodotta dal contribuente si rischia di creare un meccanismo di tassazione che non massimizza il benessere sociale (l’opposto del principio del sacrificio minimo collettivo). Credo che questo sia in estrema sintesi il concetto di Scienza delle Finanze che voglia trasmettere nel Suo articolo ma non trova fuorviante l’espressione: "La detassazione degli straordinari modifica gli incenti di impresa e lavoratori nella direzione di favorire la sostituzione di lavoro " normale" con lavoro straordinario: in altre parole un trade-off tra ore di lavoro per dipendente e numero di dipendenti". Inoltre, non crede che alla luce delle obiettive difficoltà congiunturali che stanno attraversando le imprese italiane (le uniche in grado di creare ricchezza) siano necessari interventi strutturali, a volte anche imperfetti come quello della detassazione dei cd. "straordinari"?

  30. Paolo Loi

    Non sono d’accordo con la detassazione degli straordinari. Sono d’accordo invece per una riduzione delle aliquote in generale. Gli effetti finanziari positivi sarebbero di breve periodo, per poi essere assorbiti dai nuovi contratti di lavoro che darebbero ai sindacati il potere di determinare la politica fiscale del paese. Se si vogliono far affluire più soldi nelle tasche dei lavoratori dipendenti si riducano le aliquote e si riduca la loro progressività in modo che ad aumenti di reddito imponibile corrispondano aumenti maggiori di reddito disponibile. Ancora una volta il legislatore avanza verso la complicazione piuttosto che cercare di semplificare.

  31. bobo

    A furia di avvantaggiare che è svantaggiato ci troviamo tutti al minimo livello. Questa favola ha già prodotto carabinieri alti 1 e 50 e le pensioni da 300€ al mese. Con gli straordinari in nero, attualmente, ci guadagnano entrambe le parti e qualsiasi novità andrebbe a rompere il delicato equilibrio. Aprire gli occhi please! PS. e il lavoro delle famose badanti clandestine come lo chiamiamo ?

  32. luigi zoppoli

    In campagna elettorale ho ascoltato troppo spesso affermazioni relative ad un preteso automatismo tra più lavoro, con gli straordinari, più produttività. Il che è ovviamente infondato. Vorrei però presentare un’osservazione di metodo: detassare gli straordinari è una regola che tipicamente si presta a “manomissioni” di infinito genere tra cui quelle esemplificate nell’articolo. Una buona regola dovrebbe avere requisiti di semplicità, chiarezza e facile applicabilità. Intervenire sulla fiscalità e sulle contrattazione di secondo livello oltre che sulla crescita di produttività mi parrebbe più semplice, immediato, generalizzato e non opinabile. Il che non è poco. Se peraltro l’alternativa fosse nulla, meglio detassare gli straordinari che niente.
    Luigi Zoppoli

  33. blucio

    Il problema non è solo se il provvedimento sia vantaggioso o meno, perchè in fondo ad alcuni, lavoratori dipendenti, pochi o molti, permetterà di avere più soldi in busta paga. La questione è se questa scelta discrimina lavoratori rispetto ad altri e mi sembra di capire che la risposta è sì: sicuramente le donne e chi non può, anche se volesse, fare straordinari. La seconda questione, per me più importante. è se qusti soldi "di tutti" potessero essere spesi meglio e cioè se potessero essere destinati a tutti i dipendenti come detrazioni di imposta. Sbaglio o dal 2001 al 2006 solo i dipendenti avevano perso potere d’acquisto e tutti dicevano, compreso Draghi, che questa era la vera emergenza. Sbaglio o questa misura non incentiva la produttività, incentivando l’incremento la quantità di ore di lavoro e non l’efficienza per ogni ora lavorata? Ah, dimenticavo quesro era il programma di Veltroni, ma gli italiani hanno scelto Berlusconi, compresi molti operai e quindi va bene così

  34. Marcello Vicarelli

    Fiorella Kostoris ipotizza in un articolo recentemente apparso sul Sole 24 Ore la possibilità che dalla detassazione degli straordinari possa derivare un incentivo alla partecipazione del mondo femminile. La Kostoris cita un’analisi realizzata da Ichino ed Alesina che dimostra una maggiore elasticità dell’offerta di ore lavorate da parte delle donne rispetto agli uomini "…unque, se non emergessero esplicite preferenze o discriminazioni di genere nella domanda delle imprese, le lavoratrici, pur con un orario attuale inferiore al maschile, sarebbero le prime a reagire positivamente, divenendo le principali beneficiarie di tale misura, perché l’incentivo di fatto risulterebbe per loro più forte, e l’autonomia economico-sociale della donna sarebbe di conseguenza rafforzata…". Se effettivamente si verificasse poi una riduzione dell’orario ordinario a favore di quello flessibile e meglio remunerato, l’effetto potrebbe essere ulteriormente rafforzato.

  35. giuseppe

    Va bene detassare, ma ancora meglio individuare un tetto massimo (es.35000 euro), cosi’ qualche vantaggio l’avranno per davvero i redditi medio-bassi.

  36. Angelo

    L’impossibilità per un parte di lavoratori (pubblici) di usufruire della detassazione, oltre che comportare una evidente violazione del principio di progressività della imposizione fiscale – parità di reddito lordo un ci sarebbe una diversa contribuzione, determina anche una violazione del principio di eguaglianza dei cittadini discriminandoli in base alla tipologia di impiego.

  37. Massimo Laurenti

    Mentre il detassare gli straordinari solo per il lavoro privato e non anche per il pubblico sicuramente potrebbe essere anticostituzionale, considerando che dati ISTAT recenti dicono che la produzione industriale nei primi del 2008 è inferiore del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2007 e che i consumi in generale sono tutti con il segno negativo, mi domando: perchè le aziende dovrebbero richiedere ai dipendenti gli straordinari? per produrre di più beni che stentano ad essere venduti? Ritengo che per far ripartire l’economia occorra ripartire dai consumi e che per consumare occorra disporre di più denaro: quindi, invece di detassare gli straordinari (di pochi), sarebbe più utile e logico aumentare le retribuzioni (dei molti) o abbassando le imposte sul lavoro o introdurre il coefficiente familiare dividendo il reddito per i componenti della famiglia che sono a carico del lavoratore. Questo sarebbe un intervento non demagogico ma serio ed a beneficio dei lavoratori che con meno tasse avrebbero più risorse a disposizione.

  38. Carlo Petrucci

    Così come è stata concepita e sperimentata, la detassazione degli straordinari, da una parte non incentiva affatto chi ha più voglia di lavorare e fa più straordinari, e dall’altra non è detto che favorisca le imprese, o almeno non tutte.Infatti il tetto inserito dal decreto legge non parla di parte fissa del reddito percepito ma genericamente di reddito lordo (ossia parte fissa più la parte variabile). Facciamo un esempio, se un lavoratore che ha guadagnato nel 2007 per la parte fissa 27000 Euro e ha fatto straordinari per meno di 3000 avrà la detassazione prevista dal ddl, se invece si è impegnato di più e ha fatto straordinari per più di 3000 Euro il governo lo premia negandogli la detassazione; senza entrare nel merito mi sembra completamente sbagliato nel metodo in quanto spesso (e più spesso di quanto si possa immaginare) raggiunge un risultato che è completamente l’opposto di quello che si voleva raggiungere. La soglia si doveva applicare alla parte fissa di reddito e non anche agli straordianri, è ridicolo e assurdo un provvedimento di questo tipo.

  39. DVD

    Credo che si stia dando troppa enfasi ad una misura che non può che essere temporanea. Non condivido le lamentele dei dipendenti pubblici che continuano a non comprendere i problemi del paese che ha bisogno di maggiore efficienza e produttività. Il settore pubblico è oggettivamente inefficiente e deve recuperare nel normale orario dilavoro l’efficienza del servizio. Dare straodinari anche a loro altro non farebbe che aumentare le inefficienze. Il privato, invece è organizzato ed efficiente ma deve recuperare maggiore produttività rispetto ai competitori oramai mondiali e non più solo nazionali. La misura sugli straordinari non è certo la "genialata" che risolve tutto, ma è pur sempre qualcosa!

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